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La fotografia di strada. Ancora? Una, nessuna e centomila.


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avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 14:23

Crediamo realmente che si possa inventare qualcosa di unico e originale?

non è questione di originalità come non è nemmeno una questione di cambiare storia della fotografia, ma certi racconti, certi momenti acquisiscono un senso legati al periodo storico, il linguaggio evolve, non è fermo e lo fa per qualunque genere di fotografia, inutile fingere che il web e la possibilità di condivisione non ha cambiato in modo importante il modo di approcciarsi o che l'immagine non sia percepita in maniera diversa rispetto al passato, tutti i generi sono impattati da evoluzioni di linguaggio come lo è la lingua parlata

avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 14:34

Matteo forse non riusciamo a sintonizzarci.
Proviamo a fare esempi fotografici che assecondino le argomentazioni.
Almeno vediamo quali sono i parametri ed i punti di riferimento, del passato ed attuali, di cui ciascuno è a conoscenza e che ha come riferimento per la fotografia di strada, o senza pretesa di essere esaustivi con le definizioni, con il proprio concetto di fotografia di strada.

Scrivere che
certi racconti, certi momenti acquisiscono un senso legati al periodo storico
mi significa abbastanza poco, probabilmente qualche esempio concreto mi aiuta.

il linguaggio evolve, non è fermo e lo fa per qualunque genere di fotografia


Mi pare una contraddizione con quanto dicevi in precedenza.
Se evolve non è anacronistico.
Peraltro che evolva lo trovo ovvio.
Anche qui qualche riferimento concreto di fotografie sarebbe utile.

inutile fingere che il web e la possibilità di condivisione non ha cambiato in modo importante il modo di approcciarsi o che l'immagine non sia percepita in maniera diversa rispetto al passato, tutti i generi sono impattati da evoluzioni di linguaggio come lo è la lingua parlata

Mi pare sia altra tematica valevole come prima cosa per la COMUNICAZIONE di tutti i generi fotografici, a meno che non voglia persistere con la tesi sostenuta in una tuo recente post su cui mi ero già espresso in disaccordo.
Ossia non faccio fotografie in funzione del web, ma semplicemente il web aiuta e facilita a far conoscere le mie fotografie, ed a farmi conoscere le fotografie degli altri.

Al fine di capirci meglio penso sia più utile linkare foto di strada con poche parole, che tante parole con zero foto di strada.




avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 15:06

Immortalare soggetti inconsapevoli, la chiamano anche candid. Venticinque anni fa, si chiamava reportage urbano, in una collana fatta da fotografi professionisti, non detto da me eh?! Lo stile di coniugare elementi grafici, o comunque sfruttare la compressione prospettica sommando elementi al soggetto, è stato perlopiù inventato in america. È un sottogenere secondo me. Credo molte volte preparato e posato ad hoc. Vero anche che le situazioni quotidiane, non sono sempre e solo per la strada... È sempre difficile stabilire confini. Ognuno può dire la sua, o tutto il contrario. Come dice Groppi, è incredibilmente affascinante guardare gli scatti della Mayer con le Cadillac anni 50, vedere adesso le Smart sono meno affascinanti. Le persone col loden che leggono quotidiani meglio do quelli con lo smartphone.... vi saluto, un abbraccio.

avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 15:14

Prendiamo The Americans, perchè fece scalpore? il linguaggio fotografico stava cambiando, Frank iniziò ad usare un canone estetico diverso dal linguaggio usato in molti lavori prima, se lo confrontiamo con certi fotografi precedenti è impossibile non notare le differenze, ma da dove viene questo nuovo linguaggio? viene dagli ambienti beet dell'epoca e a un modello culturale a cui si ispira e che lo condiziona, la sua foto è figlia del momento e del luogo in cui vive ed è ovviamente diversa per esempio da quello che abbiamo visto con HCB ridotto spesso al semplice attimo decisivo.
L'approccio è diverso perchè il tempo è cambiato, la cultura il momento sono diversi e questo si riflette sulle immagini.
Quel lavoro che è uno dei libri più venduti è figlio di quella società, ha senso scimmiottarlo attualmente?
I canoni estetici attuali stanno cambiando in maniera vorticosa, la società odierna ha valori ben diversi e un modi di consumare la fotografia differente e non credo sia possibile ignorare questo e fare una fotografia sensata che vada oltre lo scatto banale

user90373
avatar
inviato il 06 Novembre 2018 ore 15:15

@ MatteoGroppi

non è questione di originalità come non è nemmeno una questione di cambiare storia della fotografia, ma certi racconti, certi momenti acquisiscono un senso legati al periodo storico, il linguaggio evolve, non è fermo e lo fa per qualunque genere di fotografia,


