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Gamma dinamica a confronto: Pellicola e Digitale


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avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 15:21

Ho trovato questo confronto "didattico" in rete.
A molti potranno risultare cose scontate, ma un esperimento del genere credo sia comunque interessante da seguire:

Il fotografo Bill Lawson ha provato a mettere a confronto la gamma dinamica di pellicola e fotocamera digitale ed ha usato una Nikon D750 Full Frame a ISO 100 ed una Nikon N90 con Kodak T-Max 100. Su entrambe le fotocamere ha montato un Nikon 135mm f/2 scattando a f/4.8. Per sottoesporre Bill ha utilizzato un filtro ND400 che toglie 9 stop.

Pubblichiamo il video della prova di Bill e due immagini che evidenziano il diverso comportamento dei due media.
Anche a 8 stop non c'è partita: in sovraesposizione vince chiaramente la pellicola, e in sottoesposizione il digitale.

"Penso che il digitale abbia una gamma dinamica utilizzabile da meno 6 o 7 a più 2 – sostiene Lawson - naturalmente è un'opinione soggettiva e cambiando la fotocamera digitale i risultati potrebbero essere diversi.”
Di certo è che si può sovraesporre con maggiore tranquillità la pellicola, così come sottoesporre con la digitale.



avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 16:05

Una prima considerazione che mi viene in mente è che il b/n è un mondo a parte, dove il sistema zonale consentiva di adattare la pellicola alle condizioni di illuminazione della scena; con il colore non era possibile. Una seconda considerazione è che il digitale è sostanzialmente un positivo e come tale si comporta; un confronto con le diapositive sarebbe, forse, più corretto. Terza cosa è che mi fa strano fare un confronto digitale-pellicola sullo schermo di un PC: sembra più un confronto tra due diverse forme di digitale.

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 18:32

Aggiungo qualche link che riguarda il negativo colore:
canadianfilmlab.com/2014/04/24/film-stock-and-exposure-comparisons-kod

petapixel.com/2015/08/10/how-much-can-you-overexpose-negative-film-hav

Ce n'era un altro interessante ma non rursco a trovarlo.
Comunque in rete se ne trovano molti altri di test simili.

user92023
avatar
inviato il 06 Maggio 2019 ore 19:00

Seguo. G.

avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 22:10

Dai risultati ottenuti nel video mi vengono da fare alcune considerazioni che vorrei proporvi.
La prima è che nelle foto fatte con il digitale la GD è di 8, massimo (tirando al limite) 9 stop...e i 13, 14 o più EV sbandierati per i sensori, che fine hanno fatto? evidentemente le prove sono fatte sul jpeg on camera, mentre i 14 teorici si possono ottenere solo sviluppando ADEGUATAMENTE il file raw. Ciò mi porta ad un sorriso e una domanda: il primo è la constatazione che molti si esaltano per un decimale in più di GD e poi scattano in jpeg sostenendo che è più che sufficiente Sorriso
La domanda, invece, è la seguente: siamo realmente sicuri di avere mezzi e conoscenze per sfruttare potenzialmente tutta la GD a nostra disposizione, prima di aspirare ad averne uno 0,5 in più?
Altra considerazione. Se, restando alla prova, il limite superiore per sovraesporre nel digitale è di due stop, ciò significa allora, che anche quando usiamo la tecnica ETTR dovremmo evitare di superare (per sicurezza) + 1 stop?
Terza considerazione. Se la pellicola regge così bene la sottoesposizione (mi pare che ci fossero tecniche per "tirare" la pellicola, anche se sono troppo giovane per conoscerle...MrGreen), possiamo dire che gli ISO della pellicola sono, in un certo qual modo, più "flessibili"? ovvero a parità di valore nominale, una pellicola ci può far guadagnare 1-2 stop, arrivando di fatto ad essere "equiparabile" a 200/400 ISO del digitale?

avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 22:40

Ettr non deve superare la saturazione delle alte luci, questo è il limite. Se si va oltre non si recupera in pp. Maggiore è il contrasto minore è il beneficio nelle ombre.
Con la pellicola b/n si tendeva invece alla sottoesposizione per avere un negativo più denso e poi compensare in fase di sviluppo con il tiraggio.
Due mondi diversi.

avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 23:14

Sono pienamente d'accordo sul fatto che siano due tecnologie completamente differenti. Anzi, aggiungo anche che, per quanto riguarda gli ISO, sono concettualmente due grandezze distinte: sensibilità vera e propria nel caso della pellicola (cristalli di alogenuri più grandi, vengono impressionati da un maggior numero di fotoni), amplificazione elettronica, nel digitale.
Ma qui, come nel video, non stiamo parlando delle cause, ma degli effetti. Ovvero cerchiamo di ragionare sugli effetti pratici e sui risultati nella fotografia, cercando nel paragone di comprenderne qualcosa in più.
;-)

user15476
avatar
inviato il 06 Maggio 2019 ore 23:32

Se sottoespongo in pellicola il negativo è più sottile. Comunque rassicurante questo video dato che ormai scatto solo in modalità P con compensazione esposizione -2 stop.

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 23:34

Con la pellicola b/n si tendeva invece alla sottoesposizione per avere un negativo più denso e poi compensare in fase di sviluppo con il tiraggio.

Stai facendo un bel po' di confusione, mischiando diversi concetti. Intanto un negativo sottoesposto è più trasparente e non più denso. Poi con la pellicola si preferisce esporre correttamente le ombre ed eventualmente, se necessario, ridurre lo sviluppo per non bruciare le luci, così facendo si riduce il contrasto. Non a caso il vecchio adagio dice "esporre per le ombre e sviluppare per le luci".
Il tiraggio invece è un'altra cosa e prevede l'aumento del tempo di sviluppo per incrementare il contrasto (visto che le luci risentono più delle ombre del prolungamento dello sviluppo); incidentalmente questo metodo viene utilizzato anche per utilizzare una pellicola come se avesse una sensibilità superiore a quella nominale (questo funziona per le zone a densità media e alta, cioè toni medi e alti) ma sempre tenendo conto che a fronte di ciò aumenterà inevitabilmente il contrasto.
Il discorso è abbastanza complesso (vedi "sistema zonale") e non ho la pretesa di spiegarlo in poche righe ma ho sintetizzato e semplificato giusto per correggere l'informazione errata data sopra.

avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 23:48

La prima è che nelle foto fatte con il digitale la GD è di 8, massimo (tirando al limite) 9 stop...e i 13, 14 o più EV sbandierati per i sensori, che fine hanno fatto?


Compressi dal tone-mapping della curva di contrasto.
Non è strano; è una necessità visto che i monitor non possono arrivare a una GD tale.

Usando un profilo lineare sfrutti tutta la dinamica del sensore, che per sua natura è un dispositivo, appunto, lineare.

avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2019 ore 1:22

Esatto.. ma nel raw ci sono !
Tra l'altro le tecnologie dei monitor mutuando dalle tv , dalla spinta hdr ecc stanno progredendo... non è difficile immaginare uno standard hdr anche per foto statiche..quindi se oggi vai in islanda i raw a 14 bit di un paesaggio potrebbero fare comodo fra qualche anno

