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Fotografia, autenticità, cultura, etica.


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user158139
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inviato il 16 Febbraio 2019 ore 15:15

@Alabamasmith
L'autore della foto vende tour fotografici esattamente come il fondatore di Pic of Asia che ho citato all'inizio, ma hanno un approccio molto diverso.

In ogni caso, la didascalia che compare nel suo sito è quanto meno ingannevole.

David duChemin fa proprio quello che hai scritto: sta giorni o settimane in un luogo, lo osserva, cerca di comprenderlo, entra in relazione (per quanto possibile) con la gente del luogo. Solo dopo inizia a fotografare. In uno dei suoi libri raccomanda di fare almeno in primo giro senza macchina fotografica, con solo un taccuino e gli occhi, le orecchie e le narici ben aperte. A me sembra l'unico modo possibile per fare travel photography.

@Cirillo
Troppa grazia!MrGreen

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 15:22

Per me in qualunque modo la si chiami è un inganno: il turista o il turista/fotografo x reca in quei luoghi, invogliato da certe scene che ga visto nelle foto, aspettandosi di trovare quelle atmosfere e situazioni (o comunque non troppo differenti da ciò, mettendo in conto l'abilità del fotografi di trovare la situazione giusta e il momento più appropriato) e invece trova tutt'altro perché quelle situazioni sono delle messe in scena.
Mi si potrebbe obiettare che non è un depliant di un villaggio turistico fotografato in maniera tale da non far vedere i lavori in corso e la spiaggia sporca, ma comunque sempre di messaggio fuorviante si tratta. Se poi questi fotografi organizzano anche viaggi-workshop all'ira si che su tratta di inganno: perché magari uno partecipa credendo di andare a fotografare scene di vita e non delle messe in scena e farse.

user158139
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inviato il 16 Febbraio 2019 ore 15:33

Temo che, come hanno già sostenuto altri, chi partecipa a certi viaggi-workshop vuole solo fare la foto "wow" con la quale pavoneggiarsi.

Nel 1997 in Myanmar la guida pensò bene di portarmi a fotografare le "donne giraffa" in un ambiente protetto e ad uso dei visitatori. Ho scattato quattro foto in tutto, che sono rimaste a marcire nel mio hard disk da allora. Al contrario, viistai alcuni piccoli monasteri isolati, e solo la mia incapacità di fotografo mi ha impedito di portare a casa immagini straordinarie.

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 15:42

@Boustrophedon appunto, quello che descrivi è il modo che piace anche a me di fare fotografia di viaggio, anche se poi non viene venduta a nessuna rivista.
Al di là dell'autenticità, della "fusione" del fotografo con i posti o le persone che vuole fotografare, un professionista deve portare il risultato a casa. Chi fa fotogiornalismo non "potrebbe" manipolare la scena, secondo la sua deontologia. Ma chi non deve veicolare una notizia tramite immagini, può fare come vuole per ottenere la foto che ha in testa.
E come dice @Diebu, oggi c'è gente che va a Varanasi sperando di trovare santoni da fotografare, mentre sono impostori che si fanno pagare come scritto qui. O vanno in Cina a fotografare i pescatori, magari tramite viaggi organizzati, perché qualche altro fotografo c'è andato prima e ora collabora con agenzie di viaggio. Basta cercare gli hashtag giusti ed esce un mondo di foto tutte uguali, che prendono valanghe di likes su IG. Il valore di una foto non è più rappresentato dalla storia che racconta o dall'originalità della stessa, ma quanto può fruttare in tema di reputazione social.

user158139
avatar
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 16:09

Il valore di una foto non è più rappresentato dalla storia che racconta o dall'originalità della stessa, ma quanto può fruttare in tema di reputazione social.


Tristemente vero.

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 16:57

Aggiungo: Oggi tutti mirano a vendere i propri workshop!!!...ricevere riconoscimenti ti dà una marcia in più. Non condannò questo meccanismo perché purtroppo è così che funziona...se vuoi lavorare.;-)

user158139
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inviato il 16 Febbraio 2019 ore 17:32

Attualmente lavoro in un settore dove premi, campionati e "best of" si sprecano. Mi sono sempre sottratto a questi giochetti, e la mia attività non ne risente perché lavoro soprattutto su un sano ed onesto passaparola.

