| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:17
Ettore, è una disciplina visiva. Non tutti sono artisti, anzi la maggior di chi è mero spettatore è convenzionalmente e banalmente condizionati da anni ed anni di certe dimensioni standardizzate. Ci sono storie e motivi che esulano dalla fotografia, ed altri che sono dentro e più pertinenti. Si possono fare foto tonde, quadrate, rettangolari trapezoidali e via dicendo. Che problema c'è? Basta sapere che probabilmente chi deve guardare è messo in difficoltà. Io ho sempre messo in difficoltà i miei prof, ho una pessima calligrafia. Una volta una prof. mi mise un pessimo voto di ufficio, rifiutandosi di correggere il mio tema perchè incomprensibile. In effetti un poco artista lo ero. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:17
“ Ma sempre un vuoto bidimensionale deve essere riempito „ Non credo che né la pittura né la fotografia abbia come scopo o modo di procedere quello di riempire un vuoto. Nel caso specifico una certa cornice da riempire. A mio avviso è l'esatto contrario: c'è un soggetto da rappresentare o da riprendere, che viene trasportato nella bidimensionalità e al quale bisogna per forza di cose dare un perimetro. Allora: chi comanda? Non di sicuro la cornice! Il soggetto comanda, e le sensazioni che possono dare le diverse forme di perimetro (quadrato, 3:2, 4:1, rotondo, ecc.). I pittori lo hanno sempre fatto, come dice anche Caterina “ Mi sembra chiaro che sia il formato ad adattarsi alle esigenze dell'immagine e non viceversa „
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| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:20
Il museo dell'orangerie. Per me hai scelto proprio l'esempio sbagliato. Sei stato? Hai visto la forma? Se partivi a caso non arrivavi nemmeno ad un quarto di parete, o viceversa per apprezzare l'opera intera dovevi metterti non so dove. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:23
Oggi ad esempio si può fare, ed è stato fatto, fotografia d'alto livello ritagliando da street view, sempre crop è ma è la stessa cosa? si poteva fare anche prima? o è un nuovo modo d'approcciarsi alla fotografia? Non giudico le frasi in base a chi le dice ma a cosa dicono e alla corrispondenza con la mia esperienza nel campo. Ps sono stata all'orangerie...il difficile è stato venir via...che meraviglia!! e che splendide interazioni si creavano tra opere e visitatori |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:29
Il Giacometti invece se n'è andato senza troppi problemi... |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:30
Le pitture rupestri sono quanto di più evoluto è dato ammirare oggi, quanto a molteplicità in-formati-ca. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:32
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| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:32
A me il formato 3:2 continua a piacere, fin dai tempi della pellicola, però mi rendo conto che oggi utilizzo sempre più spesso anche formati non "canonici" e, talvolta, persino l'1:1 che all'epoca non digerivo proprio. Non so se sia dovuto al passaggio alla fotografia digitale, forse hanno inciso di più gli anni di "letargo" trascorsi da quando ho smontato la camera oscura a quando mi sono avvicinato ai pixel, che probabilmente hanno smussato una certa forma mentis che mi ero creato |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:35
citando proprio Monet diciamo che qui spazio e dipinti sono interlacciati «I nervi sovraffaticati dal lavoro si sarebbero lì distesi, secondo l'esempio riposante di quelle acque tranquille, e, a chi l'avesse abitata,questa stanza avrebbe offerto il rifugio di una pacata meditazione in mezzo a un acquario di fiori» a volte si parte dalla cornice perchè si ha in mente un'allestimento ben preciso e una disposizione particolare molto più spesso dall'immagine, io cerco di tenere proporzioni standard per una serie di motivi, ma non lo trovo un vincolo assoluto |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:37
Ettore, mica solo per il formato, quelli lavoravano con un pezzetto d'ocra, un rametto carbonizzato e un po' di latte di capra: ce la vedi una versione di Photoshop con quei tre strumenti soltanto? |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:43
@ Daniele Ferrari “ Ettore, mica solo per il formato, quelli lavoravano con un pezzetto d'ocra, un rametto carbonizzato e un po' di latte di capra: ce la vedi una versione di Photoshop con quei tre strumenti soltanto? „ Versione propedeutica Rev.20.000 A.c. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:49
@MatteoGroppi: “ citando proprio Monet diciamo che qui spazio e dipinti sono interlacciati „ E il risultato è fantastico! Qualcuno sa se Monet ha dipinto quei capolavori per quella sala? In ogni caso lui era uno spirito libero, e ben difficilmente avrebbe anche solo pensato di adattare le sue idee pittoriche ad un unico formato. Mirko, ho dato un occhio alle tue foto: mi piacciono moltissimo, ed è vero che sono fatte per quel formato. E' come se avessi seguito una metrica ben precisa. Chapeau! |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:56
Avevo letto che Monet partecipò alla progettazione e fu lui a pensare alle sale ellittiche, le opere furono visibili al pubblico nel 1927, pochi giorni dopo la morte del pittore, ma il progetto era partito 10 anni prima circa e quei dipinti furono fatti appunto per essere messi li |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2018 ore 15:01
@ Skylab59 “ Avevo letto che Monet partecipò alla progettazione, la sala aprì al pubblico nel 1927, pochi giorni dopo la morte del pittore, ma il progetto era partito 10 anni prima circa e quei dipinti furono fatti appunto per essere messi li „ Genio si, sregolatezza no. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 15:03
Ho detto spirito libero , non sregolato |
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