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Il perche" di uno scatto


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avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2018 ore 17:41

Quando sto per scattare una foto spesso mi pongo una domanda.
Cosa sto ricercando nel soggetto che mi appresto a fotografare?
A volte in partenza parto con un idea sul cosa e come fare che a volte si concretizza ma spesso cambià direzione.
La mia mente cerca di elaborare un progettoo cose semplici o cose piu" complesse ma....
Il risultato che piu' aprezzo e' quando da un idea e da una ricerca si innesca un fattore improvviso un particolare ,un momento che riesco a catturare con un click in quell istante.
Un istante un imprevisto una luce diversa che cambia
Anche lo stato s' animo e mi regala uno scatto che diventa emozione.


avatarsupporter
inviato il 11 Aprile 2019 ore 22:51

Io la domanda "Cosa ha attirato la mia attenzione in quello che ho deciso di fotografare?" "Cosa voglio comunicare"" Che cosa voglio far risaltare e far vedere?" me la faccio sempre e mi aiuta ad osservare a decidere il pdr , l'inquadratura perchè tutto cambia ed una fotografia è un momento unico irripetibile di luce ed emozioni!

user90373
avatar
inviato il 11 Aprile 2019 ore 23:03

Il perche" di uno scatto


Me lo chiedo sempre quando mi vedo costretto ad usare il "cestino".

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3143458

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2019 ore 23:52

Credo di non essermi mai posto questo tipo di domanda in vita mia...
E credo che questa cosa dipenda fondamentalmente dall'approccio che ognuno ha.
Perché se diverso è il fine, è naturale che siano diversi anche tutti i "passaggi intermedi".

Avendo sempre avuto una visione, per così dire "olistica" della fotografia, ma più in generale della vita, ogni foto non è altro che una goccia nel flusso di un fiume: e interrogarsi sul fiume è una cosa che fai solo ogni tanto, nel tempo.

Certo: se la foto ha uno scopo preciso, di tipo sostanzialmente commerciale, il ragionamento sopra non vale.
Ma fuor di quello, secondo me, in una fotografia ci metti quello che hai accumulato fino a quel giorno (in termini di tecnica, sensibilità e intuizione) e non è così rilevante pensare troppo. Anzi, può perfino essere controproducente.

Un po' come nelle arti marziali, in cui tutto il lavoro di preparazione è fatto proprio per arrivare ad agire senza dover pensare. Con mente sgombra.
Ragionamento in fondo non dissimile da come la mette giù un Cartier-Bresson per esempio, quando paragona l'atto del fotografare alla guida dell'auto, che col tempo e l'esperienza diventa una cosa automatica, che non richiede pensiero.

PS: il ragionamento è soggettivo ovviamente, legato sia all'approccio che al tipo di fotografia praticata.
Per altri sarà certamente molto diverso ;-)

Buona serata
F

user111807
avatar
inviato il 12 Aprile 2019 ore 6:09

Perché?
Di solito non me lo chiedo mai é l'istinto che mi fa scattare la molla di fermare un determinato momento bello o brutto che sia per il mio modo di intendere la fotografia che è la vita di tutti i giorni in tutte le sue possibili variabili, da sempre porto sempre con me una fotocamera per poter cogliere in qualsiasi momento un immagine , al giorno d'oggi è ancora più facile grazie alla tecnologia attuale degli smartphone che uso tantissimo il che farà storcere il naso a molti che se non usi l'ultimo modello di fotocamera digitale pro o semipro non è fotografia , secondo me é il fine che conta non il mezzo e tante immagini me le sarei perse altrimenti.
Diverso invece il discorso se si esce per fare fotografie mirate o per lavoro allora si che la fotografia diventa il frutto di un progetto e qui entra in gioco la propria sensibilita espressiva che è diversa in ognuno di noi ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 12:16

Quoto Francesco
in una fotografia ci metti quello che hai accumulato fino a quel giorno (in termini di tecnica, sensibilità e intuizione) e non è così rilevante pensare troppo. Anzi, può perfino essere controproducente.
.
Semmai le domande me le pongo se posto una foto su Juza. Molti credo che non se le pongono forse perchè consapevoli di avere tanti "amici" che metteranno indistintamente un "mi piace";-)

