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Uno stile personale


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avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2019 ore 1:52

Congratulazioni anche da me !

Quanto allo stile, penso che lo stile sia la persona, la sua traccia unica e inconfondibile: c'è chi, per varie ragioni, lascia tracce più marcate, odori più forti, sguardi più scintillanti...ma il vero problema è, secondo me, che non facciamo attenzione a chi è meno colorito o la cui voce è meno marcata, mentre ognuno ha il suo colore, il suo suono. E' questione di attenzione, di saper ascoltare e guardare.

Altra cosa che può essere confusa con lo stile è la maniera, o, peggio. il manierismo, che ha uno stuolo di cultori, tra coloro che vogliono farsi 'vedere' utilizzando strategie più o meno astute. Spesso ci vuol tempo per riconoscerli.

E poi (meno male!) siamo tutti diversi tra noi. Ho suonato per quasi quarant'anni in un'orchestra sinfonica di 101 musicisti: una inimmaginabile varietà di storie, personalità, caratteri, talenti...ma, se devo essere sincero, ricordo, sì, le eccellenze artistiche, ma ricordo soprattutto le persone...;-)

Scusate le parole in libertà...;-)

user23803
avatar
inviato il 01 Agosto 2019 ore 7:25

Il lieto evento del quale ho parlato sta limitando le mie uscite fotografiche, così ultimamente lavoro più al computer.
Ho rielaborato alcuni vecchi scatti con una post che soddisfa la mia estetica attuale.
Ho iniziato a pubblicare su 500px ripartendo da zero. Non ho trovato difficoltà nel decidere da quali immagini partire e quali fotografie siano espressione del mio modo di fotografare in questo momento.
Ho deciso di pubblicare in questo sito una sorta di reportage del mio Cammino di Santiago del 2010. Le immagini originali sono jpeg realizzati con due macchinette compatte. Sto selezionando quelle che ritengo essere interessanti e le sto proponendo in un bianconero che non è quello deciso e contrastato che utilizzo di solito come impronta stilistica, ma è un bianconero che mi sembra più adatto a raccontare un viaggio. In qualche modo quindi, il mio intervento espressivo si è spostato dalla forma ai contenuti.
Se qualcuno dovesse farsi un'idea del mio presunto stlie guardando le ultime foto pubblicate qui, vedrebbe una distesa di foto grigette e semplici, tra le quali spiccano due street a colori molto contrastate che rappresentano bene la direzione che sto seguendo attualmente sul piano formale. Che fotograficamente io sia quello delle due street a colori è indubbio, ma mi sembra anche interessante notare che è possibile raccontare qualcosa anche attraverso la selezione dei contenuti e alla loro rielaborazione funzionale.

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2019 ore 7:32

Lo stile personale é sopravvalutato nel momento in cui si crede che esista uno e un solo stile personale, quando é invece più veritiero che il proprio modo di fotografare si sviluppi e cambi nel tempo in modo coerente col nostro sviluppo anche umano e di sensibilità artistica.
Personalmente credo che non debba esistere la ricerca di uno stile personale come fine, ma che il suo sviluppo sia la conseguenza di tempo ed esperienza impiegati nel fotografare in modo consapevole. Trovo che seguire e sviluppare dei progetti fotografici sia un buon modo di sviluppare consapevolezza nel fotografare e, come conseguenza, nel tempo, uno stile fotografico, che evolverà e cambierà man mano.

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2019 ore 11:03

@Fabrizio Puggia,

... un gentile e sincero "benvenuta!" alla piccola Francesca e le mie piú vive congratulazioni alla Sua mamma ed al Suo Papá [ babbo? ] .

cordialmente,

Ben-G

avatarsenior
inviato il 24 Agosto 2019 ore 15:52

Caro Fabrizio, arrivo tardi a farti le mie congratulazioni ma non sono meno sentite!Sorriso
Ho letto alcuni interessanti post in questo interessante thread. Mi ritrovo al 100% in ciò che dice Paolo Longo, aggiungo solo che credo non si possa parlar di stile senza parlare di stilemi, gli elementi dello stile, cioè in definitiva il particolare alfabeto usato per esprimere ciò che, consciamente o meno, si intende esprimere con un'opera.
Un alfabeto che per alcuni è molto stabile e assodato, per altri cangiante. E questo alfabeto può certo essere usato bene o male, con sincerità o furberia... E può ovviamente essere semplice ed evidente o complesso, stratificato e nascosto. Credo che molti artisti, Picasso, Stravinski,... , abbiano dimostrato come si possa cambiare alfabeto/stilemi/stile restando se stessi e parlando ai cuori degli uomini.
Tornando sulla terra credo che, per quanto mi riguarda, il mio livello di capacità espressiva sia talmente basso e primitivo da rendere inutile un ragionamento in termini di stile/stilemi/alfabeto. Cerco di essere me stesso, di non scimmiottare scatti già visti, e spesso non ci riesco, vorrei trasmettere qualcosa (per esempio vicende personali mi hanno spinto in questi giorni a fotografare il lutto...) e quasi mai mi sembra di farlo come vorrei. Insomma, mi sento uno studente e non mi manca non avere uno stile, sto ancora giocando con i cubi delle lettere...MrGreen

