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Lo Scricciolo


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Lo Scricciolo, testo e foto by Giuseppe Taverna. Pubblicato il 27 Marzo 2019; 21 risposte, 5649 visite.


Lo scricciolo (Troglodytes troglodytes) è tra gli uccelli europei più piccoli, per questo il suo nome è sinonimo di qualcosa di minuscolo e delicato.




Detti popolari e leggenda

“La vera bellezza sta nelle piccole cose”. Quante volte mi è capitato di sentirlo dire osservando il piccolo uccello che si è posato sul ramo di un cespuglio di rovi.
Sverna nelle nostre campagne. Il suo aspetto grazioso lo ha reso protagonista di molte leggende popolari.
“Sei uno scricciolo” è un comune modo di dire, per descrivere una persona di corporatura minuta e deriva da uno dei più piccoli uccelli europei.
È un uccellino agile, dinamico, ingegnoso, tanto da essere eletto “il re degli uccelli”.
Un'antica leggenda celtica spiega che durante l'assemblea degli uccelli, quelli dell'aria, fu deciso di nominare “Re” chi di loro fosse riuscito a volare più in alto. La favorita della gara era l'aquila, per la sua dimensione e la sua forza, che riuscì infatti ad arrivare fino al sole. Ma non si era accorta che il piccolo scricciolo, furbescamente, si era nascosto sul suo dorso, facendosi trasportare quindi ancora più in alto vincendo così la gara.
Da quel giorno lo scricciolo divenne anche simbolo dei Druidi, sacerdoti degli antichi popoli celtici.
Nel Galles una stessa parola indica sia lui che il Druido mentre in Irlanda è chiamato “Uccello Druido”.
Ogni capodanno, durante “la festa dello scricciolo”, l'apprendista Druido entrava nei boschi per incontrarlo e, se ciò avveniva, era segno di benedizione e di approvazione a divenire Druido entro l'anno.
Questa leggenda si ritrova anche nel nome comunemente usato in tedesco Zaunkoenig che in italiano si traduce in “il re delle siepi” mentre il nome olandese lo indica come “il re dell'inverno”.
Lo scricciolo era considerato tra gli uccelli più sacri: chi ne uccideva o catturava uno, o rubava uova o piccoli, o distruggeva il suo nido, sarebbe stato colpito da fulmini, fuoco e disgrazie.
Purtroppo con il passaggio dal paganesimo al Cristianesimo le divinità pagane venivano uccise e la festa dello scricciolo fu spostata al giorno di S. Stefano (26 dicembre) e trasformata in un giorno di caccia poiché si narra che il suo canto indicò ai Romani in quale cespuglio si era nascosto il santo durante la fuga.
La coda alzata e ben dritta, secondo un canto cristiano, è dovuta alla sua vanità poiché sembra sia stata toccata da Gesù bambino, quando tentò di ringraziarlo per avergli fatto con tanta pazienza un cuscino di piume.
Il suo nome scientifico Troglodytes troglodytes, dal greco trogle, caverna, e dytes, abitante, fa pensare alla sua presenza nelle grotte in compagnia degli uomini nell'età della pietra mentre va a caccia di invertebrati nelle cavità.
I nomi dialettali indicano le sue caratteristiche di comportamento, in Veneto viene detto radeta, reatìn, roseto, ruzeto o sbusasese, i Cimbri lo chiamavano rasetle che vuol dire nervosetto o furiosetto.
Ricordiamo, infine, che anche il grande poeta, osservatore e amante della natura, Giovanni Pascoli, gli dedicò una poesia, nei canti di Castelvecchio: “L'uccellino del freddo”.




Comportamento

Il suo canto squillante, deciso, armonioso, consiste in un trillo acuto e potente, molto prolungato indica immediatamente la sua presenza nel bosco. Se si presta attenzione, dopo aver individuato la provenienza del suono, lo si può osservare mentre veloce salta da un cespuglio all'altro, agitatissimo, ma anche curioso. Al fotografo non resta altro che prepararsi e attendere: primo o poi si poserà su di un rametto in bella mostra. In fondo, è pur sempre “il re degli uccelli”.




