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Sulla "Color Science" e scienziati correlati... parte II


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user92328
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inviato il 17 Ottobre 2018 ore 20:38

Sono dal cellulare, in sintesi... come esempio, il piú delle mie foto le trovo molto buone sin da subito e me ne esco con PP veloce o anche velocissima, a parte i casi particolari che esigono più tempo, a questo vale per tutte le macchine e poi, e poi c' è il discorso del gusto personale o dell'interpretazione che incede più d'ogni cosa....

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 20:41

Se vuoi te li faccio provare in trial ;-)
Fa sempre comodo avere un parere in più

avatarsupporter
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 20:49

una buona PP... è solo quella l'unica via che ti permette di ottenere in PP esattamente quello che vuoi per il tuo gusto personale

Non ci siamo capiti: "per il tuo gusto personale" è la parte creativa. Su quella è ovvio che ci dedichi tutto il tempo necessario.
Quello di cui parlavo è la base di partenza (la caratterizzazione). In altri termini, non voglio perdere tempo per mettere a posto la pelle e tutto il resto dei colori come sono nella realtà. Questo me lo deve garantire il workflow col minore sforzo possibile. Voglio subito passare alla parte creativa, senza avere di mezzo qualche ingegnere giapponese che mi dica "pelle di modella deve essele molto lossa".
Per quanto riguarda le configurazioni della fotocamera in fase di scatto, ai fini dei colori, l'attenzione e tutta sulla qualità della luce ed eventualmente sulla cattura di un target. Sulla fotocamera, scattando in raw, non ho nulla da fare. Si fa tutto in PP.

Caratterizzazione e Post-produzione sono due fasi distinte che portano al prodotto finito; se uno di questi anelli è debole, allora anche il risultato è debole.

Concordo al 100%.
Però capisco che non tutti siano così critici sui colori e accettino quelli somministrati dalla cucina giapponese (alias JPG in camera e relativi picture style precotti).
Ripeto: di queste cose non ci si convince parlandone, ma mettendo a confronto i risultati, davanti ad un bel monitori calibrato. Quando si prova a smanettare partendo da un profilo precotto per avvicinarlo ad uno ben fatto, allora si capisce. Anche senza conoscere nulla della teoria.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 21:16

In altri termini, non voglio perdere tempo per mettere a posto la pelle e tutto il resto dei colori come sono nella realtà. Questo me lo deve garantire il workflow col minore sforzo possibile. Voglio subito passare alla parte creativa, senza avere di mezzo qualche ingegnere giapponese che mi dica "pelle di modella deve essele molto lossa".

esatto bravo, ma è per questo che vogliamo Raamiel. Avere la base migliore nel minor tempo possibile e senza sbattersi troppo con programmi complicati di fotoritocco. Non vogliamo jpeg precotti in camera, ma solo una base solida che con pochi aggiustamenti sia pronta.
p.s. ma il workflow non comprende anche la fase che tu chiami creativa? cioè tutti i vari aggiustamenti (wb, saturazione, luminosità, contrasto etc. (e non solo la conversione da raw in tiff o jpg)?

avatarsupporter
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 21:37

ma il workflow non comprende anche la fase che tu chiami creativa? cioè tutti i vari aggiustamenti (wb, saturazione, luminosità, contrasto etc. (e non solo la conversione da raw in tiff o jpg)?

Sì e no.
Sì, nel senso che un workflow include tanti passi, tra i quali, verso la fine, ci sono quelli creativi come il grading e l'uso di altri parametri per passare da una rappresentazione realistica ad una percettivamente emotiva.
No, se usi il wb, saturazione, luminosità e contrasto per creare la base di partenza, dove l'immagine è fedele alla scena. Questo è un passo di processo intermedio, che deve essere rapido e accurato, e si colloca prima della parte creativa e anzi prepara il terreno a quella fase.
Si può anche saltare e passare direttamente alla parte creativa, ma senza una base di partenza ben fatta, l'azione creativa può generare artefatti.
Ad esempio, introdurre una curva di contrasto in LR per alterare creativamente una immagine, quando si usa un profilo che ha già una curva di contrasto, può creare degli artefatti.
Se vi è capitato di fare una foto di una persona illuminata da un raggio di sole e con sfondo scuro (scena con alto contrasto), e poi avete provato in LR (profilo Adobe Standard) ad abbassare fortemente il contrasto, avrete visto come si generano zone grigie, perdite di dettaglio, e anche falsi colori. La causa è dovuta alla combinazione di due curve che non sono fatte per lavorare assieme (quella nel profilo e quella che si genera spostando gli slider di LR). Non potendosi annullare perfettamente a vicenda, si generano delle porcate nei colori, esattamente come quando si modifica a mano la curva di contrasto con spostamenti estremi. Per questo, in casi di quel genere è meglio partire da profili che non hanno la curva di contrasto. E questo è solo un esempio dei casini che possono succedere a partire male e poi spippolare allegramente in LR. Non capitano sempre e non tutti li percepiscono come problemi. Dipende da cosa si vuole ottenere.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 21:51

ho capito perfettamente quello che vuoi dire grazie.