Ora forse creerò un pò di confusione che però rispecchia quella che ho nella testa. Parlando di "senso legato al periodo storico" e di avanguardie è risaputo che il lavoro di tali "reparti avanzati" non sempre viene riconosciuto dai contemporanei perchè fuori dai canoni di tal periodo, ma verrà rivalutato a posteriori come espressione del "periodo storico". Il dilemma che mi assale riguarda la soggettività dei "periodi storici". Riassunto: un lavoro di un decennio addietro, ma un pò troppo avanti per il periodo, viene rivalutato oggi come "espressione di un periodo storico" che non rappresenta.

avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 15:23

parliamoci chiaro stiamo semplici è complesso capire il momento, non ho pretese di sapere cosa avrà valore tra 10 anni, ma in ambito amatoriale la gente afferra una macchina fotografica (un investimento minimo in termini di oggi), batte le strade e fa a caso fotografie di estranei che in genere non fanno nulla poi si torna a casa e si ordinano i 9000 fotogrammi e scelgono una coppia che si ritiene buona.
A questo punto c'è la pubblicazione, quella stessa che faccio anche io, gli amici mettono i like se sei abbastanza conosciuto da avere qualche hater ti butta un po' di m.erda addosso,il problema è che niente di tutto ciò ha a che fare con la qualità estetica della fotografia che spesso non è un racconto reale e calato nella nostra epoca di quello che c'è sulle strade ma uno scimmiottare qualcosa che in un passato aveva senso fatto in un certo modo, ma svuotandolo dai suoi significati portandolo in un periodo e luogo diverso e lasciando una banale imitazione estetica

avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 15:33

. È un sottogenere secondo me. Credo molte volte preparato e posato ad hoc


Non sarebbe più street photography.
Fare quel genere, in maniera seria, vuol dire in qualche modo aderire a un manifesto (un po' come i manifesti delle correnti artistiche), che prevede fra le altre cose la Candid come punto di partenza: cioè il fatto di non preparare la foto.

Mettiamo anche che ci sia qualcuno che fa il furbo e che le foto se la prepari o le manometta in post-produzione, dichiarando di fare street photography. Quanto credi che durerebbe, al giorno d'oggi, senza essere spuxxanato?

avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 15:39

A proposito dell'epoca e del valore di un'immagine: le immagini che circolavano ai tempi della Mayer o di HCB erano una quantità ridicola (rispetto a oggi) e ridicola era anche la copertura dei media in tal senso.
Vedere in immagine, fotografato in modo originale, qualcosa che già vedevi tutti i giorni era comunque un evento di rilievo.

Oggi, che è un'epoca dove siamo bombardati da immagini di ogni tipo e ogni dove, in ogni ora del giorno, non basta più far vedere la situazione che capita in un luogo per far alzare le sopracciglia a chi guarda.
Una volta era così. Oggi no.
Oggi, devi riuscire a mostrare sempre più quello che normalmente non si riuscirebbe a vedere e che nasce solo dal crocevia istantaneo dove si incontrano l'evento, le presenze, l'occhio de fotografo e la fotocamera. Solo in quell'istante, irreplicabile.

avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 15:42

Ettore è condivisibile ma probabilmente è OT, già mi pare difficile orientarsi così. MrGreen

Matteo The Americans, nelle intenzioni dell'autore era una visione dell'America dell'epoca, espresso con un linguaggio innovativo, ma volto più ad un carattere documentale.
Negare che Frank sia stato un padre della fotografia di strada è assurdo, farne la madre (riprendendo quanto avevo già espresso) lo è altrettanto.
Quel lavoro è più simile ad un reportage, una visione documentativa d'insieme.
Altri autori del tempo hanno avuto più cura della foto singola.

Ad ogni modo insisto nel postare foto di strada che possono essere come scrivi che
ha senso scimmiottarlo attualmente?
. a sostegno della tua tesi per capire se ti riferisci a reportage o foto di strada.

The Americans lo conosciamo, portami un esempio di scimmiotamento di quel lavoro.


Ti porto io un esempio di ciò che non credo sia scimmiotamento ma ottima fotografia, più che altro per far capire come forse è più utile proseguire.