Quando lo Scricciolo trova qualcosa che lo colpisce, emette un potente: “tsiit!” di sorpresa. A volte, maschio e femmina della specie intonano un bel duetto. Ama muoversi sul terreno, ispezionando tutto ciò che lo incuriosisce.
La curiosità è infatti una prerogativa fondamentale di questo piccolo passeriforme, che vola di cespuglio in cespuglio e saltella sul terreno con grande abilità, tanto da assomigliare a un piccolo mammifero.
Lo Scricciolo è un uccello prevalentemente stanziale e vive prevalentemente in località umide e abbondanti di cespugli e alberi.
In generale, ama le zone fresche e ombrose, in collina o in montagna, vicino a corsi d'acqua con cespugli, alberi e massi sparsi.
Non particolarmente intimorito dalla presenza degli esseri umani, lo si può incontrare in pianura e vicino ai centri abitati in inverno, mentre in estate predilige le zone montane.
Si nutre di insetti, bruchi, vermi e piccoli ragni che trova sulle foglie; in inverno non disdegna qualche bacca e, l'ho osservato mentre si cibava anche di piccoli semi, come un granivoro.
Arriva dal bosco e dai monti a fine novembre o dicembre, avvicinandosi alle case di pianura, facendosi intravedere o sentire mentre furtivo, tra le cataste di legna e le siepi, s'introduce alla ricerca di insetti.
Il suo richiamo, è un avviso per l'uomo, annuncia l'arrivo della neve.
In primavera il maschio costruisce diversi nidi che utilizza anche come “dormitori”. Sono costruiti con muschio, foglie ed erba secca, modellati a forma di sfera impermeabile, le cui pareti vengono lavorate anche dall'interno. Li presenterà alla femmina, che dopo averli ispezionati tutti, dimostra di aver scelto il suo nido ricoprendolo di piume.
Gli ornitologi ci insegnano che, essendo abitualmente poligamo, una volta occupato il primo nido, il maschio va in cerca di una seconda compagna che possa occupare uno degli altri nidi e allevare una seconda famiglia. Può arrivare anche a prendersi cura di tre famiglie contemporaneamente.




Sceglie di costruire i nidi ovunque ne trovi la possibilità, comunque in luoghi ben mimetizzati con l'ambiente circostante: tra fitti cespugli, nelle cavità delle rocce o degli alberi, tra vecchie mura diroccate, ben nascosto tra rami di edera.
Quando una femmina entra nel suo territorio, esso inizia a cantare emettendo acuti trilli sonori per attirare la sua attenzione, entrando e uscendo in continuazione dai nidi costruiti in precedenza.
Una volta accettate le attenzioni del maschio e avvenuto l'accoppiamento, la femmina provvede a rivestire internamente il nido con lana, piume, crini, rendendolo confortevole per i pulcini.
Essendo molto piccoli, questi uccelli sono molto sensibili alle gelate e non è raro trovarli ammassati insieme per tenersi caldo l'uno con l'altro.
Si dice, che proprio durante una notte gelida, in Inghilterra, furono visti ben 61 scriccioli entrare in una cassetta nido e, al mattino, uscirne tutti salvi.
La riproduzione avviene solitamente a fine aprile, con la deposizione di 5 a 8 uova di colore bianco-giallognolo punteggiate di rosso, impenetrabili al freddo e alla pioggia grazie al rivestimento folto e impermeabile del nido.
Alla covata “bada” solamente la femmina per circa 15 giorni.




Scheda tecnica

Ordine: Passeriformes Famiglia: Troglodytidae

Troglodytes troglodytes, passeriforme comune in tutta l'Eurasia, il Nord Africa e il Nord America.
Grazioso uccello dalla forma rotonda e paffuta, lo Scricciolo, è il più piccolo della famiglia dei Troglodytidae .




Dorso bruno con bordi neri e ventre più chiaro, sulle ali e sulla coda è di colore castano mentre le ali e i fianchi sono barrati di nero.
Ha una piccola coda bruno-rossiccia che tiene spesso sollevata e che gli serve per bilanciare il petto, per contro molto basso.
Quindi, un batuffolo di piume marroni con fini striature più scure.
Segni particolari: un lungo sopracciglio bianco.
Ha una coda corta e appuntita che tiene sempre ben sollevata.
Il becco è piuttosto lungo e sottile.
Le zampe sono lunghe e robuste.
Ha un canto melodico e squillante, un trillo acuto e potente, molto prolungato.
Il peso è di appena 13 grammi, è lungo 10 centimetri, di cui 2,5 cm sono solo di coda sempre portata all'insù e con un caratteristico becco appuntito che lo indica come insettivoro.




