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Colori di Steve Mccurry


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avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 8:25

Ma no Daniele guarda che le stampe fotografiche all'epoca venivano fatte con carta e bagni chimici non ha inchiostro, sui giornali Ok ma è un altra cosa vedere le foto sulle riviste

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 8:30

Doveva restarci per essere definito reporter?

No, doveva solo presentarsi in modo differenziato secondo il contesto; probabilmente oggi lo valuteremmo come fotografo "a tutto tondo" senza demonizzarlo, ma limitandoci ad un "mi piace" o "non mi piace" il suo stile

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 8:34

Fammi capire. La chapelle prima faceva foto di moda e le sue composizioni, come dire "glamour".
Adesso fa foto ai modellini e fine art.
Dovrebbe fare una conferenza stampa e dire "guardate che ho cambiato genere".
E Salgado che s'é messo a fare il paesaggista, che ne vogliamo dire?MrGreen

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 8:35

Ok Pier Mario, ma era per le riviste che quelle foto nascevano all'epoca, era con quello che ci campava; per questo non mi scandalizzo se oggi vediamo riproduzioni che sembrano "quel" tipo di variazioni, anche se a me piacciono indubbiamente di più gli originali, almeno nel contesto in cui furono presentati. Il problema è che oggi anche quelle immagini vengono presentate e fruite in altri contesti, e credo che vengano "adeguate" ad hoc; non so se sia positivo o negativo, ma è imdubbiamente l'indirizzo attuale, vedi i tanti "artisti" che compongono le proprie opere scaricando foto altrui dal web

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 9:00

Gaga e Maserc mi dispiace dirvelo ma non avete capito il mio punto di vista.
Giusto per chiarire a me McCurry non sta antipatico, tutt'altro, anzi per dirla tutta lo apprezzo molto, soprattutto come professionista ... un poco meno come fotografo.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 9:01

Maserc, La Chapelle partiva da un genere che lascia già molto spazio a qualunque manipolazione, quindi non ha sconfinato da questo punto di vista, così come Salgado si è cimentato in un genere che non lascia dubbi interpretativi (nessuno scambia un paesaggio per un reportage di guerra); il problema nasce quando pratichi generi che si sovrappongono percettivamente e, soprattutto, quando uno di questi è il reportage, che presuppone regole piuttosto rigide in merito alle manipolazioni; se mi spacci lo storytelling per reportage senza farmi capire cosa stai facendo, personalmente storco il naso.

Sui dizionari trovi questa definizione di storytelling:
L'arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione PERSUASIVA, spec. in ambito politico, economico ed aziendale.

Insomma, è come dire che applichiamo il marketing anche al reportage e che esiste ormai un solo tipo di comunicazione, quella del marketing appunto; la comunicazione scientifica col suo rigore, la ricerca storica con la sua fatica nel rincorrere la maggior imparzialità possibile e nello smascherare i falsificatori non esistono più, si preferisce addirittura mettere in campo errori concettuali pur di creare una comunicazione convincente, anche se falsa.
Non è un appunto personale a McCurry, lui si è solo adeguato al sistema per poterci vivere, ma lavorando nel campo della cultura (scienze naturali) questo è l'andazzo che vedo sempre più messo in pratica. Accapigliarsi sui colori di McCurry è solo la punta dell'iceberg e non va nemmeno a scalfire il vero problema

avatarjunior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 9:15

dal pulpito della mia ignoranza crassa ritengo le foto del Mccurry molto impressionanti e centrate , piacevoli, emozionanti , prese all'istante esatto , significative.