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 12:47

Io non sono d'accordo, io credo che per avere scatti "buoni" è necessario in genere averli in testa prima, sapere cosa si sta cercando e cosa si vuole mostrare e magari a chi.
Questo non significa che il luogo e l'attimo imprevisto non siano contempleti, ma lo sono in un flusso di pensiero, sto cercando quella tipologia di scatto, quella determinata azione e allora quando mi capita riesco a coglierla, a "vederla"

user90373
avatar
inviato il 08 Maggio 2019 ore 14:21

@ MatteoGroppi ....... Questo non significa che il luogo e l'attimo imprevisto non siano contemplati, ma lo sono in un flusso di pensiero, sto cercando quella tipologia di scatto, quella determinata azione e allora quando mi capita riesco a coglierla, a "vederla"

Ringrazio @ MatteoGroppi per aver dato il via a questa mia personale riflessione:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3180176

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 16:22

Io non sono d'accordo, io credo che per avere scatti "buoni" è necessario in genere averli in testa prima, sapere cosa si sta cercando e cosa si vuole mostrare e magari a chi.
Questo non significa che il luogo e l'attimo imprevisto non siano contempleti, ma lo sono in un flusso di pensiero, sto cercando quella tipologia di scatto, quella determinata azione e allora quando mi capita riesco a coglierla, a "vederla"


Caro Matteo, purtroppo il forum a volte porta a tagliare con l'accetta piuttosto che col bisturi.
E vale la pena di provare a intendersi ;-)
Dici che non sei d'accordo (presumo con l'assunto del "non pensare"), ma in realtà non c'è poi disaccordo in quello che dici.

Non pensare è un concetto che non ha nulla a che vedere con le idee, coi progetti e tutto il resto.
Non c'entra col fatto di avere gli scatti buoni già in testa o meno. Sono due elementi indipendenti.
Non pensare è svolgere un'azione col giusto automatismo, a prescindere da quel che c'è dietro.
E, ovviamente, non parliamo di still-life...

Io ho praticato la spada giapponese, e lì lo scopo è esattamente questo: allenarsi, possedere tutto fino al punto che la mente non serva più al momento dell'azione.
Concetto oltretutto, quello dell'automatismo acquisito, particolarmente caro a Cartier-Bresson.

Inoltre aggiungo una cosa, che proprio in una serata all'interno di un circolo è stata oggetto di ragionamento.
Un sacco di gente pensa che da una parte c'è il "progetto" e dall'altra lo "scatto a caso".
Ma così proprio non è.
Se mai utile, magari approfondiamo ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 17:48

Allora provo a specificare meglio il mio pensiero.
Si possono fare tante foto singole, mi trovo in un posto bellissimo, trovo una situazione di luce che amo, voglio fare un bel ritratto,.... mille motivi e non centrano con un lavoro, ma hanno un loro perché .
Anche se magari certi autori hanno uno stile sempre ben riconoscibile per composizione,scelta dell'immagine, post ecc..
Detto questo io vedo la foto come qualcosa di molto legato al ragionamento e a certe scelte, l'automatismo secondo me deve esserci però nell'impostare e usare la macchina, nel riconoscere le luci e l'inquadratura migliore, nella parte fisica della realizzazione insomma.
Ora mi guadagnerò tante critiche ma io credo che Cartier-Bresson sia stato molto importante, ha segnato il passo, ha aggiunto qualcosa lasciando un suo segno che non è ignorabile, ma nè è passata di acqua sotto i ponti, è diversa la fotografia, è diverso il contesto storico, io credo che la fotografia come il linguaggio è in evoluzione, ciò non significa che improvvisamente Cartier-Bresson non sia più un grnade esponente della fotografia, ma che i segni che lui ha lasciato in questo mondo sono entrati nell'uso più comune, ma il linguaggio si è anche evoluto.
Io non faccio street nè reportage, ma sappiamo tutti che chi lo fa seriamente l'attimo se lo crea nel senso che trova luoghi adatti per i suoi scopi dove sa che con una certa probabilità avverrà qualcosa, poi ovvio il grande scatto è anche frutto del caso, ma si pensa troppo che si facciano solo chilometri per incontrare situazioni, i colpi di fortuna succedono certo, ma succedono molto più spesso a chi li cerca e se questi capitano molto spesso be non è più fortuna, ma un metodo di lavoro.

