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stampa foto: pellicola meglio del digitale


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avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 1:01

www.fotopadova.org/post/74722319257

avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 1:06

lo avevo letto l'articolo che tu hai giustamente richiamato. La domanda è, se fa davvero tutto questo, lui che può, un senso, un fine qualitativo dovrebbe esserci ...

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 8:15

Salgado è un romantico, hai mai tenuto in mano una carta fotografica ai sali d'argento? Secondo me lo fa solo per questo, è veramente godurioso

avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 8:49

Personalmente penso che tra analogico e digitale ci sia un vantaggio sul digitale (e quindi anche come resa visiva della stampa). Con la gamma dinamica che si cattura con il digitale si fa di tutto e si può rendere il file con le stesse caratteristiche estetiche della resa della pellicola (per chi piace). Se parliamo di piacere sulla resa della pellicola anche io sono un fan. La resa cromatica della pellicola (emulabile comunque con il digitale) è stupenda. Io poi sono innamorato della Fuji 400h.

Detto questo ritengo vero quanto sopra solo per il colore.

Per il bianco e nero invece, su sensori classici a colori (come bayer) l'effetto pellicola è per me inarrivabile e pellicole come ad esempio ilford hp5 sono irraggiungibili.
Non ho mai utilizzato Leica Monocrom (solo qualche prova) ma a quanto pare è una delle poche macchine a rendere il file digitale davvero tridimensionale con una pasta appunto “analogica” (tralasciando il discorso ottiche) come la pellicola, non avendo appunto il filtro colore e quindi catturando tutta la gamma disponibile (esattamente come la pellicola)
Io mi “accontento” dei profili Monocrom di Raamiel che ha fatto un lavoro da maestro per la resa Monocrom su digitale. Ovviamente la gamma catturata non è la stessa, ma il target corrispondenza è accurato quasi al 100%. In soldoni i toni catturati dalla mia macchina e convertiti hanno lo stesso aspetto di quello Monocrom, ma mancano i dati che la mia macchina per questioni fisiche non cattura. ;-)

user175007
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 8:52

se scannerizzino un rullino e poi lo stampo con una inkjet non vedo quale differenze ci possano essere da un file digitale, visto che entrambi saranno un jpeg o tiff per essere stampati

io scatto ancora qualche rullino con una Nikon, ma effettivamente mi chiedo che senso abbia scattare in analogico e stampare in digitale.
purtroppo non ho scelta, la stampa tradizionale ad ingranditore costa veramente tanto, una esagerazione

user90373
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 9:57

@ Gaga

Si dice che Salgado continui a stampare le fotografie anche da digitale in stampa chimica ai sali d'argento tramite un internegativo. Se fosse così come si dice, la tua osservazione sarebbe frutto della tua immaginazione


Non lo metto in dubbio. Secondo me digitale ed analogico sono diversi proprio a livello strutturale un pò come un muro in bimattoni (tutti regolari) ed in sassi (uno diverso dall'altro), servono allo stesso scopo e, una volta ricoperti dall'intonaco sembrano uguali, ma sotto la superficie la struttura resta diversa. Aggiungerò che solitamente chi si adopera per costruire un muro di sassi fatto bene non lo ricopre, è bello così.

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 10:25

Potrebbe esser tempo perduto in quanto alcune situazioni/scene si prestano meglio ad esser interpretate dal processo analogico altre dal digitale.



Meglio ancora Ettore!
In questa modo infatti avremmo un ulteriore elemento di riflessione ... ;-)

user90373
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 10:29

@ PaoloMcmlx

Meglio ancora Ettore!
In questa modo infatti avremmo un ulteriore elemento di riflessione ...


Vero anche questo, ma il tutto si complica in modo esponenziale.

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 10:29

E allora cambiamo ancora, così magari finalmente ci arriviamo al cuore del problema: come la definiamo questa diversità?



Fisica!
La gelatina è un elemento vivo il sensore invece è freddo e impersonale ... un po' come la stecca da biliardo di legno e quella d'alluminio o, peggio, in fibra di carbonio Triste

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 10:37

"Io intendo proprio una definizione, una plasticità dell'immagine che è irriproducibile in digitale.
Anche a diaframmi non troppo aperti, ti sembra di essere dentro alla scena. "

In linea di massima ho anch'io le tue stesse impressioni Tiber, a parte la definizione, aspetto sul quale il digitale ha in generale portato qualcosa in più. La pellicola ne ha quanto basta ed una resa generale che (ai miei occhi) appare più realistica.
Senza nulla togliere alla fotografia digitale quella analogica è qualcosa di diverso, non è mai troppo tardi per riconsiderarla seriamente.
Per quanto riguarda le stampe da file digitale preferisco di gran lunga quelle da stampante laser che quelle da injeckt. Queste pero' ultimamente mi pare vadano per la maggiore, non so se per questioni economiche o perché considerate migliori.




