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Per fare foto di paesaggio ci vuole... il paesaggio! O forse no?


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avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 12:19

Avete sentito, immagino, mille volte parlare della Venezia dell'oriente, della Venezia del nord etc. Così come del Cervino delle Ande , il Cervino dell'Himalaya e via dicendo.
C'è poco da fare : Venezia , il Cervino (lato svizzero) le tre cime, la Patagonia , i parchi dell'ovest USA ed anche la Val D'Orcia ed il lago di Braies sono esteticamente BELLISSIMI. Lo sono in modo ASSOLUTO non in maniera relativistica del "a me mi piace"

Che poi un fotografo diciamo evoluto, quando si reca in quei posti cerchi un angolo particolare, una luce, un punto di ripresa insolito etc è doveroso.

Ma il cancello nella nebbia fa più vomitare della cartolina del lago di Braies. Almeno quella mi rilassa l'anima.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 12:27

Ora che si può arrivare un po' dovunque con relativa facilità, sempre più acquista valore per la fotografia di paesaggio quel quid in più che nasce nella testa del fotografo. Le mie foto migliori sono state sempre concepite nella mia testa e trasudano di uno stato d'animo che sono riuscito a trasmettere. Ci ho messo anni a capirlo, ma è indubbiamente così.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 12:41

Centauro quello che dici è condivisibile. In fondo si fotografa per prima cosa per noi stessi. Potresti linkare qualcuna di queste foto giusto per capire cosa intendi (magari con 2 righe di commento)

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 13:55

Purtroppo devo attingere solo alla galleria juza, comunque spero rendano l'idea. Tutte foto di "paesaggi" a portata di mano (macchina e microbiettivi, kit filtri 46mm e un piccolissimo treppiede con velcro sempre con me).




edilizia anni '60
Classe '68, il vecchio che vedevo dalla finestra da piccolo e che ritrovo dalla finestra dopo 40 anni visto da e in un contesto completamente diverso. Un tuffo nel passato, che vive nel presente. E' qualcosa che vedo più dentro che fuori. La tecnica mi ha aiutato e rendere quello che è forse solo una brutta edilizia in una città d'arte.




pace interiore
Io, la mia piccola famiglia, la natura che sboccia. Primavera. In me e fuori. Ho provato un senso di pace ed appagamento che mi capita di rado. Questa foto me lo blocca.




arriva il temporale
Ultimo giorno di vacanza. Il mare, mio amico, le forze della natura da non sottovalutare, quante volte ero fuori costa di parecchio e mi ha beccato, su di un guscio di noce. Mi ricorda la forza della natura ma a suo modo mi infonde piacere per la vita e per le cose che amo. Il mare, l'aria, il vento.



avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 14:20

Ti ringrazio per la segnalazione, non li conoscevo. Personalmente però non li apprezzo perchè, un po' ingenuamente forse, tendo ancora a credere che la fotografia di paesaggio rappresenti un po' l'esperienza dell'autore, perchè, alla fine, è proprio quella che mi interessa condividere

Credo che se si voglia raccontare la propria esperienza lo si possa fare anche in altri generi.
Detto questo è logico che gli autori più interessanti/famosi sono proprio quelli che raccontano/documentano comunque qualcosa (in questo caso il paesaggio ) verso un osservatore esterno utilizzando una propria visione/estetica. Semplicemente nella "nuova topografia" si è passati da documentare di un ambiente naturale e selvaggio come fosse un paradiso terrestre all'accettazione che si potessero inglobare anche elementi antiestetici ma che appunto documentassero in modo chiaro e coerente l'urbanizzazione e le nostre città. (Non a caso il genere è nato in America dove il "problema" era più attuale e sentito).
Gli elementi personali sia di tecnica che di sensibilità che di tipo di sguardo sono ugualmente presenti. Tanto è vero che se guardi gli autori che ho citato hanno stili totalmente differenti fra loro. Sicuramente più di due autori diversi presi dal National Geographics...
Poi che il genere possa comunque non piacere è comprensibilissimo. E in effetti pur essendo ormai famoso e riconosciuto resta di nicchia nel mondo fotoamatoriale.

