| inviato il 19 Novembre 2018 ore 20:49
“ E se proprio vogliamo tra il 18mm f3.5 e il 35mm f2.0 ci puoi mettere il 24mm f2.8 „ 24 già preso, grazie degli altri consigli |
| inviato il 19 Novembre 2018 ore 20:51
“ Però, visto che Ivan61 lo utilizzerebbe con l'analogico, penso che in tal caso vada bene. „ Esatto solo in analogico, quindi lo aggiungo alla lista della spesa, magari al posto del 20 anche visto che ho già il 24 |
| inviato il 19 Novembre 2018 ore 20:53
“ La messa a fuoco manuale poi dipende molto dal mirino, con certe Dx è impresa più che disperata mentre con le ammiraglie già va meglio. „ FM e forse in futuro la FM 2 N |
| inviato il 19 Novembre 2018 ore 22:56
Il 18mm f3.5 si su digitale vignetta ma qui si parla di utilizzo su FM a pellicola. Su analogico è imbattibile. Il 105mm f2.5 inizialmente può sembrare più ostico dell'85mm f1.8 ma appena ci si prende la mano risulta migliore sotto tutti i punti di vista, compreso il fatto non da poco che restituisce delle migliori proporzioni della zona T del volto che poi nel ritratto è fondamentale molto più dello sfuocato in sé che comunque sia, quello del 105 f2.5 vale quello dell'85mm F1.8 |
| inviato il 19 Novembre 2018 ore 23:08
Tutti che si lamentano della MAF manuale sulle moderne reflex digitali. Dico io, ma lo sapete che un tempo, tutte le reflex Nikon di un certo calibro avevano il vetrino intercambiabile, potevano usare anche vetrini totalmente privi di stigmometro esattamente come le più recenti reflex digitali? |
| inviato il 19 Novembre 2018 ore 23:43
Al posto della FM2n prenderei una Nikon F3 con mirino d'azione e motore. Il mirino d'azione è qualcosa di emozionante ancora oggi. |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 0:09
Buonasera, approfitto della discussione per porre una domanda. Un paio di anni fa acquistai sul mercatino di Juza un Nikon 180mm f/2,8 AIS (la versione precedente al modello ED). Purtroppo anch'io facevo fatica ad utilizzarlo sulla mia D610 per la difficoltà a trovare la giusta messa a fuoco (in particolare a TA) e per il fatto che i 180mm non stabilizzati completavano l'opera. Nelle rare occasioni in cui sono riuscito a fare una foto correttamente ho però ottenuto un risultato molto gratificante per merito di uno sfocato per me molto bello. Ora ho acquistato una Z6 e la "musica" è cambiata profondamente in quanto i problemi di messa a fuoco e di stabilizzazione sono svaniti. Uno dei motivi principali dell'acquisto della Z6 è stata proprio la possibilità di utilizzare il 180 oltre al 105 f/2,5 e al 55 Micro f/2,8 che mi hanno sempre causato notevoli difficoltà nonostante apprezzasi molto la gestione graduale dalle ombre alle luci, che conferisce alle immagini una bellissima "atmosfera" (a mio personale parere). Dopo tutta questa premessa vengo finalmente alla domanda: quali sono le principali differenze fra la versione in mio possesso del 180 e la successiva versione ED ? La versione ED è molto superiore e in cosa migliora rispetto al mio ? Ringrazio per l'attenzione. Claudio |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 0:15
La versione ED è leggermente più compatta ma di poco e dovrebbe soffrire meno di purple fringing nelle condizioni in cui ci siano immagini ad altissimo contrasto. Dico dovrebbe perché avendo avuto la serie non ED, la serie ED e poi la serie AF-D le differenze sono quasi nulle. |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 0:19
Grazie Labeo |
user86191 | inviato il 20 Novembre 2018 ore 0:19
ED è un trattamento del vetro che Nikon applicava ai teleobiettivi per contrastare l'abberrazione cromatica |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 2:51
