| inviato il 22 Novembre 2018 ore 9:38
Ciao a tutti Vorrei sapere quali sono le lunghezze focali consigliate per ritratti mezzo busto o primissimo piano, in modo tale che vengano rispettate le proporzioni del viso, ho visto ritratti scattati a 24 mm su FF e per il mio modo di vedere le cose inguardabili, stessa cosa se parliamo di foto di cellu con nasi che diventano giganti ecc... volendo si possono fare ritratti anche con un 500 mm...ma penso che anche qui non vengano rispettate le proporzioni del viso. Vorrei la vostra esperienza specificando il formato che utilizzate Grazie |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 13:52
Allora, il formato non fa differenza. La luce che passa dentro la lente e la successiva immagine riprodotta è a sé stante, e con il sensore non c'entra nulla. Con un formato ridotto non faresti altro che croppare l'ipotetica immagine che avresti su full frame. Detto ciò, personalmente i ritratti sotto i 50mm sono inguardabili. Talvolta con un 35mm, ma in rare occasioni, e solo se ben contestualizzati. Sicuramente le focali migliori sono dagli 85 ai 300. Numerosi professionisti usano il 300 2.8, perché è quello capace di creare un migliore sfuocato a parità di angolo di campo, e l'effetto risultante a livello di compressione è il migliore. Per farti un'idea puoi usare questo tool: dofsimulator.net/en/ |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 17:42
Mezzobusto e primissimo piano sono due cose molto diverse. Per il FF primo piano direi 105; primissimo piano 135 mezzobusto 85 o anche 50 |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 18:17
24 mm su FF per fare un primo piano ovviamente non va bene. Si usano di solito obiettivi dagli 85 mm in su proprio perché "appiattiscono" l'immagine evitando distorsioni. Secondo me con un 85 mm corretto in PP si fanno degli ottimi primi piani, se vuoi qualcosa di più punta su un 135 e passa la paura. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 18:25
Direi che le focali indicate dal Signor Mario sono una buona base di partenza. Poi è vero che si può fare tutto con tutto... |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 18:27
L'occhio si sta abituando a quegli orribili selfie scattati da distanza molto ravvicinata col telefonino, con proporzioni da paura. Ci si abitua a tutto... purtroppo! |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 18:50
Invece che della lunghezza focale e del formato, sarebbe forse più semplice e diretto parlare di distanza dal soggetto, da cui appunto dipendono le proporzioni nell'immagine ripresa e dalla quale poi ognuno può eventualmente ricavare quale obiettivo usare a seconda dell'inquadratura desiderata e del formato utilizzato. Le proporzioni reali si ottengono a una distanza infinita. Le proporzioni "gradevoli" sono invece legate a convenzioni estetiche e sociali che possono cambiare parecchio. Se proprio non si sa da dove cominciare a sperimentare, direi che stare a un paio di metri di distanza dal soggetto potrebbe essere un valido punto di partenza. |
user158139 | inviato il 22 Novembre 2018 ore 19:46
Ha ragione Isonluke, la lunghezza focale non c'entra nulla: il fatto è che per "riempire" il frame con un 35 devi essere molto più vicino che con un 135. “ Le proporzioni "gradevoli" sono invece legate a convenzioni estetiche e sociali che possono cambiare parecchio. „ Non è del tutto vero: anche i nostri occhi subiscono la stessa "distorsione prospettica" degli obiettivi fotografici, ma il nostro cervello è in grado di correggerla automaticamente, per cui quando siamo a trenta centimetri dal viso di una persona non ci sembra diverso da quando siamo a due metri. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 20:13
...ma una foto scattata da un metro e venti suscita una sensazione molto diversa da una scattata da tre metri. Meglio saper sfruttare anche questa cosa. C'è anche da dire che un bravo ritrattista può sfruttare una leggera distorsione prospettica per nascondere o enfatizzare proporzioni e difetti. |
