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pensioni parte 3


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avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 21:51

E' stato frainteso : ha urlato ancora CANDIDA!!! guardando nelle mutande ed hanno capito mi candido ancora MrGreen

user117231
avatar
inviato il 23 Gennaio 2019 ore 21:52

Dio ci scampi da questo ennesimo scempio..
che Nibiru se lo venga a riprendere.
Senza sostituzione. MrGreen

avatarjunior
inviato il 24 Gennaio 2019 ore 21:01

Felix, inverosimili, inverosimili. Perchè tanto alla peggio c'è la Fornero e la pensione ce la danno fra dieci anni (io) e diciotto anni (tu), con i contributi fino ad allora versati.
Questo fatalismo è diseducativo nei confronti delle giovani generazioni, che dicendo così "tanto la pensione non la vedrò mai", non badano ai contributi e si ritroveranno con pensioni realmente da fame

user117231
avatar
inviato il 24 Gennaio 2019 ore 21:35

Io tra 18 anni ?! Eeeek!!!

Con l'aria che tira,
con il mal di schiena da una settimana,
con certe situazioni in corso..
io non so se sarò ancora in circolazione tra 18 anni.

E ti dirò..che data la stanchezza accumulata..
l'idea del riposo eterno quanto prima,
non mi dispiace affatto. MrGreen
..
Purtroppo per me,
ormai ho perso l'ultimo briciolo di fiducia nel genere umano e nella possibilità che gli altri vivano per condividere il bene e non per puro egoismo nutrito in malo modo.

Avverto le situazioni.
Sento il dolore diffuso in giro.
Sono stanco..e sono serio. Triste
..
E ho paura..un po' per tutti.
Per i poveri cristi che non sanno più come fare.

Sarà la crisi dei cinquanta anni.
Ma io inizio a sentirmi vecchio..
dentro un mondo che ha perso ogni senso.



user28347
avatar
inviato il 24 Gennaio 2019 ore 21:43

felix a parte gli scherzi prova a dimagrire 10 kg e vedi che la schiena non la senti più e ti senti pure felice felix

user117231
avatar
inviato il 24 Gennaio 2019 ore 21:55

È lo spirito Sergio..
manca la serenità da troppo tempo.
Della pensione, pazienza..
..
Poi..io ho un'idea tutta mia..
della vita e di quello che ci sarà dopo.

avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 8:49

Southernman, magari fosse come dici tu, ma con i meccanismi messi in atto negli ultimi decenni, è Legge Fornero che ha definitivamente spianato la strada al concetto che i contributi di una vita non bastano, ed è lo Stato che ha creato quello che definisci "fatalismo diseducativo".
Quando, dopo 9 anni di precariato ho finalmente firmato il mio bel contratto di lavoro a tempo indeterminato, di quel contratto faceva parte anche l'aspetto contributivo/pensionistico, con la clausola che si potesse andare in pensione con un certo numero di anni di contribuzione (che non raggiungeva i 40) o a 65 anni d'età e con una pensione calcolata in un determinato modo: adesso è tutto ribaltato, ma stranamente io ho ancora, apparentemente, quel contratto di lavoro.
Un "contratto", per definizione, prevede un patto da rispettare, da entrambe le parti, fino alla chiusura del contratto stesso; ciò significha che per alcuni aspetti, tra cui quelli retributivi e contributivi, il contratto dovrebbe essere "ad personam" e non rinegoziabile sindacalmente ogni 6 mesi se non per le nuove assunzioni.
Oggi, però, ci stiamo accorgendo che in realtà quel contratto vincola solo il lavoratore, ma non anche il datore di lavoro e lo Stato (di fatto si tratta di un contratto fra 3 parti, non fra 2 sole, perché l'aspetto contributivo e pensionistico è gestito dallo Stato), quindi che contratto è!?!
La Legge Fornero ci ha fatto capire una volta per tutte che i fondi versati da ciascun lavoratore, pur facendo parte integrante, contrattualmente, della sua retribuzione, sono stati usati dallo Stato per altre cose e per altre persone (e che questo riguarda soprattutto, se non esclusivamente, i lavoratori dipendenti; aggiungiamo che le nuove forme contrattuali emergenti tendono a ridurre progressivamente il peso dell'aspetto contributivo dalla retribuzione effettiva del lavoratore, scaricandone tutti gli oneri e le conseguenze sulle sue spalle (come accadeva prima dell'obbligatorietà dei versamenti contributivi): cos'altro serve per capire che il pessimismo delle nuove generazioni è più che giustificato?
Non è solo un problema di "quando" o "se" si andrà in pensione; il fatto è che i nostri contributi stanno assumendo sempre più l'aspetto di una di quelle accise che dovevano avere un preciso scopo e che invece sono rimaste per finanziare qualcos'altro.

avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 9:39

Ma "quota 100" è già in vigore come legge o dev'essere presentata in parlamento per la votazione?...

avatarsupporter
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 10:59

...La Legge Fornero ci ha fatto capire una volta per tutte che i fondi versati da ciascun lavoratore, pur facendo parte integrante, contrattualmente, della sua retribuzione, sono stati usati dallo Stato per altre cose e per altre persone (e che questo riguarda soprattutto, se non esclusivamente, i lavoratori dipendenti; aggiungiamo che le nuove forme contrattuali emergenti tendono a ridurre progressivamente il peso dell'aspetto contributivo dalla retribuzione effettiva del lavoratore, scaricandone tutti gli oneri e le conseguenze sulle sue spalle (come accadeva prima dell'obbligatorietà dei versamenti contributivi): cos'altro serve per capire che il pessimismo delle nuove generazioni è più che giustificato?
Non è solo un problema di "quando" o "se" si andrà in pensione; il fatto è che i nostri contributi stanno assumendo sempre più l'aspetto di una di quelle accise che dovevano avere un preciso scopo e che invece sono rimaste per finanziare qualcos'altro.

Purtroppo è tutto veroTriste










avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 11:22

E' "ovvio" che è vero.
Non potrebbe essere altrimenti se uno stato (o una famiglia) è in debito.
Mangi l'uovo in culo alla gallina
Vivi oggi a spese delle generazioni future.
Riflettete quando qualcuno snobba il nostro enorme debito pubblico.

avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 12:23

Hai ragione Paolo, ma occorre anche vedere perché e per colpa di chi abbiamo questo enorme debito pubblico: quando si sono costruiti, per decenni, nuovi ospedali, nuove carceri ecc. che marciscono perché già si sapeva che non sarebbe stato possibile assumere il personale (pubblico) necessario per gestirli, e ancora i settori economici (privati) chiedono la realizzazione di più opere pubbliche per potersi garantire gli appalti ...
Mi domando se è questo il modo di risollevare l'economia di uno Stato, prima ancora che del Paese nella sua globalità

avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 12:33

Pensa a quanti sprechi (piccoli, medi forse anche grandi) hai fatto nella tua famiglia negli ultimi 50 anni.
Ora moltiplica per 20.000.000
La tua situazione economica dipende molto poco da questi (in gran parte inevitabili) sprechi. Ma dalla tua capacità di produrre reddito e dalle tue spese che sono in gran parte poco comprimibili.
Hai idea di chi sia la Nazione (non parlo del terzo mondo) che sia cresciuta di meno ???

avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 12:35

Per esempio ridurre le pensioni d'oro che fa tanta facile propaganda, equivale per le nostre famiglie a rinunciare ad una pizza l'anno. Non ti cambia nulla, nada, nisba.

avatarjunior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 12:53

quindi meglio lasciarle

avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2019 ore 12:55

E' una battaglia sbagliata. (punto)
Anche se la vinci non ti cambia nulla.Se hai la polmonite una carezza può essere piacevole ma se non prendi gli antibiotici giusti muori

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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