avatarjunior
inviato il 07 Maggio 2019 ore 8:55

Allora, credo di sapere abbastanza bene come funziona il sensore, di come la sua risposta sia lineare, ecc. oltre a conoscere anche come si fa un ETTR (mentre, ho subito specificato di sapere molto poco sulla pellicola e sul suo sviluppo).
Il punto è un altro. Quando parliamo di fotografia digitale, delle sue potenzialità e delle sue caratteristiche (gamma dinamica, tenuta agli alti ISO, recuperi, ecc.) ci riferiamo solo ed esclusivamente ai RAW che vengono adeguatamente (ovvero con perizia e competenza) lavorati.
Viene fuori, cioè, che un JPEG on camera ha prestazioni (a livello di qualità d'immagine), forse leggermente superiori, ma comunque paragonabili a quelle della pellicola e sicuramente non può considerarsi, come spesso si tende a credere, qualitativamente soddisfacente in relazione alle potenzialità del digitale.
Ora, se questa cosa può apparire scontata per me e per chi è intervenuto in questa discussione, sono convintissimo che non lo sia, invece, per la stragrande maggioranza dei fotoamatori (e forse, aggiungo malignamente, anche per qualche professionista), i quali attribuiscono al jpeg tutte quelle potenzialità (i cosiddetti "dati di targa" descritti dai produttori), che in realtà si riferiscono solo ai RAW opportunamente lavorati. Raw opportunamente lavorati, significa anche, per me, che se non si è in grado di lavorare adeguatamente in pp e con le giuste competenze, è perfettamente inutile comprare un sensore con 15 stop di GD... per poi scattare in jpeg!
Ecco, questo era il "succo" delle mie considerazioni, tutto qui.
;-)

avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2019 ore 9:24

è perfettamente inutile comprare un sensore con 15 stop di GD... per poi scattare in jpeg!

Sicuramente, ci sarebbe anche da dire che i mezzi di fruizione andrebbero adeguati per apprezzare la potenzialità del sensore, discorso precedentemente evidenziato.

Se la pellicola regge così bene la sottoesposizione (mi pare che ci fossero tecniche per "tirare" la pellicola,...

A me sembra che la pellicola, fondamentalmente, regga meglio la sovraesposizione.
Il "tiraggio" comporta una perdita di qualità, serve per utilizzare tempi veloci, es. sport, in alternativa a pellicole di maggiore sensibilità.

Usando un profilo lineare sfrutti tutta la dinamica del sensore, che per sua natura è un dispositivo, appunto, lineare.

Ecco, credo che questa sia una differenza fondamentale con la pellicola

avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2019 ore 10:40

A me sembra che la pellicola, fondamentalmente, regga meglio la sovraesposizione.
Il "tiraggio" comporta una perdita di qualità, serve per utilizzare tempi veloci, es. sport, in alternativa a pellicole di maggiore sensibilità.

Occorre differenziare: Le pellicole negative reggono meglio la sovraesposizione, le pellicole "invertibili", cioè le diapositive, reggono meglio la sottoesposizione, o sarebbe meglio dire che con queste è meglio nel dubbio sottoesporre visto che hanno poca tolleranza alle alte luci, quindi meglio avere ombre chiuse che luci bruciate, ma non è che dalle ombre sia facile recuperare dettagli.

dipende che intendi per perdita di qualità, come ho detto sopra in alcuni casi il tiraggio è necessario se si vuole aumentare il contrasto in una scena che non ne ha a sufficienza per gli scopi prefissati, in tal caso non parlerei di perdita di qualità visto che la scelta è dipendente dall'avere una immagine con la gamma di contrasti voluta, quindi sicuramente di migliore qualità.
Se invece viene utilizzato per utilizzare una pellicola a una sensibilità maggiore di quella nominale le conseguenze sono un aumento della grana (intendi questo quando parli di "perdita di qualità"?) e ovviamente del contrasto (in misura più o meno evidente a seconda di quanto sia "tirata").

avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2019 ore 11:01

Se invece viene utilizzato per utilizzare una pellicola a una sensibilità maggiore di quella nominale le conseguenze sono un aumento della grana (intendi questo quando parli di "perdita di qualità"?)..

Esatto, intendevo quello

è perfettamente inutile comprare un sensore con 15 stop di GD... per poi scattare in jpeg!

Torno un attimo su questo perchè non ne sono affatto certo che sia COMPLETAMENTE inutile, per il semplice motivo che in digitale in realtà scattiamo sempre in raw, in jpg demandiamo alla fotocamera il suo sviluppo (e non è detto che la macchina lo faccia sempre così male). Come tu stesso dicevi Antonche, occorrono competenze per lavorare in pp, oltre che banalmente il tempo, ragione quest'ultima per cui anche professionisti scattano in jpg.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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