| inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:17
“ io sono contento anche se non mi danno nessun premio,cosa ne pensi ? „ Ti dirò Sergio... Nell'era del "progetto", chi mi conosce lo sa, io ho una certa idiosincrasia verso queta parola. Non per quel che è in sé, ma per il significato di totem che in fotografia, e non solo, ha assunto. Quello che dici incarna perfettamente un'espressione per me tutta positiva. Che spesso, parlando con appassionati troppo dediti a social o circoli, richiamo come esempio opposto ai modelli che mi vengono proposti, come approccio alla fotografia per un principiante. Adesso purtroppo sono un po' di corsa, ma spero torneremo sul tema, che per me non è secondario. Anche e proprio in virtù del ragionamento che sottende questo stesso topic. Grazie intanto, per un bellissimo contributo! Ciao F |
user28347 | inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:20
ok grazie |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:21
“ Ho migliaia di negativi che, è certo, mai vedranno la luce. Ma non rinuncerei ad aver vissuto uno solo di quei momenti. „ Assolutamente vero! Lavorerò forse una sola foto tra centinaia; le altre sono un bel memento di chi eravamo allora, io e il soggetto ritratto. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:25
“ ...Non per nulla infatti pur essendo passato a Nikon continui imperterrito a fare delle cose egregie.... „ Scherzi? Da quando ho Nikon non metto più a fuoco, espongo a caso, scuocio gli spaghetti e la mia fidanzata esce con l'idraulico! Scherzi a parte, sul tema sai che io sono un esempio del tutto inutile: qualunque fotocamera dalla 350D in poi è più che sufficiente per fare le mie fotografie. Cosa che in sé... è una fortuna Anche se muoio di schifosa invidia per certe cose, per esempio, di avifauna che vedo, strepitose oltre ogni limite! Divertiti Paolo! |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:25
“ Assolutamente vero! Lavorerò forse una sola foto tra centinaia; le altre sono un bel memento di chi eravamo allora, io e il soggetto ritratto. „ Nulla da aggiungere caro Andrea! |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:27
Sono daccordo...cerco di unire belle giornate e fotografia.... |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:29
“ Sono daccordo...cerco di unire belle giornate e fotografia.... „ Sli-M... un approccio che, ne sono certo, promuova un ottimo star bene! |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 19:39
Interessante il quesito posto da Noflash. Per me la risposta è SI ... che sia in giro con la reflex o meno non importa, quel che incontro lo vedo, lo noto e qualche volta addirittura lo annoto, sempre allo stesso modo. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 20:47
"Il viaggio Gli incontri Gli scambi con persone... La scoperta di luoghi La ricerca antropologica E, anche qui, le scelte tecniche Le opzioni concettuali La ricerca di un punto di vista personale.... Ecc" Ho aggiunto dei puntini per rendere generale l'esempio di quello che chiami "mezzo" (che avevi riferito ad una città). Leggo poi che questo "mezzo", che per te è il percorso, è più importante del risultato. Penso che quasi sempre il valore del risultato sia proporzionale all'importanza attribuita al percorso (al tempo speso nel percorso), almeno questo insegnano i grandi della fotografia, ma anche i grandi di ogni attività umana. Forse non lo hai scritto o forse non l'ho notato io? Ciao! |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 21:03
“ Penso che quasi sempre il valore del risultato sia proporzionale all'importanza attribuita al percorso (al tempo speso nel percorso), almeno questo insegnano i grandi della fotografia, ma anche i grandi di ogni attività umana. Forse non lo hai scritto o forse non l'ho notato io? „ Caro Giovanni... hai notato bene: non l'ho scritto. Anche se non solo lo penso, ma tutta la mia esperienza di vita me lo suggerisce Perché non l'ho scritto allora? Perché scriverlo (perlomeno nel post iniziale) avrebbe avuto inevitabilmente il sapore della "leziìzioncina". E le lezioncine... sono odiose Sarebbe parso un suggerimento rispetto a cosa è bene e male, e non era lo scopo del topic. Ma credo io pure che sia come dici. Ho visto mille volte persone orientate solo al denaro cercare di lavorare solo per quello, con risultati modesti. E altrettanto ho visto persone mosse da passione ed energia, voglia e curiosità, che quasi non ci pensavano, raggiungere risultati d'eccellenza. Anche in soldoni. Oggi in particolare lo scenario quotidiano spinge da un'altra parte: tutto è risultato, tutto va fatto e ottenuto in fretta... Io resto ancora a Weston, e al suo dire che il più importante suggerimento per un prinicipante è che "non esistono scorciatoie". E' normale fare "il corso" pensando di diventare un grande professionista. Poi leggi cosa dice Cartier-Bresson dei suoi inizi: "volevo fotografare i miei amici". Non bisogna guardare indietro con nostalgia, che serve a ben poco. Il tempo è questo e in questo dobbiamo agire ed essere. Ma neemmeno è poi detto che, idividualmente, dobbiamo per forza alimentarne i vizi, credo Insomma.... grazie per il rilievo, non da poco! PS: se hai voglia, qui una cosa in più, sul mio punto di vista circa percorso-risultato www.francescomerenda.com/fotografia-conta-risultato/ |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 21:19
