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Quanto conta il luogo dove viviamo?


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user28347
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inviato il 23 Marzo 2019 ore 16:16

io mi sento fortunato col sole e fenicotteri a cagliari,basta una fotocamera decente,se abitassi a bolzano dovrei comprare una fotocamera che tiene bene i 10000 iso e pagare tanto per avere un uguale risultato

user117231
avatar
inviato il 23 Marzo 2019 ore 16:17

Conta tantissimo.

Se vivi a Venezia è un conto..
se vivi a Strumbola è un altro conto. :-P

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 16:24

Conta tantissimo.

Se vivi a Venezia è un conto..
se vivi a Strumbola è un altro conto.


quanti veneziani hanno avuto o hanno la reflex??? Quandi Roiter o GBG conosci??;-);-)

Aggiungo: dipende sempre cosa vedi quando scendi in calle....

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 17:07

Come dire l'orto del vicino è sempre più verde, tuttavia spesso le cose più belle e le maggiori fonti si trovano sotto il naso, basta vedere oltre la semplice visione dell'occhio


anche le persone comunissime e una quotidianità apparenetemente banale hanno un'anima fotografica, i nostri limiti ci portano a prendere un aereo dove il diverso è evidente quando molto spesso il diverso è ad un metro da noi. Se non si è capito questo aspetto..... amen ;-)


Cavoli come corre questo 3D, sono solo alla pagina 1 ma subito mi son sorti spontanei i 2 quote... dove la strenua minoranza, come d'altronde avevo anticipato, con piacere noto che esiste e si fa sentire, per fortuna aggiungo.


Se nasci a Brunico sarà molto più probabile che tu diventi uno sciatore piuttosto che un nuotatore, un sub o un surfista;


Il più grande sciatore italiano post Thoeni, è Aberto Tomba... da Bologna.
Il più grande navigatore Giovanni Soldini... da Milano.
Il più grande artista-fotografo italico Mario Giacomelli... da Senigallia, dove tranne la serie su Scanno, ha fotografato tutta la vita nella sua cittadina di 20.000 abitanti... che però non gli ha precluso di arrivare a realizzare foto poi ospitate nei musei e gallerie del globo intero.

Il comune abbaglio, anzi probabilmente il più diffuso alibi per coprire ben altri limiti, è quello di riversarlo sul territorio dove si vive.

Il miraggio che per potersi esprimere e vedersi ispirati sia da ricercare nei luoghi lontani ed esotici, è uno degli errori "di gioventù fotografica" più grandi.
Ma è assolutamente normale che la maggioranza degli appassionati non lo condivida. Mi stupirei del contrario come già riportato infatti nel mio primo post di pag.1.

SE hai davvero gli "attributi" e qualcosa da dire che si distingua dalla moltitudine di immagini stra-viste, ebbene non c'è sfida e palestra più grande, che quella nel trovarla nella solita propria routine territoriale.

Ovvio che fare reportage di viaggio possa essere attrattiva comune a tutti, ma anzichè ritrovarsi magari a fare gli anonimi emulatori o epigoni di McCurry... Sviluppa una tua personale visione, forgiandola con reportage dietro l'angolo.
Poi magari quando avrai realizzato questo, formandoti e crescendo con l'esperienza, potrai ambire a viaggi chilometrici dove realizzerai finalmente qualcosa di "fresco" e fortemente tuo... senza prescindere appunto dalle idee e capacità. ;-)

Chi vuol intendere...intenda. Sorriso



avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 17:27

Se ti manca la materia prima direi di no, la fotografia è fatta di ingredienti


Impara ad usare quelli del tuo orto, del tuo rione o del mercatino del tuo paese.
Non ti precludono l'imparare a cucinare bene, a diventare un cuoco, la mancanza di Avocado, Papaya, Curry, frutta ortaggi spezie e ingredienti esotici.

Prima si impara a cucinare con quello che ti ritrovi avere e ben conosci.
Se non lo vuoi afferrare pazienza, rimarrà un tuo ostacolo e limite.


avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 17:35

@Remember la tua analisi è ineccepibile e la condivido appieno.
A volte, anzi spesso, si cercano delle scorciatoie per realizzare foto che stupiscano gia amici o i frequentatori dei forum, pensando di trovarle in luoghi esotici o peggio nell'attrezzatura migliore, scordandosi del fattore più importante, chi scatta.

"Before a camera is even touched much of the hard work of photography is done." David Noton

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 17:37

Impara ad usare quelli del tuo orto, del tuo rione o del mercatino del tuo paese.
Non ti precludono l'imparare a cucinare bene, ha diventare un cuoco, la mancanza di Avocado, Papaya, Curry, frutta ortaggi spezie e ingredienti esotici.

Prima si impara a cucinare con quello che ti ritrovi avere e ben conosci.
Se non lo vuoi afferrare pazienza, rimarrà un tuo ostacolo e limite.


Infatti volendo fare un parallelo con la cucina, tutti i grandi chef usano prodotti del territorio e di stagione.

