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Negativi colore economico e dalla resa satura e vivace


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avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2019 ore 15:22

Capisco.

avatarjunior
inviato il 03 Gennaio 2019 ore 16:59

Vado un poco OT: A costo di essere ripetitivo: per me NIENTE batte una diapositiva colore! Altro che colore nel digitale!!! L'unico paramentro dove esce sconfitta la dia, ovviamente, è nella latitudine di posa! Ma per tutto il resto non ho dubbi che sia il miglior modo di fotografare a colori! Ovviamente se non interessa la proiezione e/o la visione su tavolo luminoso, la storia cambia.... Ma secondo me per chi scatta sia digitale che analogico, è un peccato utilizzare la pellicola solo in b/n (che è meravigliosa comunque!)

avatarjunior
inviato il 03 Gennaio 2019 ore 22:10

la diapositiva in molte occasioni perdi gli scatti proprio per via della gamma dinamica. in effetti non sempre posso usare la diapositiva in certe ore della giornata. Mentre posso usare tranquillamente digitale e negativo sempre a colori. perchè a me piace l'analogico a colori. Posso scattare tranquillamente e vedere le zone di ombra. poi mica tutti i negativi hanno gamme dinamiche buone. la ektar dovrebbe essere la migliore mi pare e ha 14 stop di gamma dinamica. però il colore della velvia in particolare non è male. ultimamente sto pensando di passare dalla velvia 50 alla 100 per iso e tempi di posa più elevati. anche il colore non sembra male.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2019 ore 22:29

perchè a me piace l'analogico a colori. Posso scattare tranquillamente e vedere le zone di ombra


Beh Pantom posso capire il tuo punto di vista ma a mio avviso la domanda da porsi è la seguente: è davvero così tanto importante, e/o necessario, vedere bene nelle zone di ombra?
Mi spiego meglio: fotografare significa disegnare con la luce, e laddove c'è la luce c'è pure, necessariamente, l'ombra ed è chiaro che quello che possiamo vedere bene in luce non possiamo vederlo altrettanto bene in ombra ... a questo punto non credi che una fotografia che consenta una perfetta leggibilità delle zone in ombra non stia, in realtà, riportando un falso?
Insomma sei davvero sicuro che una, o anche più zone di ombra non servano in realtà a restituire una immagine più contrastata e pertanto anche molto più tridimensionale?
E poi sei davvero certo che una diapositiva, perfettamente esposta chiaramente, perfettamente trattata e altrettanto ottimamente proiettata non sia in grado di restituirti, anche nelle ombre, quella leggibilità, minima ovviamente ma purtuttavia strasufficiente a rendere al meglio anche la riproduzione, e con essa la leggibilità, delle zone in ombra oltre ovviamente a quelle in luce?

avatarjunior
inviato il 03 Gennaio 2019 ore 22:41

nel mio caso spesso è utile. perchè a me piace fare paesaggistica. e già la differenza di stop da una roccia ad un prato e al celo è abbastanza marcata, se poi comincia a scendere il sole le cose si fanno critiche. e non dico il sole che tramonta chiaramente. Poi capisco che quello che vedi in luce non lo vendi in ombra ma l'occhio umano ha svariati stop in più della pellicola. mi pare sui 22/24 stop. dunque ne il negativo e ne il digitale e ancor meno la diapositiva riesce a far vedere la realtà. perchè fanno vedere meno dell'occhio umano.

avatarjunior
inviato il 04 Gennaio 2019 ore 9:50

Sinceramente per me non è mai stato un grosso problema la limitata latitudine delle diapositive. Anche se ho le ombre più chiuse non è un problema, l'importante è non avere le alte luci bruciate! Soprattutto in proiezione è qualcosa di raccapricciante, praticamente sul telo proietti il supporto trasparente!!!MrGreen
Comunque la proiezione aiuta non poco, se si ha una lampada potente spesso la leggibilità nelle ombre può essere più che discreta.

