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Se fossi principiante assoluto mi sa che lascerei perdere...


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avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2018 ore 19:47

Matteo.... leggo al volo, in treno...
Spero che nessuno ti abbia fatto arrabbiare! Sorriso

user117231
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inviato il 30 Aprile 2018 ore 21:08

Matteo lo sa che scherzo...alla fine sono certo che lo avrà capito anche lui.
E se alle volte esagero, allora chiedo scusa..Cool

user86925
avatar
inviato il 30 Aprile 2018 ore 21:46

Così, come curiosità, come "sondaggio"...
Quanti di noi hanno cominciato a fotografare solo DOPO aver imparato anche solo il 10% delle cose dette sopra?


se può interessare a livello statistico, provo a descrivere la mia esperienza:
ho imparato ad usare la macchina fotografica da autodidatta leggendo qualche libro di tecnica e applicandomi con molta pratica ho imparato a padroneggiare l' esposizione la messa a fuoco e la composizione ma non ero mai soddisfatto, poi un giorno ho ascoltato un consiglio datomi da un insegnate di fotografia, che consisteva nello scattare un intero rullino bendati (od a occhi chiusi) in un ambiente familiare, concentrandosi su tutti gli altri sensi, sugli odori, sui rumori, sul tatto, sul ricordo dell' ambiente circostante.....mi si è aperto un mondo nuovo, con nuova consapevolezza, ho imparato dopo quella mezza giornata ad esprimermi con la fotografia, non perché abbia prodotto foto interessanti, ma perché ero riuscito a raggiungere l' immagine che avevo previsualizzato mentalmente.
al momento sto ancora imparando a fotografare, il mezzo e la padronanza tecnica non contano, serve saper vedere con occhi nuovi...

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2018 ore 22:12

Sapevo della vista come senso sopravvalutato, ma in questo caso...
Scattare ad occhi bendati...Dovrebbe migliorare la memoria visiva?MrGreen
Del resto di foto fatte coi piedi ne ho viste molte. Si potrebbe provare.

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2018 ore 22:31

Caro Nove, non volermene, ma io non credo che un'esperienza di mezza giornata, qualunque essa sia (credimi, ce ne sono anche di molto più "intense"), "apra un mondo nuovo, con nuova consapevolezza". O che porti di per sé (mi raccomando, non omettere questo "di per sé) finalmente ad esprimersi con la fotografia

Immagino forse tu voglia dire che forse quell'esperienza andava bene per te in quel momento, ed è arrivata "giusta" per promuovere qualcosa che che già c'era e che poi, immagino, avrai sviluppato.

Lo dico non per volerti contraddire, intendimi, (le tue esperienze le sai tu e non certo io) ma solo perché non credo sia bene passi un'idea poco realistica in generale.
Ovvero che "fai una cosa" (una qulasiasi intendo) e vedi la luce. Io rimango fedele al vecchio adaggio di Weston, per il quale "l'unico messaggio che vale la pena di condividere con un principiante è che in fotografia non esistono scorciatoie" (vado a mente e posso aver sbagliato qualche parola, ma il concetto quello era...).

Inoltre, pur capendo (mi pare) cosa intendi dire, anche il fatto che la tecnica non conta credo possa essere un messaggio fuorviante.
Senza un certo grado di padrinanza tecnica non si possono cucinare nemmeno gli spaghetti Sorriso
Diciamo che oggi può sembrare, perché nelle moderne fotocamere qualcun altro (il progettista) ha già scelto molti aspetti tecnici per noi.
Ma diamo al più sensibile degli uomini un banco ottico e una lastra e diciamogli "esprimi le tue emozioni", e vedremo che l'aspetto tecnico conta, come in tutte le cose.
E credimi, non sono un fotografante che mette la tecnica davanti a tutto, anzi...

Che poi non conti "SOLO" la tecnica certamente. Che "SOLO" con la tecnica non si fanno buone foto, certamente.
Ma che la tecnica (che non sono megaixel e simili, ma che è l'insieme delle cose che facciamo per fotografare) non conti, credo sia difficile da affermare.
Tranne probabilmente che per i geni, i quali spesso le tecniche le inventano Sorriso

Buona serata

user86925
avatar
inviato il 30 Aprile 2018 ore 23:34

@Maserc, grazie della simpatia...

@Francesco, credo di non essere riuscito a spiegarmi bene, le tue conclusioni non le condivido, naturalmente il tutto non si è concluso in mezza giornata, ma da quella mezza giornata è iniziato un nuovo inizio...una specie di innamoramento, esprimersi con la fotografia per me non significa produrre ottime foto ma sentirsi appagati nel farlo, ovvio che quel consiglio che mi è stato dato non possa considerarsi universalmente valido ma ho premesso che era la mia esperienza, non ho parlato per assunti...
sono convinto che in ognuno di noi ci siano delle porte che possono aprirsi anche improvvisamente e che possono far cambiare le prospettive, come può capitare che si chiudano quando avvengono disgrazie inaspettate.