Tema cani:
autore del passato Erwitt

icondesign.it/news/elliott-erwitt-cani/

autore del presente:
Chu viet ha

www.flickr.com/photos/chuvietha/40699656172/in/faves-107055202@N02/


In apparenza possiamo notare molte similitudini nel soggetto principale, ed il richiamo dell'osservatore superficiale è immediato.
In realtà sono due foto profondamente diverse, e non è una bestemmia il paragone tra il grandissimo Maestro ed uno assolutamente meno noto alla grande generalità dei fotografi che è uno bravissimo degli attuali contemporanei.
Se posso dire la mia, preferisco la seconda MrGreen.

Insisto pertanto, parliamo per foto, almeno vediamo se abbiamo le stesse concezioni e parliamo della stessa cosa.





avatarsenior
inviato il 06 Novembre 2018 ore 17:48

@MatteoGroppi mi sono ricordato un particolare divertente che mi ha suggerito di ritornare sugli Americani di Franks e sullo scimmiottamento.
Circa tre anni fa, dopo aver conosciuto Frank (fotograficamente ho ancora meno di un bambino delle elementari) ebbi l'originale idea di progettare a lungo periodo the italian's. Ma lo volevo originale, mica copiato! Fortunamente il progetto è naufragato miseramente poichè si sa che nel lungo periodo siamo tutti morti, ed il mio progetto è naufragato ben prima del medio.
Questo però mi ha fatto pensare ad un autore che in qualche modo ha molto da dire sulla vita italiana, e con una gran bella visione.
Non conosco il nome reale, linko alcune sue cose tra cui il suo sterminato profilo flickr.
Pratica una fotografia semplice e lineare, molte cose sono analogiche.
E' immediato, diretto, talora irriverente, talora serio. Opera prevalentemente a Napoli ove, a mio avviso riprende benissimo con sottile ironia quello che è stata ed è la Napoli vera.
Le sue foto sono cronaca, documenti, storie, frammenti.
Cos'altro se non foto si strada.
Come lo è stato Frank nel suo progetto.
Non credo abbia programmato niente, o perlomeno non mi risulta. Non so molto di lui ma quanto vedo mi basta.
Fai questo gioco: scegli dal suo profilo 83 foto e fai l'editore per gli Italiani.
Se non altro un giro merita solo per i suoi titoli, unico che non avverserò mai; sono fantastici.
Non è innovativo, non inventa linguaggi particolari, non stupisce con effetti speciali e via dicendo.
Eppure è una ottima fotografia di strada e non potrà che essere una ottima selezione.

Questo il link: www.flickr.com/photos/72064726@N08/page1
www.invernodreaming.com/blog/2014/4/30/vedi-napoli-e-poi-muori
www.facebook.com/robbiemcintoshphotography/

Spero che con le fotografie riusciamo a capirci meglio.

Un saluto.


avatarsenior
inviato il 07 Novembre 2018 ore 0:31

Bisogna cercarle, studiarle, provare a catalogarle, guardare materiale che non si trova nei libri (almeno io), magari nascosto in qualche gruppo sui tanti portali, in qualche discussione, scritta da un babbaleo semisconosciuto che nessuno si è filato perchè non posta belle foto.


no no, si parte dai libri. Però quali libri? Webb? Saul Leiter? Eggleston? Klein? Partiamo da Bresson? Foto splendide, che però ognuno ha declinato alla sua maniera, ma declinate (a parte Bresson) in parte a una ricerca che ad esempio con Leiter NON è beccare l'omino messo storto che pare uscirgli un idrante dal culo, ma condurre nel suo caso una ricerca sul colore.
Puoi fare solo il primo punto, liberissimo e ci sta che venga una bella foto, ma è da chiedersi: "cosa sto facendo?", "Perchè?"

i tempi cambiano, studiare gli autori che hanno fatto storia va bene, fossilizzarsi sopra loro meno, dipende da ciò che si vuole.

COSA
SI
VUOLE

Io, ho preso questa immagine qua sotto, sviluppata alla buona ma vicina al risultato finale.






