| inviato il 11 Settembre 2018 ore 10:29
Partiamo da una premessa, al di la del titolo questo topic non vuole essere un topic polemico, ho cambiato il titolo su suggerimento Juza proprio perchè non voglio un topic in cui ci sono fazioni con muro contro muro ma una discussione civile Questo topic nasce per fare un ragionamento sulla fotografia attuale senza ricercare accuse, vi prego di leggere fino in fondo la premessa prima di rispondere NON SCRIVETE CHE SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGGIO Questo è una frase provocatoria di Umberto Eco: “ "Internet? Ha dato diritto di parola agli ×: prima parlavano solo al bar e subito venivano messi a tacere" „ E' indubbio che leggendo certe cose pubblicate attualmente si tenda a dargli ragione e questo viene applicato anche in fotografia, adesso è tutto immediato, scatto e condivido, non c'è filtro, non c'è il tempo di pensare tutto è on line subito, tutto viene consumato velocemente passando alla foto successiva Queste sono tutte buone foto? ovviamente no, molta è spazzatura digitale, rumore in rete. La domanda è: Eco ha qundi ragione? Internet dando la "parola" a tutti a creato sono una marea di fotografie banali dove la qualità è affogata dal rumore di fondo? In realtà c'è un'altro punto di vista che mi è capitato di leggere, Internet veniva paragonato all'invenzione della stampa di Gutenberg, la diffusione della stampa diede la possibilità a molte più persone di accedere a informazioni, a poter leggere, la chiesa non controllava più l'informazione, inizia il rinascimento e una diffusione della cultura diversa. In una forma diversa, con una dimensione diversa, ma Internet ha si creato molta spazzatura, ma ha anche dato la possibilità a tante persone di esprimersi, ci sono molte "opere" che possono essere viste e scoperte grazie alla rete, tanti autori di livello hanno la possibilità di fare sentire la propria voce. Potremmo essere quindi all'inizio di un nuove periodo per l'immagine? Sabbagh ha detto che allo stato attuale fare una semplice bella foto non basta più, una foto tecnicamente buona, ma priva di significato non lascia il segno, è l'idea e l'interpretazione della stessa che ha un senso. Qui nel forum nella sua fugace apparizione Benedusi disse che trovava difficilissimo fotografare un tramonto e (al di la che io non lo apprezzi molto) non aveva tutti i torti, è difficile non essere scontati, riuscire a comunicare con uno scatto qualcosa o raccontare qualcosa. Quanti tramonti troviamo presenti in rete? Ho trovato interessante l'approccio di Penelope Umbrico con Suns from Flickr, l'autrice decide di non scattare una sola foto in più del tramonto dopo la marea di scatti trovati on line, ma di riciclare diecimila dei tramonti di Flickr per comporre il suo meta-tramonto, senza che nemmeno un solo pixel vada sprecato, una sorta di protesta a questa esagerata voglia di condivisione Cosa nè pensate? come vivete questa evoluzione dell'immagine e questo confronto con una marea di altri scatti? come e cosa decidete di pubblicare? |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 10:39
Probabilmente Eco vedeva Internet proprio pensando alla stampa di Gutenberg, nel senso che all'epoca la stampa diffuse effettivamente conoscenza e notizie a molte più persone, ma queste notizie venivano quanto meno sottoposte al vaglio dell'editore prima di essere stampate; ben difficilmente chi voleva scrivere qualcosa avrebbe potuto farlo autonomamente; era la logica del linguaggio "mediato", dove il mediatore definiva le regole del gioco e decideva il livello della comunicazione. L'autore di quella comunicazione non si metteva in discussione con i destinatari finali, ma poteva solo accettare le regole dell'editore. La trasmissione "autonoma" del proprio pensiero, opere ecc. avveniva invece proprio con quella logica "da bar" citata da Eco, nel senso che avveniva all'interno di un contraddittorio "vis à vis" in cui si poteva effettivamente essere messi a tacere subito o, quanto meno, messi nella condizione di riconsiderare le