inoltre sono convinto che con la fame e un pugno di spaghetti in mano è possibile saziarsi anche senza padronanza tecnica, ma qui forse abbiamo dei punti in comune, come ho scritto più sopra per quanto mi riguarda serve saper vedere con occhi nuovi, le foto vanno interiorizzate, previsualizzate, progettate e prima o poi il risultato voluto si raggiunge con la giusta perseveranza, la tecnica ne è la conseguenza ma viene dopo, il contrario per me non porta un risultato soddisfacente, appagante.....per intenderci meglio e credo converrai con me, il mezzo, la tecnica è in funzione dell' idea, del progetto che si ha in mente, senza previsualizzazione non si ottiene nulla neanche con la miglior formazione tecnica.
ovvio che per il professionista che deve vivere di fotografia il discorso cambia...allora l' approccio al mezzo ed alla tecnica ha tutta un altra valenza ma diventa un lavoro e non più una maniera di esprimersi (salvo qui fortunati casi che ci riescono) con la fotografia e quindi di sentirsi appagati e soddisfatti nel farlo come solo una passione permette di farlo.

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2018 ore 23:50

Caro Nove, mi pare che nelle righe che hai scritto, anche se non concordi con me, che va benissimo, non mi dai in fondo torto.
Nel senso che anche nella tua esperienza si parla di un percorso, di qualcosa che ha avuto fasi, si è sviluppata ed è stata parte di te.
Immaginavo fosse così, e ho scritto le mie righe solo perché si poteva intendere anche diversamente, ovvero in modo non corretto.

La tecnica: credo sia importante intendersi sui termini.
Se hai fame e arrivi a un modo di fare gli spaghetti, comunque userai una tecnica, che sia consapevole o meno.
Certo, il tempo di cottura si può scegliere a caso, ma poi sono scotti. Si mangiano, ma scotti.
Per tecnica io non intendo le attrezzature. Il mezzo non c'entra con la tecnica. Al limite è "strumento tecnico".
Per Rembrandt la tecnica è fondamentale, ma certo non riguarda i pennelli.
Giacomelli usa una tecnica ben precisa, ma avrebbe potuto usare qualsiasi fotocamera probabilmente.
E non riesco a ricordare un solo fotografo di rilievo non caratterizzato da una qualche espressione tecnica visibile. A prescindere dal mezzo utilizzato.

Per me il discorso tecnica è seplicissimo: un diaframma o lo imposti a caso o lo scegli tu con un qualche criterio.
Ugualmente un'inquadratura la puoi fare a caso o invece come decidi tu.
E questo vale per tutto il resto: tempi, fuoco, stampa...

Quindi l'aspetto tecnico in una fotografia c'è sempre, che il fotografo voglia o no. In tutte le fotografie di tutti i tempi.
Tutte le fotografie sono state scattate scegliendo (o subendo) un valore di esposizione, con una qualche focheggiatura, inserendo nel rettangolo delle cose e non altre.
La scelta è solo se controllare (più o meno) tutto questo o lasciarlo al caso.

Per tecnica credo si debba intendere questo.
Poi, ovviamente, non dobbiamo essere d'accordo ;-)

avatarsenior
inviato il 01 Maggio 2018 ore 3:09

Ok, niente sesso e nè tantomeno politica, visto che l'operazione anti-oblio è riuscita. Sorriso

L'esperienza riportata da Nove (forse parente del canale televisivo?) nei riguardi della didattica esperienza di scatto alla cieca, francamente mi risulta originale e inedita, e potrebbe pur sempre essere un'esperienza da provare per curiosi ricercatori fotografici.

Mentre come esperienza sicuramente più didatticamente gettonata, è quella che consiste nell'esercitarsi a scattare sempre alla cieca inteso non come bendati, ma bensì senza portare l'oculare all'occhio.
E, in era digitale, va aggiunto ovviamente a display spento.
Consiglierei di provare a chi lo ha mai fatto.
Sicuramente un'esperienza sorprendente e di arricchimento.

Per quanto riguarda la previsualizzazione dello scatto che si vuole realizzare, per quanto prezioso e condivisibile accorgimento generale, va anche considerato nello specifico che in determinati settori non è proprio possibile da adottare come regola.
Ovvero in "quasi" tutte quelle circostanze dove il fotografo non ha alcun controllo in ciò o nelle situazioni che va fotografando.










avatarsenior
inviato il 01 Maggio 2018 ore 8:15

Per quanto riguarda la previsualizzazione dello scatto che si vuole realizzare, per quanto prezioso e condivisibile accorgimento generale, va anche considerato nello specifico che in determinati settori non è proprio possibile da adottare come regola.
Ovvero in "quasi" tutte quelle circostanze dove il fotografo non ha alcun controllo in ciò o nelle situazioni che va fotografando.

