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C'è della Hygge in Danimarca


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C'è della Hygge in Danimarca, testo e foto by Massimiliano Antonello. Pubblicato il 01 Maggio 2019; 2 risposte, 1979 visite.


La Danimarca si è classificata al primo posto nel 2016 come nazione più felice al mondo, ma si trova saldamente nelle prime cinque posizioni della classifica dal 2012, cioè da quando l'ONU ha istituito la Giornata Mondiale della felicità. E se mai visiterete questo Paese, siate pronti a farvi contagiare dalla Hygge (pronunciata “hoo-gah”). Hygge è come i danesi chiamano l'atmosfera serena e felice che si respira nel loro Paese. Ma cos'è? Il libro di Meik Wiking (Hygge, la via danese alla felicità) lo descrive così: “E' stare con le persone che amiamo. E' la sensazione di essere a casa, di trovarci al sicuro, di essere protetti dal mondo”.

In effetti, appena abbiamo messo piede in Danimarca la serenità del Paese ci ha contagiato. Sicuramente parte di questa felicità era dovuta anche alla bellissima giornata di sole, con un cielo azzurrissimo e con poche nubi bianche, che ci ha accolto a Copenaghen e che rendeva ogni scorcio una cartolina da favola.

La nostra prima tappa è il castello di Rosenborg. Lo raggiungiamo a piedi dalla stazione così da poter ammirare le architetture moderne, e non solo, della capitale. L'ingresso ufficiale dalla biglietteria non rende giustizia a questo spettacolare palazzo. Appena, invece, si gira attorno alla costruzione fino all'ingresso del castello che dà sui giardini, la magnificenza del luogo si rivela in tutto il suo splendore.

Il castello di Rosenborg fu costruito nel 1606, come residenza estiva, per volere di re Cristiano IV (attenzione che ogni re danese si chiama o Cristiano o Federico quindi fare confusione sarà semplice quando leggerete la storia del Paese). In stile rinascimentale, con i suoi mattoni rossi, i tetti in rame e le torrette slanciate, risulta essere una struttura perfettamente armoniosa, non lontano dall'ideale di castello delle favole. I tesori più grandi sono contenuti nei sotterranei, dove sono esposti i gioielli della Corona: le corone del re e della regina, lo scettro, la spada e il globo utilizzati per le incoronazioni, insieme a grandiosi e preziosissimi gioielli che fanno invidia ad ogni donna. Ai piani superiori la stanza più memorabile è la Grande Galleria che ospita i troni reali protetti da tre grossi leoni in argento. Terminata la visita, ci godiamo poi una passeggiata nei giardini, i più antichi della Danimarca.


Il tempo a disposizione è sempre meno e, quindi, decidiamo di dedicare qualche ora a passeggiare per il centro, andando alla ricerca del lato “scientifico” della città. Ci soffermiamo, innanzitutto, davanti alla torre rotonda. Alta 36 metri, fu costruita, anch'essa per volere di Cristiano IV, come torre astronomica ed è ancora oggi il più antico osservatorio astronomico funzionante d'Europa, anche se solo per turisti e appassionati. Proseguiamo poi verso il castello di Christiansborg, che racchiude in un unico edificio i tre poteri dello Stato: il Parlamento, gli uffici del Primo Ministro e la Suprema Corte di Danimarca, per raggiungere, infine, una perla nascosta della città: la Biblioteca reale. La particolarità di questa biblioteca, tra le più grandi della Scandinavia, consiste nell'armoniosa unione tra passato e presente. Infatti fonde due edifici principali: uno antico, adibito a biblioteca nel 1653 da re Federico III, (visitate il giardino e osservate le statue dei grandi personaggi della cultura danese come Andersen, Bohr e Kierkegaard) e uno molto moderno, risalente al 1999, soprannominato il Diamante Nero per la sua splendida facciata di granito nero e vetro.


Chiudiamo la serata con un bel giretto e una cena all'interno dei giardini di Tivoli (sì potete anche non crederci ma i ristoranti all'interno del parco divertimenti non sono per niente male). Lasciatevi conquistare dalle luci, dagli effetti speciali e magari regalatevi un giro di giostra, ce n'è per tutti i gusti.


