| inviato il 11 Luglio 2018 ore 16:27
Nostalgia della Kodachrome, 25 e 64 (la 200 provata, ma non mi piaceva).
Quando ho visto il film su Netflix ho (quasi) pianto:
www.cinematographe.it/recensioni/kodachrome-recensione-film-netflix/
Non per la storia eh, ma per i ricordi di quelle meravigliose (e costose!) pellicole.
Non ho al momento nessun rullino dia o B&W in casa, però vado a prendere la FTB e la F1 e me le coccolo un po'... |
| inviato il 11 Luglio 2018 ore 16:35
Espressi lo stesso concetto in qualche altro post che parlava di fotografia analogica. In un viaggio che ho fatto in Sicilia ero indeciso su quale obiettivo portare con la mia d300s.... alla fine mi sono portato la F80 con il 50 fisso e tre rullini.
Mi sono divertito come un bambino.....ho scattato senza fretta mi sono goduto il viaggio senza sbattermi a fare 100 foto per ogni posto che visitavo e alla fine dopo la dolce attesa dello sviluppo ho portato a casa con molta soddisfazione 90 scatti buoni su 96.
Ricordo bene quella discussione ... io ovviamente ero uno di quelli che premeva per i rullini!
Mi fa piacere che questa esperienza analogica ti sia stata positiva.
Ciao, Paolo. |
| inviato il 11 Luglio 2018 ore 17:10
“ Volevo dire che le pellicole B&N bisogna svilupparsele e stamparsele amorevolmente in proprio e se non si è sicuri di un laboratorio allora è meglio il digitale che consente un autocontrollo del processo di sviluppo. „
Concordo in pieno, infatti per lavoro, salvo richieste specifiche del cliente, uso sempre il digitale. Per quanto riguarda il B/N lo sviluppo sempre da me. poi per la stampa mi affido a vari laboratori, così se sbagliano la stampa almeno posso rimediare |
| inviato il 11 Luglio 2018 ore 17:25
“ così se sbagliano la stampa almeno posso rimediare „
La fase dello sviluppo dei negativi è cruciale e indubbiamente la più delicata, meglio farsela da se che affidarsi a chiunque! . . .  |
| inviato il 11 Luglio 2018 ore 17:54
“ La fase dello sviluppo dei negativi è cruciale e indubbiamente la più delicata, meglio farsela da se che affidarsi a chiunque! „
E' anche quella più importante negli effetti che si possono ottenere, giocando con i chimici.
Secondo me, un'esperienza analogica è valida se si conduce una filiera completa in sviluppo e stampa.
Altrimenti è come avere un supporto materico invece che elettronico e il beneficio rimane soltanto quello in ripresa. |
| inviato il 11 Luglio 2018 ore 18:13
“ Per quanto riguarda il B/N lo sviluppo sempre da me. poi per la stampa mi affido a vari laboratori, così se sbagliano la stampa almeno posso rimediare „
Rimediare... non tanto e non sempre, se ti rigano i negativi. 
Al di là della battuta, resta in realtà una spiacevole sorpresa non poi così rara quando si ha a che fare con i laboratori. |
| inviato il 11 Luglio 2018 ore 18:42
Paolo, una proiezione in dissolvenza... peccato che abitiamo molto lontani, un abbraccio. |
| inviato il 11 Luglio 2018 ore 22:27
"Al di là della battuta, resta in realtà una spiacevole sorpresa non poi così rara quando si ha a che fare con i laboratori."
Si è vero ultimamente sto avendo problemi anche con la stampa a colori (da digitale) nonostante il monitor perfettamente calibrato...
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| inviato il 12 Luglio 2018 ore 8:09
Vero Duilio, purtroppo la distanza condiziona ... ed è un vero peccato visto che ho appena terminato di approntarne un paio che mi sembrano pure abbastanza interessanti.
Buona giornata amico mio,
Paolo. |
| inviato il 12 Luglio 2018 ore 8:34
In effetti, lo sviluppo del negativo, soprattutto se BN, non è un'operazione difficile; forse anche per questo viene talvolta presa sotto gamba anche dai lab. Però rimane la fase cruciale di tutto il procedimento analogico: un errore o una distrazione rischiano di fotterti il lavoro..
Un lab che ti restituisce un rullino rovinato è come una fotocamera digitale con errori software nella compilazione dei RAW: o ti cerchi un nuovo firmware (un nuovo lab) che risolva la situazione, o la butti!
Alla fine era questo il motivo per cui, all'epoca, non lavoravo mai a colori se non qualche volta in dias (e con qualche patema d'animo perché comunque dovevo farle sviluppare in esterno) |
| inviato il 12 Luglio 2018 ore 13:00
Dispiace vedere superbia e presunzione, oltre castronerie varie e sempre fuori tema.
Quanti fenomeni.
Condivido l'assunto iniziale.
Ho iniziato con il digitale, e non avrei fatto in questi anni lo stesso percorso che ho avuto se non con questa tecnologia.
Posso dirlo dopo aver provato e praticato un po di analogico successivamente.
Il digitale è, e rimane, il sistema che uso quasi sempre.
Ma non trovo incompatibili i due sistemi, e quando mi va mi prendo una mia 35 mm, scelgo un rullino e via alle foto che vengono.
Venute si, perchè è ancora bello chiedersi: come saranno venute?
Le foto non si fanno noi, vengono.
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| inviato il 12 Luglio 2018 ore 13:57
Allora Mirko, meglio farne a migliaia digitali, piuttosto che un solo rullino, almeno qualcuna buona verrà. .. |
user90373 | inviato il 12 Luglio 2018 ore 14:31
@ Mirko Fambrini
“ Le foto non si fanno noi, vengono. „
Concordo, le foto vengono, le immagini si fanno noi.
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| inviato il 12 Luglio 2018 ore 15:29
“ Allora Mirko, meglio farne a migliaia digitali, piuttosto che un solo rullino, almeno qualcuna buona verrà. .. „
può essere Alessandro, il problema poi è riconoscere quelle buone da quelle cattive, oltre ad impiegare molto tempo per riguardare il tutto. Conoscerai la storia della macchina fotografica messa in mano ad una scimmia.. qualcuna buona la farà anche lei prima o poi, così come qualcuna può essere capitata anche a me.
Già quando mi succede di riguardare gli scatti vacanzieri, unici momenti in cui scatto molto, vado in paranoia. Vuoi mettere l'uscita fugace di un'ora e tra max dieci foto ne lavori una-due perchè te le ricordi?
Scattassi 200 foto tutti i giorni avrei un archivio sconosciuto.
E' meglio farne a migliaia per provare tipologia di post, di situazione, di tecniche, rese di obiettivi, di macchine e via dicendo. In generale per imparare o migliorare la propria tecnica. Poi però si cestinano. Con l'analogico non l'avrei mai fatto, ed ecco perchè dico che per me il digitale è stato fondamentale. Poi è lecito anche pensare che nel numero, qualcosa resti, ma se non hai un pensiero dietro, preferisco lasciare la fortuna per il superenalotto che abusarne in fotografia.
“ Concordo, le foto vengono, le immagini si fanno noi. „
anche qui può essere Ettore, ma non sempre. Ci sono sempre troppe variabili che in tante situazione non possono essere controllate tutte, per cui anche l'immagine finale viene a volte peggiorata, ed a volte migliorata. Più spesso la prima, raramente la seconda. Se resta come l'abbiamo pensata è solo venuta se ci pensi bene. Nessuna variabile che non possiamo controllare è intervenuta.
P.S:Ma anche io sono caduto fuori tema..
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