| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 6:03
C'è da poco da fare inutile girarci intorno. Se pubblichi sul web devi mettere in conto che il furto capita ed è inevitabile. Se va bene citano l'autore altrimenti si attribuiscono lo scatto e non sempre si viene a conoscenza del furto. Penso che ogni caso è a sé e non si può generalizzare. Un giudice fa differenza tra chi ha rubato una mela e chi un gioiello (anche se non sempre è così). Però si potrebbero sfruttare i social per pubblicare lo scatto rubato e aggiungere qualche riga che in modo elegante e ironico spu,ttani azienda e agenzia . |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 8:42
Ubrigantu, io non ti ho dato del drogato. Figuriamoci. Abbiamo visioni opposte sull'argomento, eccetto alcuni punti tipo la risoluzione delle foto che io avevo già detto prima di te (vedi pag. 5 del 27 novembre). Io però consigliavo la bassa risoluzione per scoraggiare la contraffazione dell'immagine (rimozione watermark) non per impedirne l'uso a terzi. Infatti, anche una risoluzione a 800 pixel basta e avanza al "malintenzionato" per farci ad esempio l'header del suo sito web. Il discorso è tanto semplice quanto logico: Ad oggi la quasi totalità dei fotografi in attività ha un proprio sito internet dove pubblica una selezione dei propri lavori, per svariati e ovvi motivi legati al proprio business. Che le fotografie siano state vendute o meno non sposta una virgola nel concetto generale. Cito la legge: "spetta al fotografo il diritto esclusivo di riproduzione, diffusione e spaccio della fotografia" , o a chi ne abbia acquisito i diritti mediante accordo contrattuale tra le parti. La paternità invece è sempre dell'autore, finché egli è in possesso del "negativo", alias il file RAW. Poiché nessun Papa al mondo può garantire al fotografo che i suoi lavori non vengano usati da terzi senza previa autorizzazione , esistono leggi internazionali sul diritto d'autore e il copyright (che più volte ho menzionato). Se non fosse così non esisterebbero i vari CUA, UCC, WTO, TRIPS, la Convenzione di Berna, di Ginevra, l'US Copyright Office, e tutte le leggi nazionali che tutelano i diritti d'autore nei quali rientrano le opere fotografiche. Punto. Qui terminano i dati di fatto e comincia la romanza... I polli della domenica che sognano di diventare fotografi (o famosi fotografi) grazie alle foto ad alta risoluzione che pubblicano sui social (storia su cui insisti caldamente e non si capisce il perché) sono una cosa a parte, che non preclude il discorso sulla tutela della proprietà intellettuale di cui sopra. Tra l'altro a me questa storiella francamente non interessa. Se a te appassiona prendere per il cu+o questi soggetti, fai pure. Io me ne tiro fuori. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 10:12
scusate io pubblico ad alta risoluzione 1) perché di foto migliori delle mie ce ne sono un sacco, 2) perché me le godo. Trovo un certo piacere visualizzarle comodamente in galleria sul web. 3) certo mi darebbe fastidio se qualcuno le utilizzasse senza chiederne il consenso. Purtroppo il mondo della fotografia è molto inflazionato. Ma ecco che i professionisti servono per servizi di qualità. Servizi fotografici come la citata Ana Rosso, che praticamente è seguita da uno stuolo di collaboratori O i ritratti alla Sergio de Rosas o di Maxu, non si inventano Lo spazio nel mondo commerciale c'è per i lavori di qualità, dove anche l'azienda deve farsi notare o dove la coppia di sposi vuole il servizio da copertina. Lo spazio per i lavori mediocri ce n'è sempre meno. Perché il cliente se li può fare da solo.. semplice. E' l'eccellenza che deve essere comunicata. E i mezzi mediatici web twitter etcc servono eccome (con le dovute accortezze) |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 10:17
