user158139 | inviato il 02 Dicembre 2018 ore 17:42
Sono incappato in questo libro curiosando in una libreria veneziana; mia moglie ne aveva letto una recensione molto positiva sul Guardian e l'ho comprato subito. Due caveat: (1) non si tratta di un libro di fotografia e (2) non ha alcuna pretesa di completezza, nonostante la parola "atlante" nel titolo. Come accade spesso ai libri e ai film stranieri, le traduzioni dei titoli in italiano sono fatte da mentecatti (l'esempio più eclatante è ovviamente "Eternal Sunshine of the Spotless Mind", il cui titolo italiano mi rifiuto perfino di scrivere). Il titolo originale è "Le vite segrete dei colori", e non si capisce perché non sia stato adottato anche per l'edizione italiana. Il libro racconta la storia di 75 colori che hanno un nome (Isabella, Minio, Rosa shocking, Pulce, Blu oltremare, Magenta, Indaco, Rosso corsa, Assenzio), una storia culturale ovviamente, perché il solo fatto che un colore abbia un nome vuol dire che è stato oggetto di un'elaborazione culturale. Ad un certo punto, infatti, viene citato Ruskin: "Il miglior destino possibile per un colore è quando nessuno, vedendolo, sa come chiamarlo." Ovviamente, alcune vite sono più interessanti e avvincenti, altre meno. Ho comunque intenzione di mettere mano all'edizione originale, perché credo che in molti punti (come riconosce la stessa traduttrice nella sua nota iniziale) l'edizione italiana se ne discosti sensibilmente. Per un fotografo, questo libro può essere un piacevole diversivo o un interessante approfondimento sul tema del colore. Io comunque lo consiglio. Tra l'altro, nel prezzo è inclusa la versione ebook scaricabile dal sito dell'editore, come dovrebbe essere per tutti i libri cartacei. |
| inviato il 03 Dicembre 2018 ore 9:13
Giustappunto, colori uguali hanno magari nomi diversi il lingue diverse, oppure leggere variazioni di tinta hanno nomi distinti in alcune culture ed in altre no. Oppure ci sono nomi specifici per alcuni colori in una lingua e nell'altra no. |
| inviato il 03 Dicembre 2018 ore 9:32
Ottimi spunti da approfondire, parliamo tantissimo di aspetti tecnici come profili colore, imminenza etc, ma troppo poco dei sentimenti che un colore può suscitare in una foto... |
| inviato il 03 Dicembre 2018 ore 10:04
anche del significato, spesso si sceglie tutto per mera estetica, ma è anche possibile seguire scelte basate su motivazioni più articolate |
user12181 | inviato il 03 Dicembre 2018 ore 10:55
Per me l'importante è che non compaia la parola inflazionata dall'uso ottuso che ne fanno gli autonominati "artisti" e "critici" dei forum: "cromie". Poi va bene tutto. |
| inviato il 03 Dicembre 2018 ore 11:13
Arrivi tardi visto che si chiama cromorama direi che quindi la parola cromia è già in questi topic. Al di là del termine che si vuole usare non vedo il pro di voler fare una polemica inutile su una discussione potenzialmente interessante e istruttiva, malgrado concordo che ci sia un abuso del termine visto che teoricamente è un suffisso a parole composte (monocromia, policromia, discromia) o in uso pittorico è usato per le tonalità del colore |
user158139 | inviato il 03 Dicembre 2018 ore 12:15
Credo che i tre libri (quello che ho sottoposto io, quello di Matteo e quello di Andrea) siano tra di loro complementari: St Clair è un'esperta di moda (di storia della moda in particolare), Falcinelli di design e Ball di chimica (e scienza in generale). |
| inviato il 03 Dicembre 2018 ore 18:26
ottimi spunti! |
user158139 | inviato il 03 Dicembre 2018 ore 21:29
Visto che siamo in argomento, qualcuno ha letto "Interazione del colore" di Josef Albers? |
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