PS
Niente male le foto del Centaurorosso, specie la prima... ;-)

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 14:40

Mi unisco alla conversazione. Se vedi il solito scorcio della Val d'Orcia, la fioritura a Castelluccio, osservi e dici..si..belle foto. L'emozione nell'ammirare una foto nasce quando vedi un'immagine inedita, un qualcosa di singolare inserita in un contesto magari spettacolare.
Voglio dire, anche riprendendo solamente un semplice e sperduto torrente incastonato tra i boschi può venire una foto meravigliosa, se sai cogliere la luce giusta, l'inquadratura adatta, i particolari che fanno la differenza.
Secondo me questo fa la differenza tra un Fotografo e un semplice "catturatore di immagini" da smartphone.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 14:56

Obi, non credo che esista una persona che fa SOLO foto ai grandi monumenti della natura e MAI intorno casa. I due aspetti convivono, magari con percentuali differenti, ma sono entrambi presenti.
Perlomeno io faccio così e mi piace fare foto in tutti i contesti.
Centauro, lo immaginavo : le foto oltre che belle sono "intime", tue personali con sentimenti personali. A parte il B/N (che mica è proibito nel paesaggio ) non mi sembrano esempi di paesaggio "classico" come invece lo sono tante altre nella tua galleria.

avatarjunior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 15:28

Buongiorno , mi unisco pure io alla discussione che mi tocca da vicino ( facendo principalemnte paesaggi ) .
Io penso che il paesaggio spettacolare da cartolina in uno dei tanti rinomati punti fotografici noti non sia da snobbare completamente , chiaramente sono posti spettacolari ; io pure sono andato in val d'orcia a vedere i "classiconi" ma resto sempre maggiormente legato alle mie montagne alle mie zone .
Secondo me dobbiamo riuscire a districare l'idea di paesaggio in varie categorie cui principalemente si suddividono in : foto spettacolare uguale a moltre altre di una località nota ( cui principalemente viene fatta o per ricordo personale o per like da social ) contro magari a un paesaggio più studiato , magari un progetto fatto per valorizzare , lo sviluppo di un idea . Non sono assolutamente contrario a nessun tipo di fotografia paesaggistica , sono il primo che visita spot famosi e che fa la sua foto uguale a migliaia di altre ma quello che vorrei fare con le mie fotografie , quelle delle mie zone , e sfruttare il paesaggio per valorizzare il mio territorio .
Il paesaggio ha un grande varietà di sfumature di "utilizzo" anche se personalmente vedo che la stragrande maggioranza dei fotografi paesaggisti cade sempre sui soli "luoghi noti" e questo personalmente mi pone da riflettere se la loro collezione di foto non sia che un accozzaglia di bei posti senza un minimo di ragionamento dietro .

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 22:31

...non mi sembrano esempi di paesaggio "classico" come invece lo sono tante altre nella tua galleria.

Le mie foto sono su carta, ogni anno stampo un paio di libri di 50 pagine, non in galleria e sono molto diverse da quelle pubblicate sia per genere che per soggetto. C'è anche roba utile ma di nessun valore fotografico.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:10

Ma perché la fotografia paesaggistica deve essere SOLO fotografia artistica, e non può essere semplicemente integrata alle sorelle di reportage e natura ?
Faccio un esempio. Quando sono passato di qui sono rimasto colpito dalla magnifica morfologia glaciale.



Sceso dal camper sono rimasto estasiato, ovviamente non era ne l'ora, ne la luce, ne il meteo, ne la composizione per una foto wow. Però per me quel paesaggio racconta molte cose, dalla vegetazione, alla torbiera davanti, ripeto, la valle glaciale, l'asprezza, un valico superato.
Insomma, a cercare sempre e solo l'arte, non c'è il rischio di perdersi ?

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 15:06

Se si legge qualche testo di "storia del paesaggio" si trova la tesi molto diffusa che il 'paesaggio' non sia sempre esistito, in termini di concettualizzazione.

