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Il fiume azzurro


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Il fiume azzurro, testo e foto by Giuseppe Taverna. Pubblicato il 08 Marzo 2019; 14 risposte, 2456 visite.


Ho dormito tutta la notte, un sonno profondo.

Ora sono rilassato e in piena forma, sto camminando lungo il “mio fiume”, il Ticino, che frequento da circa 50 anni, prima come pescatore, poi come fotografo e naturalista.

Devo raggiungere la zona boschiva dove ho piazzato, alto sul ramo di una quercia, un pezzo di tronco di pino che avevo recuperato dalla potatura effettuata nel Parco Alto Milanese, ai confini della mia città.

Mi era bastato chiedere al personale che lavorava se lo potevo prendere.

Lo avevo tagliato a metà per la sua lunghezza, scavato quel tanto che bastava per creare una galleria poco profonda e, effettuato un foro di buone dimensioni, di sezione circolare, un po' a forma di uovo rovesciato.

La giornata, non è delle migliori, il sole è coperto da grosse nuvole, forse pioverà, ma non mi preoccupo, nello zaino ho il completo antipioggia.

Ho già sentito il vocalizzo del picchio verde (Picus viridis) e, più lontano, sulla sponda piemontese, quello del picchio nero (Dryocopus martius).

Quest'ultimo un po' di anni fa non c'era, pensavo ci fosse solo nelle pinete e abetaie, in montagna, invece inaspettatamente, era arrivato nei boschi lungo il fiume, forse perché qualche pino (Pinus sylvestris) c'è anche qui.

Anche il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) è apparso all'improvviso sul greto del fiume.




In tanti anni, qui, non l'ho mai visto, poi lo avevo osservato fare concorrenza alla ballerina bianca (Motacilla alba) e, a quella gialla (Motacilla cinerea), si contendevano gli insetti sui sassi bagnati dall'acqua, lui però era avvantaggiato, poteva tuffarsi e cibarsi di “verdine”, le larve dei Tricotteri, le Friganee (volgarmente chiamate “portasassi e portalegna”).

Ecco, là in fondo, la quercia, il tronchetto di pino, si vede già, l'ho fissato con due fascette da elettricista al tronco della pianta, appoggia per sicurezza su di un ramo, è sicuramente molto stabile.

Una controllata veloce, nessuna traccia che evidenzi il suo utilizzo.
L'ho creato per i picchi, il foro di entrata piuttosto grande, la forma di un uovo rovesciato.

Anche il picchio muratore (Sitta europaea) potrebbe utilizzarlo, è sua abitudine usare nidi abbandonati da altri picchi, provvede a rimpicciolire il foro di ingresso rendendolo piccolo, quanto basta per il suo passaggio, dopotutto è delle dimensioni di un passeriforme.

A pochi metri dalla quercia, settimane prima, ho costruito, utilizzando materiale del posto, una struttura da utilizzare come capanno di osservazione, giusto lo spazio per il treppiede con l'attrezzatura fotografica.

Tutto intorno al capanno vi sono le tracce dei cinghiali (Sus scrofa), la zona è ormai da anni frequentata assiduamente, il cibo non manca, tante querce vuol dire tante succulente ghiande, molte radici, facili da raggiungere perché è poca la terra del bosco cresciuto sui sassi del fiume.

E' ora di andare, il posto lo controllerò periodicamente tutte le settimane, occorre pazienza, la natura ha i suoi tempi, lo so benissimo, ormai tante sono le primavere trascorse con madre natura.

Non c'è sentiero, il percorso l'ho scelto proprio per questo, è un passaggio utilizzato dai cinghiali e dalla volpe (Vulpes vulpes), in estate i rovi lo rendono intricato, ma anche ora, in inverno, devo prestare attenzione, per questo cammino molto lentamente, col passo fermo, poco rumore, zigzagando tra i rovi, facendo attenzione alle spine, mi secca quando il maglione mi si impiglia, è così fastidioso poi rimettere a posto i fili di cotone smagliati.

