| inviato il 19 Marzo 2018 ore 18:18
Non so ancora cosa c'entra questo nuovo topic con la fotografia (ma non si può certo sapere sempre tutto). Nel dubbio, vorrei fin da ora esprimere la mia vicinanza ai moderatori, (vicinanza) che rimarrebbe inalterata anche se decidessero (i moderatori), in un impeto di amore (per il forum), di chiuderlo (il topic) anzitempo. Eh, quante parentesi! |
| inviato il 21 Marzo 2018 ore 7:21
Questa volta sarà dura arrivare al traguardo delle quindici pagine, ragazzi. Al posto delle idee ho un vuoto profondo, cosa peraltro già sperimentata con successo in passato, ma che desta sempre un po' di apprensione. Poi leggendo qua e là sulla rete ho scoperto che la primavera quest'anno è iniziata (e lo farà anche per i prossimi ottanta anni) il 20 marzo e non il 21. Sono allibito. |
| inviato il 21 Marzo 2018 ore 17:13
Si chiama precessione degli equinozi, solo che qualcuno dovrebbe spiegarlo a Burian e dirgli che d'ora in poi anche lui dovrà prendersi un po' più in anticipo |
| inviato il 21 Marzo 2018 ore 21:13
Se voleva essere di conforto, il nome è piuttosto inquietante |
| inviato il 21 Marzo 2018 ore 23:00
Psicopatologia e comportamenti di massa: effetto Burian sui fotografi. ...sei mancato. |
| inviato il 22 Marzo 2018 ore 10:45
Ma un'equinozio è un equino che si riposa,si da all'ozio? |
| inviato il 22 Marzo 2018 ore 14:20
Grazie ragazzi. Ma ora che la primavera è comunque iniziata, sono indeciso se rimanere allibito oppure no, tanto un motivo si trova sempre. E' un po' come quando si va in giro per fare foto... un giretto su internet è fantastico per allibirsi, lo consiglio vivamente a tutti. O caldamente? Non so decidermi se vivamente o caldamente. |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 10:10
Stavamo disquisendo di fotografia su un altro topic e mi è improvvisamente sorto un dubbio. Potrà sembrare un argomento più di cucina che di fotografia, ma io fotografo ortaggi et similia . Il dubbio è questo: se in una zuppa di patate con piselli ci metto una patata, quanti piselli ci vogliono? |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 10:14
Dipende: è una ... zuppa a ore? |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 10:17
Ci sono zuppe anche più veloci. |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 15:44
Tanto per andare fuori tema e parlare un po' di fotografia, sapete che la legge distingue tra fotografia creativa e fotografia semplice? Ci mancava anche questa! |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 15:48
Si, ma come al solito non è mai uscito il relativo "decreto attuativo" che specificasse le caratteristiche distintive delle due tipologie |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 16:06
Però ho trovato questo: "Se l'attività di creazione intellettuale del fotografo non è preminente rispetto alla sua abilità tecnica esecutiva e l'immagine fotografica non va al di là della mera riproduzione della realtà non esprimendo emozioni, allora si può parlare di foto semplice. Al suo autore, secondo il Tribunale di Milano e l'attuale orientamento giurisprudenziale, può essere riconosciuto il diritto morale alla paternità dell'opera. Il diritto alla paternità include anche il potere di pretendere che il nome dell'autore venga indicato sugli esemplari o in relazione alle utilizzazioni dell'opera nelle forme d'uso. Questa facoltà non ha dunque carattere assoluto perché, come si desume dall'articolo 8 della Legge sul diritto d'autore n. 633/1941 (“L.d.A.”), l'autore può solo pretendere che il suo nome venga indicato nelle forme d'uso, e cioè secondo le modalità usuali in relazione al tipo d'opera e al modo di utilizzazione." Se ho capito bene è bene sempre dichiarare lo scopo di una fotografia. |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 16:39
Credo che il problema ruoti fondamentalmente attorno alla differenza tra diritto d'autore e diritto di riproduzione (e relativo sfruttamento commerciale) che generalmente, a meno di accordi scritti che attestino il contrario, è detenuto dal proprietario materiale dell'opera; in buona sostanza, l'autore può pretendere di venire sempre citato come tale ogni volta che quella foto viene esposta, riprodotta e comunque fruita dal pubblico, ma se ha venduto la foto ad una terza persona, che perciò ne diventa il proprietario materiale, in mancanza, appunto, di un accordo scritto che dica altrimenti, ogni diritto di riproduzione e sfruttamento commerciale viene trasferito al nuovo proprietario (che comunque avrà sempre l'obbligo, su richiesta dell'autore, di citarlo come tale) |
| inviato il 23 Marzo 2018 ore 17:29
Credo che il problema a monte è se si applica o meno il diritto d'autore ad una fotografia semplice, ovvero non creativa. Ovvio che se una fotografia è commissionata da un soggetto, questo deve comunque corrispondere il compenso pattuito, ma tutto finisce qui se la foto è una foto semplice. Almeno credo. (fonte): "Determinante ai fini della concessione della tutela d'autore è apparsa la possibilità di rinvenire segni percepibili della fantasia del fotografo nelle modalità di realizzazione dell'immagine, di volta in volta identificate con la particolare ricerca cromatica, la scelta della prospettiva, la capacità di cogliere al volo le espressioni o gli atteggiamenti delle persone fotografate, il particolare taglio dell'immagine; o, talvolta, con elementi meno facili da determinare in concreto, quali la capacità della fotografia di evocare suggestioni che trascendono il comune aspetto della realtà raffigurata. Diversamente, sono state considerate fotografie semplici, tutelabili in base al regime dei diritti connessi, quelle prive di carattere creativo, consistenti in mera riproduzione della realtà ovvero caratterizzate dalla natura puramente collaborativa della prestazione posta in essere dal fotografo. Non può definirsi creatività l'inquadratura, la prospettiva, la scelta dei colori e il gioco particolare, ancorché voluto, di luci ed ombre, se la fotografia si esaurisce semplicemente in una riproduzione documentale di un evento, (ad esempio le immagini di un cantante mentre tiene un concerto). In applicazione di questo principio, il Tribunale di Catania, ha ravvisato il carattere creativo di una fotografia frontale del Duomo di Catania, addobbato in occasione dell'annuale festa per il patrono della città, ripreso nell'attimo dell'esplosione notturno dei fuochi artificiali, rilevando che tanto una fruizione istintiva del fotogramma che una sua più attenta valutazione tecnica sotto il profilo analitico e sintetico giustificano il giudizio positivo sulla creatività, essendo stata offerta la celebrazione cittadina della Santa, non essendo modalità meramente documentarie ma ricorrente ad un linguaggio connotativo nel quale il dato fattale viene riproposto e rivissuto, dall'autore del fotogramma, cristallizzando un attimo particolare della festa in una composizione certamente creativa di prospetti, di luci, di ombre e di colori peculiari e non banali che condensano la specificità sacra e profana del detto avvenimento." |
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