| inviato il 16 Marzo 2018 ore 11:36
Su quella foto molti infatti concordano con quello detto, poi la foto funziona, è ben divisa in triangoli ecc.. ma in effetti più volte ho letto in merito a questa foto che probabilmente tutto quello che si vede è stato visto a posteriori |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 11:46
“ Morosetti non lo conosco, ma mi sembra una vaccata gigantesca „ Mah, sinceramente non saprei. Di sicuro conosce meglio di me sia il modello di Leica, che Bresson di cui si è visto, dice lui, tutte le foto. Bisognerebbe pure vedere, se ci sono stati, gli scatti prima e dopo per capire come si è mosso Bresson. Quello che resto convinto, in generale, è che se gli elementi della scelta sono molti, e hai composto velocemente... alla fine la foto presenta sempre una "sorpresa". Molte volte negativa, qualche volta positiva... Se non fosse così ogni foto di uno bravo sarebbe una foto valida. E Robert Frank avrebbe pubblicato più di 20.000 foto invece delle 83 che poi in effetti scelse per Americans. Cioè alla fine l'impronta compositiva e mano del fotografo emerge in maniera cristallina in percentuali minime. Ovvio che se non si ha manico e obiettivi (di contenuti e composizione) chiari in testa.... non emergerà mai. |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 11:48
ovviamente la buona foto data dalla semplice fortuna ti capita una,due, 10 volte, se nè fai tante non è più fortuna, ma sai quello che stai facendo |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 11:56
Soprattutto se prendi 50 foto e sono tutte coerenti fra di loro. Comunque... “ Su quella foto molti infatti concordano con quello detto, poi la foto funziona, è ben divisa in triangoli ecc.. ma in effetti più volte ho letto in merito a questa foto che probabilmente tutto quello che si vede è stato visto a posteriori „ Infatti che poi abbia scelta di pubblicarla proprio perché funzionava grazie anche a questo... ma anche che in fase di ripresa abbia intuito che c'era "qualcosa" che avrebbe potuto funzionare... sicuramente, altrimenti non avrebbe nemmeno scattato. |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 12:00
A parte lo scatto anche il processo di scelta della foto e le successive modifiche sono importanti La foto di newman per esempio è stupenda, per me è uno dei migliori ritratti fatti per diverse ragioni, ma è stata tagliata così in seguito dall'editore: pixls.us/blog/2016/10/arnold-newman-portraits/Igor%20Stravinsky%20cont |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 12:24
“ A parte lo scatto anche il processo di scelta della foto e le successive modifiche sono importanti „ Bell'esempio quello degli scatti originali di Newman. Guardando il taglio finale dell'editore, rigoroso, geometrico, pulito, e gli scatti originali, si può dire che fosse una foto con la composizione studiata dall'inizio? No. Al massimo era abbozzata, ma tra l'originale e il taglio finale c'è un abisso. Bisogna distinguere la "composizione" come processo e come risultato. Un ambiguità di termini frequentissima in fotografia, presente anche nella parola fotografia stessa. E' processo nello still life, ritratto staged e altri generi dove si interviene sulla realtà prima di fotografarla. E' solo un risultato in tutti gli altri casi, nei quali si può agire esclusivamente con la scelta tra alcuni (o mille) scatti, il ritaglio e, di questi tempi, anche sul ritocco/collage in post produzione (alla Wall). Wall e Webb sono un esempio perfetto di antitesi procedurale (super attivo con approccio statistico l'uno, contemplativo e costruzionista l'altro). Entrambi mirano ad un risultato ben composto con due procedure completamente diverse. “ "Quando io vedendo una foto non trovo un soggetto, la foto è assolutametne cannata, quando invece lo centro subito, allora è perfettamente composta." „ Vero, per questo mi è straordinario Webb: nonostante la difficoltà di attendere che il caos si ordini da solo, riesce a scegliere l'immagine che offre UN soggetto tra tanti soggetti. Mi ricorda la scuola di Atene di Raffaello. E' indubbiamente una regola utile di composizione. Ritornando un attimo a Webb: “ È evidente che non è una foto casuale. Se lo è ....è la lotteria di Capodanno. „ In Street, lo scatto è lotteria di Capodanno, ma se il fato non lo aiuti comprando il biglietto (=mettendoti nelle condizioni), la lotteria non la vinci. Non si può di certo definirla una fotografia "studiata". Al massimo è desiderata, attesa, sperata. Tutt'altra storia è la selezione successiva tra migliaia di scatti. Come dice Stefano_1960, “ Webb fa un cortometraggio e sceglie i frame. Li sceglie in base alla sua sensibilità e sono certo che quel 'frammento' racchiude l'essenza, la storia, di ciò che voleva raccontare. „ Quanto ho scritto su Webb, non è frutto di congetture mie, ma lo dice Webb stesso e come tale non discutibile. O per amor di chiacchiera da forum vogliamo anche discutere quello che l'autore dice di se stesso? Prima di fare ipotesi fantasiose per portare l'acqua al proprio mulino basta usare Google: qualche intervista di questo o quel fotografo si trova sempre. E' meglio ascoltare e leggere che immaginare se stessi al loro posto. Google, è il miglior tutor del fotografo contemporaneo: basta usarlo. Una precisazione finale: "riempire il frame" non vuol dire mettere il faccione di un soggetto in primo piano. Vuol dire costruire gli elementi di contenuto di una immagine per guidare l'osservatore senza lasciare spazi inutilizzati. |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 12:50