No, se usi il wb, saturazione, luminosità e contrasto per creare la base di partenza, dove l'immagine è fedele alla scena.

eh ma a me piacerebbe proprio questo, avere l'immagine il più vicino possibile al colore reale, asettica, fredda, prima di fare qualsiasi altra cosa ("inquinandola" con interventi dettati dal gusto personale cioè).
quindi meglio considerare workflow tutto ciò che è propedeutico alla fase diciamo "creativa" (cioè workflow = caratterizzazione come dicevi te), mi sembra più logico.
p.s. ma i profili di Raamiel (cobalt standard, non repro) hanno questa curva di contrasto e questi presettaggi di wb saturazione contrasto e luminosità? se è così siamo a posto tutti quanti.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:16

I Cobalt Standard hanno la curva di contrasto e un color grading incorporato, poco invasivo, ma c'è.
I Cobalt Repro sono seccamente colorimetrici, niente color grading, niente curva di contrasto.

avatarsupporter
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:20

ma i profili di Raamiel (cobalt standard, non repro) hanno questa curva di contrasto e questi presettaggi di wb saturazione contrasto e luminosità? se è così siamo a posto tutti quanti.

I cobalt standard, così come quelli Adobe e Canon , hanno la curva di contrasto per comprimere la gamma del raw e farla rientrare nelle periferiche di output (vedi spiegazione di Raamiel qualche post sopra), ma non sono preset di WB, saturazione, contrasto e luminosità. Saturazione, contrasto e luminosità, se hai esposto correttamente, potrebbero anche restare a zero in LR.
Critico, invece, è il WB. Perchè i colori vengano fedeli, il WB deve essere fatto bene. Affidarsi ai preset di LR o a quello che ha scelto la fotocamera è sempre molto rischioso. Come ho già detto, il preset di LR per la luce diurna prevede una tinta +7. Invece, se applichi un profilo Cobalt, in una foto diurna senza dominanti indotte da qualcosa (es.: pareti colorate riflettenti), allora la tinta va a zero. Riprova ne è che se fai "WB auto", anche LR la mette a zero (se la scena gli permette di fare un WB decente).
Insomma, il WB non è scontato a meno di avere un target affidabile (un oggetto che rifletta la luce senza introdurre dominanti, tecnicamente un riflettore lambertiano...una nuvola ad esempio) dentro la scena da cui ottenere un WB preciso.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:29

I Cobalt Repro sono seccamente colorimetrici, niente color grading, niente curva di contrasto.

si si da utilizzare solo in condizioni di alto contrasto (ricordo bene la scena magenta del teatro!) nessun intervento postumo da fare praticamente.

Motofoto conosco bene le rogne del WB, quando lascio in iA (intelligent auto) la camcorder Pana che ho se ne va da una parte all'altra, vira dal giallastro al magenta al ciano tutto nell'arco di un paio di minuti, in luce mista, a seconda si ciò che inquadro, un incubo....ho provato a puntarla su muro bianco per fare un WB manuale e va meglio però insomma a volta un tono più giallastro ci sta a seconda dell'ambiente.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:33

Beh.. dipende; puoi lasciare la foto così come viene fuori dal profilo o aggiungere altre modifiche; quello sta alla sensibilità del fotografo.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:39

o aggiungere altre modifiche

per chi ha poca dimestichezza col fotoritocco meno sono meglio è.
come si caricano/importano poi questi profili in Camera Raw/Lightroom/C1?

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:39

Infatti confermo che all'inizio i Repro mi lasciavano a volte perplesso mentre in altre erano un toccasana (un esempio i controluce nel bosco domenica) Poi ho imparato ad usarli (insomma imparato...comincio a capirli) e sono fantastici.
Con il Cobalt 3.3 è più intuitivo.
Basta prendere un raw aprirlo i ACR e divertirsi a mettere Standard o Landscape o Cobalt. Non ci sono paragoni e come ho detto tutta la post viene facilitata

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:47

ma questo profilo è un file che va messo nella cartella di adobe camera raw? se no come fa il programma a a capire.
quando avevo la 400D dovevo arrangiarmi con DPP, non c'era ancora il supporto per i file CR2

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:48

Lo scarichi e ci va da se

avatarsupporter
inviato il 17 Ottobre 2018 ore 22:49

ma questo profilo è un file che va messo nella cartella di adobe camera raw? se no come fa il programma a a capire

I profili Cobalt acquistati ti arrivano con le istruzioni per l'installazione. Vanno semplicemente copiati dei file in una particolare cartella.
Quelli "vecchi", c'è scritto nei vari post come installarli.

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