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Come "esporre e sviluppare", ispirato al sistema zonale


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avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 14:43

Peccato che quel libro sia solo in inglese.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 14:49

Sì, è un peccato.
Bisognerebbe proporre a un editore italiano di farci una pensata e farlo tradurre.

user68000
avatar
inviato il 11 Giugno 2019 ore 15:06

quando fotografo con calma è


FIUUUU, meno male!
mi stava prendendo un colpo a pensare di usare questa pappardella per un camoscio che mi passa di fianco di corsa...

scherzi a parte, interessante il giorno in cui forse mi dedicherò seriamente ad altri generi
a proposito: serve anche per le foto a colori?

perché il B&N non mi avrà mai
MrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 9:49

Ringrazio per i contributi dati al post.

La regola di esporre per le ombre e poi sviluppare in funzione delle alte luci andava bene a pellicola. In digitale è il contrario.
Tra l'altro, esporre per le luci non significa leggere l'esposizione spot sulle alte luci ed accettare quella lettura, ma significa leggere spot sulle alte luci, compensare l'esposizione di 2-3 stop per far cadere quell'area in zona 7 oppure 8 (alte luci con dettaglio o con trama leggibile) e poi scattare con quella lettura compensata.


Esattamente.
Tuttavia, anche col raw, si potrebbe fotografare un muro bianco sovraesponendo fino a bruciare le luci, in modo da sapere esattamente la quantità di sovraesposizione accettata dalla propria macchina fotografica.

Se la filiera è esposizione, sviluppo e stampa, mi manca un passaggio; il contrasto a -4 corrisponde con la fase di sviluppo o la fase di stampa?


Misurare il contrasto della scena e scegliere la curva di contrasto corrisponde alla fase di sviluppo.

Tuttavia Ansel Adams, dopo aver esposto e sviluppato correttamente, utilizzava pesanti interventi di dodge&burn per ottenere il risultato voluto.

Anche se il raw permette maggiore libertà, il file jpg può comunque essere modificato con photoshop (o gimp) effettuando interventi di dodge&burn.

a proposito: serve anche per le foto a colori?

Al contrario del bianco nero, dove foto anche stravolte sono comunque ben viste in quanto l'assenza del colore le distacca dalla realtà, nel caso del colore eventuali interventi devono comunque essere impercettibili, altrimenti si ha una sgradevole sensazione di falso.
Per cui, il modo di lavorare è diverso

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 12:32

Esattamente.
Tuttavia, anche col raw, si potrebbe fotografare un muro bianco sovraesponendo fino a bruciare le luci, in modo da sapere esattamente la quantità di sovraesposizione accettata dalla propria macchina fotografica.


A questo punto però le alte luci - sovraesposte e bruciate o meno - le posso controllare solo scaricando lo scatto sul computer e aprendo il raw con lightroom, C1 etc che sia, giusto ?

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 13:23

Un controllo sulle luci lo puoi fare già in macchina, magari attivando l'allarme delle alte luci bruciate. E' una funzione utile a prescindere dall'argomento di questa discussione.
Tuttavia Ansel Adams, dopo aver esposto e sviluppato correttamente, utilizzava pesanti interventi di dodge&burn per ottenere il risultato voluto.

Era un aspetto non trascurabile del suo lavoro, hai fatto bene a ricordarlo.

user33434
avatar
inviato il 12 Giugno 2019 ore 15:50

Ho utilizzato il sistema zonale con pellicola 120, col 35mm penso abbia senso solo se si scatta un intero rullino molto velocemente. Mai avuto l'esigenza di usarlo in digitale ma immagino sia un mio limite. Complimenti a Pironman per il mini-articolo

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 17:30

non ho ben capito quale sia lo scopo finale del procedimento: migliorare il risultato o applicare, per piacere personale un procedimento ben specifico?

Nel caso sia il secondo, il procedimento è stato ben studiato, con un approccio molto tecnico.

Nel caso tutto ciò sia in ottica del risultato, allora secondo me il procedimento è inutilmente macchinoso, soprattutto nel caso, come evidenziato, si voglia usare direttamente il jpg: in tal caso, infatti, l'immagine sullo schermo lcd (che sia liveview o lo scatto effettuato) è esattamente il jpg, e non una approssimazione come nel caso del RAW.
A questo punto, invece di valutare la scena prima dello scatto, conviene farne uno di prova, verificare come sono uscite le zone di interesse e correggere di conseguenza l'esposizione per lo scatto successivo, eventualmente variando la curva di contrasto.

In linea più generale, a meno che non sia per soddisfazione personale, non capisco perchè non si debba utilizzare uno degli strumenti più potenti della fotografia digitale rispetto a quella a pellicola, ossia poter vedere il risultato dello scatto immediatamente dopo o addirittura in tempo reale.

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 17:47

non ho ben capito quale sia lo scopo finale del procedimento: migliorare il risultato o applicare, per piacere personale un procedimento ben specifico?


sfruttare tutta la gamma dinamica della pellicola in relazione alla gamma dinamica della scena.

Mi si corregga se sbaglio:
Questo si otteneva, sia esponendo in un certo modo (misurando diverse zone) , sia sviluppando il negativo sempre in un certo modo (per adattare lo sviluppo della pellicola alla gamma dinamica della scena e non perdere luci ed ombre estreme). Questo significava sviluppare singoli fotogrammi, o gruppi di fotogrammi molto simili.