proprie idee prima di parlarne anche con altri; è la logica del "linguaggio diretto", cioè della trasmissione interpersonale che ti obbliga a metterti in discussione direttamente col destinatario della tua comunicazione. Internet, invece, ha fatto qualcosa di differente: ha creato un ambiente con le caratteristiche tecniche di tutti gli altri media, ma in cui la logica comunicativa è quella del linguaggio diretto; non c'è più mediazione, non c'è più chi decide che la comunicazione deve superare un determinato livello per poter essere diffusa. Probabilmente nelle intenzioni originarie la cosa era intesa come una "democratizzazione" della comunicazione mediata, che si sarebbe autoregolata in breve tempo grazie al classico contraddittorio che invece, anche quando si instaura, risulta generalmente inefficace perché, nascosti dietro ad una tastiera e senza guardare negli occhi l'interlocutore, tutti si sentono portatori di verità inoppugnabili, o comunque non si rendono più conto del vero valore del mettersi in discussione. |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 10:41
Pur comprendendo che il rinascimento e' stata un'epoca in cui il progresso e le arti son progredite, io ho un po' paura di tutto cio' che si ammanta e si fregia di "rinascimento"... Come dicono gli africani:" quando due elefanti litigano, chi ne fa le spese e' l'erba". |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 10:44
“ non c'è più mediazione, non c'è più chi decide che la comunicazione deve superare un determinato livello per poter essere diffusa. „ non sono completamente d'accordo. Esistono su internet strutture di controllo e profilazione piuttosto sofisticate e sono in funzione 24h su 24. L'esempio lampante e, tutto sommato ancora il meno invasivo, e' Google con Adwords.. Ma si puo' salire di livello facilmente. La rete e' tutto fuorche' libera o indipendente. |
user107253 | inviato il 11 Settembre 2018 ore 10:46
Argomento molto interessante, sul quale ho riflettuto più e più volte. Ammetto di essere tra gli affezionati ai vecchi tempi, tra coloro che cercano ad ogni costo di veicolare un messaggio attraverso la fotografia, coloro che in un certo senso rifiutano questo mondo del virtuale che sempre più prende il posto del reale ed ho anche tentato uno scatto a tal proposito. Mi rendo anche conto, però, che come in ogni "arte" non sempre il messaggio è l'intento dell'opera. A volte anche la sola composizione vincente può fare una buona foto, ma resta una buona foto e basta. Se analizziamo la società e la sua tendenza, vediamo che oggi l'immagine fine a se stessa ha un ruolo preponderante. Come ogni epoca, l'arte rispecchia la società e quella di oggi punta più all'apparenza che alla sostanza. Oggi a fare la differenza sono le voci fuori dal coro e credo che su questo bisognerebbe lavorare, questa è la sfida più ardua di questi tempi...riuscire ad emergere con originalità e sostanza. Gli aspiranti fotografi di oggi hanno davanti una strada fortemente in salita, ma come ogni epoca qualcuno riuscirà ad arrivare in cima e resterà nella storia. |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 10:47
vorrei che facessimo esempi in ambito fotografico. E' vero Instagram e Facebook per fare 2 esempi hanno qualche controllo, non si può pubblicare qualunque cosa, ma in linea generale se uno vuol pubblicare la foto del proprio panino mangiato a metà può farlo creando un'emmorragia di immagini. Ghirri la definì pornografica, la trova insensata perchè non racconta o non da nulla a chi guarda. Però Suns from Flickr è un'esempio di come si possa creare molto in questa epoca con quello che ci viene dato a disposizione Mi piacerebbe che venissero portati esempi concreti per rendere la discussione sensata e non astratta |
user107253 | inviato il 11 Settembre 2018 ore 10:50
Concordo con Daniele Ferrari per quanto riguarda l'assenza di mediazione. Oggi arriva la notizia e poi eventualmente la smentita, ma ormai la notizia è partita, si è diffusa e in pochi hanno la voglia di verificarne l'attendibilità prima di diffonderla a loro volta. A volte neanche vengono a conoscenza della smentita stessa. |