Stato di salute (statistiche in letteratura)

La specie gode di buona salute, tanto a livello nazionale quanto europeo, ed è per questo valutata come sicura.
In Italia, dove lo Scricciolo non è inserito nella Lista Rossa Nazionale, sono stimate tra 1 e 2,5 milioni di coppie.
Valutata stabile nel nostro Paese, la popolazione italiana rappresenta una porzione significativa della popolazione complessiva europea, con una percentuale stimata tra il 4,3% e il 6,25%.
È inoltre specie non cacciabile, in Italia, ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Tra il 1992 e il 2007, la popolazione italiana di Scricciolo è stimata in 43.000 coppie in Lombardia; tra 100.000 e 200.000 coppie in Piemonte e Valle d'Aosta, tra 10.000 e 100.000 coppie in Trentino.
Anche la Pianura Padana nord-occidentale e alcune pinete nella zona del Ravennate, seppure in tempi più recenti, hanno visto nascere nuove popolazioni.
La specie è ben distribuita sulle Alpi tra i 1.000 e i 2.000 metri di quota in presenza di acqua e di boschi misti di latifoglie e conifere.
Meno diffusa in provincia di Varese, specie nella fascia tra i 200 e i 400 metri, anche se negli ultimi anni, nel Parco Lombardo del Ticino, la sua presenza è più numerosa, tanto da averlo visto e osservato il comportamento, in varie località lungo il fiume.
La scelta dell'ambiente in cui costruire il nido è determinata in gran parte dalla presenza di latifoglie, in particolare associate a corsi d'acqua e torrenti.
Nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna ci sono picchi di abbondanza che coincidono con le foreste d'altitudine; gli ambienti più adatti per gli scriccioli risultano essere quelli boschivi ben strutturati, anche di dimensioni ridotte, con la necessaria copertura di sottobosco; mentre sono più scarsamente frequentate le aree aperte.
Questa situazione è invariata nei territori del Forlivese rispetto a 10 anni fa; mentre nei territori del Ravennate appare, limitatamente alla fascia costiera, in rapida evoluzione.
L'occupazione delle pinete è infatti recente, visto che ancora 50 anni fa la specie non era considerata nidificante.
Sulle piccole isole, pur nidificando anche in ambienti caldi, rocciosi e assolati, la specie tende a localizzarsi nei settori più umidi e ombreggiati, spesso associati a ruscelli e piccoli corsi d'acqua.
È molto comune in tutta la Sicilia in ambienti boschivi e arbustivi, in frutteti, negli ambienti urbani, nelle forre e nei canaloni freschi.
In inverno, lo Scricciolo è maggiormente diffuso sotto i 1.000 metri di quota, con sporadiche presenze, in inverni particolarmente miti, fino a 2.000-2.400 metri nel mese di dicembre.
Specie protetta dalla Direttiva Uccelli.




Prospettive (statistiche in letteratura)

Per gli ambienti forestali più idonei e continui, come boschi igrofili maturi e strutturati, boschi freschi e ricchi di sottobosco, si devono considerare come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) densità riproduttive comprese tra le 23 e le 25 coppie per 10 ettari, in tutte e tre le regioni biogeografiche italiane (alpina, mediterranea, continentale).
Piuttosto resistente a temperature molto elevate e molto fredde, la specie ha una buona adattabilità che si traduce nell'ampia distribuzione a livello geografico: la specie è infatti ben distribuita in Nord America, ma anche nelle terre artiche, nelle regioni mediterranee e arabiche, sino alla Siberia.
È assente solo alle latitudini più elevate della Penisola scandinava, della Finlandia, dell'Europa sud-orientale.
Anche per quanto riguarda l'Italia, la specie gode di prospettive piuttosto favorevoli: lo Scricciolo è ampiamente diffuso su tutto il territorio della Penisola, ad eccezione della Puglia, in cui è presente solo sul Gargano e in cui non nidifica nella zona più meridionale, utilizzata solo come sito di passaggio.
In Sardegna e nell'arcipelago toscano è presente la sottospecie nominale Troglodytes troglodytes koenigi .
Giocano un ruolo importante, a favore della conservazione della specie, le zone costiere, tanto del Mare Adriatico quanto del Mar Tirreno, che ospitano un grande numero di individui, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di popolazioni 2 / 3 di passaggio.
In zone particolarmente impoverite da un punto di vista boschivo e agreste, in Pianura Padana, sarebbe invece necessario favorire la presenza di macchie continue e sufficientemente interconnesse tra loro lungo canali e fontanili.