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:00

Inizialmente pesavo che chi concordasse in questa visione fosse una sparuta minoranza, invece noto che sono un numero ben più consistente, tra gli intervenuti.

Le mie considerazioni comunque sono volte a chi nutre una qualche aspirazione, ma mi rendo conto che per altri l'idea che hanno ruota su piani assai diversi, sembrerebbe più focalizzati alla visita di un bel posto e delle foto ricordo da catturare.
Il che porta a considerazioni personali molto diverse.

Si va da vorrei fotografare il surf, l'aurora boreale, le cime di Lavaredo, gli stambecchi... al suggerimento di imparare a crescere fotograficamente cimentandoti su qualsiasi cosa. Cosa, questa, ritenuta snob dal nostro autore.

In sintesi posizioni e vedute troppo diverse, inconciliabili ed in antitesi. ;-)

user163569
avatar
inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:02

Impara ad usare quelli del tuo orto, del tuo rione o del mercatino del tuo paese.
Non ti precludono l'imparare a cucinare bene, a diventare un cuoco, la mancanza di Avocado, Papaya, Curry, frutta ortaggi spezie e ingredienti esotici.

Prima si impara a cucinare con quello che ti ritrovi avere e ben conosci.
Se non lo vuoi afferrare pazienza, rimarrà un tuo ostacolo e limite.


sinceramente non condivido, mi sembra un adattarsi e soprattutto un accontentarsi. Perché andare a vedere il carnevale di Venezia quando hai il carnevale sotto casa? sinceramente c'è una bella differenza.

Che sia un ostacolo e un limite, dopo anni di esperienze di vita e di viaggi, a livello umano non penso sia così: una persona si può trovare a disagio in un luogo e a proprio agio in un altro, senza doversi obbligatoriamente sentire in colpa o in difetto.
Sinceramente apprezzo di più chi comprende le differenze (umane, di pensiero, di vita) confronto a chi ritiene che qualcosa sia superiore a qualcosa altro: l'estremismo di pensiero contro i viaggi esotici si contrappone all'estremismo del "sotto casa", ritengo che un discorso equo e equilibrato sia che ognuno fotografi cosa vuole o dove vuole, senza dover riconoscere nulla a qualcuno.
Se personalmente non mi interessano certi eventi, sinceramente mi sento libero di non fotografarli. E se il rione sotto casa non mi interessa per mille motivi, non lo trovo ne un ostacolo ne un limite, ma una banale libertà (banale è un eufemismo).

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:07

Perché andare a vedere il carnevale di Venezia quando hai il carnevale sotto casa? sinceramente c'è una bella differenza.


Nel post sopra ho scritto :

"...ma mi rendo conto che per altri l'idea che hanno ruota su piani assai diversi, sembrerebbe più focalizzati alla visita di un bel posto e delle foto ricordo da catturare"

E ciò che ho quotato di tuo è la perfetta conferma.

Forse quando hai scritto non ti era comparso ancora il mio ultimo post, che se vuoi vanifica e ti chiarisce, su quanto hai scritto nel tuo ultimo post.

user163569
avatar
inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:19

Esatto, non appariva ancora il post.

E aggiungo

Il fatto è che se I turisti stranieri che visitano l'italia seguissero certe logiche (il rione sotto casa) non verrebbero qui, ognuno a casa propria, e secondo me è un discorso senza senso.
Bisognerebbe pensare anche a questo.
Anche al contributo fotografico degli stranieri che si bilancia con chi da qui fa dei viaggi, e magari durante I viaggi scambia idee per mete fotografiche.

avatarjunior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:41

Dove si nasce non è decisivo, per fotografare ci vogliono SOLDI E TEMPO.


Poco, ma assolutamente sicuro. Valido per diversi generi fotografici, anche se non per tutti.

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:43

Che il luogo influenzi non c'è dubbio. Chiaramente se uno viaggia ha occasioni e luoghi differenti da fotografare. Poi può darsi che non sei sul luogo con la luce giusta, e la foto non potrà venire come sul catalogo. Questo è evidente. Non andiamo generalmente in islanda o al polo sud o in africa con jieep e un 1000 mm. quindi diciamo che molte possibilità ci sono precluse. Certo nei dintorni dove ci muoviamo abbiamo già fotografato tutto e quindi cosa ci resta da fare? fare foto a ca..zzo girando per la citta e fotografando l'inutile come quando da ragazzini alla prime armi fotografavamo con la nostra ferrania di plastica. Perchè, ricordiamocelo, che le belle foto documentaristiche, le cartoline che ci piacciono tanto, non servono per le mostre fotografiche. Fai foto sfocate, mosse e che non dicono niente, e ci saranno persone che si definiscono critici che diranno che quella è arte, e la storia ne è piena di fotografi strampalanti che sono stati addidati ad artisti, per cui fai uno sforzo.: DIVENTA FAMOSO.MrGreen