La mattina seguente prendiamo il treno diretti a Hillerød, poco fuori Copenaghen, per visitare il castello di Frederiksborg, che oggi ospita il Museo di Storia Nazionale. Costruito nel XVII secolo, il palazzo, fu eretto in stile rinascimentale olandese sulle isolette del piccolo lago Slotsø. A metà del XIX secolo un incendio rase al suolo il palazzo che venne ricostruito da Jacobsen, fondatore della birra Carlsberg. Con le sue 70 stanze aperte al pubblico, regala una buona panoramica su oltre cinque secoli di storia danese. Il pezzo forte del castello di Frederiksborg sono i giardini, che si dividono tra quello barocco e quello rinascimentale. Sinceramente sono davvero vasti e non è facile vederli tutti, però, meritano anche una semplice visita. Passeggiando è possibile, infatti, sperimentare le due visioni della natura che si sono scontrate nel passato: il giardino barocco è la visione, tipica del XVIII secolo, della natura sottomessa dall'uomo a suo piacimento, mentre il giardino rinascimentale lascia più respiro, permettendo di immergersi con il naturale e lasciarsi colpire dalla sensazione di sublime, come ricercato nel Romanticismo del XIX secolo.


Lasciamo il castello a bordo di un piccolo traghetto che dal laghetto ci porta nella piazza principale di Hillerød, dove ci gustiamo un buon pranzo all'aperto sotto il sole a base di smørrebrød.

Dopo pranzo torniamo a Copenaghen per le ultime ore in questa splendida città. Decidiamo di regalarci un viaggio in barca lungo i suoi canali verso l'ora del tramonto. Avendo poco tempo a disposizione è il modo migliore per vedere almeno di sfuggita tutte le bellezze della città. Il famosissimo e molto fotografato canale di Nyhavn, con le sue pittoresche case colorate, il teatro dell'Opera con la sua architettura moderna, che compete con quella del Diamante Nero, il quale a sua volta dal canale risalta ancora di più per bellezza e particolarità. Quasi tutti i giri si chiudono in prossimità dello scoglio su cui si erge, malinconica e triste, la statua della Sirenetta, in attesa del suo amore. Come scriveva Andersen: “Sembrava che volesse piangere, ma le sirene non hanno lacrime e per questo soffrono molto di più”.

Il giorno seguente inizia il nostro viaggio alla scoperta del resto del Paese. Ci dirigiamo verso sud per raggiungere le bianche scogliere di Stevns, patrimonio dell'UNESCO. Meno famose delle loro “sorelle” di Dover, queste scogliere si estendono per 15 km e raggiungono altezze di 41 m. Devono la loro notorietà ad una venatura di argilla scura che spezza a metà la bianchissima scogliera a strapiombo nel mare. Questa striscia ha un'importanza geologica straordinaria; rappresenta, infatti, una testimonianza diretta della caduta, 65 milioni di anni fa, di un asteroide in Messico che avrebbe causato l'estinzione dei dinosauri e segna il confine tra Cretaceo e Terziario. La zona nel 1928 fu anche teatro di un altro evento catastrofico: una parte della scogliera franò in mare portando con sé parte del coro della piccola chiesetta duecentesca di Højerup Gamle, che è ancora oggi visitabile e da cui è possibile ammirare le scogliere da un balconcino in fondo alla navata, costruito proprio dove avvenne il crollo.


Dopo pranzo, proseguiamo verso l'isola di Møn, dove ci dedichiamo ancora ad escursioni lungo le scogliere, alte anche oltre 140 m, di gesso bianco che si tuffano nel mar Baltico cristallino. Le scogliere si stagliano a est dell'isola e vicino al parco di Liselund partono un numero elevato di sentieri.


Dopo qualche passeggiata, prendiamo una piccola pausa sorseggiando una bibita nel parco. Liselund, letteralmente il boschetto di Lisa, è un incantevole esempio di parco e dimora in stile romantico risalente a fine Settecento, realizzato da un nobile francese per sua moglie Lisa. Questo luogo è un incanto, fedele al Naturalismo di Rousseau ed arricchito nel corso dei secoli da piccoli edifici ispirati a Paesi stranieri, come la pagoda cinese o la residenza norvegese. Chiudiamo la giornata con una cena a Stege e nonostante sia alta stagione facciamo fatica a trovare un posto accogliente, non interamente prenotato e ancora aperto dopo le 20.30, ma alla fin fine ce la facciamo!