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 18:37

Vi quoto tutti !!!!

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 19:01

va bene che tutto è lecito, specie nell'ambito di un approccio professionale che serva a finanziare vita e lavoro del fotografo; ma un po' di buon gusto e di misura non fanno mai male. Purtroppo la foto "wow" è come la droga e chi viene dopo è costretto ad aumentare la dose. In natura le foto "wow" sono molto rare e difficili da ottenere: chi è bravo ci riesce con una certa frequenza grazie alle proprie competenze e all'accurato studio preventivo delle situazioni sociali, visive e di luce nelle quali fotografare. Chi è meno bravo o non può permettersi il tempo di approfondire si arrangia come può.
Fortunatamente faccio foto solo per me stesso e non devo convincere nessuno; cerco di essere onesto e qualche volta ci riesco. Vero è che non esiste la foto bella o buona in assoluto, ma esiste la foto bella o buona in base al contesto nella quale la vogliamo immettere. Ci sono foto che funzionano nei concorsi fotografici, altri nelle mostre, altri in certi circoli di critici, altre su instagram, altre su facebook, altre su juza. Aver capito questo per me è fondamentale.

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 19:04

Boust, a me non interessa lavorare nel campo, la fotografia è un qualcosa di personale dove non ho esigenze di mostrare niente a nessuno. Sono cosciente dei miei limiti e so che per abbatterli dovrei entrare in meccanismi che non sono interessato. Avendo lavorato con le immagini per anni (anche se non riguardavano fotografie) il meccanismo è lo stesso bene o male. Uno dei motivi che evito di dare giudizi è proprio perché ci sono già passato. A livello amatoriale è facile sparar sentenze (riferito in modo generico).;-)

user158139
avatar
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 19:28

Vincenzo, volevo solo sostenere che si può ottenere il successo professionale senza raccontare balle. Nella mia esperienza professionale precedente i clienti erano grandi aziende (o meglio, i dirigenti di primissimo piano di grandi aziende), e quindi le balle avevano davvero le gambe corte.

Adesso ho una piccola azienda artigianale, perché quel lavoro mi aveva usurato mentalmente ed emotivamente; nel mio settore il leader si è fatto strada con il claim "Il [prodotto] come una volta", una balla colossale. Parlo spesso con consumatori che sono convinti delle peggiori idiozie; quando li vedo ricettivi provo ad insinuare qualche dubbio nelle loro granitiche certezze, la maggior parte delle volte sorrido e lascio perdere. Eppure in questi casi mi sento colpevole, come se le mie maggiori competenze mi obbligassero a spiegare, informare, far capire.

Sono fatto così, purtroppo.

avatarsenior
inviato il 16 Febbraio 2019 ore 20:37

"Vincenzo, volevo solo sostenere che si può ottenere il successo professionale senza raccontare balle."...Di sicuro qualche balla può aiutare...ma quanto meno te lo aspetti ti arriva il conto da pagare.MrGreen

user158139
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inviato il 17 Febbraio 2019 ore 18:35

E in tutto questo, l'autore della foto che ho usato come esempio, invece di intervenire e dire la sua, scrive un messaggio sul forum accusandomi di qualsiasi nefandezza.

Che tristezza.

(forse non sa che basta accedere a Juza come visitatore, senza login, per accedere a qualsiasi area che è invece preclusa come singolo utente, ad esempio perché bloccati da un altro utente)

avatarsenior
inviato il 17 Febbraio 2019 ore 18:59

Scusami ma perché dovrebbe accedere come visitatore?...in questo modo non potrebbe intervenire ma solo leggere.

avataradmin
inviato il 17 Febbraio 2019 ore 19:33

chiudo qui sia il tuo topic che quello di Stefano, il forum non è il posto per questi scontri personali.

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