Hai ragione, per questo però credo occorrano ancora alcuni anni.
Non tanti ritengo, ma altri quattro o cinque anni ancora dovranno trascorrere, e quando il digitale sarà arrivato al punto di aver quasi fatto perdere la memoria della chimica fotografica accadrà che qualcuno, stanco di quella che nel frattempo sarà diventata la solita minestra e non più un piatto prelibato , alla ricerca di nuove vie creative comincerà a cercarle non più guardando avanti ma muovendosi a ritroso ;-)

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 10:47

Stampa a colore, meglio il digitale.
Stampa in bianco/nero ancora oggi è meglio la pellicola.




Così è la solita contrapposizione fin troppo schematica ... e la proiezione?
Perché nessuno considera mai la proiezione come standard di riferimento da prendere nel campo della fruizione di una immagine fotografica?
Beh, Oddio ... alla fine è fin troppo facile rispondere: in fondo già all'epoca in cui la pellicola era imperante la proiezione rappresentava un prodotto di nicchia molto meno che minoritario, dal momento che riguardava l'1% scarso del fatturato globale, una volta tolto da questo 1% totale quello che andava all'editoria restava meno dell'1% dell'1% originario ... il classico zero-virgola-zero-qualcosa insomma!

Vista così in effetti è un pochino difficile che qualcuno se ne ricordi ancora Sorry

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 10:58

allo stesso tempo sono convinto che un bravo fotografo che sappia gestire tutto il processo digitale riesca a tirar fuori il carattere di una qualsiasi pellicola bn o colore che sia,



Uhm ... partendo dal digitale e tornando al chimico mi sembra difficile ... partendo dal chimico e approdando al digitale forse è più fattibile!
Resta il fatto però che coloro i quali, e sono pochissimi, avevano il controllo TOTALE delle proprie stampe oppure, e sono ancor meno, delle proprie diapositive in proiezione, difficilmente possono essere passati al digitale ... quindi è estremamente difficile che tali utenti siano tentati dal ritorno alle origini per il semplice motivo che - per le loro - le origini sono ancora oggi l'attualità!

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 11:12

Vero anche questo, ma il tutto si complica in modo esponenziale.



Certo Ettore ... ma questo fa parte del gioco se si intende davvero cercare di capire, o almeno di esplorare, quelle che sono le reali peculiarità dell'uno e dell'altro sistema!

user33434
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 11:16

Non concordo con l'affermazione che da vita al 3D non perché falsa ma perché a mio avviso non esiste il confronto in questione se non a fini puramente espressivi.
Provo quindi a trasmettervi le mie impressioni e la mia esperienza riguardo l'argomento ragionando per processi e provando ad essere sintetico.
Stampo il B/W con entrambi i procedimenti sia partendo da file digitale che da negativo vero e proprio, quello che potrebbe essere interessante ai fini di questa discussione è l'aspetto dell'incrocio dei processi.
1 - Stampa su carta inkjet da negativo analogico:
Bisogna trattare in questi casi il Raw in modo adatto alla scannerizzazione, il velo della pellicola tende ad avere un aspetto sgradevole una volta convertito e va lavorato a parte senza trascinare il resto dei toni. Una volta effettuata una buona post si procede alla stampa che avrà le caratteristiche che ritengo proprie del mezzo, cioè maggior microcontrasto e dmax, e la sensazione visiva di un immagine che "salta fuori" dalla carta.
2 - Stampa su carta ai sali d'argento da negativo digitale:
Dopo le necessarie profilazioni è possibile ottenere una stampa inkjet su acetato da poter utilizzare come negativo a contatto in camera oscura. In questo caso si ottengono i vantaggi tipici delle carte argentiche, una dolce transizione tra i toni e la percezione di penetrazione dell'immagine all'interno della carta, offrendo un maggior senso di profondità. Nei procedimenti al platino/palladio l'effetto è ancora maggiore ma in genere parliamo di dimensioni di stampa minori.
I test che ho potuto fare sono su carta ilford baritata sia per l'inkjet che per la carta ai sali d'argento. Mantenendole in mano entrambe a pari grammatura, la stampa "analogica" trasmette una sensazione di importanza maggiore mentre l'effetto "punch" è più accentuato nella stampa inkjet. Le texture superficiali sono inimitabili tra un processo e l'altro, una Ilford MGIV baritata satinata e una Ilford pearl si assomigliano vagamente ma non sono sovrapponibili.
Queste differenza acquistano ancora più valore quando si mantengono le due filiere completamente staccate cioè stampa inkjet da file digitale e stampa analogica da negativo per intenderci.
In tutti e quattro i casi la percezione di elevata qualità la sia ha sempre, sono solo le caratteristiche ad essere diverse, quello che mi sento di smentire è che una offra più dettaglio o più toni di grigio dell'altra, cosa che spesso si sente dire.
Spero di aver dato il mio contributo e soprattutto di non aver annoiato nessuno Sorriso

user146073
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 11:25

Così è la solita contrapposizione fin troppo schematica ... e la proiezione?


Per la proiezione dovremmo aprire un'altra discussione.
Qui la discussione verte sullo stampare una foto.
Sono stato troppo sintetico è vero, il fatto è che finora una foto b/n stampata da pellicola è decisamente migliore per tonalità, morbidezza dei chiaro scuro, resa dei contrasti. Quanto detto vale solo per le stampe in b/n ; per le stampe a colori W il digitale.
Cordialmente

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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