user90373 | inviato il 11 Settembre 2018 ore 11:02
Restando in ambito fotografico cito Arconudo che in una discussione simile ebbe a scrivere: “ La suddivisione è invariata : Buone fotografie. Pessime fotografie. Tutto il resto è ........ „ dialettica? |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 11:19
Ettore proprio tu affermi che non è cmabiato nulla? Ripeto non mi interessa l'astratto ma esempi concreti che vorrei usaste per sostenere la discussione Che il modo di consumare l'immagine è sotto gli occhi di tutti, anche l'istituzione museo è in crisi in merito, quindi è chiaro che alla fotografia l'approccio è diverso, c'è un modo diverso con cui l'immagine raggiunge l'utente e questo influenza come viene presentata o fatta. Facciamo un esempio: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2578344 quante foto migliori di questa ci sono nella rete? effettivamente non aggiunge nulla al discorso, è solo un'altro ritratto Probabilmente per dire davvero qualcosa il lavoro non può limitarsi all'estetica, quello che è buona fotografia o pessima fotografia cambia nel tempo non è qualcosa di fisso Fai un'esempio di buona fotografia contemporanea, io trovo molto interessante come autore joan fontcuberta e il modo con cui si approccia alla foto che non è di certo banale e usa in modo intelligente l'estetica abbinata a un racconto, andando al di la del semplice scatto. Credo che ridurre tutto a bella brutta foto oggi sia una banalizzazione, però è vero ci sono foto sensate e altre che sono appunto "rumore" |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 11:45
trovo la discussione molto interessante. Non ho niente di concreto da proporre. Scrivo solo per seguire la discussione :) |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 11:45
Internet è probabilmente la più grande innovazione dei nostri tempi e, come ogni cosa di questo tipo, porta con se stravolgimenti sia in positivo che in negativo. Rimanendo in tema fotografia credo che questa, ai tempi della pellicola e dell'assenza di internet, fosse comparabile alla pittura ai tempi di Michelangelo. Era una professione riservata a pochi, in cui ci voleva tanta tecnica, tanto studio e attrezzatura idonea. Fare un bel quadro altrimenti non era possibile, come fare una bella foto non era possibile senza la dovuta attrezzatura e conoscenza. E per bella foto non intendo arte eh, intendo semplicemente una foto fatta come si deve. Non c'erano molte vie di mezzo: o eri un fotografo (più o meno bravo) o ti compravi la Kodak usa e getta. Nel primo caso le tue foto potevano girare, finendo su riviste, cartelloni, mostre o dovunque vogliate. Nel secondo al massimo nel tuo album di famiglia. Con internet e col digitale invece è successo che: - Fare una foto corretta (a livello di esposizione, messa a fuoco e qualità immagine) è alla portata di tutti - Tutti possono mettere foto sul web e tutti possono accedervi Bene o male? Nessuna delle due. Semplicemente, come diceva Romina Tancredi, non c'è praticamente più alcun filtro all'informazione e il filtro dobbiamo diventare noi stessi. Internet ci da la possibilità di visionare foto fantastiche di gente che magari sarebbe rimasta al buio, esponendoci allo stesso tempo a tantissima "fuffa", dalle foto del piatto di carbonara o il banalissimo tramonto. E questo con internet vale quasi per ogni cosa: è essenziale maturare la capacità di filtrare quello che troviamo, dandogli il giusto peso. “ Mi piacerebbe che venissero portati esempi concreti per rendere la discussione sensata e non astratta „ Gli esempi concreti di quanto sopra sono molteplici, uno dei più efficaci è secondo me Instagram. Tralasciando il discorso della qualità ridicola a cui si possono pubblicare le foto, che è un tecnicismo che in questo caso non ha importanza, e concentrandosi solo sulla qualità della foto: quanta spazzatura c'è? Tantissima. Io però personalmente uso Instagram come uno strumento di miglioramento