| inviato il 03 Novembre 2018 ore 19:35
Salve a voi, vi seguo da oltre un anno cercando tra i vostri argomenti di carpire degli assunti utili nella scelta di un corredo funzionale al mio percorso fotografico. Allora..conosco il marchio leica da una decina d'anni e seguendo la sua evoluzione del digitale, sono sempre meno attratto dai suo corpi digitali vuoi per la loro obsolescenza in distonia con il prezzo di cartellino, vuoi perche' il sensore non viene sviluppato in casa e anche guardandomi altrove a parte il medio formato digitale, con la riproduzione della materia e tonale dei sensori digitali "non ci faccio sangue". Volevo capire per esperienza diretta di chi ha potuto testarlo, risposta secca ...scansionando un negativo analogico con uno scanner fotografico degno e importando i file su un programma come lightroom, tecnicamente diverrebbe paragonabile a un file raw digitale o ci sarebbero informazioni che andrei perdendo, informazioni che solo con il processo della stampa chimica potrei recuperare? E' un flusso di lavoro che darebbe risultati all'altezza del fotogramma iniziale oppure ci sarebbere troppi compromessi? Ringrazio in anticipo chi vorra' dedicare alvune righe e fugare i miei dubbi |
| inviato il 03 Novembre 2018 ore 20:19
“ Volevo capire per esperienza diretta di chi ha potuto testarlo, risposta secca ...scansionando un negativo analogico con uno scanner fotografico degno e importando i file su un programma come lightroom, tecnicamente diverrebbe paragonabile a un file raw digitale o ci sarebbero informazioni che andrei perdendo, informazioni che solo con il processo della stampa chimica potrei recuperare? „ La risposta è no. Anche se non si tratta di diapositive o negativi prodotti con una Leica ho un bel po' di questo materiale e la risoluzione delle attuali digitali, anche fermandoci all'APS-C è superiore alla pellicola formato Leica. Non solo, mentre con le diapositive fino a 100 ISO qualche soddisfazione te la puoi prendere, con il negativo è meglio rinunciare o fermarsi al 20x30 cm che è già al limite. Questa sotto è la scansione di una diapositiva fatta con uno scanner specifico per pellicola www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2639190&srt=data&show2=1&l=it Questa invece è una foto scattata con una reflex digitale www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2457990&srt=data&show2=1&l=it |
| inviato il 03 Novembre 2018 ore 20:32
Sì, scansionando e trattando il file .tif che ne risulta, senza scomodare gli scanner a tamburo, si ha sempre una perdita di qualità rispetto al negativo stampato in chimico. Più il formato è piccolo più le castronerie create dagli scanner si notano (alte luci, passaggi tonali repentini ed altre situazioni "scomode" vengono generalmente mal gestiti), più il formato è grande più c'è da togliere polvere con Photoshop, ma tanto era già aperto per sistemare le castronerie di prima quindi va bene Detto questo ho stampato in A3 delle scansioni da negativo 135 (hp5+, 400 asa sviluppata a 200)... Sono imperfette, ovviamente, ma si fanno guardare. Ovvio, in digitale viene meglio sempre e comunque quando vi si confrontano le scansioni, su questo non ci piove! |
| inviato il 03 Novembre 2018 ore 22:01
caspisco, e vi ringrazio per i chiarimenti che mi saranno utili ho sempre piu' la sensazione che le due uniche strade percorribili siano o lo sviluppo e stampa del b/n oppure la stampa digitale a colori di un file digitale...dico cio' perche' il file della monochrom eccele si in dettaglio ma la resa dell'incarnato-la matericita' sembrano ancora lontani dalla naturalezza della pellicola |
user92023 | inviato il 03 Novembre 2018 ore 22:17
Non ho esperienze dirette in materia, ma ho più volte letto che il sistema più conveniente consiste nel fotografare una negativa/diapositiva con una fotocamenra reflex, un pò come si faceva un tempo per duplicare/riprodurre le diapositive. Con una macchina "megapizzata", il risultato dovrebbe essere di qualità ragguardevole. Ho trovato interessante il suggerimento di utilizzare un proiettore dia, con lampada molto più bassa di quella standard, e senza obiettivo di proiezione. Si introduce nella montatura dell'obiettivo sfilato, un'ottica macro con -chiaramente- attaccata la macchina. Messo a punto il set (esposizione, m/f, ecc.) il lavoro procede speditamente, grazie all'ausilio del sistema di cambio diapositiva (caricatore, ecc.) del proiettore. Però, come dicevo prima, non ho mai provato direttamente. Ciao. G. P.S.: mi risulta che Nikon abbia recentemente posto in vendita un accrocchio (ES-2) finalizzato proprio a questo tipo di lavoro. |
user92023 | inviato il 03 Novembre 2018 ore 23:36
Esattamente,Banjo! Ciao! G. |
| inviato il 04 Novembre 2018 ore 4:16
Ho visto il kit, sembra interessante anche se risulta che i risultati in alcune condizioni di luce registrate dal negativo non siano dei migliori |
| inviato il 04 Novembre 2018 ore 9:11
Purtroppo il livello di qualita' a cui siamo abituati oggi lo supera di molto. |
| inviato il 04 Novembre 2018 ore 9:29
“ Purtroppo il livello di qualita' a cui siamo abituati oggi lo supera di molto. „ Esatto. |
| inviato il 04 Novembre 2018 ore 9:58
Qualcuno di voi ha potuto fare questo tipo di confronto: stessa ottica stessa dorso ma diversa tecnologia es. Leica m 35mm f2 Leica m6 e in seguito una M digitale per capire se riscontrate anche voi non tanto una differenza giustificata da una diversa tecnologia che ha tanti vantaggi in condizioni di luce estrema, ma un limite intrinseco del digitale nel riprodurre l'incarnato e nei passaggi tonali che ti fa subito dire...ecco la pellicola perche' il digitale essendo una "riproduzione" informatica potra' migliorare ancora nell'interpretazione della realta' ma sara' sempre una combinazione di numeri mentre la pellicola con tutti i suoi limiti e' una superficie dove la realta' viene impressa e' una sorta di lastra che impressiona senza elaborazioni artificiose da qui la sua naturalezza unica...correggetemi se sbaglio |
| inviato il 04 Novembre 2018 ore 10:06
Sì, in certe condizioni preferisco anch'io la pellicola ma andrebbe fatto un confronto "alla pari", stampa argentica con stampa da file, proiezione da diapositiva contro proiezione digitale... Passare per un sensore fotografando i negativi vuol dire perdere il vantaggio della pellicola: si mettono in cascata i difetti di due obiettivi, della pellicola e del sensore, dello sviluppo e la post produzione. |
| inviato il 15 Febbraio 2019 ore 17:15
avuto sia leica M che M digitale, ma è lo stesso confronto che puoi fare con qualsiasi marchio! la stampa chimica è una cosa ...la digitale un altra! nonostante io venga dalla chimica, fatta per tanti anni (la adoro) la stampa digitale oggi è migliore! mi spiego se devo appendere una stampa 50x70 la versione digitale sarà perfetta mentre l analogica avrà si una sua personalità ma difficilmente potrà superarla! il mio consiglio è di usare 35mm tanto per tenere in moto gli ingranaggi dell otturatore così si sballano meno i tempi...e se proprio si vuole usare l' analogico è di andare su 4x5 con scatti ben mirati! allora si torna ad avere qualcosa di unico! |
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