È secondo i canoni di Pierfranco uno di quei parallelismi geometrici, è spontanea, è street, ecc., a prescindere che sia più o meno buona.
Ma l'ho scattata per questo fine? Per dire che ho preso una che passava in linea con un albero marcio dietro?
In realtà è un semplice scatto che fa parte di una serie più ampia che descrive l'ambiente notturno della mia città, la fauna per così dire semplicisticamente, più una serie di altre foto e considerazioni, che vanno via via sviluppandosi con il progredire del progetto.
Anzi, non so nemmeno se questa ci sarà nel libro alla fine dell'editing!
Credo che come la tecnica, la scelta di riprendere in un certo modo, un certo tipo di approccio che viene definito "street", debba essere finalizzato per chiudere il cerchio.
Si potranno fare ottime foto in taluni casi, ma il cerchio per me rimarrebbe aperto. Non collimerebbe.

p.s.

20-30 foto sono una quantità enorme da raccogliere che richiede per un comune fotoamatore (io preferisco indicarmi come dilettante di fotografia) tre-quattro anni se va bene.


Ora, io sono per prendere poche foto e ponderate, e valutate che negli ultimi anni ho scattato seriamente molto la sera/notte, proprio per mancanza di tempo. Ma 20/30/40 scatti buoni sono il finale dopo un buon editing (parlo sempre sulla mia esperienza personale per arrivare a fare un portfolio|libro), ma il materiale di partenza sarà almeno di 200/300 foto. E questa non è solo mia esperienza. Poi ognuno ha i suoi tempi, giustamente, e tutti credo vorrebbero averne di più.


Circa tre anni fa, dopo aver conosciuto Frank (fotograficamente ho ancora meno di un bambino delle elementari) ebbi l'originale idea di progettare a lungo periodo the italian's. Ma lo volevo originale, mica copiato! Fortunamente il progetto è naufragato miseramente poichè si sa che nel lungo periodo siamo tutti morti, ed il mio progetto è naufragato ben prima del medio.


MA COME FORTUNATAMENTE!?!?! Potevi fare una cosa che riprendesse la tematica di fondo, lo volevi fare "originale" filtrato attraverso te stesso, era un inizio!

avatarsenior
inviato il 07 Novembre 2018 ore 0:33

parliamoci chiaro stiamo semplici è complesso capire il momento, non ho pretese di sapere cosa avrà valore tra 10 anni, ma in ambito amatoriale la gente afferra una macchina fotografica (un investimento minimo in termini di oggi), batte le strade e fa a caso fotografie di estranei che in genere non fanno nulla poi si torna a casa e si ordinano i 9000 fotogrammi e scelgono una coppia che si ritiene buona.
A questo punto c'è la pubblicazione, quella stessa che faccio anche io, gli amici mettono i like se sei abbastanza conosciuto da avere qualche hater ti butta un po' di m.erda addosso,il problema è che niente di tutto ciò ha a che fare con la qualità estetica della fotografia che spesso non è un racconto reale e calato nella nostra epoca di quello che c'è sulle strade ma uno scimmiottare qualcosa che in un passato aveva senso fatto in un certo modo, ma svuotandolo dai suoi significati portandolo in un periodo e luogo diverso e lasciando una banale imitazione estetica



avatarsenior
inviato il 07 Novembre 2018 ore 0:40

In più, io le persone in buona parte le fermo per tale progetto. Chiedo se posso fotografarle, intortandole.
A quel punto faccio la foto ma non è che li metta in posa, anzi, è molto spontanea anche se sanno che li sto ritraendo. Nel caso si mettano in posa aspetto il momento in cui sono naturali e non si aspettano lo scatto.
Ma si apre l'annosa questione: "è street?"
E mentre ci si scanna per capire se è street o meno, io ho già fatto altre 3 foto e porto avanti il lavoro.
Sinceramente, a me che mi si definisca il mio lavoro street o meno, non importa nulla.
C'è gente che ha parlato di "ritratti-urbani-storytelling-street", e siamo nel pieno delirio.

avatarsenior
inviato il 07 Novembre 2018 ore 9:35

Matteo, ma se il tuo è un lavoro che prevede questo tipo di approccio fai molto bene a fare come fai, fermare le persone, metterle in posa o meno condizionando comunque l'ambiente e portarti comunque via i tuoi scatti per quel che ti servono.
Non saranno nè peggiori nè migliori, dopo che lo avrai fatto. Saranno la parte del lavoro che ritieni di aver prodotto seguendo i canoni che ti sei dato.
Ma quando qualcuno in futuro parlerà del tuo lavoro definendolo magari "un ottimo lavoro di street photography" la tua onestà intellettuale ti farà probabilmente dire "ad essere esatti è un lavoro fotografico di spessore per questo e quest'altro motivo, ma non può essere considerato un lavoro di street photography perché mancano le premesse per considerarlo tale e neppure vuole esserlo" tirandoti via dalle lusinghe e dai facili complimenti di chi lo ritiene tale.