personale. Seleziono attentamente le persone e le pagine che seguo, scegliendo solo chi fa street o reportage (che è quello che scatto io principalmente) con foto di buon livello. In questo modo la mia home è piena di foto interessanti che mi danno spunti, che mi fanno pensare a idee a cui io, da solo, magari non avrei mai pensato. Quindi Instagram è un bene? Usato così, per me si. Se lo si guarda globalmente è la morte della fotografia. Con questo ribadisco che internet è così. Ci mette a disposizione tutto e siamo noi che dobbiamo imparare a essere i mediatori |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 11:53
Instagram è un'interessante esempio, ci pubblicano fotografi del calibro di Stefano Unterthiner,Ellen Von Unwerth,Gastel,Mario Testino per fare alcuni nomima ci sono anche diverse riviste che hanno il profilo li |
user107253 | inviato il 11 Settembre 2018 ore 11:58
Per fare un esempio pratico io cito Spencer Tunick www.spencertunick.com/ Questo genere di immagini può, a mio avviso, generare un dibattito tra la semplice voglia di "impressionare" e la voglia di veicolare un messaggio di libertà. In ogni caso sono immagini che fanno discutere, su cui ci si sofferma...poi possono piacere oppure no! |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 12:00
Secondo me gli aspetti rivoluzionari, strettamente correlati fra loro, sono due. 1) Il primo appunto la mancanza di un filtro editoriale con tutti i suoi pregi e difetti che accennava Matteo. 2) La seconda la fruizione più superficiale delle immagini. Quello che credo sia sbagliato in un'analisi sia fissare un termine di paragone arbitrario su cui far vertere il confronto. Noi siamo già figli di varie rivoluzioni fotografiche ognuna delle quali ha dato il massimo in un determinato periodo. Tornando al discorso della fruizione superficiale... la gente mediamente ha una fruizione, rispetto al passato, più superficiale su qualsiasi media... La Tv è più "superficiale" del cinema che lo è più del teatro... L'mp3 è per sua natura più superficiale del CD che è più superficiale dell'LP che è più superficiale di un concerto allo stadio che è più superficiale di un ascolto a teatro... Ciò non toglie che si può fare anche buona televisione o che se volessi veicolare un messaggio tramite la musica probabilmente sarebbe più efficace un brano pop di 3 minuti che un "melodramma" in 3 atti. All'atto pratico... ho appena iniziato ad usare Instagram... e pur con tutti i suoi limiti di superficialità... se si fanno foto apposta per quel medium e si è bravi... si ottengono anche dei risultati apprezzabili pur rimanendo nell'ambito della "superficialità relativa". Inoltre vista la meccanica del social si creano delle vere e proprie "reti" di autori simili che si stimano a vicenda dove si supplisce in parte al punto 1). Tornando qui sul forum dopo aver visto le foto di un William Bowling, di un David Campany, di un Stephen Shore, di un Dawn Kim... Sembra di tornare a una forma di fotografia "antica". Parlo di linguaggio, questo a prescindere dal valore delle forme e dei contenuti... Un po' come paragonare un "superficiale" brano alla radio con un'opera lirica a teatro. Dove il brano alla radio può essere Tiziano Ferro, I Pink Floyd o anche un estratto di un'opera lirica... |
| inviato il 11 Settembre 2018 ore 12:12
“ Secondo me gli aspetti rivoluzionari, strettamente correlati fra loro, sono due. 1) Il primo appunto la mancanza di un filtro editoriale con tutti i suoi pregi e difetti che accennava Matteo. 2) La seconda la fruizione più superficiale delle immagini. „ Condivido tutto quello che dici tranne questo piccolo dettaglio... a mio avviso a essere diventata più superficiale non è tanto la fruizione delle immagini, ma la creazione . La quantità di spazzatura che abbiamo è generata non tanto dal fatto che la gente guarda le foto in maniera più superficiale, quanto dal fatto che tutti le scattano e le pubblicano, e il 99% lo fa in maniera superficiale. Tutto IMHO ovviamente |
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