| inviato il 25 Settembre 2018 ore 15:34
Dipende da che intendi per foto importanti, io ad esempio ho nominato la Sherman, per la ragazza afghana credo che il contesto sia importante per il valore comunicativo della foto, stessa cosa per l'immagine della Lange, per il carro armato se arrivasse dal set di un film cambierebbe...sul miliziano si sta litigando da decenni...la bellezza non è la giusta chiave di lettura per tutte le immagini, anzi le immagini fotografiche che trovi nei piu importanti musei raramente sono belle |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 15:41
Per foto importanti intendo foto che lasciano il segno. Ne ho citate tre a puro titolo di esempio, perchè secondo me hanno una loro forza intrinseca che prescinde dall'Afganistan, da piazza Tienammen o dalla grande depressione americana.
“ le immagini fotografiche che trovi nei poi importanti musei raramente sono belle „
Mi viene in mente Gianni Berengo Gardin quando parlava di Ugo Mulas, il quale asseriva di non voler scattare foto belle, in quanto a lui interessava scattare foto che fossero buone.
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| inviato il 25 Settembre 2018 ore 15:57
“ Per foto importanti intendo foto che lasciano il segno. „
anche qui cosa intendi che lasciano il segno? perchè non credo che qualcuno possa affermare che i coniugi becher non abbiano lasciato il segno nel mondo fotografico o che la loro fotografia non abbia influenzato tantissimi fotografi attuali, per citare un italiano mi viene da pensare a Ghirri, le sue foto lasciano il segno? dipende da come le si guarda, ma anche li non credo che non si possa dire che non ha influito su decine di fotografi amatoriali e non attuali
www.mam-e.it/wp-content/uploads/2014/12/ghirri1.jpg |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 16:03
Non prescindono, proprio per questo non sono solo belle ma anche buone, Mulas diceva benissimo...al Pompidou ho trovato Sophie Calle ...quanti capirebbero il suo lavoro guardando una foto? Eppure c'era lei e non la foto da leggere in un secondo
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| inviato il 25 Settembre 2018 ore 16:36
Riguardo ai coniugi Becher e a Ghirri io direi che hanno lasciato il segno, direi proprio di sì. Ghirri era considerato uno dei dieci fotografi più influenti della sua epoca (non ricordo la fonte, mi pare l'introduzione del suo libro "Lezioni di fotografia" ma non se sono certo), e non è cosa da poco. |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 16:44
Ok, ma se prendi una persona a caso che non sa chi sono i Becher e gli mostri una delle loro serie probabilmente reagirà in modo freddo e magari su un trittico di questo tipo è difficile fare una critica seria senza saperne nulla, senza contestualizzarla o sapere almeno il perchè del loro lavoro
www.flashartonline.it/app/uploads/2015/07/becher2-720x652.jpg |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 16:51
Matteo, te lo conferma una persona a caso molto ignorante, sono foto che non dicono assolutamente nulla. |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 16:51
Immagino che un'opera, e parlo anche di pittura, musica, letteratura, possa contenere più livelli di lettura.
Magari una conoscenza della storia, del contesto, dell'autore, può aiutare a leggere alcuni di questi livelli, ma penso che, anche in mancanza di tutto questo, un'opera, se emoziona, funziona.
Quando pubblico uno foto, esprimo il mio punto di vista, tuttavia magari quel punto di vista viene percepito in altro modo dall'osservatore. Ora non è che se il punto di vista dell'osservatore è diverso dal mio, lui sbaglia.
La foto, ormai esiste come immagine a se', indipendentemente dalle mie intenzioni e dalla mia volontà, che non contano più. La foto vive di vita propria e non conta il contesto, non conta il percorso dell'autore e le sue intenzioni, conta solo lo scatto.
P.S. faccio notare che artisti screditati in un periodo storico vengono osannati in un altro periodo, eppure le loro opere non sono cambiate, quindi cosa è cambiato? |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 16:54
Sono stati compresi, a volte si può essere avanti il proprio tempo |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 17:02
La fotografia può emozionare e sicuramente è positivo ma non è detto sia quello il suo scopo gli esempi di Matteo lo mostrano chiaramente |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 17:04
Ma quelle opere quand'è che sono divenuti capolavori?
Quando sono state fatte o quando sono state comprese?
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| inviato il 25 Settembre 2018 ore 17:10
facciamo un esempio concreto, 5 anni prima del movimento Dada a Zurigo e 13 anni prima del Manifeste du surréalisme di Breton,Man Ray produsse il primo assemblage astratto, non fece grande successo la mostra anzi, ma furono rivalutate alla luce di quello che seguì e non fu l'unico caso che coinvolse Man Ray, non è sempre semplice leggere il proprio tempo, certe volte serve che certi eventi siano cristallizzati per poter avere una visione più chiara
Tornando in topic può essere che uno mi dica su una foto mia io l'avrei scattata diversamente e magari ha anche ragione, ma certe volte è più complesso, è facile sparare e dire le foto dei bacher io le avrei fatte diverse, ma bisogna analizzare il contesto che va oltre la fotografia, loro esponevano a mostre d'arte come Documenta e il loro modo di lavorare era ben definito in una corrente specifica |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 17:17
Un piccolo aneddoto, quando il MoMa presentò la prima mostra di Egglestone il Curatore dichiarò orgoglioso di aver trovato la fotografia perfetta, il più noto critico americano del tempo dopo l'inaugurazione definì quelle foto perfettamente noiose... com' è andata lo sappiamo |
| inviato il 25 Settembre 2018 ore 18:06
Ma tornando piu' strettamente al tema, possiamo dire che la critica serve solo ai novellini non permalosi?
Se si fa notare quello che normalmente viene considerato un difetto a chi e' o si ritiene esperto, ti ripondera' quasi sempre che era un effetto voluto che da' senso all'immagine.
E sara' anche vero, questione di gusti, cosa facciamo allora? Io faccio le mie foto e voi le vostre?
Quindi ecco spiegato "bella immagine, ricca di atmosfera, mi piace!" forse e' meglio non aggiungere altro....
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