L'idea di paesaggio è un'idea moderna che nasce quando l'uomo inizia ad intervenire pesantemente sul mondo naturale. Nasce con l'urbanizzazione, con l'era preindustriale.
Nell'iconografia questo cambiamento è evidente: prima di questi fenomeni i pittori dipingono paesaggi che sono "immaginati" ed hanno valore simbolico o metaforico. Dopo invece il paesaggio diventa realistico, "preso dal vero", cioè diventa il paesaggio come noi lo intendiamo.

Se abbracciamo questa tesi, troviamo più semplice "spiegare" le due principali interpretazioni del paesaggio da parte dei fotografi contemporanei.
Una legata chiaramente ai grandi scenari del mondo naturale, dove domina la ricerca della "natura incontaminata". Una ricerca che deriva dalla pittura, a cui anche formalmente questa fotografia tende ad avvicinarsi.
È un'interpretazione che ha in sè la consapevolezza che lo spazio naturale è sempre più minacciato dall'uomo, quindi nell'atto di fotografare c'è in questo caso un po' l'illusione di poter salvaguardare qualcosa che stiamo irrimediabilmente perdendo.

Poi ci sono altri fotografi più interessati a lavorare direttamente sulle conseguenze dell'azione dell'uomo sulla natura. Quindi lavorano sulla "contaminazione", sul paesaggio trasformato dall'uomo.
Non è detto che in questo caso alla base ci sia principalmente un atteggiamento di "denuncia".
Nei fotografi che nel tempo hanno prodotto le ricerche più ricche da questo punto di vista, mi sembra prevalga più un interesse a trovare dei nessi di senso nell'incontro tra natura e uomo. Come se ossservare il paesaggio antropizzato aiutasse a capire la natura profonda degli esseri che lo hanno trasformato.



avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 15:42

Quando feci il militare ebbi occasione di fare da "guardiano" ad una mostra di foto che fece l'IGM al museo della montagna sui confini tra le due guerre. Erano foto fatte con tecniche particolari, non chiedetemi altri dettagli che non ricordo più nulla e non trovo più la pubblicazione, ma erano a mio avviso magnifiche e ricche di particolari, in quanto permettevano una attenta lettura del territorio. Se consideriamo cosa è il paesaggio, il fine primario è leggere il territorio, e quindi il valore della foto è permettere una attenta lettura del territorio, che può essere sia attraverso l'interazione antropica che con la sua storia naturale. Per me visione pittorica è anche quella di Whimper che disegnava ogni dettaglio del Cervino. Mi fermo qui in quanto la mia cultura artistica è veramente modestissima.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 16:11

Se abbracciamo questa tesi, troviamo più semplice "spiegare" le due principali interpretazioni del paesaggio da parte dei fotografi contemporanei.

Mi trovi perfettamente d'accordo, io appartengo sicuramente alla schiera di quelli che idealizzano la natura incontaminata e il suo rapporto con l'uomo (adoro Claude Lorrain, van Ruysdael, Constable, Turner). ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 16:52

Credo che Lauren Buchholz abbia ben centrato la questione.

Tutto parte dalle idee. Se ne hai di originali, se hai un'urgenza espressiva e un messaggio tuo che vuoi far arrivare, probabilmente farai delle fotografie diverse e che portano il tuo timbro.

Altrimenti farai le solite bellissime fotografie già viste, importanti per te, per l'esperienza fatta. Ma probabilmente inutili per la collettività.

Io faccio parte della secondo categoria chiaramente.

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 17:11

Anche a me non piace essere assolutista .
E' tuttavia innegabile che quando vedi la foto di una località "famosa" ed è uguale ad altre cento già viste, difficilmente vai in estasi.
Ma va anche detto che la fotografia è soprattutto "luce" e la luce giusta devi andare a trovartela e spesso tornando nello stesso posto molte e molte volte. Quest'ultima cosa non sempre è realizzabile quando sei in viaggio e visiti un posto per qualche ora al massimo. Molte foto di famose location sono fatte con la luce che di solito si trova in quel posto in quella data ora, ma la foto potrebbe essere diversa se uno avesse la possibilità di aspettare "quella luce"

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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