Premi fotografici internazionali, con fregatura nascosta. 13 DICEMBRE 2018 / SARAMUNARI Ciao, buongiorno! Vi scrivo per avvertirvi di una cosa che ho trovato in questo e altri premi, leggendo bene tutto il regolamento. STATE ATTENTI quando nei premi internazionali trovate questa dicitura: /NOTE ON COPYRIGHT/ The images remain the property of the author and the author grants IWPA a royalty-free license to use, copy, reproduce, adapt and modify the images in relation to the promotion of the award during the following year(s) and for any other purposes, without participant being able to raise any financial claim, and to include all print, video or online media or social media. IPWA may sub-license this licence to its partners. Vi stanno dicendo che possono usare le vostre immagini, senza consenso, per scopi non meglio specificati e non relativi al premio in questione, senza chiedere né permesso, né altro. Lo trovo un metodo poco ortodosso che permette di sfruttare le immagini prodotte dagli autori, senza alcun compenso finanziario. Se accettate questa condizione, le vostre fotografie, anche se rimangono di vostra proprietà, possono essere sfruttate per qualsiasi scopo, anche pubblicitario, da agenzie o altro. Se invece vi va comunque, saputo questo, di partecipare! Fatelo. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 10:23
Naturman, a meno che tu non sia una celebrità (e anche lì nulla è certo), essere "uno bravo" non tutela automaticamente i tuoi diritti. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 10:27
Vincenzo, hai fatto bene a ricordarlo. Infatti se sottoscrivi quel contratto quella dicitura indica la cessione dei diritti sulla diffusione e riproduzione. L'ho scritto prima: “ Cito la legge: "spetta al fotografo il diritto esclusivo di riproduzione, diffusione e spaccio della fotografia" , o a chi ne abbia acquisito i diritti mediante accordo contrattuale tra le parti. La paternità invece è sempre dell'autore, finché egli è in possesso del "negativo", alias il file RAW. „ È un metodo che non condivido, ma è legale e l'autore ne è consapevole. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 10:32
@Make lo so, ma dovrai pure esporti , con fotografie in bassa , con filmati altrimenti rimani a casa e sai già quanti vengono a bussare se non ti dai da fare . Mio fratello fa foto industriali e depliant per alberghi. Praticamente tutta merce con marchi che difficilmente uno può riutilizzare. La vedo molto difficile per i paesaggisti (perché siamo semplicemente strapieni di reportage etc.) e chi fa foto da stock |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 10:43
I concorsi, in tutti i campi, sono un buon metodo per ricevere molto materiale di pregio e tante idee. Il tutto quasi gratis. Molti furbacchioni lo sanno e usano questo stratagemma. Importante è rendersene conto e non cascarci. Edit: Naturalmente ci sono anche concorsi corretti. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 10:52
“ La vedo molto difficile per i paesaggisti (perché siamo semplicemente strapieni di reportage etc.) e chi fa foto da stock „ Hai ragione, ma se ci pensi è difficile anche per altri generi, a prescindere dallo stock o meno. Tu prima hai citato Ana Rosso: e se qualcuno domani prendesse a sua insaputa uno dei suoi ritratti, eliminasse il watermark e vi applicasse il logo del suo negozio di abiti da sposa per pubblicizzarsi sul web (o TV o altro canale di diffusione)? Secondo te Ana Rosso ne sarebbe orgogliosa o le girerebbero le scatole? Per te chi avrebbe ragione, il fotografo o il proprietario del negozio? È solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare per supportare il concetto. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 11:07
mi domando se un furto di una bicicletta, ho l'uso non autorizzato della stessa, avrebbe suscitato la stessa attenzione di questo topic. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 11:09
Una fotografia può renderti milionario, una bicicletta vale molto di meno. |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 11:11
“ Una fotografia può renderti milionario, una bicicletta vale molto di meno. „ Se rubano una mia foto è diventanto milionari, sono milionario anche io, potrei solo ringraziarli che hanno saputo fare cose che io non saprei. Se rubano una mia bici e resto a piedi è molto peggio. la vita è tutto un quiz (cit.) |
| inviato il 20 Dicembre 2018 ore 11:36
“ Come per tutte le cose, dipende: „ infatti... it.wikipedia.org/wiki/Rhein_II (ma ora che c'entrano le biciclette? ) |
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