La mattina seguente, percorriamo il lunghissimo ponte Grande Belt (circa 7 km), che collega l'isola di Selandia alla nostra prossima meta: l'isola di Fionia. Detta il giardino della Danimarca per i suoi paesaggi collinari, ospita la città natale di Hans Christian Andersen: Odense (che per mancanza di tempo è restata fuori dal nostro tour). Abbiamo preferito goderci l'isola visitando dei piccoli centri cittadini come Egeskov e Faaborg. A Egeskov ci siamo immersi nelle attrazioni di ogni genere costruite nel castello omonimo. Il castello di Egeskov risale al 1554 ed è ancora abitato dal conte Ahlenfeldt-Laurvig-Bille, in stile rinascimentale è uno dei meglio conservati in Europa. E' circondato da un tipico fossato, che diventa una perfetta fonte d'ispirazione per foto spettacolari. L'intera proprietà è pensata per far divertire e mai annoiare il visitatore. Il castello con le sue 66 stanze ospita oltre alle ambientazioni classiche dei castelli anche molte particolarità tra cui l'arco più lungo di Danimarca e la casa delle bambole più grande del mondo, il palazzo di Titania. Ospita poi mostre di abiti novecenteschi e macchine d'epoca. Potremmo quasi dire che è il luogo perfetto per chi ama le cianfrusaglie di ogni genere! Dopo un giro degli interni, ci rilassiamo spendendo del tempo nel parco divertimenti realizzato all'ingresso della proprietà e ideale anche per i più piccoli. Come ogni castello che si rispetti, puoi perderti nei corridoi di un bellissimo labirinto o osservare scorci inusuali dalle passerelle sospese tra gli alberi del bosco, che possono raggiungere anche i 15 m di altezza.


Ammettiamo che passiamo a Egeskov più tempo del previsto, così ci rimane davvero poco per visitare il resto dell'isola. Ci dirigiamo direttamente a Faaborg, una cittadina sul mare, la cui storia risale al 1229. Oggi mantiene ancora molto della sua aria di cittadina portuale e passeggiare per i suoi stretti vicoli, circondati da case dai tipici colori vivaci (il giallo spicca fra tutti), è un'esperienza rilassante. Alloggiamo poco fuori dal centro di Faaborg, in un castello ristrutturato (Hvedholm Castle) dall'aria un po' esagerata, quasi kitsch, per quanto riguarda gli arredi, ma suggestivo per posizione e tranquillità. Se avete del tempo a disposizione per una sosta più lunga, usate Faaborg come partenza per l'esplorazione dell'isola di Ærø, in particolare il villaggio fiabesco di Ærøskøbing.

Il nostro viaggio, invece, prosegue verso la penisola dello Jutland. Obiettivo finale è la città di Ribe, la più antica città danese e borgo più bello d'Europa nel 2014. Ribe è un gioiellino: la sua fondazione risale agli inizi del 700 d.C. durante l'espansione vichinga. Se oggi ha perso parte della sua importanza politica ed economica, in passato ha conosciuto secoli di gloria. Durante l'epoca vichinga fu uno dei centri marittimi più attivi del Nord, guadagnandosi una posizione di privilegio sia agli occhi dei regnanti, che qui stabilirono una delle loro residenze reali, sia a quelli della Chiesa, che vi fece costruire la prima cattedrale scandinava (948 d.C) con l'obiettivo di “riportare il cristianesimo al Nord”. Nel Medioevo incominciò il declino e l'impoverimento della città. La sua bellezza ed attuale fortuna, però, si devono proprio a quel periodo. Infatti, ormai impoverita, Ribe non riuscì a trovare i fondi per modernizzarsi, lasciando intoccate le abitazioni a graticcio della città vecchia, che oggi sono quasi interamente tutelate dalle belle arti. Meritano sicuramente una visita: la bellissima cattedrale in travertino, in parte riconducibile ancora a quella del X secolo, dalla cui torre è possibile ammirare le vaste campagne circostanti, le case a graticcio nei vicoli acciottolati e il museo dei vichinghi (ideale per chi viaggia con bambini).


Inoltre Ribe si trova piuttosto vicino a Billund, sede di un aeroporto ma soprattutto della LEGO. Infatti, per chi non lo sapesse, i mattoncini di plastica colorati sono originari proprio dello Jutland e si stima che oggi nel Mondo in media ogni persona possegga 52 pezzi. A Billund è possibile visitare il parco divertimento a tema LEGO: Legoland. Visti i prezzi del biglietto di ingresso e le attrazioni più adatte ai bambini, noi abbiamo deciso di approfittare di un'iniziativa, non molto pubblicizzata a dire il vero, per la quale è possibile entrare gratuitamente circa mezz'ora prima della chiusura delle attrazioni, avendo così la possibilità di cenare lì e di visitare miniLand. E' proprio con miniLand, la ricostruzione, con oltre 20 milioni di pezzi LEGO, di gran parte delle città del mondo, che anche gli adulti possono osservare la potenza e la bellezza di questi mattoncini.