Sia chiaro, non stò dicendo di buttare il negativo colore e il digitale!!! Anche io scatto con il negativo! La mia osservazione era riferita al fatto che è un peccato usare la pellicola solo per il b/n....

avatarjunior
inviato il 04 Gennaio 2019 ore 11:15

Kirk84. comunque non ho detto che i colori delle diapositive sono fantastici. A me piacciono un sacco la saturazione. Poi è vero che ne parlo come se fosse una tragedia la diapositiva. che poi non è tragica per niente! solo in certe ore della giornata nella paesaggistica la trovo scomoda. magari un punto particolare "montagna,vallata o lago ecc" che magari si trova fra metà in ombra e metà con la luce solare. La foto li non la fai. Poi nemmeno con il negativo fai miracoli in questo caso. ma con la diapositiva nemmeno pensarci di farla la foto.

avatarsenior
inviato il 04 Gennaio 2019 ore 16:35

dunque ne il negativo e ne il digitale e ancor meno la diapositiva riesce a far vedere la realtà. perchè fanno vedere meno dell'occhio umano.



Questo è vero però devi considerare che l'occhio umano consente di passare istantaneamente, adattandosi alla perfezione, da una zona di luce accecante a una di ombra profonda ... ma non è in grado di vederele entrambe, contemporaneamente e allo stesso modo perché ovviamente, per una questione di pura e semplice benessere degli occhi, l'iride tenderà a chiudersi per preservare la retina da possibili danni che la luce intensa potrebbe procurarle ... un esempio classico ed estremamente esauriente viene dalla semplice osservazione di una persona che si staglia contro il Sole, un soggetto cioè che potremo osservare bene solo se con la sua massa schermerà i nostri occhi dai deleteri raggi solari perché altrimenti lo potremo osservare solo con l'effetto silhouette ;-)

avatarjunior
inviato il 04 Gennaio 2019 ore 19:58

quel piccolo dettaglio che c'è e che non ci faccio mai caso. Alla fine va a finire che dico una mezza fesseria tutte le volte. è vabbè l'inesperienza. In effetti il tuo discorso non fa una piega se si parla di zona d'obra effettiva e luce effettiva. La mia domanda a questo punto è.. Quanti stop si recuperano nei casi più critici, mi riferisco a l'occhio umano. E in questo caso avrebbe molto più senso paragonare negativo/positiva e sensore all'occhio umano

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2019 ore 15:25

quel piccolo dettaglio che c'è e che non ci faccio mai caso. Alla fine va a finire che dico una mezza fesseria tutte le volte. è vabbè l'inesperienza. In effetti il tuo discorso non fa una piega se si parla di zona d'obra effettiva e luce effettiva. La mia domanda a questo punto è.. Quanti stop si recuperano nei casi più critici, mi riferisco a l'occhio umano. E in questo caso avrebbe molto più senso paragonare negativo/positiva e sensore all'occhio umano



Beh Pantom questo davvero non saprei dirtelo ma a mio modesto avviso questa storia dei tanti stop di latitudine di posa attribuibili all'occhio umano sia mal posta all'origine!
Nella realtà dei fatti dimentichiamo sempre il fatto che l'occhio umano, al contrario della pellicola, ha la possibilità di selezionare la zona della scena osservata (inquadrata e/o ripresa nel caso della pellicola) sulla quale concentrare di volta in volta la propria attenzione ... al contrario di quanto invece può fare la pellicola o il sensore.

In altre parole nel caso di una scena con contrasti fortissimi, anche nell'ordine dei 6/8/10 e anche più stop di differenza tra luci e ombre, l'occhio può tranquillamente (sempre entro certi limiti chiaramente) concentrarsi sull'una o sull'altra parte della scena riuscendo, allargando o stringendo l'iride appunto, a osservare sufficientemente bene la scena, in questo modo riesce quindi a risolvere abbastanza bene anche delle situazioni davvero al limite, al contrario invece la pellicola (così come pure il sensore) è obbligata a riprendere, e quindi a osservare contemporaneamente tutta la scena ... ed è questo il problema che la pellicola e il sensore devono risolvere e che invece l'occhio può tranquillamenta aggirare!

In definitiva insomma nelle situazioni in cui l'occhio umano è obbligato a osservare una scena molto difficile, come appunto nel caso dell'osservazione diretta di un soggetto in ombra che si stagli netto contro uno sfondo molto più luminoso, non potendo ricorrere all'escamotage dell'osservazione differenziata dubito possa essere in grado di sopportare differenze di luminosità superiori anche a soli due o tre stop ... in parole povere non credo che la retina sia in grado di sopportare, senza riportarne danni più o meno irreversibili, delle sovraesposizioni nell'ordine anche solo di due o tre stop!
A mio modesto avviso quindi la latitudine di posa reale dell'occhio umano non supera questi valori: due o tre stop appunto, o forse quattro ... ma francamente non credo più di tanto!

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