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ligthroom e scelta dei preset.


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avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 9:35

ecco, l'obiettivo che mi voglio porre è usare l'editing con consapevolezza e non per tentativi.

Devi solo esercitarti, così impari le azioni e i loro effetti sulle immagini. Però rimango dell'idea che debba essere tu a sapere cosa vuoi. Hai ragione quando dici che veniamo catturati, colpiti e attribuiamo diversi significati a colori, effetti e via discorrendo nelle immagini, però questa a mio parere non può essere la regola in fotografia e soprattutto bisogna fare attenzione alle mode e quelle manie che poi portano a vedere la stessa identica foto ovunque. Puoi lasciarti ispirare dai fotografi (o anche i pittori) che ti piacciono di più, poi esercitarti con il software per imparare a capire cosa accade quando applichi certe regolazioni. Dopo saprai esattamente quello che occorre alla tua immagine e come applicarlo...e non è detto che tutti quelli che la guarderanno poi apprezzeranno (o capiranno), però è il tuo personale percorso...quello dei preset è il percorso di Fuji, Panasonic (o chi credi tu) e magari migliaia di fotografi che mostrano sempre la stessa fotografia.

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 9:56

Dalla tua gallery non si capisce che generi pratichi, o a che livello di capacità sei in questo momento... Comunque se metti i link di qualche foto dalle gallery di Juza magari riusciamo a capire meglio cosa vuoi ottenere...

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 10:33

Il problema dei preset Fuji è che sono esteticamente belli ma li usano tutti.
Il consiglio che mi viene di darti è guardare foto fatte da altri e contemporaneamente qualche tutorial di postproduzione sul tubo, cercando di capire cos'è stato fatto e com'è stato fatto. Una volta che saprai postprodurre con coscienza potrai scegliere quali strumenti utilizzare per ottenere il risultato che vorrai.
Si tratta di tarare il tuo occhimetro, e purtroppo nessuno può insegnartelo, devi procedere per tentativi.

avatarjunior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 10:43

Parti osservando la foto. Le emozioni che suscita dipendono dalla foto, non dalla post. Con i giusti effetti le puoi esaltare. Perchè la foto ti trasmette tranquillità? Perchè i contrasti sono bassi? I colori tenui? le linee morbide? Allora esalta quelli.
Una foto che ritragga un contesto già di suo "aggressivo" trasmetterà una senzazione forte, rafforzala.
Segui quello che la foto ti dice. Altrimenti vai a creare un contrasto di sesazioni, ma quello lo devi volere tu per qualche motivo.

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 16:19

Una foto che ritragga un contesto già di suo "aggressivo" trasmetterà una senzazione forte, rafforzala.


ok, andiamo al dunque.
rafforzo come? aumentando il contrasto o diminuendolo? saturando o desaturando? (è solo un esempio e potrei andare avanti all'infinito, non vale solo per questo specifico caso ma potrebbe valere per tutti) è questo il mio quesito.

e purtroppo, per rispondere anche ai commenti precedenti, queste risposte non le posso trovare nei corsi di postproduzione che sono TUTTI incentrati sull'uso del software, che con un pizzico di presunzione non ha segreti per me (il pc, e i software sono il mio lavoro) ma è il lato "psicologico" e "artistico" che mi manca.

sono d'accordo con voi su quello che dite sull'uso dei preset e l'importanza della foto prima dell'editing, ma come nell'esempio che ho quotato non è sapere usare uno strumento il problema, ma sapere su quale "nervo" andare ad agire. dove sta scritto che per rafforzare l'aggressività di un immagine si deve aumentare il contrasto?

alcune cose le intuisco, ad occhio se fotografo nel deserto e voglio trasmettere la stessa sensazione che ho provato io usando il bilanciamento del bianco in automatico dovrò intervenire in post produzione per cercare tonalità più calde. deduco che in antartide sia il contrario, ma le variabili sono tantissime, sia nelle situazioni fotografiche sia nelle possibilità che il software permette.

per me, decidere cosa fare e quanto marcare una modifica rimane un dilemma, che mi destabilizza. la cosa che vorrei fare è sedermi davanti al pc e editare le foto sapendo già in anticipo COSA va fatto (non COME) e non provare tante regolazioni per vedere l'effetto che fa.

poi secondo me la prova sul campo e le sperimentazioni ci stanno sul valore da impostare al contrasto (esempio) +20 o +25?

un altra cosa difronte una foto è porsi il problema: aumento o diminuisco? +2 o +200??

li secondo me ci vogliono nozioni di base che mi mancano, e che in giro non trovo. anche perchè fotografare è divertente, ripassare 500 foto al pc dopo una settimana di scatti e andare a tentativi una per una lo è molto meno.