Minacce (statistiche in letteratura)

Non esistono particolari minacce per la popolazione europea di Scricciolo, che figura ben distribuita tanto in territorio nazionale, quanto a livello continentale.
Il pericolo maggiore nel quale la specie può incorrere riguarda, in linea generale, la distruzione dell'habitat e dei luoghi idonei alla costruzione del nido.
Localmente, lo Scricciolo può risentire degli interventi selvicolturali di pulizia del sottobosco, come riscontrato in un'area del Trentino: coltivazione e utilizzazione dei boschi possono infatti alterare o addirittura distruggere alcuni tra gli elementi naturali importanti per la vita del passeriforme.
Un particolare motivo di disturbo, che può degenerare in minaccia, è costituito per la specie dalla presenza dell'uomo e dalla distruzione dei siti riproduttivi con azioni di frammentazione e taglio del sottobosco negli habitat di presenza.
Sono potenzialmente pericolosi anche i lavori di manutenzione di siepi e opere di mantenimento stradale effettuati in periodo primaverile ed estivo.
Un'ulteriore fattore di minaccia riguarda la competizione con altre specie “parassite” come il Cuculo, che approfitta del nido costruito dallo Scricciolo per deporvi le uova e farvi poi crescere i pulcini, a “spese” dell'ospite.
Lo Scricciolo è una specie ampiamente diffusa e ben rappresentata in un'ampia gamma di ambienti in tutte e tre le regioni biogeografiche italiane. Il suo stato di conservazione è attualmente favorevole e tutte le popolazioni italiane risultano in buono stato di salute.
Importante, per garantire la persistenza della specie, è mantenere una sufficiente presenza di boschi e vegetazione, aree idonee alla costruzione del nido.









Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2019 ore 14:11

Bellissimo articolo, Giuseppe...
Testo e foto davvero interessanti...

Complimenti e grazie per tutte le informazioni utili per conoscere meglio le caratteristiche peculiari della specie...
L'adoro!!!
SorrisoSorrisoSorriso

Ciao, Flo...
;-)

avatarsupporter
inviato il 04 Aprile 2019 ore 21:09

Grazie Flory, ciao

user23063
avatar
inviato il 07 Aprile 2019 ore 21:15

Un altro ottimo articolo, ben scritto, con approfondimento interessante e utile.

Ho avuto un incontro ravvicinato con lo scricciolo, non sono riuscito a fotografarlo come volevo ma è stato fugace ed ero a passeggio esplorativo, ma come sempre un incontro emozionante.

avatarsupporter
inviato il 08 Aprile 2019 ore 12:45

Grazie Fadeslayer, ciao

avatarsupporter
inviato il 29 Aprile 2019 ore 22:04

Ottimo articolo, molto interessante Sorriso

avatarsupporter
inviato il 30 Aprile 2019 ore 20:38

Grazie Claudio, ciao

avatarsupporter
inviato il 29 Gennaio 2020 ore 19:43

Interessante la tua lunga descrizione-celebrazione di questo delizioso folletto delle siepi e delle sue leggende. Bellissime le foto.

Un saluto
Maurizio

avatarsupporter
inviato il 29 Gennaio 2020 ore 19:50

Grazie Maurizio, ciao

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2020 ore 13:25

Gran bella articolo . W lo scricciolo Sorriso

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2020 ore 14:41

Grazie per questo bellissimo articolo.

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2020 ore 14:51

Un appassionato e approfondito articolo, mi è molto piaciuto;-)!
Grazie per la condivisione.
Ciao e complimenti.

avatarsupporter
inviato il 26 Settembre 2020 ore 21:08

Grazie ragazzi, ciao

avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2020 ore 21:45

Una bellissima lettura accompagnata da bellissime fotografie. Dall' accuratezza deduco senza conoscere la persona un'ottima conoscenza del "Re".

Grazie Marco

avatarsupporter
inviato il 27 Settembre 2020 ore 16:21

Grazie Marco, 50 anni in natura hanno lasciato il segno, ciao

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2020 ore 18:44

un articolo ineressante ed esaustivo,corredato da bellissime foto.
tanti tanti complimenti!
un saluto





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