user23803
avatar
inviato il 24 Agosto 2019 ore 18:23

Stefano, in questo thread ci sono interventi superiori alle mia attuali capacità di analisi, per i quali ringrazio gli autori. A me sembra straordinario il fatto che, anche solo su questo sito, ci siano fotografi che riescono ad essere interessanti proponendo un linguaggio coerente e riconoscibile e altri che, come te, propongono in modo sempre sorprendente e apparentemente diverso. Visto che un po' mi conosci, avrai notato che anche io amo spaziare. Non ti nascondo di scimmiottare autori che ammiro talvolta, e di farlo in maniera consapevole e totalmente volontaria. Il risultato è talvolta frustrante, perchè noto in alcuni fotografi una capacità di far vedere che mi sembra non conseguirò mai, ma al tempo stesso posso garantirti che, attualmente, fotografare mi diverte pazzamente, come quando ho iniziato con una mediocre Mamiya negli anni 80.

user23803
avatar
inviato il 24 Agosto 2019 ore 18:26

Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto gli auguri per il lieto evento.
Ben-G, in particolare, grazie per la tua costante, generosa attenzione nei miei riguardi.

avatarjunior
inviato il 25 Agosto 2019 ore 1:30

Secondo me, partire dall'idea di svilupparsi uno stile contrasta con l'avercelo, uno stile...
A mio modo di vedere anzi, lo stile è sempre frutto di una precisa concezione e visione della vita, di un modo di sentire le cose, di un gusto più o meno preciso, di un approccio alla vita stessa piutosto che un altro.

In questa chiave, la rinuncia non è tale, ma semplicemente è un andare in una direzione e non in un'altra, perché ci appartiene.



Io concordo con Francesco; le fotografie che scattiamo sono inevitabilmente il frutto di una selezione, che a sua volta deriva dal nostro modo di essere.
Ma non sono tanto sicuro che questo flusso non possa essere “forzato”.
Personalmente, dopo aver messo da parte alcune centinaia di scatti, ritrovo in essi delle ricorrenze e degli elementi comuni. Ma ancora più evidenti sono le assenze. Non fotografo le persone sconosciute, o comunque mai in modo frontale ed esplicito, e ciò deriva dal mio modo di relazionarmi che manca di quella sfrontatezza necessaria a puntare una fotocamera verso il volto di un estraneo.
Ciononostante i tentativi che ho fatto in questo senso mi suggeriscono che la fotocamera possa essere uno strumento per affrontare intenzionalmente percorsi verso i quali non saremmo naturalmente portati.


PS: congratulazioni a Fabrizio anche da parte mia :)

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2019 ore 9:35

Io concordo con Francesco; le fotografie che scattiamo sono inevitabilmente il frutto di una selezione, che a sua volta deriva dal nostro modo di essere.


Intanto grazie dell'appoggio Sorriso
Volendo, possiamo dire che la selezione (e quindi il presunto stile) nasce prima, e le foto non sono causa ma effetto...
Ovvero: le mie foto sono più urbane che in ambiente naturale. Ma, ancora prima, se scelgo un viaggio sceglierò più facilmente una metropoli rispetto alla campagna. Non per questione di foto, ma di necessità mie.
E ancora: belli i monumenti, ma a me piace di più mescolarmi con la gente e, se possibile, interagire. Ed ecco che preferisco fotografare quella, piuttosto che fare architettura.