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 16:25

è il lato "psicologico" e "artistico" che mi manca

Questa è la risposta! La conoscenza del software unita a quello che ti manca produce le immagini che ti colpiscono, non tutti hanno il "dono" ma si può vivere senza :-P

avatarjunior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 17:47

Intendevo dire, rafforza ciò che già rende aggressiva la foto. Sono le tonalità forti? È il contrasto già marcato?
Oppure pensa a cosa ti sta portando a scattare quella foto mentre stai per scattare e dopo agisci su quei parametri, se l'hai scattata ci sarà stato un motivo. Se faccio una foto ad un tramonto è perché mi piacciono i colori di quel momento, lascia stare a che emozione sono legati, in post non andrò certo a desaturarli, anzi. Tanto non puoi sapere per certo che emozioni susciterà agli altri.

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 18:06

Sono le tonalità forti? È il contrasto già marcato?


boh! è quello che vorrei sapere...

poi non è tanto "rafforzare" un emozione tanto quanto editare in maniera "coerente" con il contenuto, anche solo non rovinare quanto di buono si è fatto in fase di scatto...

avatarjunior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 18:14

Ma allora il problema non è editare la foto in modo coerente. È capire perché si sta scattando quella foto.

avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 18:23

no. è la prima. sinceramente non so come siamo arrivati alla seconda.

avatarjunior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 18:41

Perché dici di non sapere che parametri toccare, di non sapere come fare a trasmettere con la post l'emozione che vorresti che quella foto trasmettesse. L'emozione ce l'ha la foto, non la post, non puoi rendere soave un uragano con la post. Quindi parti con analizzare che cosa a livello di immagine ti ha colpito al punto da farti scattare quella foto. Se non lo sai dire, secondo me, o la foto è stata fatta in modo "compulsivo" e un po' a casaccio oppure devi imparare a riconoscere gli elementi che compongono l'immagine e che ti hanno suggestionato in quel momento.
Poi, sul quanto è un po' come il sale nei piatti... quanto è la giusta quantità?
Scusami, non vorrei che pensassi che ti stia accusando di qualcosa o ti sembrasse aggressivo in qualche modo, è che per iscritto il tono del messaggio è difficile da far passare.

avatarjunior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 18:55

bell'approfondimento,
per me la seconda è il punto di partenza.
Credo che un bell'esempio di quanto tu stia cercando possa trovarlo nella fotografia di Francesco Truono o Monika Bulaj. Lì, troverai esempi, a volte molto forti, di quanto stai cercando.
La loro capacità di trasmettere quanto hanno "provato" durante lo scatto è eccezionale e la post è molto adeguata.
Prova a partire da una sfogliata ai loro lavori.
La risposta ad " andate a caso o.." credo possa essere riassunta con una nuova domanda: quale è la destinazione d'uso dello scatto?
ovviamente il tutto a mio parere!
un saluto





avatarsenior
inviato il 20 Marzo 2018 ore 21:22

Scusami, non vorrei che pensassi che ti stia accusando di qualcosa o ti sembrasse aggressivo in qualche modo, è che per iscritto il tono del messaggio è difficile da far passare.


figurati... secondo me semplicemente non ci stiamo capendo.

La risposta ad " andate a caso o.." credo possa essere riassunta con una nuova domanda: quale è la destinazione d'uso dello scatto?


certo che so la destinazione dello scatto, e la so anche prima di scattare. insisto, è la fase successiva che mi manca. che sia chiaro non sono un ×, qualcosa la so. faccio un esempio con le simulazioni film di fuji giusto perchè sono conosciute a tutti. se devo fotografare fiori, uso la simulazione velvia, mi pare ovvio, come è ovvio che non è adatta a fare foto di strada più classiche dove invece è più adatta la acros, o la pro neg per i ritratti... ma se esci da questi paletti? come ci si regola? certo se le foto rimangono nel pc il problema è irrilevante, se ne sceglie uno il mese successivo si cambia idea e si cambia, ma se devo stampare 500 foto di un viaggio? stampo in velvia convinto di essere un fenomeno e poi magari confrontandomi con un fotografo professionista scopro di aver rovinato 500 foto e le devo ristampare?

