| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 14:45
Lungi da me il voler scatenare l'ennesima guerra su cosa realmente sia la fotografia ... Caterina, condivido la tua analisi se applicata alla fotografia: in questo caso, e solo in questo caso, il "noir" ha una sua ragion d'essere. Il grafismo esasperato, invero, è figlio dei tempi: non un'esigenza narrativa, bensì una tendenza organica. E comunque qualcosa ben aldilà della fotografia ... Se di questo stiamo parlando ... |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 14:59
“ La nostra fotografia siamo noi. Consciamente o inconsciamente. Spesso inconsciamente. Per noi intendo il nostro trascorso di vita, le nostre letture, le nostre esperienze, i nostri ricordi, le nostre aspettative ..ecc...ecc.. Questo vale presumibilmente per ogni genere fotografico. „ Su questo sono d'accordissimo. Tra gli amici con l'hobby della fotografia (di questo parlo, di hobby perché non lo faccio per professione) la tendenza a mettere le proprie esperienze dentro la foto è manifesta. Io, per esempio, che sono critico teatrale, sento determinate esigenze che altri non percepiscono. A loro volta però hanno delle priorità dettate dalla frequentazione culturale, dall'ambiente e dagli interessi. |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 15:06
“ Il grafismo esasperato, invero, è figlio dei tempi: non un'esigenza narrativa, bensì una tendenza organica. E comunque qualcosa ben aldilà della fotografia ... Se di questo stiamo parlando ... „ Come spesso accade è difficile capire di cosa si sta veramente parlando qua dentro Da sempre in fotografia si ricorre anche ad interpretazioni fortemente grafiche, basti pensare agli "equivalents" che Stiegliz battezzo col suo celebre “ Il mio intento è di realizzare fotografie che sembrino sempre più fotografie e che non saranno viste a meno che non si abbiano occhi e si guardi, e che chi le ha viste una volta non le dimentichi mai più „ ma è solo un esempio come potrebbero esserlo i paesaggi in poetica informale di Giacomelli o la ricerca metafisica nel paesaggio urbano di Gabriele Croppi. Insomma se è di queste che parliamo siamo nella buona fotografia, che nel loro caso diventa grande fotografia. Separare le esigenze narrative dalle tendenze è operazione che richiede preparazione critica ed approfondita conoscenza del lavoro di ogni singolo autore, personalmente me ne astengo volentirei |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 15:40
“ Il grafismo esasperato, invero, è figlio dei tempi: non un'esigenza narrativa, bensì una tendenza organica. „ Non so... il grafismo non può essere considerato più uno stile linguistico-comunicativo che può rispecchiare l'animo dell'autore o per tutta la vita o per un determinato periodo? A proposito di grafismo... si potrebbe dire che anche l'high key e il low key sono una sorta di grafismo? Idem per l'uso di silhouette? Tornando al discorso originario comunque mi pare di capire che l'utilizzo del noir sia o studiato e voluto o usato (da certe persone) più come una moda passeggera come lo possono essere gli hdr, l'eccessiva saturazione di colori ed altre tecniche fotografiche come il bleach bypass. Anche se c'è da sperare che chi inizia ad usarlo per moda, poi cerchi di approfondire la cosa ed ad usarlo in maniera studiata. Edit: Scusate ho corretto una frase perché avevo letto male la citazione. |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 15:55
“ per quelle schifezze va bene pure una laser „ Per fortuna abbiamo gusti differenti |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 16:07
Io uso il b&n solo per gusto estetico, cioè a me piace, punto. Probabilmente anche le mie sono schifezze ipercontrastate in più uso Fuji. Comunque seguirò la discussione per imparare qualcosa. Danpa, arco, Vittorio, a me i vostri scatti piacciono molto da voi sicuramente imparerò qualcosa. |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 16:22
Grazie Luca! Hai scatti molto belli, le schifezze sono altre Aggingo che, imho, tutte le scelte prese con consapevolezza sono valide. |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 16:30
Che in questo particolare periodo il noir possa aver generato anche una moda ci sta; tutti gli stili, tecniche ecc. prima o poi generano mode. Occorre però tenere presenti due condizioni: 1- la trasformazione in "moda" non consapevole non inficia la validità dello stile/tecnica ecc. in quanto tale, ma solo la validità dei lavori che non presentano una sufficiente giustificazione per quello stile 2- per quanto possa sembrare più difficile riconoscerli, anche nei periodi "modaioli" ci sono opere e autori che interpretano quello stile in modo coerente col proprio messaggio e che quindi non vanno gettati nel calderone assieme ai lavori mediocri o scadenti |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 17:11