Mi piace ascoltare i suoni della natura, mi fermo spesso, qualche minuto, l'orecchio teso, poi riprendo, ho sempre frequentato amici cacciatori e pescatori, ho osservato i cani lavorare in cerca della selvaggina, sono affascinato dalla “ferma”, la postura che il cane tiene quando ha percepito l'odore del selvatico, ormai vicino.

L'anno prima, in primavera, negli stessi boschi, con questo tipo di camminata, ho fatto saltare uno stormo di Colino della Virginia (Colinus virginianus), erano in pastura, sono grandi come una quaglia, perfettamente mimetizzati, difficili da vedere, mi ero fermato un attimo, come se fossi un cane da caccia, poi mentre riprendevo il passo, si erano involati. Strani uccelli, uno non sa se ci sono, sino a quando non sente il maschio cantare, emettendo la caratteristica serie di fischi, richiamo per le femmine e, per far sentire la sua presenza territoriale agli altri maschi.




Mi sono fermato mentre sono immerso in questi ricordi, intanto, col binocolo, osservo i numerosi fori di entrata dei nidi di picchi e di cince.

Mi sto muovendo, quando, è un attimo, qualcosa si invola alla mia sinistra, l'ho vista con la coda dell'occhio, poi ho notato il suo lungo becco, infine l'ho inquadrata bene, ho seguito il volo, il veloce battito delle corte ali, volo basso tra le poche piante spoglie del periodo invernale.

Rimango fermo, ancora basito, incredulo, è una beccaccia (Scolopax rusticola), non vi è alcun dubbio.

Riprendo fiato, non mi sono accorto di averlo trattenuto, chiudo la bocca, la gola è secca, ho sete, il battito cardiaco sta diminuendo.

Incredibile, una beccaccia! Pensavo non ce ne fossero più da queste parti.

Solo un'altra volta mi era capitato di vederla.

Mentre ero a funghi in un bosco del Trentino, era accovacciata a terra, perfettamente immobile, mi ero avvicinato sino a poco più di un metro, forse stava covando perché non si era mossa, oppure era troppo stanca per il lungo viaggio della migrazione.

Avevo scattato una foto con l'unico obiettivo che avevo, un 50 mm, poi mi ero allontanato lentamente, senza far rumore, riconoscente per quell'incontro inaspettato.

Sullo stesso fiume, il Ticino, mi era già capitato di vedere il Beccaccino (Gallinago gallinago).

Stavo raggiungendo la riva per pescare, non l'avevo visto, era protetto dalla vegetazione tra i grossi massi granitici con cui era stata costruita una protezione dell'argine, quella che da noi chiamano “prismata”.

Forse anche il Beccaccino non mi aveva visto né sentito.

Spaventato, si era involato velocemente attraversando il fiume, raggiungendo il bosco, sulla sponda piemontese.

Si, forse c'è ancora qualche Beccaccia, nonostante la caccia e, grazie al numero ridotto dei cacciatori.

SCHEDA TECNICA FIUME TICINO

Il fiume Ticino nasce in Svizzera.

Lunghezza totale 248 km

La sua sorgente principale è in testa alla Val Bredetto, al Passo di Novena, a circa 2480 m.l.m. mentre un'altra sorgente è nei pressi dell'Ospizio del San Gottargo e si congiunge alla prima ad Airolo.

Dopo un percorso selvaggio (gole di Stalvedro e del Monte Piottino), all'imbocco della piana di Magatino, il Ticino viene imbrigliato in argini che, purtroppo, ne fanno un canale fino al delta con cui sfocia nel Lago Maggiore.

Origina una foce (Bolle di Magadino) di interesse naturalistico internazionale protetta dalla Confederazione Elvetica.