Accade spesso che un membro di un collettivo di SP si tiri fuori dal gioco e lo dichiari apertamente, proprio perché la sua vena creativa e artistica lo porta a fare le cose in maniera differente. Per lui si tratta di un cambiamento di approccio e stilistico. Ci sono esempi concreti anche negli ultimi mesi. L'importante è non trovarsi a definire il proprio lavoro come qualcosa che in realtà non è.

avatarsenior
inviato il 07 Novembre 2018 ore 9:37

no no, si parte dai libri.
.
Matteo non ho detto che i libri non servano, ma solo che certe cose attuali non si trovano sui libri (e ripeto almeno io).
Ovvio che del passato vi sia molto materiale e che del presente invece vi sia pochissimo.
La storia si trova sui libri, il presente sui quotidiani.
La rete è il quotidiano del fotografo ed è fonte che ciascuno può utilizzare anche per "studiare".

Ma l'ho scattata per questo fine? Per dire che ho preso una che passava in linea con un albero marcio dietro?
In realtà è un semplice scatto che fa parte di una serie più ampia che descrive l'ambiente notturno della mia città, la fauna per così dire semplicisticamente, più una serie di altre foto e considerazioni, che vanno via via sviluppandosi con il progredire del progetto.

In merito alla foto che hai postato mi pare che al di la dell'aspetto provocatorio (in senso positivo), sia abbastanza semplice ridurre la questione nei seguenti termini.
Se tu l'avessi scattata in chiave street (
Ma l'ho scattata per questo fine?
), sarebbe stata semplicemente una foto molto debole e senza alcuna rilevanza.
La foto di strada non è una pietanza nella quale si mettono insieme gli elementi e funziona automaticamente.
In questo caso gli ingredienti non sono ben amalgamati e non funziona.
Gli stessi ingredienti, se mischiati ed amalgamati meglio, magari possono funzionare.

MA COME FORTUNATAMENTE!?!?! Potevi fare una cosa che riprendesse la tematica di fondo, lo volevi fare "originale" filtrato attraverso te stesso, era un inizio!

Ti ho suggerito un progetto, io non ne sono capace. MrGreen

Sorvolo sullo scimmiotare, non ho pretese di convincerti.
Se vuoi sostenere puoi postare qualche foto per capire che lo scimmiottamento è probabilmente SOLO pessima fotografia di strada.
Non vuol dire che non si possano trattare temi e linguaggi già usati in modo positivo.
A me piace cercare quelli positivi e ragionare su quelli in via propositiva ed a sostegno di ciò che penso.
Le foto come esempio penso possano aiutare, scrivendo molto meno.
Se vorrai esemplicare potrò vedere.

In più, io le persone in buona parte le fermo per tale progetto. Chiedo se posso fotografarle, intortandole.

Posata non posata.
Mah, che dire.
Sono stato sorpreso qualche tempo fa di leggere una discussione in cui autorevoli autori pare fosse favorevoli a certe contaminazioni.
Per quanto mi riguarda il non posato è l'anima della street, l'unica anima.
Da osservatore mi domanderei il senso di posare e preparare certe situazioni che stupiscono solo per la coincidenza, la casualità e la capacita di previsualizzare e fermare.
Altrimenti faccio il regista a teatro o al cinema.
Esiste quel tipo di fotografia.
Pierfranco ha scritto di una sorta di adesione ad un manifesto "culturale".
Condivido.
Rimango convinto che il 98% di chi "aderisce" a quel manifesto la pensi come me.
Sviluppare fotografie posate a fini concettuali o puramente estetici è una bellissimo genere, ma non è fotografia di strada.
Penso a Rodney Smith, a Duan Michals giusto per fare due nomi.
Ma la foto posata è altra cosa.
Ognuno faccia come crede ed è libero di esprimersi come vuole.
Se vi è trasparenza nel metodo sarà apprezzato per quello che fa e da chi gli piace.

Sorrido pensando cosa sarebbe successo se durante una partita di calcio nei campetti un ragazzino avesse voluto giocare centravanti usando anche le mani.
Quanto volte avrebbe giocato insieme agli altri a pallone?
Magari ne cercava di nuovi, avrebbe giocato altre partite con altri gruppi che condividevano quel gioco, ma difficilmente le reti realizzate con le mani sarebbero state apprezzate anche dagli altri vecchi amici.








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