avatarsenior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 18:48

Probabilmente non sono riuscito a asprimere bene il mio concetto; ci riprovo, spero per l'ultima volta: io non parlo necessariamente di luoghi esotici, lontani, o belli (qualunque cosa significhi) ma di luoghi adatti ai propri gusti fotografici.
Io le più belle foto (per i miei gusti) le ho fatte vicino casa e comunque in Italia (eppure ho visitato molti luoghi lontani e famosi per i loro paesaggi), con poche eccezioni, fatte in viaggi lontani e luoghi famosi, ma nulla di più. Questo perché? Perché avendo vicino casa luoghi adatti (o che lo erano in passato, i gusti cambiano anche) al mio genere preferito mi hanno consentito di realizzare quello che volevo, per la possibilità di visitarli spesso, trovare le condizioni adatte, ecc.
Invece nei viaggi lontani in luoghi bellissimi ero comunque vincolato da quello che trovavo quel giorno, a quell'ora, con quelle condizioni meteo, ecc. Se invece avessi vissuto in quei luoghi avrei senz'altro avuto più possibilità e le fotografie che avrei scattato sarebbero state sicuramente diverse da quelle vicino casa, magari anche migliori, o forse no, ma sicuramente mi sarebbe i nteressato conoscere e fotografare meglio quei luoghi.
Oggi che vivo in città ho molte meno occasioni per fare le foto che voglio, posso solo nei w.e. ma la gran parte delle volte ho impegni, oppure devo dividere il tempo con altri interessi e sport, ecc. Risultato: poco tempo per le foto che vorrei fare! Se invece vivessi vicino a quei luoghi che mi piace fotografare avrei ogni giorno, o quasi, occasione di fotografarli.
Mi vorrete perdonare se non nutro alcun interesse per l'architettura urbana o per la street (che addirittura trovo a volte persino fastidiosa, figuriamoci praticarla) e quindi non voglia accettare la sfida di cimentarmi in generi che posso fare dietro casa. Per me la fotografia è relax, non sfida con me stesso, mettermi alla prova con nuovi generi, ecc, qualunque cosa si intenda.
Quindi ribadisco: il luogo conta! Perché può influenzare gusti e attitudini, può facilitarti se coincide con ciò che vuoi, può limitarti se non coincide con ciò che vuoi. Non capisco che cosa vi sia di male in questo! Perché chi la pensa così debba essere tacciato di voler solo imitare foto altrui o mancante di ispirazione o volontà di costruirsi un proprio stile, mah!

avatarjunior
inviato il 23 Marzo 2019 ore 19:43

Si va da vorrei fotografare il surf, l'aurora boreale, le cime di Lavaredo, gli stambecchi... al suggerimento di imparare a crescere fotograficamente cimentandoti su qualsiasi cosa. Cosa, questa, ritenuta snob dal nostro autore.


Questo nuovo quote è troppo bello e non ho resistito, anche perchè una precisazione ci sta, e vorrei farla con esempi.

Poniamo che a me piaccia fare street: se vivessi a Senigallia dovrei essere parecchio bravo per riuscire a finire in un museo perchè i soggetti sono comunque meno rispetto ad altri contesti. Peraltro nella definizione di "bravo" si aprirebbe un mondo di altre valutazioni che metterei per un momento da parte. Però avrei comunque soggetti e starebbe a me tirarne fuori il potenziale, il messaggio, l'espressione unica o comunque ispirante.
Viceversa vivo a Roma, dunque di soggetti ne ho un fottìo, un'orgia direi... Street a profusione, quasi un'abbuffata bulimica, nella quale diventa difficile -in maniera inversa rispetto a Senigallia- estrapolare la foto bella perchè si potrebbe scadere nel già visto. E qui si dovrebbe aprire un altro mondo sul ruolo dei social, della condivisione di immagini etc, ma sorvoliamo...

Però c'è un fatto: a me la street NON piace. Dunque? Mi viene naturale guardare Isacchi, o Cavallaro ed invidiare un pò il luogo dove vivono per le opportunità che gli offre. Poi non mi metto sullo stesso piano artistisco, consapevole dei miei limiti e dunque non mi aspetterei di riuscire a fare foto analoghe. Ma per me sarebbe già un sogno l'essere là, l'uscire di casa e sentire il rumore del vento tra le fronde degli alberi e non quello del raccordo che ho avanti casa. E' un insieme di cose, qualcuno l'ha capito e l'ha collegato alla percezione -positiva o negativa- che abbiamo del luogo in cui risiediamo.
Quindi è -anche- un fatto di stato d'animo, di mood. E se non ti viene la voglia di scattare perchè quel che vedi non ti piace sarà difficile scattare foto belle o brutte che siano. E di conseguenza mi viene da pensare che un altro luogo avrebbe potuto avere un effetto positivo. Ergo deduco che il luogo influenza il fotografo.

Poi allarghiamo al discorso tempo/denaro/opportunità e abbiamo il quadro completo, che peraltro Diebu ha più volte spiegato in un modo che mi vede molto concorde, particolarmente nell'ultimo intervento.

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