| inviato il 17 Novembre 2018 ore 20:43
Definita T, dobbiamo definire f, frequenza. In fotografia ci si occupa della zona VIS (visibile). Va da lambda=700nm (quasi infrarosso NIR) a lambda=400nm (violetto). La zona 400-700nm ha una proprietà magica: il rumore non è funzione della frequenza, la frequenza non si cita mai perché è enorme, è data da f=c/lambda, in cui c è la velocità della luce, lambda la lunghezza d'onda. In fotografia abbiamo rifrazione e diffrazione che dipendono da lambda. Il rumore no, ed è una grande fortuna |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 23:10
Allora proviamo a mettere un po d'ordine. I casi sono 2, se no finisce come nei 3 precedenti 3d che non ci capiamo nulla. Se la tapparella è abbassata, allora brancoliamo nel buio in regime di read noise. Se entra luce la prima buona notizia è che siamo tutti invitati alla festa: rossi, giallo-verdi, azzurri, di qualsiasi colore politico faremo tutti comunque lo stesso gran casino !! (ed infatti questo è sperimentalmente verificato). No si parla di politica? Bene, allora passiamo alla diffrazione: Attenzione:che dipende dal colore !. Assolutamente da considerare quando dovremo prenotare le prossime vacanze: meglio andare in montagna o al mare ? |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 23:24
Simone: Io quando leggo di tanto in tanto faccio dei rumori. Il mio bimbo si pacca dalle risate. Mia moglie meno. E' quello il read noise? No, alla fine, se le cose vanno nel verso giusto, ISO varianti e invarianti vanno a bere una birra assieme perchè finalmente parlano la stessa lingua. Nota: se avete letto Sensor Wars o partecipato a Jura conoscete Rcris. C'è modo che ad un certo punto salga a bordo anche lui ( e il suo mitico 50 1.4 famoso su tutto il pianeta ) E ora: il secchio! |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 23:24
Dicevamo della pellicola. Adesso abbiamo una cosa teconologicissima, la costuiscono in posti dell'altro mondo. Si chiama sensore, è costituito da tanti puntini affiancati che misurano quanta luce ci cade sopra. Il puntino lo chiamiamo fotosito. Funziona come un secchio messo sul balcone quando piove. Raccoglie fotoni ( contento lui... ma noi si! ) Lo illumini per un certo tempo e lui ti da un segnale proprozionale a quanta luce ha raccolto. Evitiamo dettagli del tipo carica corrente o tensione. Diciamo tensione. Il limite superiore è dato dalla capienza del secchio. Quello inferiore è teoricamente il secchio vuoto. Per capirci: in un moderno sensore full frame da 24 mpxl in un singolo fotosito ci stanno 70~80mila elettroni. Che non sono micio micio ma una bella folla. Che ci daranno una certa tensione. La tensione la passiamo ad un convertitore Analogico Digitale, e lui ci restituisce un numero che andiamo a scrivere nel nostro file raw. La descrizione è tagliata con l'accetta sia chiaro. Il convertitore ha a sua volta una sua tensione massima in ingresso.-> i numeri che ci restituisce sono qundi relativi al suo range di funzionamento; da zero alla sua tensione massima in ingresso. Il convertitore ha una sua risoluzione: più sono i bit, maggiore è il numero di livelli intermedi che è in grado di misurare. E' come fare una scala sbagliata per salire al piano di sopra: il dislivello da coprire è quello, decidiamo se fare 2 gradini altissimi, o farne un numero via via maggiore ma sempre più bassi. al limite ci ritroviamo una piano inclinato. Se è a 12 bit i livelli sono 4096, Se è a 14 bit i livelli sono 16384, sono tanti! e sono tutti larghi uguali, come gli scalini. Lo chiamano passo di quantizzazione. Se il valore da misurare cade tra due livelli inciampiamo e ci spezziamo le... no viene arrotondato al più vicino. Questo errore di misura prende il nome di errore di quantizzazione. Supponiamo che il nostro fotosito ci restiuisca 1V quando è pieno all'orlo. ( numero sparato a caso ) E che il nostro convertitore abbia un range di funzionamento da 0 a 1 V ( che culo! ) Convertitore a 14 bit. Secchio pieno? 16 mila e sgonfia, secchio che trabocca? sempre 16 mila e sgonfia -> oltre a un secchio non riusciamo a misurare. Finisce sul pavimento e si perde nella pioggia e nel vento tra lacrime... ops.. Ok, facciamo un altro esempio: mezzo secchio? 8 mila e sgonfia, e se entra qualche goccia in più? 8 e sgonfia e un niente. Ecco qui ho risoluzione. Marco Nota: E' sicuramente pieno di inesattezze, ma se non ha errori fondamentali andiamo avanti. Nota2: la FWC ( capienza ) del fotosito l'ho cercata su Internet. Il sito del solito ( benedetti i suoi genitori che hanno spento il TV e benedetto lui ) Bill Claff riporta una tabellina con dati desunti da DxO. |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 0:04
Alcuni secchi hanno l'imbuto per raccogliere meglio la luce. Microlenti Alcuni secchi sono più piccoli ma più numerosi |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 8:29
@Simone: certo! È una festa @Paolo: Si ovvio ma agli occhi del sensore DiVino sono rutti belli uguali. Altrimenti a furia di troppi distinguo si creano fazioni e finisce come negli altri 3D. |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 10:22
La domanda è : Cosa c'è dentro i secchi? a) fotoni b) elettroni c) acqua |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 13:20
In fissa per tutto.Tapparelle o persiane? Le persiane dette anche imposte possono essere considerate un elemento caratterizzante del design della facciata,oltre alla funzione.Una tesi faziosa potrebbe supporre che in fotografia forse, forse, possa risultare piu' frequente incontrare una sequenza di finestre e balconcini con le persine,che poi si moltiplicano e levigano a piacimento nell'immagine,piuttosto che la classica tapparella. |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 14:10
I balconcini mi piacciono parecchio ma la tapparella è necessaria |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 14:33
Da bambini si crede a Gesù Bambino e alla cicogna. Non fa del male a nessuno La maggior parte dei fotografi ha la visione del mondo fisico di fine Ottocento. Il blu ha fequenza più alta del rosso, sono onde elettromagnetiche! T dà un idea di quanta confusione ci sia all'interno di un corpo. Sono idee da fisica classica, si vive benissimo limitandosi a quelle. Il problema nasce quando nei Forum si vuole parlare di rumore.. (to be continued) |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 14:47
Valerio non ti seguo... Marco |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 15:23
@Marco sto subdolamente insinuando che molti usano gli ultimi ritrovati della scienza e della tecnica e hanno ancora le idee di fine Ottocento, è partendo da lì che poi mi insultano... |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 15:27
ok. Ma qui nessuno insulta nessuno. O sbaglio? Marco |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 15:31
Introdotte T e f vediamo che rilevanza hanno nella fotografia digitale. E=h*f afferma che l'energia di un fotone è pari alla frequenza moltiplicata per h, costante di Planck. kT invece è correlata all'energia termica di un sistema attraverso k, costante di Boltzmann. Quando ci sono di mezzo costanti fondamentali come h e k, vale questo: se i loro valori fossero solo leggermente diversi, l'universo non sarebbe quello che conosciamo adesso |
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