La mattina seguente ci concediamo un ultimo giro per i vicoli di Ribe e partiamo alla volta di Aarhus. Sulla strada ci fermiamo nel piccolo paese di Jelling (a causa della pioggia rinunciamo a una passeggiata in zona Skanderborg, nel distretto dei laghi) e completiamo la nostra formazione sulla cultura vichinga visitando il luogo dove sono conservate le due pietre runiche, oggi patrimonio dell'UNESCO, risalenti al X secolo e che vengono considerate il certificato di nascita della Danimarca. Giungiamo ad Aarhus dopo pranzo ed essendo domenica non troviamo molte attrattive aperte, ma sicuramente è una buona scusa per concederci qualche ora da turisti in città. Si nota subito, rispetto ad altre località danesi, che questa è una città universitaria. Lungo il fiume, in particolare, si sviluppa una bella vita movimentata serale, ci sono molti locali giovani ed alla mano dove fermarsi per un aperitivo o un drink dopo cena.

Si avvicina l'ultimo giorno di vacanza e chiudiamo il nostro giro della Danimarca recandoci verso il nord della penisola, dove soggiorniamo ad Aalborg. Diciamo fin da subito, che per come amiamo noi girare la zona un solo giorno nei dintorni è troppo poco. Infatti è il punto di partenza ideale per visitare il “deserto” danese, distese di sabbia che si affacciano sul mar Baltico, dove è possibile vedere molto bene l'effetto dell'erosione delle rocce e delle sabbie mobili (immense quantità di sabbia spostate dal vento). Siamo, però, costretti a scegliere se andare verso la punta più settentrionale della Danimarca, dove due mari si incontrano, nella cittadina di Skagen con la sua chiesetta sommersa nella sabbia, o restare più a est per recarci a Løkken e al faro Rubjerg Knude, anch'esso in parte sommerso nelle dune di sabbia. Scelta molto difficile, ma alla fin fine preferiamo macinare meno chilometri e andare al Rubjerg Knude. Si raggiunge con una passeggiata di una decina di minuti da un parcheggio gratuito nelle dune sabbiose. Si erge su una scogliera di 60 m di altezza sul livello del mare. Il faro fu operativo dal 1900 al 1968, dopo venne destinato a diversi utilizzi, ma nel 2002 si sancì il suo definitivo abbandono (per i turisti è ancora possibile salire in cima per vedere le bellissime scogliere erose che si stagliano al di sotto e che sono vere e proprie opere d'arte). Al momento il faro sta vincendo la sua battaglia con la natura ed ancora non è stato completamente inghiottito (qualcuno diceva che sarebbe stato già sommerso nel 2020), ma il rischio che fra pochi anni non sia più visibile è alto.


Dopo questa suggestiva visita, ci rechiamo nel paesino di mare Løkken. Il tempo è spettacolare, il sole splende alto in cielo e nessuna nuvola prova a rovinare questa giornata. Inoltre il paese sembra proprio una di quelle cittadine marittime tipiche della costa adriatica, con gli edifici colorati di bianco e pochi altri colori pastello, con i tavolini dei bar e gli ombrelloni per fare ombra sparpagliati lungo le vie principali e i negozi che espongono all'aperto la loro mercanzia. Tutto questo sarebbe normale per una meta balneare se non fosse che, in realtà, ci troviamo sul Mar Baltico con raffiche di vento che, se nel centro cittadino sono quasi piacevoli, lungo la spiaggia fanno sì che i soli in mare siano surfisti e amanti del kitesurf, e alte onde si infrangano sugli scogli, obbligandoci a tenere ben allacciata la giacca a vento. L'unico modo per stare in spiaggia ore è rifugiarsi nelle tipiche cabine di legno, che sono diventate il simbolo di Løkken.

La sera torniamo ad Aalborg, dove mangiamo pesce in un ottimo ristorante che non ha niente da invidiare alla cucina italiana e poi passeggiamo per il centro e lungo il fiume per concludere la nostra vacanza in Danimarca, che sicuramente ci ha colpito più di quanto potessimo aspettarci.

Un grande tragediografo scrisse “C'è del marcio in Danimarca”, ma ai nostri occhi si è rivelato un viaggio da lasciare senza fiato. C'è della Hygge in Danimarca e vale assolutamente la pena andarla a scoprire!

Arrivederci al prossimo viaggio e, come sempre, buona luce!

Samuela & Massimiliano



Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 19 Giugno 2019 ore 14:03

Bel racconto!;-)
Anch'io ho un bel ricordo della Danimarca, un po' meno della tempesta di sabbia che ci ha sorpreso al faro di Rubjerg Knude! Pur camminando con la macchina quasi sempre sotto la maglia, mi sono riempito il 24-105 di granelli di sabbia, tanto che volevo quasi portarlo in assistenza per una bella pulizia.......Triste
Ciao
Roby

user81826
avatar
inviato il 21 Dicembre 2019 ore 10:09

Che bel racconto Massimiliano, siete stati in primavera? Quanti giorni?





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