intendiamoci, parlo di preset per capirci, potrei dire che decido di togliere saturazione per ottenere una sensazione di tranquillità e serenità (cosa di cui sono stra-convinto) e poi magari scopro che invece si ottiene questo effetto facendo l'esatto contrario? oppure tolgo troppa saturazione e ottengo un effetto "troppo tranquillo"?

poi magari è un mio limite, ma io sono abituato a sapere prima di fare, il pensiero di improvvisare mi mette angoscia.

avatarjunior
inviato il 21 Marzo 2018 ore 1:26

Chiarissimo!
Per il tipo di fotografia che faccio io, so esattamente cosa fare, se fotografo musicisti cerco sempre un tipo di luce che mi si confà e di conseguenza il tipo di post che ho trovato con il tempo e con le prove calza a pennello. Il tuo esempio del viaggio è chiaro, io se dovessi avere 500 scatti da stampare non farei post se non per sistemare due cose, la destinazione di queste 500 foto sará verosimilmente un album di ricordi. Se poi fra queste 500 foto trovo qualcosa che merita una stampa da salotto, apro guardo e provo quel che più mi piace . Diverso sarebbe se fossero 500 scatti di matrimonio o di formula uno.
È comunque, sí, io ho fatto migliaia di tentativi per arrivare a quello che faccio ora e, più importante per me, esco dai paletti appositamente.
Un saluto!

avatarjunior
inviato il 21 Marzo 2018 ore 1:59

Provo a ripartire dall'inizio, perché sono convinto anche io che non ci stiamo semplicemente capendo.

Parliamo di preset, citi le simulazioni fuji ma non è così ovvio che i fiori vadano per forza resi con la velvia, dipende da cosa vuoi esprimere tu da quei fiori. Quindi la risposta per me è "dipende dalla foto e da quello che sento io" non c'è una regola standard.

Prendiamo l'esempio della sensazione di tranquillità. Cosa mi trasmette tranquillità? Può essere un paesaggio con linee morbide, colori tenui e foschia, allora andrò a scegliere un preset che non contrasti, non saturi non aumenti troppo la nitidezza, anzi che faccia il contrario perché era quella sensazione di indefinito e tenue che mi ha fatto provare tranquillità.
Di contro potrebbe essere uno spazio ampio, arificiale, non affolato ma con linee definite, luminoso, con colori caldi e pieni e riflessi del sole marcati (tipo una stanza, una piazza in primavera...), qui prenderò un preset che contrasti di più, che faccia risaltare quei colori, che renda calda la foto e nitide le linee. Di nuovo era una sensazione mia trasmessa da queste cose, non è detto che a te faccia lo stesso identico effetto.

Se hai tolto saturazione per trasmettere tranquillità perché a te quella caratteristica in quella foto dà quella sensazione non hai sbagliato, non hai rovinato la foto. Se qualcuno ti fa provare lo stesso effetto con un aumento di saturazione è perché allora non era la desaturazione che ti dava quella sensazione. Per quello dico di pensare al perché hai scattato, che deve essere anche il perché applico un preset invece che un altro.

Non puoi applicare lo stesso preset a raffica a tutte le foto di un viaggio a meno che non abbiano tutte le stesse caratteristiche, ma allora vuol dire che hai uno scopo preciso, che fotografi seguendo un progetto, "un'unica emozione" data da una manciata di fattori correlati ai quali abbinare il preset che va in direzione di quei fattori.

Poi ci sta che uno fa delle foto senza uno scopo preciso in testa ma solo perché mi sta piacendo quello che vedo senza ulteriore analisi. Allora guardo la foto a casa e se mi pare buona la sviluppo secondo quello che quella foto può dare, non scelgo per lei, tanto non avevo scattato con uno scopo preciso.

Poi per sapere quanto modificare un parametro peggio ancora, non puoi saturare +10 alla cieca sperando di sapere senza guardare come sarà alla fine e che avrà lo stesso effetto su tutte le foto, là si devi guardare mentre modifichi e fermarti quando hai raggiunto l'effetto ottimale per te. Al max puoi sapere che non ti servirà + 50 perché i colori sono già abbastanza saturi. Poi per qualcuno sarà troppo, per altri poco (errori tecnici esclusi). Gusti.

Ovviamente il discorso cambia se parliamo solo di tecnica e non di emozioni e sensazioni.

Se ci fosse un manuale che mette assieme tecnica ed emozioni in modo preciso e scientifico allora si che torneremmo tutti dall'India con solo foto sature e niente più.

Tutte considerazioni mie, sia chiaro.

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