Il Ticino italiano è lungo 110 chilometri, con un dislivello di 130 metri, rinasce nei pressi di Sesto Calende uscendo dal Lago Maggiore, si dirige verso sud per proseguire il suo corso fino oltre Pavia, dove in località Ponte della Becca, unisce le sue limpide acque a quelle limacciose del Fiume Po, come affluente di sinistra.

Le sue acque sono chiare anche con la massima piena per mancanza di affluenti importanti.

Senza argini nella parte centrale del suo corso, scorre in larghi ghiaieti, isolotti e boschi.

Le sue sponde sono quasi tutte riserve integrali o orientate, quindi ricche di fauna e flora interessante.

Si può discenderlo in canoa in tre tappe, con un livello d'acque normali, con andatura turistica, osservando soprattutto la numerosa avifauna e, campeggiando spartanamente.

I canoisti esperti, in vena di avventura, lo percorrono con la massima piena in sette ore.

Causa numerose prese d'acqua, il fiume non è sempre navigabile, essendo il suo deflusso controllato.

Si trova acqua nei mesi di maggio, giugno e settembre.

La sua progressiva chilometrica è la seguente:

km 0,000 Ponte di ferro Sesto Calende
km 3,500 Sbarramento abbattibile di Miorina
km 7,000 Traghetto di Porto Varallo Pombia
km 8,000 Presa d'acqua Canale Regina Elena
km 9,700 Diga di Porto della Torre
km 11,3000 Presa d'acqua a cascata (insuperabile mortale) di due canali: a destra il Naviglio Grande, a sinistra il Canale Villoresi
km 25,000 Scarico del Naviglio Grande
km 26,300 Ponte di Oleggio, in località Tornavento
km 33,500 Sbarramento, dalla sinistra entra acqua Del Naviglio Grande, da destra Canale Langosco di Cameri
km 37,000 Ponte di ferro di Turbigo
km 44,000 Ponte autostrada Milano-Torino
km 58,800 Scarico Naviglio Grande
km 60,500 Ponte di ferro di Vigevano
km 63,500 Presa d'acqua Canale Scavizzolo
km 80,000 Ponte di barche di Bereguardo
km 82,000 Ponte autostrada Milano-Genova
km 98,000 Ponte ferroviario linea Milano-Genova
km 99,000 Pavia con ponte stradale
km 99,500 Ponte stradale coperto
km 101,800 Canale (non più navigabile) che collega Pavia a Milano
km 110,000 confluenza col fiume Po













CARTA D'IDENTITA' DEL PARCO LOMBARDO TICINO

Anno di nascita: 1974

Tipologia: Parco Naturale e Parco (secondo la normativa lombarda)

Regionale, Forestale, Agricolo, Fluviale e di Cintura Metropolitana

Lunghezza: 110 km c a.

Superficie: 91140 ha

Sede: via Isonzo 1, Pontevecchio di Magenta

Sito: www.parcoticino.it

Ente gestore: Consorzio di 3 Provincie e 47 Comuni

Comuni della provincia di Varese

Sesto Calende, Vergiate, Golasecca, Arsago Seprio, Besnate, Somma Lombardo, Casorate Sempione, Gallarate, Cardano al Campo, Vizzola Ticino, Ferno, Samarate, Lonate Pozzolo

Comuni della provincia di Milano

Vanzaghello, Nosate, Castano Primo, Turbigo, Robecchetto con Induno, Cuggiono, Buscate, Bernate, Buffalora Ticino, Magenta, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano, Abbiategrasso, Ozzero, Morimondo, Besate, Motta Visconti

Comuni della provincia di Pavia

Cassolnovo, Vigevano, Gambolò, Bereguardo, Borgo San Siro, Zerbolò, Torre d'Isola, Garlasco, San Martino Siccomario, Pavia, Gropello Cairoli, Villanova d'Ardenghi, Carbonara al Ticino, Valle Salimbene, Travacò Siccomario, Linarolo, Mezzanino





Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2019 ore 11:24

Ho letto con interesse questo breve articolo sul Ticino, il fiume azzurro.
A parte i dati conoscitivi puramente utili, mi ha lasciato una nota positiva la sua semplicità, la scrittura piana e l'amore per la natura che si percepisce, il suo rispettarne i tempi lunghi e il fatto di non marcare un aspetto particolare, ma quei tanti piccoli incontri che un fotografo naturalista riesce a vedere nel suo cammino.
Mi è piaciuto leggere anche il senso del tempo, quell'esperienza che viene dai giorni trascorsi, una risorsa per la sensibilità e per vedere la realtà con dolcezza che è sempre presente.

*
Buona giornata

Patrizio

avatarjunior
inviato il 09 Marzo 2019 ore 11:45

bravo, bel racconto e rappresentazione del...anche "mio" Ticino

avatarsupporter
inviato il 09 Marzo 2019 ore 13:40

Grazie a Patrizio e Serjoe, ciao

user23063
avatar
inviato il 24 Marzo 2019 ore 9:31

Grazie per il racconto della tua esperienza con questo angolo di mondo che ancora offre meraviglie anche a occhi chiusi, in silenzio.

avatarjunior
inviato il 24 Marzo 2019 ore 11:29

Ho letto con interesse, vivo anch'io sul Ticino, mi piace passeggiare lungo le sponde, o in bici per quanto possibile, anche in barca, a motore spento lasciandosi trasportare dalla corrente, mi manca la pazienza e il tempo per fare un po' di caccia fotografica, chissà, magari un giorno in pensione...

avatarsupporter
inviato il 25 Marzo 2019 ore 8:46

Grazie Fadeslayer, auguri Schroeder, l'esenziale è fare ciò che più ci piace, ciao

avatarjunior
inviato il 18 Maggio 2019 ore 18:35

Un bel racconto, dal quale traspare tutta la passione di un naturalista! Non fotografo gli animali, preferisco le piante, ma sono rimasto affascinato da queste descrizioni. Complimenti!
Un saluto.
Felice

avatarsupporter
inviato il 18 Maggio 2019 ore 20:57

Grazie Felice, ciao.

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2020 ore 15:37

racconto stupendo, io ho ( imparato ) a fotografare sul fiume ticino......sono 30 anni che lo giro in lungo e in largo, da pavia a vigevano lo conosco praticamente a memoria.

un saluto e buona giornata.

avatarsupporter
inviato il 09 Dicembre 2021 ore 9:26

Grazie Pachanga, ho visto il tuo messaggio solo ora, chiedo scusa, ciao

user236140
avatar
inviato il 14 Settembre 2023 ore 21:45

Bell'articolo!

In piccola, piccolissima parte lo sento anche un po' mio questo parco, avendo frequentato in (troppo) poche occasioni la parte di Cameri, sia dal lato piemontese che quello lombardo

Poco prima della pandemia avevo anche prenotato la visita all'ex area di ripopolamento lontre, ma poi tutto è saltato

Trovo rilassanti tutti i corpi d'acqua, e il Ticino non fa eccezione
inoltre vi ho trovato tanti animali interessanti, nonostante l'abbia girato poco e mai in primavera che so essere il periodo migliore

avatarsupporter
inviato il 15 Settembre 2023 ore 7:59

Grazie Claudio, la prossima primavera non puoi perderla, se hai visto le mie foto nel Parco Lombardo del Ticino in Lombardia, il numero di avifauna interessante durante il passo è notevole, ti auguro di fare ottime osservazioni naturalistiche, ciao e grazie della visita.

user236140
avatar
inviato il 15 Settembre 2023 ore 13:02

purtroppo andarci in primavera mi è difficile
ma non si sa mai

avatarsupporter
inviato il 15 Settembre 2023 ore 14:31

OK, grazie, ciao





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