Questo stesso lavoro, molto più comodamente, lo facciamo in digitale senza rendercene conto, quando in ACR o Lightroom azioniamo i cursori lel bianco e del nero in modo da aumentare o diminuire la GD della nostra immagine.
Se noi facciamo attenzione ad avere il nostro istogramma ben centrato già in fase di scatto siamo quasi a cavallo.
I guai vengono se la gamma dinamica della scena supera quella del nostro sensore, lì per forza o tagliamo delle luci o tagliamo delle ombre.... non c'è scampo, non ne ha nemmeno il sistema zonale a pellicola. Io preferisco in genere tagliare le ombre, ma non sempre.... perchè potrebbe accadere che oltre un certo livello anche le luci non contino nulla (il sole nell'inquadratura ad esempio)

user15476
avatar
inviato il 12 Giugno 2019 ore 18:41

Bisogna ammettere che quando si scatta in jpeg spesso si lascia il preset preferito per tutte le foto; il metodo invece richiede il cambio di preset in camera a seconda della scena; ad esempio cambiando la curva di contrasto etc..




avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 20:38

"Se noi facciamo attenzione ad avere il nostro istogramma ben centrato già in fase di scatto siamo quasi a cavallo."

Esattamente. Non vorrei farmi detrattore del metodo ma il problema del jpeg è proprio quello.
In raw occorre esporre a destra, per sviluppare occorre centrare l' istogramma per agire sul contrasto (l' azione è simmetrica).
Replicare questo in jpeg è impossibile solo con il contrasto, perchè i guai nascono per centrare l' istogramma.
L' opzione è quella di agire su luci e ombre (cosa che alcuni preset e alcune funzioni fanno per sviluppare il jpeg on cam).
In scene ad alto contrasto (esponendo per le luci) occorre ricentrare l' istogramma per agire sul contrasto. In b/n è semplice, a colori saltano fuori i problemi per centrare l' istogramma.
In scene ad alto contrasto, centrare l' istogramma in fase di scatto (ciò che ti porterebbe quell' approccio) equivale a bruciare luci e chiudere ombre equamente.
In scene a basso contrasto, sempre per mancanza di un' azione corretta per centrare l' istogramma (la luminosità varia tante cose sul colore), centrare l' istogramma in fase di scatto decurta qualità al risultato finale (è il caso in cui l' ettr può essere spinto, anche di 4 stop).
Agire solo sul contrasto, estende una gamma tonale che però viene decurtata alla base dalla poca luce raccolta (snr compreso).
Piccola precisazione su contrasto e gamma tonale: per una scena che non presenta enormi contrasti, eviterei di raggiungere in sviluppo bianchi e neri che neanche esistono nella scena, gli estremi di gamma del jpeg non sono un obbligo se la scena ha poco contrasto.

Al di là di queste valutazioni, alcune soggettive e altre oggettive, mi sovviene una domanda per ottenere ciò che vuoi (nonostante non credo sia l' approccio più congeniale, e io scatto tanto in jpeg) :

Perchè non utilizzare direttamente l' istogramma il live-view, centrarlo in M e agire solo sul contrasto?

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 21:32

Non so se è complicato, ma provo a spiegarmi meglio. Escludi l' esposimetro. Leggi un ' esposizione M per raggiungere il bianco ( da istogramma) . Un' altra per raggiungere il nero(istogramma) . Fai una media, l' istogramma è centrato e regoli il contrasto a piacere.
Non è il risultato che vuoi, ma più semplice?

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 21:39

senza contare che, volendo, oggi possiamo usare anche il braketing e l'HDR. Io non li uso praticamente mai ma so che, all'occorrenza, ci sono.
L'importante comunque è scattare in RAW in modo da non farsi tagliare dalla fotocamera dei valori di GD agli estremi, che magari potrebbero servire;-)

avatarsenior
inviato il 12 Giugno 2019 ore 21:47

Come premesso, non condivido l' approccio, spesso il raw per me non è necessario, anzi. Ma per ottenere ciò che è stato mostrato, credo che sia il metodo più veloce e altrettanto preciso.

user33434
avatar
inviato il 12 Giugno 2019 ore 22:12

Mi si corregga se sbaglio:
Questo si otteneva, sia esponendo in un certo modo (misurando diverse zone) , sia sviluppando il negativo sempre in un certo modo (per adattare lo sviluppo della pellicola alla gamma dinamica della scena e non perdere luci ed ombre estreme). Questo significava sviluppare singoli fotogrammi, o gruppi di fotogrammi molto simili

Un po' esteso come tema per trattarlo così in un post ma per farla breve il sistema zonale serve a scattare e sviluppare per poter fare una stampa con grado di contrasto 2. Non tutti hanno amato il sistema zonale ma secondo me il vantaggio del metodo ideato da Adams e Archer è quello di aver tradotto la sensitometria, che è un argomento apparentemente un po' astratto, in qualcosa di pratico e facilmente comprensibile ad applicabile.
Che si scatti in digitale o analogico mi sento comunque di consigliare tanto "il negativo" quanto "la stampa", li ho trovati ben scritti e con alcune riflessioni interessanti sull'approccio creativo alla fotografia.
Un grazie a Pierfranco Fornasieri per il libro che ha consigliato.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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