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Un recente articolo su PetaPixel, piuttosto lungo e molto argomentato, riferisce di un lavoro di investigazione giornalistica che dura da più di quattro anni che di fatto smonta completamente uno dei miti della storia recente della fotografia : il racconto di come andò la vicenda delle famosissime foto "rovinate" scattate da Robert Capa sulla spiaggia di Omaha il 6 giugno 1944.
L'indagine ha ricevuto il riconoscimento di diversi premi giornalistici e presenta una versione dei fatti molto diversa da quella che ci siamo sentiti raccontare ed abbiamo a nostra volta raccontato.
In estrema sintesi, la decina di foto di Capa riprese sulla spiaggia di Omaha non sarebbero le uniche sopravvissute ad un "disastro" in camera oscura, ma sarebbero semplicemente le uniche scattate dal fotografo. Risulterebbe che Capa arrivò con le ultime ondate di sbarchi e se ne andò dopo circa un'ora e mezza per ritornare in Inghilterra e inviare il materiale per rispettare i tempi di uscita di Life. I soldati fotografati non sarebbero truppe d'assalto sotto il fuoco nemico, ma genieri che iniziavano ad aprire varchi per l'arrivo di imbarcazioni più grandi con uomini e mezzi. Tutto il resto sarebbe stata una costruzione un po' propagandistica e un po' volta a creare il mito del fotografo di guerra e della rivista Life.
Naturalmente tutto al condizionale... Ho iniziato a leggere con molto scetticismo, ma sono arrivato alla fine con molti dubbi...
Revisionismo storico.... a che scopo poi? Per me rimane il mito del fotoreporter di guerra, e francamente chi se ne frega se la storia è romanzata, tanto non avremo mai nessuna certezza nè in un senso e neanche nell'altro. Abbiamo bisogno di eroi, e lui è e rimarrà il fotoeroe per eccellenza. Capa forever!
Ci sarebbe anche la foto del miliziano che cade durante la guerra civile spagnola, che risulterebbe ben vivo nei provini successivi. Ma è pure abbastanza ovvio che le foto di guerra sono tutte "costruite" a scontro finito, tipo quella dei marines che alzano la bandiera americana a Jiwo Jima. Questo non toglie nulla al valore delle foto che assurgono ad emblemi, grazie alla creatività del fotografo. Quanto sopra non toglie che il mestiere sia rischioso: pur restando nelle retrovie, si sta in zona pericolosa ed il numero dei reporter deceduti sta a testimoniarlo. Lo stesso Capa, se ricordo bene, saltò su una mina nel Sud est asiatico, durante un trasferimento. Gerda Taro finì sotto i cingoli di un carro armato in manovra ecc.
“ Lo stesso Capa, se ricordo bene, saltò su una mina nel Sud est asiatico, durante un trasferimento. Gerda Taro finì sotto i cingoli di un carro armato in manovra ecc. „
Esatto. Lei poi ha fatto una fine veramente orribile, restando in agonia per ore.
Ma credo che in questo caso la "colpa" non sia tanto del fotografo che durante una guerra terribile, con la necessità di eroi e patriottismo, dice che i genieri sono assaltatori. Il fatto più grave in questo caso è la narrazione falsa che è continuata fino a "ieri". Tutto sempre al condizionale.... ma il dubbio viene.
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