Non ho molti dei miei lavori in galleria qui su Juza ma dato che ho un approccio al b/n piuttosto dark dico anche la mia.. La fotografia per quanto riguarda me personalmente riflette moltissimo il mio lo stato d'animo generale in quel momento, ma più in generale del mio mondo di vedere le cose che mi circondano. E non le vedo affatto colorate ne affatto luminose, questo si riflette su come fotografo, su come e cosa ascolto dal punto di vista musicale eccetera. Poi però devo aggiungere una considerazione meno "diretta": quando vedo un certo tipo di foto io provo un brivido, per esempio mi succede ad ogni nuova foto del "nostro" Arconudo.. lui fa le foto che vorrei fare io, le vedo e le sento. Credo che tutto dipenda da come siamo, come ci sentiamo, come ci rapportiamo con il mondo e con le altre persone,. Dipende da tutto vedo in ultimo forse da niente: a volte mi viene chiesto perché una tal band mi fa letteralmente impazzire e mi succede di non saper rispondere! Cerchi di analizzare e spiegare ma alla fine ti rendi conto che è così è basta, lo senti come sento le foto di Arconudo e talvolta le mie quando raramente riesco ad esprimermi in quel "contesto" sentimentale. |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 17:16
Maltsev; La fotografia per quanto riguarda me personalmente riflette moltissimo il mio lo stato d'animo generale in quel momento, ma più in generale del mio mondo di vedere le cose che mi circondano. Idem. |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 17:42
vedo che la discussione è andata avanti e molti spunti sono interessanti, volevo solo precisare, ma forse non c'è bisogno, che non è minimamente in discussione la fotografia in bianco e nero che personalmente adoro, ma un particolare modo di porla. E' ovvio che ognuno di noi , ma direi ognuno che provi ad esprimersi tramite immagini, cerchi di rappresentare esternamente una propria immagine interiore. Mi colpiva che molti autori, anche giovani o giovanissimi, trovassero questo particolare modo espressivo tratto, come ha detto sia Caterina che L, da movimenti risalenti agli anni 40 se non 20 (riferimenti al noir classico ne avete già fatti tanti, io aggiungerei anche Robert Siodmak , Otto Preminger penso a Laura o Vertigine del '44 ma anche altri , o anche qualche lavoro di Orson Welles: Quarto potere o L'infernale Quinlan del '58) e facessero di questo la loro espressione preminente, quasi da coprire il 90% dei lavori. Francamente una risposta non la trovo da solo, per questo ho chiesto un po con questo 3d. Se la risposta è questa trovo la cosa assai singolare ma largamente accettabile. Ed ora ecco la provocazione: quante volte è ispirazione o adesione ad una certa espressione ben nota e quante volte invece uno "ci prova". Il "ci prova" non è riferibile solo a questa storia del noir ipercontrastato ma un po tutte le foto, anche quelle a colori, in questo momento però mi interessava questo in particolare. Ammetto senza problemi di averlo fatto anche io qualche volta, non tante volte ma qualche volta si, di "manipolare" una immagine che non era nata con quella intenzione, riuscita abbastanza banalotta, al fine di renderla più interessante attraverso la "drammatizzazione" ma la vita, anche qualora sia assai difficile non è mai tutta tutta drammatica . |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 17:48
Bhe Peppe, causa mio approccio che ho già spiegato mi viene da risponderti che forse sono proprio più i giovani a vedere il futuro grigio anche se in questo contesto verrebbe da dire "nero" Voglio dire, togliendo chi lo fa per moda e chi lo fa semplicemente perché smanaccia sugli slider, se quei giovani ai quali ti riferisci la pensano e sentono anche minimamente come me bhe non solo li giustifico ma li capisco proprio |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 17:54
Io amo il bianco e nero, riesce a dare un contrasto e uno "stacco" alle foto molto piacevole ma dobbiamo partire da un punto fondamentale: Lo sviluppo in bianco e nero è molto più facile della foto a colori per questo molti scelgono il b&w. |
| inviato il 24 Febbraio 2018 ore 18:10
Dipende da come lo fai e da cosa vuoi ottenere. Certo che se per bianco e nero intendi "clicco su desatura e poi muovo un po' di slides".. Che poi considerando la roba che si vede in giro lo stesso identico ragionamento si può fare con il colore |
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