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Sulla mediocrità fotografica dilagante


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avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 15:50

Forse la cultura fotografica si risveglierá quando i fotografi ritroveranno l'orgoglio, il significato e l'importanza del proprio ruolo.
, il professionista nel 90% dei casi non può permettersi tanti vezzi, deve portare un "risultato" e l'amatore al 90% dei casi non sa dove sta di casa non tanto la cultura, non la scomodiamo, ma l'educazione all'estetica, il valore della composizione, il lignuaggio, la ricerca alla regola.
Piccoli passi.
Iniziamo con il fare foto banali ma corrette.
Ciao
LC

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 16:49

a proposito della quale la puntualizzazione di Frank_pb è inutilmente capziosa:


Assolutamente pretenzioso è voler interpretare (erroneamente, in questo caso .. Sorry) le intenzioni altrui..
Da parte mia, nessun inganno, nessuna intenzione fuorviante.
Ho semplicemente ribadito che fotografare è un atto intenzionale che si concretizza con la "scrittura con la luce"
Il significato etimologico del termine "fotografare", è univoco: deriva dal greco, ed è la fusione di due parole: Phos = luce (foto) e graphis = grafia (scrittura)
Non si entra nel merito di un ipotetico giudizio (buono o cattivo, interessante o banale..., etc). E' una definizione, pura, fine a sè stessa, scevra da qualsivoglia presupposto preterintenzionale. Non esiste polisemia... fotografare ha un significato univoco, che non può contenere altre interpretazioni.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 17:16

anche qui ... ni diciamo che con il digitale è rimasto il nome ma in effetti molto è cambiato in quanto l'immagine è composta da pixel colorati, sembra una banalità perchè uno può ribattere che questi pixel vengono valorizzati in quel modo in base alla "luce" che colpisce il sensore però è anche vero che questo spinge a una riflessione più ampia sul mezzo e su come l'immagine può essere composta..insomma diciamo che la questione è diventata più grigia un po' come quando si dibatte di dove sta il limite della post produzione

avatarjunior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 17:42

La qualità delle foto sui media si è abbassata

Vero, le cause sono molto più semplici di quello che si pensa. In primo luogo mancano i soldi perciò, si paga poco e si ottiene poco, mancando i soldi non ci sono più i foto editor che scelgono e selezionano le immagini quindi i redattori mettono la prima foto che gli viene in mente.
Secondo, grazie alla tecnologia di oggi tutti più o meno riescono a fare foto tecnicamente corrette che non vuole dire belle e quindi non c'è più la programmazione prima della foto, Si scatta tanto qualcosa di buono viene fuori, collegato a questo metti anche la potenza della post produzione che consente di recuperare scatti che sino a poco tempo fa' sarebbe stati cestinati in fase di sviluppo.
Ovviamente essendo moltiplicata a dismisura la base di paragone, ovvero ogni giorno vengono scattate miliardi di fotografie, è matematico che ci siano più foto buone rispetto a prima ma è solo dovuto alla scienza delle probabilità non alla crescita culturale

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:06

Negli ultimi anni ho notato, su molti mezzi di comunicazione (siti di notizie online, siti web, riviste, pubblicità affisse) una sempre maggiore mediocrità fotografica.


Nessunego, dovresti proporre foto prese da riviste o pubblicità affisse di trenta o cinquanta anni fa, che tu ritieni di alta qualità, per capire meglio a cosa ti riferisci, o quale sia il livello di eccellenza che oggi ti manca.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:10

Purtroppo ho presente vari esempi, visti soprattutto in affisioni pubblicitarie e siti web di notizie o di promozione commerciale, ma non ne ho sottomano alcuno al momento poiché non li ho salvati da nessuna parte.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:24

Purtroppo ho presente vari esempi, visti soprattutto in affisioni pubblicitarie e siti web di notizie o di promozione commerciale, ma non ne ho sottomano alcuno al momento poiché non li ho salvati da nessuna parte.

certo, ma se è così dilangante, come da titolo, sarà semplicissimo per te trovare esempi.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:34