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 18:04

Allora provo a specificare meglio il mio pensiero.


L'avevo sommariamente inteso Matteo.
Ma resto del parere che ci sono molti modi di perseguire un'idea estetica.
Certo, l'arte contemporanea pare necessitare di questo: di concettuale nel senso primo del termine.
Il che, per definizione, sposta il centro sull'idea originaria e l'atto "operativo" diventa qualcosa di secondario.
La pittura attuale, per fare un esempio banale, non è questo, anche portato all'estermo?
In questo senso è indubbio che Cartier-Bresson sia superato, e non c'è nulla di disdicevole nel dirlo: lo è anche Beethoven, nel senso che intendiamo.

Ma detto questo, non trovo sbagliato che si persegua un'idea estetica al di la del cosiddetto progetto.
Che altro non è poi che un progetto, la cui durata è semplicemente molto più lunga.
O meglio, le parti predefinite di questo similprogetto fluttuano in modo differente.

sappiamo tutti che chi lo fa seriamente l'attimo se lo crea nel senso che trova luoghi adatti per i suoi scopi dove sa che con una certa probabilità avverrà qualcosa


Mi riferisco a questo fondamentalmente.
L'elemento di progettualitò di fondo c'è, e questo ti porta su cose anziché altre.
Ma quello che proprio non mi convince, dell'idea di progetto così come viene imposta oggi, è che ci sia più qualità, comunicativa o di altro tipo, semplicemente perché predetermino che voglio rappresentare l'insofferenza contemporanea o lo stato dell'arte dell'illuminazione della mia città e poi vado a farlo. Tutto qui ;-)

Anche se non mi sfugge che, se vuoi emergere, è meglio essere adeguati Sorriso

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 18:39

Non la vedo come un uniformarsi anzi la vedo come unico modo per avere una voce in mezzo a decine di voci simili e questo non significa emergere ma almeno provare a dare un significato

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 19:58

Non la vedo come un uniformarsi anzi la vedo come unico modo per avere una voce in mezzo a decine di voci simili e questo non significa emergere ma almeno provare a dare un significato


Certamente Matteo.
Ma alla fine è solo un cambio di direzione e la sostanza finale cambia poco.
Perché quello che dici è sacrosanto, ma sai bene che pochissimi ci riusciranno (a dare davvero quel significato).
E il risultato più generale sarà che avremo una maggioranza come sempre conformata.
Solo che lo sarà su 15 scatti a tema anziché su uno spaiato.

Intendi Matteo: io non trovo affatto erroneo il tuo punto di vista.
Anzi, come ho detto anche sopra, io pure credo che sia l'unica via reale per l'arte contemporanea.

Solo, parlando di fotografia in generale, ritengo che pochissimi davvero sono gli artisti.
E per questo motivo, solo per questo, vedo solo un nuovo modo di conformarsi, per il movimento in generale.

Spero ovviamente di sbagliarmi, ma non escludo che questo tipo di insegnamento, che nei circoli mi pare ormai dogmatico, finisca solo per produrre dei mantra: importanti per significato intrinseco sicuramente, ma che concretamente diventano ripetizione a pappagallo.

Spero che, pur non condividendolo, tu comprenda il mio punto di vista, che per quanto erroneo possa essere, non è semplicemente fondato sull'incapacità di lasciare il passato dov'è ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 20:25

No ma non contesto quello che dici ma io non parlo di arte, io parlo di fotografia. Non ho i mezzi per giudicare un'opera, io mi riferivo a fotografia se vogliamo proprio usare un termine autoriale.

avatarsenior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 21:47

Scatto perche' mi balena un'idea in testa, una visualizzazione mentale precisa di una situazione piu' o meno complessa da rendere reale tramite la fotografia; realizzata poi attraverso la costruzione di un set adeguato che sappia riprodurre, nella maniera piu' esatta possibile, quello che la fantasia aveva proposto.
Come potrete immaginare, l'ovvia conseguenza e' che non scatto quasi mai all'aperto, a parte roba generica o ritratti alla famiglia col 135mm che poi stampo e mi guardo molto bene dal pubblicare in rete...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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