user69293 | inviato il 22 Novembre 2018 ore 20:16
85 |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 20:23
“ Non è del tutto vero: anche i nostri occhi subiscono la stessa "distorsione prospettica" degli obiettivi fotografici, ma il nostro cervello è in grado di correggerla automaticamente, per cui quando siamo a trenta centimetri dal viso di una persona non ci sembra diverso da quando siamo a due metri. „ Intendevo dire che le proporzioni ritenute gradevoli in un'immagine fotografica sono largamente frutto di influenze estetiche e prossemica, di cui è bene essere consapevoli. Comunque è vero che dal vivo non si ha la percezione di un effetto così accentuato anche da molto vicino, a meno di farci caso (esperimento che val la pena di fare, se non ci si è mai pensato); in una fotografia l'effetto può essere ancora più spiazzante, dato che tipicamente la si osserva da una distanza maggiore rispetto a quella che offre la prospettiva corretta. “ ...ma una foto scattata da un metro e venti suscita una sensazione molto diversa da una scattata da tre metri. Meglio saper sfruttare anche questa cosa. C'è anche da dire che un bravo ritrattista può sfruttare una leggera distorsione prospettica per nascondere o enfatizzare proporzioni e difetti. „ Sottoscrivo... Senza quella consapevolezza diventa difficile poter sfruttare tali effetti e anche riuscire a leggere le immagini che si discostano dai propri canoni. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 21:51
“ Intendevo dire che le proporzioni ritenute gradevoli in un'immagine fotografica sono largamente frutto di influenze estetiche e prossemica, „ Anche sulla prossemica ci sarebbe da intendersi perché esistono almeno tre differenti distanze relazioneli, intima 50cm (e qui che quelli davvero bravi tirano fuori foto particolarissime); quella personale 120cm (quella classica a cui siamo socialmente abituati) e quella sociale 300cm (quella dei ritratti ambientati). |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 22:06
“ Anche sulla prossemica ci sarebbe da intendersi perché esistono almeno tre differenti distanze relazioneli, intima 50cm (e qui che quelli davvero bravi tirano fuori foto particolarissime); quella personale 120cm (quella classica a cui siamo socialmente abituati) e quella sociale 300cm (quella dei ritratti ambientati). „ Esatto, la questione è piuttosto articolata... Consiglierei a chi ha aperto la discussione di fare anche una ricerca su quelle passate perché è un tema che è stato trattato altre volte, e in particolare sulla prossemica ricordo vari interventi interessanti. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 22:29
Io uttualmente li faccio col 50 1.8 nikon su nikon d7500 quindi apsc, corrisponde a un 75 mm e per il mio modo di vedere e'troppo troppo corto a meno che non voglia fare un ritratto totalmente ambientato, seno'finisce che mi devo avvicinare moltissimo a un soggetto, prima o poi vorrei prendere un fisso per ritratti che mi serva anche per fare foto in palazzetti sfruttando quindi l elevata luminosita'.... e direi che per le distanze all interno di un palazzetto un 85 mm su apsc sia il punto di partenza, un mese fa ho fotografato i miei compagni di lotta in una gara di brasilian jujitsu, e fotografafo anche col mio 18-140 che ovviamente e'buio e passavo circa dagli 80 mm ai 120-130 a seconda della distanza, vorrei pertanto acquistare un fisso luminoso per tutti questi scopi, per cui ritratto, rispettando proporzioni del viso, e perche no usarlo per eventi sportivi.....l idea era stare fra gli 85 mm e il 135 mm, e mi chiedevo se il 135 fosse un po troppo lungo, vedo che di solito lo utilizzano chi ha full frame e non apsc. |
| inviato il 22 Novembre 2018 ore 22:53
Dato che hai il 18-140, penso che la cosa di gran lunga migliore per capire se come lunghezza un 135 faccia esattamente al caso tuo sia sperimentare per un po' con lo zoom bloccato a 135 circa e vedere come ti trovi... |
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