Tuttavia.... beh... se gli si toglie la pp .... non so se mi spiego...

tutta un'altra cosa le immagini di Doisneu .... come uscivano dalla macchina, in b/n , rimanevano più o meno per sempre

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 9:20

Bah. Mettere confini stringenti ad un genere é, a mio modo di vedere, limitativo.
Arte e marketing sono sempre andate a braccetto.
Senza la commissione non esiste l'opera d'arte, in quanto appunto "opera".
Anche da questo punto di vista, non ci vedo nulla di strano.
Che poi il genere di McCurry abbia preso col tempo una strada da "narratore" anziché reporter, ció non toglie che reporter lo sia stato.
Ma come dicevo ogni classificazione resta un po' limitante per giudicare l'operato di un fotografo od artista lo si voglia giudicare.
Alla fine sono i risultati a parlare. Poi come già detto, i gusti son gusti...

Indiana, la post si è sempre fatta. Prima come oggi.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 9:42

Maserc, mettere regole stringenti alla fotografia nella sua globalità sarebbe limitativo; definire se uno o due generi fotografici debbano avere regole non è affatto limitativo, soprattutto se si tratta di generi che implicano un'etica professionale, dove etica non significa qualcosa che ha a che fare con la religione o la speculazione filosofica, ma
l'insieme dei doveri strettamente inerenti alle attività professionali svolte nella società
, almeno secondo l'accezione giuridica del termine. Ora, credo che sia indubbio che l'attività di fotoreporter costituisca una vera e propria professione che comporta un'etica professionale; dunque il problema delle regole non riguarda la fotografia in quanto tale, ma alcuni suoi usi in ambito professionale.
Certo che se, dopo anni dal loro utilizzo "professionale", prendi quelle immagini, le inserisci in un contesto differente e le modifichi, il discorso cade, ma deve essere chiaro che il contesto è differente

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 10:02

Daniele, mi trovi perfettamente d'accordo, il reportage fatto a qualsiasi livello implica rigore e rispetto di certe regole viceversa decade completamente il valore del genere e non può più essere tale e attendibile.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 10:13

il punto è che McCurry non ha mai classificato le sue ultime opere come reportage.
Che venga definito come fotografo di reportage, visti i suoi trascorsi, direi che non è errato.
Chi lo dice che il baffuto col turbante, non possa essere vista come una foto di reportage?
Comunque riporta gli usi ed i costumi di un posto lontano.
Forse confondi con foto di guerra.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 10:39

Ma no, il problema McCurry nasce dal fatto che nelle presentazioni al pubblico si continuava a definirlo reporter, lui non rettificava e probabilmente il contesto di presentazione delle sue nuove foto era ambiguo da quel punto di vista, fino a quando si sono scoperte le immagini con i cloni mal fatti, e allora apriti cielo!
Anzi, mi chiedo se la cosa non sia stata ricercata ad arte proprio per continuare a far parlare di McCurry

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 15:25

Se il reportage è testimonianza deve sottostare a certe regole ... la prima delle quali è l'obiettività, o quantomeno l'impegno a perseguirla, altrimenti è solo il punto di vista del fotografo, e pertanto vale meno di niente.

Se invece la stessa la si intende come una forma d'Arte allora il discorso cambia ... e allora ognuno se la canta come meglio crede!

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 15:27

Vogliamo parlare del miliziano di Capa?
Messa in scena o reportage di guerra?

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 16:12

Il reportage, l'obbiettività. Mi sembra che dopo più di un centinaio di anni di discussione si sia oramai d'accordo sul fatto che esiste sempre almeno l'interpretazione del fotografo e l'interpretazione di guarda la fotografia. Quindi a proposito di quest'ultima interpretazione, qui di seguito potete vedere la fotografia di Elliot Erwitt dove si vede Nixon in forma minacciosa contro Krusciov. Tutti hanno interpretato come se Nixon tenesse basso il livello di Kruscov su motivi di politica internazionale. In realtà, stavano litigando per cazzate. Quindi è evidente che nel leggere l"obbiettività di una fotografia anche di reportage, entra in gioco l'interpretazione del fotografo, l'uso che se ne fa di quella fotografia e l'interpretazione di chi guarda
www.mag72.com/2018/10/elliott-erwitt-e-la-fotografia-di-nixon-e-krusci

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