Credo che questo sia vero e non sia vero al contempo; ossia, è vero che ci sono settori in cui non puoi controllare la situazione al punto da operare tutte le scelte canoniche prima dello scatto, ma è altrettanto vero che, spesso proprio in queste situazioni, l'abitudine a previsualizzare un'immagine ti fa capire immediatamente se valga la pena scattare oppure no, cioè se da quello scatto potrà uscire qualcosa di apprezzabile o meno. Questa è una cosa di cui mi accorgo soprattutto in questi ultimi anni, in cui esco più spesso e di frequente per fotografare, oltre tutto in situazioni, come la macro "al naturale" (cioè senza portarmi posatoi e sfondi preconfezionati e altri accorgimenti simili) in cui i tempi e le possibilità di scelta diventano veramente risicati e spesso devi realmente provare a cogliere l'attimo così come ti si presenta.
Quella della previsualizzazione, ma credo che valga anche per il "progetto" e tutte le cose che si dicono a proposito dell'approccio ragionato alla fotografia, è spesso una condizione che risponde bene all'assunto del proverbio "impara l'arte e mettila da parte", nel senso che ti aiuta a crearti una forma mentis che ti permette di applicarne alcuni criteri in modo quasi istintivo anche quando non hai il tempo e la possibilità di ricostruirne l'intero procedimento logico a monte dello scatto.

user86925
avatar
inviato il 01 Maggio 2018 ore 10:06

Per tecnica credo si debba intendere questo.


@Francesco,
sono abbastanza allineato con il tuo pensiero per quanto riguarda la tua descrizione di tecnica, ma hai spostato il fulcro del mio discorso, ci tenevo a sottolineare che per me la tecnica è secondaria all' ispirazione che può pervadere un autore anche improvvisamente, è questo il motore che spinge un fotografo, non certo la padronanza tecnica...
in fondo gli spaghetti scotti sfamano comunque, la necessità è la madre delle abilità.

avatarsenior
inviato il 01 Maggio 2018 ore 11:02

mah, viaggiando di continuo all'estero per lavoro, approfitto anche per scattare.
Ho provato ad effettuare giornate di scatto alla cieca.
Macchina digitale in manuale completo, 20 mm su FF fisso e scatto ad altezza pancia (le influenze rollei e Hasselblad si fanno ancora sentire).

Mi sono anche imposto di non guardare le foto se non dopo qualche giorno.

Mi son presto reso conto che si tratta di un gioco... per me non apporta nulla tranne la casualita' dello scatto.

Alla fine sono foto che non mi appartengono. Poco piu' di una gomma da masticare incollata sotto ad una suola.
Io viceversa non ho appreso nulla. Pur avendo ricavato molte belle fotografie (dopo accurati crop) la sensazione e' quella di aver consumato otturatore inutilmente.

avatarsenior
inviato il 01 Maggio 2018 ore 11:18

Mi son presto reso conto che si tratta di un gioco... per me non apporta nulla tranne la casualita' dello scatto.

Alla fine sono foto che non mi appartengono. Poco piu' di una gomma da masticare incollata sotto ad una suola.
Io viceversa non ho appreso nulla. Pur avendo ricavato molte belle fotografie (dopo accurati crop) la sensazione e' quella di aver consumato otturatore inutilmente.


Pur rispettando ogni tipo di pratica, personalmente condivido...

avatarsenior
inviato il 01 Maggio 2018 ore 11:22

Inevitabilmente, e come è normale e giusto che sia, il topic ha un po' virato e preso le naturali "vie collaterali".
Comunque, essendo alla conclusione fisiologica, ovvero alla pagina 15, ringrazio tutti quelli che hanno voluto spendere un po' di tempo per scriverci due righe.

Buon 1° maggio
F

avatarsenior
inviato il 01 Maggio 2018 ore 11:23

Posso capire la privazione di un senso se voglio svilupparne un altro. Ad esempio è risaputo che privandosi della capacità di vedere, si riesce ad affinare le altre capacità percettive. Udito, olfatto e tatto. Una sorta di compensazione sensoriale.
Quanto questo possa tornare utile alla composizione, il buon Nove sarà gentile da spiegarcelo.
Se invece si parla di previsualizzazione dell'immagine, credo si tratti di un processo cognitivo che fonda su altre basi.
Posso benissimo immaginarmi una scena che cercherò poi di realizzare, ma devo farlo ad occhi chiusi?
Riesco a perdermi nelle mie fantasie ad occhi ben aperti, ma qualche volta mi è anche capitato in sogno.
Forse ti riferivi a questo?

user86925
avatar
inviato il 01 Maggio 2018 ore 12:42

@Maserc, forse la composizione, l' esposizione o la messa a fuoco non erano tra le cose prioritarie da eseguire, ma la ricerca di una nuova coscienza fotografica rivendicando un nuovo approccio al tempo, allo spazio e alla vita, cercando di ricreare la propria identità...
spesso si crede che per fare foto soddisfacenti bisogna andare in luoghi esotici ed allontanarsi dal proprio ambiente familiare, invece è possibile appoggiare il proprio sguardo sul quotidiano e avvicinarlo maggiormente a se stessi cominciando guardandosi allo specchio e instaurando un rapporto sui luoghi, sugli oggetti, sulle tracce, confrontandosi appunto con la memoria e con il suo contrario, l' oblio...

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