Motofoto sottoscrivo tutto, anche tutte le virgole, di ogni tuo intervento in questo thread. |
user148740 | inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:01
Motofoto, non so che cosa ha detto nelle interviste stasera per mera curiosità cercherò però quello che ti chiedo e se invece di andarci lui mandava 1000 fotografi a negli stessi posti e poi selezionava secondo te veniva la stessa roba? Secondo me chiamarlo solo aiuto del fato è semplicemente riduttivo, che poi lui sia umile e dica così è un altro discorso |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:01
"In Street, lo scatto è lotteria di Capodanno, ma se il fato non lo aiuti comprando il biglietto (=mettendoti nelle condizioni), la lotteria non la vinci. Non si può di certo definirla una fotografia "studiata". Al massimo è desiderata, attesa, sperata. Tutt'altra storia è la selezione successiva tra migliaia di scatti. "...sono pienamente d'accordo. Spesso mi trovo dinanzi a scatti validi ma composizione non corretta. Questo lo so già in fase scatto perché non sempre è possibile avere la possibilità di curare tutto ma se si ha un po' di esperienza in fase di p.p si trova sempre il giusto compromesso per ottenere buoni risultati. Molti scatti li ho recuperati anche a distanza di anni. L'osservatore vede sempre il risultato finale ma non conosce i retroscena. La street è un genere a se dove non occorre essere un maestro della fotografia ma saper osservare ciò che ci gira intorno. Può essere un soggetto fermo o in movimento, un gioco d'ombre e tante altre cose che richiamino la strada o uno scatto spontaneo e non costruito. Per questo non sempre è possibile curare la composizione ma curarla in un secondo momento in p.p. Non è una regola ma non è sbagliato farlo. |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:20
Forse non mi sono spiegato: riuscire a fare una foto così al primo o secondo o terzo scatto è come vincere la lotteria di Capodanno. O quello ha preparato un set e poi ha scattato le sue foto come Mc.Curry.......spesso fa. Oppure ne ha sparate tante e poi, croppando, ha composto e trovato quella che più gli piaceva.... Sembra addirittura un collage ! Quella foto è studiata, certo non improvvisata. Alla fine conta il risultato....il come non interessa più di tanto. Sfatiamo però l' idea del.....passava di lì , ha scattato e.....guarda che bella foto. |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:22
Leggendo le parole di Vincenzo, vorrei precisare una cosa, che per me è scontata, se l'ottenimento della giusta composizione, soprattutto in un approccio più reportagistico, potrebbe avvenire, e avviene a queto punto, spesso in post non sposta di una virgola l'effetto finale e la valutazione positiva della foto prodotta. La composizione può essere fatta o affinata anche in post. Ulteriore precisazione, assoutamente soggettiva, se lo fa un fotografo di paesaggio, creda che sia un po' più problematico rispetto ad un fotografo "reportagista". Cioè, in soldoni, se sbagli una composizione a cavalletto...la cosa è grave. Ciao LC |
user104642 | inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:24
“ assoutamente soggettiva, se lo fa un fotografo di paesaggio, creda che sia un po' più problematico rispetto ad un fotografo "reportagista". „ ecco....esattamente così. |
user104642 | inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:28
“ Per questo non sempre è possibile curare la composizione ma curarla in un secondo momento in p.p. Non è una regola ma non è sbagliato farlo. „ Se si predilige la street da 'pescatore' è quasi d'obbligo comporla bene, ma se fai il cacciatore allora devi far uso in pp di correggerla/motivarla. Non si ha scampo |
user28347 | inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:30
certo che se uno fotografa un paesaggio non ha scusanti e ha il tempo di scattare in manuale e composizione più accurata possibile e poco tagliata,oppure in ritratti ,in altri tipo di foto a volte un pò di fortuna non guasta e si può tagliare di più scattando più larghi come composizione |
| inviato il 16 Marzo 2018 ore 13:38
Lord, sono d'accordissimo con te ma molti ignorano come nasca uno scatto e poi si meravigliano quando scoprono i retroscena. |
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