| inviato il 22 Aprile 2019 ore 1:42
Ah. Grazie. Non ricordavo il passaggio... A proposito: è passata ma... buona Pasqua |
user14103 | inviato il 22 Aprile 2019 ore 1:44
Anche a te in ritardo ma c'e sempre la Pasquetta:):) |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 1:45
“ c'e sempre la Pasquetta „ ...... Giusto! |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 8:33
Viaggiare per il viaggio. D'accordo. Ma cosa ci fa mettere in viaggio, se non aver stabilito la meta? |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 9:28
La meta può essere il viaggio stesso, il percorso. Non è necessario un punto d'arrivo. |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 9:48
dillo al somaro che gira la ruota... una meta e' fondamentale. Altrimenti cessa il motivo di scattare. Kerouac Chatwin Moitessier Slocum viaggiavano per viaggiare solo formalmente… i libri li hanno scritti |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 10:11
Il viaggio è una buona metafora della fotografia. E così come in fotografia si tende a considerare il proprio approccio il più ovvio e logico, lo stesso si fa nel viaggio. Salt non può fare a meno di vedere la meta, skylab mi pare su posizioni diverse. E discutere questo in termini di "ragione" o di "verità" è insensato. I modi di viaggiare sono infiniti, e se la parola viaggio assume un carattere appena metaforico, lo sono anche i tipi (di viaggio). Si può argomentare con la logica, e in questo caso di solito "vince" chi è più raffinato nelle idee e nella dialettica. Ma secondo me, pensarla in termini di vero e falso, ragione e torto, è del tutto insensato. E comunque: se su un tema del genere anche scoprissi di avere torto dubito sinceramente mi creerebbe problemi. E lo stesso (spero) accadrebbe per chi ha una visione oppsta. Salt, se il motivo di scattare cessa per te, prova a pensare che magari per Skylab non cessa per niente (poi magari skylab mi smentisce.... ). |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 10:21
Talvolta mi capita di uscire con la macchina e la speranza di trovare qualcosa di interessante. Cosa? Non so. Non parlo di concretizzare un'idea e trasformarla in immagine, ma così tanto per uscire. A volte invece mi piace l'idea di pensare ad una ipotetica immagine, ed allora esco senza camera, ma con l'occhio vigile, alla ricerca di non so che cosa. Cosa cambia? La meta, il mezzo od entrambi? |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 10:24
io sono una persona in viaggio perenne. Letteralmente. All'inizio mi son lasciato intrappolare da tutta la retorica del viaggio. Affrontata anche da molti punti di vista insoliti. Ora, dopo qualche giro del mondo reale e del mio mondo interiore, mi son reso conto che una meta e' indispensabile. Altrimenti tantovarrebbe girare in tondo attaccato ad una macina. Quello che insegnano i libri di viaggio, Pirsig in testa e' che comunque il viaggio non e' semplicemente movimento. Bisogna raggiungere lo skill minimo perche questo diventi crescita. Altrimenti diventa sterile consumo di suole. Chatwin, ma anche Slocum o Castaneda ci insegnano che il viaggio va compreso e "guidato" ,spesso da un Maestro. Altrimenti finisci in polvere. Non e' un andare per andare..E' un percorso iniziatico.. Quindi una meta,per quanto piccola, e' indispensabile… altrimenti e' caso. E se ti affidi al caso..hai finito di essere unico ed importante. Divieni un numero. Le vie dei canti questo insegnano… un maestro ha messo in versi e ritmato le mappe per il tuo viaggio. ha percorso una via ed ha tracciato i luoghi e le rotte. Ti ha affidato uno strumento di conoscenza potente. Non ti dice mai :" vai e vedi che trovi"... |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 10:39
Salt, ma perché non fare un piccolo sforzo di immaginazione, per capire che il concetto di "meta" di un altro può essere differente dal tuo? Davvero l'idea di viaggio di Kerouac e il percorso tipico di un idraulico (solo per seguire il tuo esempio) siccome presentano similitudini sono allora sovrapponibili? Percorso iniziatico è un altro concetto ancora, ma qui, il rapporto tra meta e percorso è ancora più complesso. E il termine stesso, "percorso iniziatico", una volta contestualizzato cambia non poco. Lo sento molto di più e più vicino come concetto, perché la vita stessa è un percorso iniziatico. Ma non lo vorrei ridurre a due righe in un post e, personalmente perlomeno, mi astengo del tutto. Che tu lo viva il viaggio come dici non lo metto in dubbio e non vedo perché dovresti cambiare idea. Ma mi pare che, più o meno esplicitamente, ci sia in te una certa voglia di "spiegare come stanno le cose". Se nel tuo percorso sei più avanti e hai capito, lascia che altri affrontino il punto in cui sono, con l'arbitrio che gli compete “ Cosa cambia? La meta, il mezzo od entrambi? „ Maserc.... magari all'interno del tuo viaggio ci sono entrambe le opzioni E magari si alimentano a vicenda, e a crescere sei tu, ovvero l'unico "progetto" che conta davvero. |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 10:49
No, non sono quello che puo' "spiegare" qualcosa. Tantomeno una "meta" a qualcuno che non la cerca. Porto un' esperienza. La mia, il mio pu to di vista. Sul mio percorso sono indubbiamente "il piu avanti" Ma non esistono due percorsi uguali. Dunque… potrei essere solo Scherzi a parte. La meta, come il percorso per arrivarci, e' parte integrante del viaggio. Possiamo sottrarle importanza… ma se la eliminiamo, il viaggio viene abortito. non e' piu viaggio. Una grande liberta' invece di cui disponiamo e' il poter cambiare meta nel corso del viaggio. E questo mi pare un aspetto da non sottovalutare |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 10:54
Beh, come vedi Salt, al di la di alcune puntualizzazioni sulle parole, forse non siamo poi così lontani |
user90373 | inviato il 22 Aprile 2019 ore 11:36
A volte basta "andare" e qualcosa succede. Ora vado. |
| inviato il 22 Aprile 2019 ore 18:51
Concordo. Alle volte (il più delle volte?) basta andare in giro che alla fine qualcosa ci casca da sola nell'obiettivo! |
| inviato il 23 Aprile 2019 ore 12:23
@Salt: “ una meta e' fondamentale. Altrimenti cessa il motivo di scattare „ Per me il viaggio ideale è un percorso, l'esplorazione di una regione, conoscerne la gente, vedere i luoghi, e perché no, anche quelli turistici. Ci sono delle mete, questo è ovvio, ma il percorso è altrettanto importante. Nei viaggi in cui ci sono solo le mete si viaggia come dei pacchi postali, sballottati da un punto all'altro, e lo scopo è solo quello di vedere più punti d'interesse possibili. Questo è il nuovo modo di viaggiare, e non mi piace per nulla. La fotografia per me in questo percorso è una specie di taccuino in cui annoto le cose che mi sono interessate e/o piaciute. Annoto anche quelle brutte. Ho scarsissima memoria, per cui questo lavoro mi permette di ricordare il viaggio nei suoi vari aspetti. Una volta a casa compongo e stampo un fotolibro. Il fatto di ragionare sulle foto, di scattarle, e poi di comporre il fotolibro, per me è un vero piacere. Quindi anche nell'ambito fotografico è tutta la trafila ad essere importante, non solo il fotolibro finito. |
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