Nussengo scusami ma ti faccio presente che in una campagna pubblicitaria vale la foto che funziona. Spesso leggo critiche come la tua e mi chiedo se ci sono competenze in merito quando si affrontano certi discorsi. In breve: Foto per te bellissima ma la campagna non porta frutti al committente. Foto che ritieni sbagliata è brutta ma porta profitti all'azienda. Chi è quello bravo?... è così che funziona. Puoi fare tutti i discorsi che vuoi ma contano i fatti. Quante volte ho sentito criticare chi non ha mai lavorato in questo campo che avrebbe fatto molto meglio. La bocca è un grande strumento se la si sá utilizzare...ma contano i fatti. L'arte per me è tutt'altro discorso e tutt'altro mercato ma questa distinzione non l'ho ancora letta. Mi spiace di non essere bravo con le parole ma spero che il mio pensiero in merito si sia capito.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:40

si, mi trovo in linea con Vincenzo. Una fotografia deve essere funzionale, non bella. Deve essere adatta all ambiente in cui viene utilizzata. Detto questo senza esempi concreti per me è parlare di nulla.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:42

Purtroppo ho presente vari esempi, visti soprattutto in affisioni pubblicitarie e siti web di notizie o di promozione commerciale, ma non ne ho sottomano alcuno al momento poiché non li ho salvati da nessuna parte.
che ci siano foto di dubbia qualità e valore in ambito commerciale ed editoriale è innegabile ma che sia la maggior parte mi sembra decisamente esagerato.
tuttavia ti riporto un esempio che ho fotografato qualche mese fa in una libreria una foto all'interno della guida Lonely Planet di Firenze, che impiega denaro per la scelta delle foto però certe volte va a risparmio forte.
Ignoro il fotografo.



Ciao
LC

user90373
avatar
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:45

Si dice tutto ed il contrario di tutto. La buona fotografia è quella che vende, è quella tecnicamente perfetta, è quella che suscita emozioni ma potrebbe anche essere quella che non vende, oppure imperfetta tecnicamente o, ancora, che non importa se suscita emozioni o meno. A questo punto è chiara una sola cosa .......

avatarsupporter
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 18:49

Beh, corro in soccorso io. Le riviste, i maggiori quotidiani non hanno più alcun photo editor. Sino agli anni 90 vi erano settimanali come epoca, il mondo, europeo, ma lo stesso gruppo espresso che hanno consentito a grandi fotografi di reportage italiano come Mario Dondero, Uliano Lucas, Tano D'amico. Mario De Biasi, Walter Bonatti, lotti, Ivo Saglietti. Francesco Cito è potrei continuare oltre, di pubblicare lavori storici costituiti da un numero cospicuo di foto. Ora, ditemi voi cosa è rimasto per un giovane fotografo dove poter pubblicare non una foto ma un lavoro che abbia un senso. Oggi contano i premi, i concorsi. Anche qui sempre meno, a discapito dei progetti. Nelle riviste hanno lavorato i Berengo Gardin, gli Elliot Erwitt, willy Roni, Robert Doisneau, Scianna, McCurry etc etc la domanda è mal posta, quindi. Dimmi tu, posto quanto sopra, quale mercato per il reportage esista oggi in Italia, con la crisi dell'editoria e galleristi che consentono a chiunque abbia 3000 euro di organizzare mostre senza alcun vaglio qualitativo.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 19:02

Tiber, verissimo, anche se in realtà i foto editor ci sono ma hanno spesso le mani legate da contratti con determinate agenzie. Io nel 2018 ho fatto due reportage uno per la Germania ed ho girato l'Italia con una loro giornalista e uno per un giornale statunitense che doveva parlare di due pizzerie napoletane appartenenti a famiglie storiche del capoluogo... In Italia tutto ciò è semplicemente morto.

avatarsupporter
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 19:05

Questi sono fatti incontestabili, oggettivi. Uno spazio creativo che esisteva è andato scomparendo ed al suo posto fioriscono le foto amatoriali che grazie alla tecnologia hanno raggiunto una correttezza accettabile, ma a discapito della cultura fotografica e del contenuto.Quando un nuovo Cartier Bresson non esporrà in mostre milionarie, ma in riviste di massa come capitava allora, forse potremo riparlarne.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2019 ore 19:08

Ovviamente io non sono Cartier Bresson ma la stampa italiana è veramente caduta in basso, i settimanali come Panorama o l'Espresso sono ormai dei giornaletti con 30 pagine... Una tristezza Triste

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