“ Dico io, ma lo sapete che un tempo, tutte le reflex Nikon di un certo calibro avevano il vetrino intercambiabile, potevano usare anche vetrini totalmente privi di stigmometro esattamente come le più recenti reflex digitali? „ Io sulla mia FE, oltre al vetrino di serie con stigmometro e corona di microprismi, ne avevo uno con un reticolo ortogonale e senza appunto lo stigmometro e i microprismi. Lo montavo quando usavo il Nikkor PC 28mm f/3.5 decentrabile per le foto di architettura. Veniva fornito con l'apposita pinzetta per il montaggio in una confezione simile a questa: www.google.it/search?q=focusing+screen+Nikon+FE&tbm=isch&tbs=rimg:Caom Qui c'è una foto che mostra il montaggio su una FM2 www.throughthefmount.com/articles_tips_oldmechanics.html “ ED è un trattamento del vetro che Nikon applicava ai teleobiettivi per contrastare l'aberrazione cromatica „ Ne parla qui Cavina, a proposito del'ED del 180mm f/2.8 Ais: www.marcocavina.com/articoli_fotografici/Nikkor_lenses_by_Sei_Matsui/0 "... in questo caso l'elemento qualificante è rappresentato dalla lente frontale realizzata in vetro ED proprietario, prodotto direttamente dalle vetrerie interne alla Casa e leggermente differente da quello commerciale, solitamente caratterizzato a indice di rifrazione nD=1,49700 e numero di Abbe relativo alla dispersione vD= 81,6; come accennato, ..." |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 7:23
“ Il mirino d'azione è qualcosa di emozionante ancora oggi. „ Devo documentarmi, non lo conosco |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 8:30
“ Esatto solo in analogico, quindi lo aggiungo alla lista della spesa, magari al posto del 20 anche visto che ho già il 24 „ l'importante è non pagarlo troppo, perchè questo limite del 18mm è ben noto, insomma è un'ottica poco richiesta. Lo avevo fatto presente per quella ragione. |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 10:08
Rispetto alla mia precedente domanda, devo correggere un "dettaglio" forse importante. Per il mio esemplare temo non si tratti della versione AIS, ma della AI (matr. 374064). Avevo letto da qualche parte che gli AIS erano riconoscibili dalla doppia ghiera dei diaframmi, quindi pensavo che il mio fosse AIS. Ho trovato poco su Internet, contrariamente a quanto possibile reperire rispetto al AIS - ED. Chiedo scusa. |
| inviato il 20 Novembre 2018 ore 10:31
Gli Ai-S hanno un elemento metallico sull'innesto che serva a permettere l'utilizzo della modalita "Program" ad alcune reflex dell'epoca. Nel passaggio dalla versione AI all'AI-S in genere veniva cambiata la demoltiplicazione della messa a fuoco, rendendo la corsa più breve, e di conseguenza era modificato anche il barilotto, con le tacchette colorate per l'iperfocale sull'anello in alluminio (nell'AI era in ottone color argento e le tacchette in questione erano incise sulla vernice nera del barilotto accanto a detto anello). Tuttavia per il 20/3.5 dall'AI all'AI-S non venne cambiata la demoltiplicazione e il barilotto restò inalterato: le tacchette erano già sull'anello, forse perché si è trattato di uno degli ultimi AI presentati. Questo è il mio esemplare di AI del 1981 (l'AI-S è identico, a parte l'elemento metallico nell'innesto, qui non visibile)
(visto così sembra più un cinquantino che un 20mm) C'è anche da dire che i Nikkor 20mm, sia l'F/4 che il successivo F/3.5 (vedi foto sopra) avevano già una corsa della MaF molto breve, e non avrebbe avuto senso ridurla ulteriormente. Lo stesso dicasi per il micro 55/2.8, che nel passaggio dall'AI all'AI-S non mutò la demoltiplicazione decisamente lunga, anche perché era considerata già quella ottimale per un macro, e quindi non modificarono neppure il barilotto. P.S.: Anche i PC Nikkor 28 e 35mm (decentradili) hanno conservato inalterati barilotto e demoltiplicazione. |
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