| inviato il 24 Ottobre 2012 ore 13:54
Qualche giorno fa mi scrive la redazione di Natgeo Italia, volgiono pubblicare una mia fotografia. Wow eccellente, non sto nella pelle. L'unica cosa della quale hanno bisogno per la pubblicazione e' la liberatoria firmata del soggetto in questione con firma dei genitori se minorenne. Qui il problema, la fotografia ritrae una bambina ed e' stata scattata durante la visita ad un orfanotrofio in Myanmar. Rispondo alla redazione spiegando dove è stata scattata la fotografia e che mi è assolutamente impossibile, per ovvie ragioni, ottenere una liberatoria. Non ho più ricevuto risposta..... Potete immaginare la mia frustrazione, qualcuno sa come bisognerebbe agire in queste situazioni e come ovviare alla liberatoria? Non so un'autocertificazione o qualcosa del genere. Ovvio potrei scarabocchiare la liberatoria e dire ecco qua, ma mi rifiuto, non è etico. Grazie a chiunque potesse consigliarmi, saluti, Stef! |
| inviato il 24 Ottobre 2012 ore 17:27
Be se l hai scattata in un orfanotrofio dovrebbe essere possibile contattare chi lo gestisce che fa le veci a tutore legale e chiedere il consenso e quindila firma. Fermo restando che ti ricordi il nome e il luogo dell orfanotrofio.Al massimo possono risponderti con un rifiuto o una eventuale richiesta di pagamento. |
| inviato il 24 Ottobre 2012 ore 17:58
Apprezzo la risposta Vigna88 ma stiamo parlando di un orfanotrofio in una strada sterrata in mezzo ai boschi della periferia di un paesino del Myanmar, internet non esiste, l'inglese è limitato a hello e thank you e non vedo molto fattibile spiegare il concetto di una liberatoria da firmare, scannerizzare e rispedire di modo che io possa pubblicare una foto on line.... Grazie comunque, Stef! |
| inviato il 24 Ottobre 2012 ore 18:09
Ahaha io non parlavo di informatizzazione parlo di una vera e propria lettera a mano. Di solito basta inserire il nome dell orfanotrofio e la regione in cui si trova ... e per quel che riguarda l inglese di norma almeno un membro della comunità ha dei livelli di scolarizzazione minimi... quello che ti dicevo io era di provare probabilmente in tempi biblici ma ti rispondono... al massimo puoi dire di aver tentato. |
user14286 | inviato il 24 Ottobre 2012 ore 18:31
più che altro resto basito nel constatare quanti "fotografi" improvvisano reportage senza sapere una cippa a proposito dei diritti legali dei propri soggetti... ..del tipo: "...azz...vogliono una liberatoria!?!?!?!?..."... |
| inviato il 24 Ottobre 2012 ore 18:40
Non è una questione di improvvisare reportage uno scatta e basta perchè porsi domande .... se ogni volta che scatto una foto devo chiedere il permesso non scatto più e si fà prima. |
user10190 | inviato il 24 Ottobre 2012 ore 19:37
Mi sono iscritto ad un microstock e mi sono ben presto smontato... vogliono la liberatoria anche di persone che ho fotografato 35 anni fa... mi sa che fra poco uscirà qualche programma che modifica le facce così si possono inventare volti inesistenti... e no... vorranno la liberatoria anche per quelli! Bè... ci ho provato a trovare una soluzione. |
user14286 | inviato il 25 Ottobre 2012 ore 8:54
“ Non è una questione di improvvisare reportage uno scatta e basta perchè porsi domande „ Perchè abbiamo un cervello. Perchè le persone hanno dei diritti e non sono a nostra disposizione solo come soggetti per le proprie foto. Si chiama "rispetto". Se si vuole scattare senza complicazioni basta cambiare genere... |
| inviato il 25 Ottobre 2012 ore 9:41
ma visto che in questi giorni se ne parla tanto, per curiosità, qualcuno sa se questa è un'anomalia italiana da iper-privacy o se è una linea comune di altri/molti/tutti i Paesi? Veleno, tu hai perfettamente ragione, ma rimane il fatto che nutro (e non penso di essere il solo) qualche dubbio circa la possibilità che molti professionisti di reportage viaggino con pacchetti di fotocopie al seguito... non è che c'è qualche escamotage prettamente legale che a noi "profani" sfugge? e ancora: possibile che tutti i vari documentari di viaggio da amatori qualsiasi che passano su trasmissioni da Licia Colò siano corredati di pacchi di liberatorie? |
| inviato il 25 Ottobre 2012 ore 9:50
@Veleno : Xè i comuni mortali devono rispettare le leggi , mentre altri no , un lafforgue o un mccurry hanno tutte le liberatorie dei loro soggetti ... ma figuriamoci!!! . Come anche (OT) riviste e società di informazione si possono permettere di rubare foto da noi "piccoli senza cervello" e cancellare le firme x utilizzarle gratis (LEGGE DEL COPYRIGHT) ..... Le leggi sono giuste , ma purtroppo la legge nn è uguale x tutti !!  |
user14286 | inviato il 25 Ottobre 2012 ore 13:39
questi sono i soliti discorsi qualunquisti: perchè il politico che ruba miliardi se la gode mentre il poveraccio che ruba un tozzo di pane si fa dieci anni?...suvvia... Le leggi ci sono e vanno rispettate. Oltretutto non credo che sia una "menata" italiana, ma che l'immagine dei soggetti in fotografia e in video sia tutelata da una normativa internazionale sulla quale bisognerebbe informarsi adeguatamente; magari viene fuori che stiamo a discutere per niente e che sono contemplate eccezioni per divulgazioni a scopo documentaristico/storico/culturale, ma sarebbe bene saperlo, invece di scattare prima e chiedere lumi poi... |
| inviato il 25 Ottobre 2012 ore 16:39
Cavolo non volevo sollevare un polverone, cercavo solo un escamotage che rispettasse un minimo di etica e uno scambio di opinioni. Veleno rispetto le tue opinioni ma non comprendo questo accanimento su chi cerca solo di documentare e condividere emozioni su questo forum e su altri cercando di rispettare sia leggi che etica che i singoli soggetti. Non credo nessuno si meriti l'appellativo di fotografo messo tra virgolette solo perchè non gira il mondo munito di liberatorie da far firmare. D'altro canto e' ben per questo che sia io che Badboy abbiamo aperto un topic, proprio per evitare di fare i furbetti e scarabocchiare una liberatoria fregandocene delle leggi. @Badboy, anch'io mi sono posto la stessa domanda riguardo al contest Oasis e altri ai quali ho partecipato. Credo che dato il tiraggio e l'internazionalità di Nat Geo loro considerino più probabile che una foto pubblicata su un loro magazine venga vista da chi è stato fotografato. Bisogna poi tenetre in considerazione che National Geographic è un'azienda americana e si sà, gli americani hanno il terrore delle cause e quindi si proteggono più che possono e non corrono rischi. Che la legge non sia uguale per tutti lo sappamo bene e poco ci si può fare, mi sa che dobbiamo accontentarci della pura soddisfazione di esser stati presi in considerazione e amen Se trovi un loop ti prego di farmi sapere cmq. |
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