Eccomi Francesco. Parlando di mezzi la batteria mi aveva lasciato... Ma di mezzi tu parli in altra maniera. Ora: il processo fotografico tu lo conosci molto bene e deduco che sapresti plasmare la tua tecnica su commissione. Tu, come molti di noi, fotografi per una ricerca personale, gustandoti tutto il processo ricavandone delle considerazioni che portano ad una crescita. Credo che se vogliamo dare una definizione della funzione così detta “artistica” del fotografare, essa sia per la maggior parte questa. Però il crescere è fatto di tante strade e quella della commissione magari non è libera come quella personale ma non è secondaria. Interpretazione; in sintesi stiamo parlando di questo. Il processo che mi porta alla realizzazione del mio scatto lo vivo, lo faccio mio, lo analizzo, lo subisco, lo decido, e così via, fino ad interpretarlo. E quando lavoro per qualcun altro? Non si cerca di entrare in sintonia con quello che ci viene richiesto? Questo poi devo per forza interpretarlo in un lavoro. Se sono bravo ottengo un risultato che racchiude le due personalità. Spesso si hanno dei tempi di consegna. Ecco la mia provocazione: hai mai provato a darti dei tempi di consegna, a “lavorare” per te stesso, a commissionarti un lavoro? Qual'è l'approdo di questo tuo intervento chiedevi: secondo me il fine del fotografare e del processo che si porta dietro è l'interpretazione che io o gli altri potranno fare del lavoro ottenuto. Questo porterà arricchimento. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 21:22
Certo che il risultato, conta. Il risultato è tutto. Basta che decidiamo che valore vogliamo dare al termine: risultato. Se risultato sta per numero di like ricevuti, beh allora viene da dire che conta molto meno. Per risultato intendo, la possibilità di concretizzare in un'immagine, quello che ci passava per la testa in quel momento. Perchè alla fine di questo si tratta. Non è l'immagine che cerca noi, ma siamo noi a cercare l'immagine. Poi si, certo. Possiamo fare il discorso della fotografia come la pesca; il piacere di andare in giro, stare solo (per chi lo preferisce) con noi stessi, la natura, il silenzio e così via. Ma è realmente così? Se voglio quel genere di sensazioni, allora vado a pescare. Per quanto mi riguarda fotografare è un mezzo. Parlare quindi del mezzo nel mezzo, mi sembra un'inutile ridondanza. Il propellente è la voglia di esprimere. Cosa? Beh quello è soggettivo. Per alcuni può essere il bello, per altri le emozioni o le paure. Una valvola di sfogo. Ecco, questa mi sembra una definizione più appropriata. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 21:37
Caro Andra-Pistinna, allora... separiamo un po' le cose. Io ho una partia iva, e il lavoro su commissione, anche se non costituisce la mia fonte essenziale di reddito, non è un concetto estraneo. E l'approccio complessivo è ovviamente in qualche misura differente. Tuttavia le cose si intersecano. Come tu dici , tentando "un risultato che racchiude le due personalità" E cioè, quello che faccio su commissione, è quello che appartiene a me, che va e si incontra all'esterno, "all'altro": per esempio, faccio solo bianconero, perché quello so fare (poco, ma il resto per niente...) e faccio un lavoro solo se il committente ha interesse a un certo approccio e condivide in qualche misura una certa visione. Per cui, comunque, è scambio. E infine è parte del percorso pure quello, ancorché in qualche misura condizionato. Ma il punto per me è fondamentalmente un altro: a me non interessa fare migliore fotografia attraverso l'esperienza. Interessa l'esperienza, per migliorare la qualità della vita. E cercare il più possibile di farla, piuttosto che "adattarla". Ma credo di aver capito il tuo discorso e, come immaginavo, è un approdo su cui vale la pena ragionare... Ti abbraccio F |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 21:41
Caro Maserc, capisco il tuo discorso, che certamente è sensatissimo. Ma ugualmente non è l'unico approccio possibile. Dici “ Per risultato intendo, la possibilità di concretizzare in un'immagine, quello che ci passava per la testa in quel momento. Perchè alla fine di questo si tratta. „ Ecco: non è detto. Comprendo perfettamente la giustezza del ragionamento, ma non lo considero l'unico possibile. Per me non è così. E non credo ci sia "errore" in me o in te. Semplicemente il ruolo della fotografia nella nostra esperienza umana può essere differente Un abbraccio e.... Buona Pasqua! F |
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