Tu dici che il flusso si può forzare: entro un certo limite sicuramente, è normale e ne vale anche la pena immagino.
Ma resto in generale convinto che sia preferibile avere una personalità piena, piuttosto che averne mille incomplete.
So che altri, all'opposto, vedono l'incompletezza nel perdersi qualcosa della vita. Ma è anche proprio per queste differenze, che abbiamo una personalità o un'altra, e ognuno la sua. Sorriso

Rispetto a ciò che non fai perché, come dici, "ti manca la sfrontatezza"...
Probabilmente il tuo stile si caratterizzerà come.... non sfrontato. Perché no? ;-)

E per concludere.... congratulazioni grandi Fabrizio !

avatarjunior
inviato il 25 Agosto 2019 ore 19:42

Io ringrazio tutti per gli approfondimenti davvero istruttivi e meritevoli di attenta riflessione.

Mi trovo in disaccordo con un mio amico, anch'egli fotoamatore, perchè le sue foto sono caratterizzate da una specie di velo opaco e spiegazzato che, a suo dire, aggiunge un'atmosfera onirica alle sue foto (ottiene questo effetto mettendo un foglio di plastica spiegazzato davanti all'obiettivo). Posto che ognuno è libero di fare ciò che vuole con la Fotografia, ho espresso il mio disaccordo sull'efficacia di questo "effetto" applicato sempre e comunque. Lui, diversi importanti corsi di Fotografia a Roma e a Milano alle spalle, mi ha risposto che è solo un gioco, che comunque è alla ricerca di uno stile personale, e che se ci riesce farà una mostra (menomale che si tratta di gioco). Ho osservato che un effetto così invasivo, applicato a prescindere dalla scena, può diventare un grosso limite di espressione, un contenitore che prevale sul contenuto. Siamo rimasti in disaccordo. Siamo ancora amici.

Le riflessioni che ho letto qui mi hanno aiutato a mettere a fuoco l'appannata opinione che avevo sul concetto di stile, e senza prendermi troppo sul serio, come invece afferma il mio amico, continuerò a fare l'autodidatta senza veli.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2019 ore 21:02

mi ricorda tanto la calza di David Hamilton… una noia mortale

avatarsupporter
inviato il 25 Agosto 2019 ore 22:25

Torno volentieri su questo 3D così interessante e pieno di commenti intelligenti e interessanti, per aggiungere che lo stile non è affatto svincolato dalla tecnica e dal genere. I colori per esempio, o il contrasto o i neri profondi e in genere il color grading, sono un veicolo emotivo forte e importante senza il quale, il più delle volte mancherebbe la firma dell'autore.
Personalmente credo che il peso della tecnica e soprattutto dello sviluppo in camera chiara siano fondamentali nell'assegnare la proprietà artistica di una fotografia all'autore.
Riguardo la rinuncia, no,non si rinuncia a nulla, si fa solo quello che l'istinto ci dice di fare e che ci dà piacere nel fare, preparare e presentare che nel tempo prende un timbro riconoscibile magari, e questo sarebbe un'altro buon approfondimento, tanto più forte in uno spazio temporale specifico, in un periodo di ispirazione particolare o di genere specifico.

avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2019 ore 3:33

...per aggiungere che lo stile non è affatto svincolato dalla tecnica e dal genere...


Condivido assolutamente Walter.

Il genere (o perlomeno una sorta di "area generale"), perché quel che siamo ci porta verso alcune cose e non altre. Nella vita e nella fotografia.

La tecnica : in fotografia sappiamo che tutto è scontro duale. Canon vs Nikon, analogico vs digitale, bianconero vs colore... E quindi, spesso e volentieri, tecnica vs emozioni.
Ma uscendo da questi dualismi, non credo ci sia artista vero che non abbia usato sapientemente e a suo modo, dentro alla sua sensibilità, l'elemento tecnico per realizzare le proprie opere (assolute o piccine che fossero)

avatarjunior
inviato il 26 Agosto 2019 ore 8:09

Concordo anch'io con Walter Colombo. Mi chiedo, però, se l'applicazione dello stile, dallo scatto alla postproduzione, debba essere necessariamente consapevole e imprescindibile. La ricerca sistematica del tratto distintivo, può diventare un limite creativo?

avatarsupporter
inviato il 26 Agosto 2019 ore 15:00

Salvo, credo che diventi un limite se lo si persegue senza passione, se è quello che si vuole esprimere e presentare non è mai un limite. Certo che farlo per forza e a tutti i costi genererebbe noiose repliche prive della necessaria creatività entusiasta. Un bel tema anche questo.Mantenere personalità, riconoscibilità, stile e contemporaneamente tenere viva la fiamma creativa...

Secondo me non è il tratto distintivo quello da cercare, ma solo il bello e l'istinto, quel guizzo che ti fa scattare, poi il timbro arriva da solo.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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