RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Aspettando l'Ektachrome


  1. Forum
  2. »
  3. Tecnica, Composizione e altri temi
  4. » Aspettando l'Ektachrome





avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2022 ore 13:01

Bergat - la Velvia cinquant'anni fa non esisteva.
Le Kodachrome si, ovviamente, le tue Fujichrome quindi potrebbero essere le precedenti 50D... anche se la presenza di funghi, onestamente, mi suggerisce, quale causa del problema, una non corretta conservazione piuttosto che difetti propri delle emulsioni, la qual cosa quindi sposta (sposterebbe?) la responsabilità del fattaccio dalla pellicola a te


Conservate tutte allo stesso modo, ma quelle velvia trattate da me(sviluppo etc) perfette, quelle portate in laboratorio comprensive di intelaiatura ,,,, beh ci sono problemi innescatesi col tempo.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2022 ore 18:25

Ah ok, così la cosa è più chiara perché è più che evidente che, vista la premessa, il problema è da addebitarsi al laboratorio e non certo all'emulsione.

user237955
avatar
inviato il 19 Novembre 2022 ore 16:07

Eh no! Velvia è molto esigente e deve essere trattata alla perfezione; è il difetto più evidente e, forse, l'unico...ma c'è, ed è di propria intrinseca struttura.
Intendiamoci, tutte le altre diapos ne sono afflitte, ma essendo esse non troppo "spinte" quanto Velvia, il difetto è molto meno riscontrabile...anzi, pur nel manifestarsi, nessuno se ne accorgerebbe: mediocri anche nella ottimizzazione dello sviluppo.

Il Kodachorme, invece, non è afflitto da tutto ciò: per intanto - per struttura - è una diapo totalmente differente da tutte le altre - Velvia compresa - e. pertanto, non può essere fatto oggetto di paragone...E' unica ed inimitabile.

Oggi non c'è più, ma non è certamente imputabile a Velvia che si rivolgeva a tutto un altro settore di utenti; Kodachrome è terminato per scelta di Kodak che aveva ravvisato nel digitale un semplicissimo modo di ottenere buone stampe senza troppo impegno.
Kodachrome, per difficoltà ed impegno, era riservato ai professionisti ed ai fotoamatori più evoluti che richiedevano stampe Ciba al top.

Molto felice fu NG che, finalmente, libera dai ricatti dei professionisti, poteva scegliere a quotazioni stracciatissime i vari files provenienti da una pletora di digitalisti, anche dell'ultima ora, e della Domenica pomeriggio...Sorriso


user237955
avatar
inviato il 19 Novembre 2022 ore 17:32

Un importante e determinante aspetto che distingueva Kodachrome da tutte le altre e, soprattutto, da Velvia:

K. era stato progettato principalmente per l'editoria; perciò, stampe piuttosto contenute che regalavano colori eccezionali che emanavano un sublime fascino.

Velvia, invece, dovendo essere proiettata - questo il suo specifico settore - necessitava di una struttura molto più intensa e molto più potente, che permettesse ingrandimenti molto spinti, senza snaturare l'originalità del fotogramma.

Però, anche Kodachrome si difende molto bene in proiezione e, se impressionato con obbiettivi di classe elevata, permette ingrandimenti notevoli, forse anche superiori a ciò che offre Velvia.

Ed io, sono decisamente privilegiato: grazie a mio nonno ed a mio padre, guardando ed ammirando Kodachrome, Ektachrome e Velvia, mi illumino d'immenso.


avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2022 ore 18:29

Il Kodachorme, invece, non è afflitto da tutto ciò: per intanto - per struttura - è una diapo totalmente differente da tutte le altre - Velvia compresa - e. pertanto, non può essere fatto oggetto di paragone...E' unica ed inimitabile.






Assolutamente no Andrea.
La Kodachrome è diversa dalle altre nella concezione, è l'unica pellicola a colori che non ha i copulanti nell'emulsione, che in realtà è una emulsione in bianco e nero alla quale i colori vengono aggiunti solo durante il processo (peraltro anche estremanente complesso) di sviluppo (K14 e non E6) ma per tutto il resto è una diapositiva come tutte le altre.

Ha una sua sensibilità, che può essere confrontara con quella di tutte le altre diapositive
Ha una resa cromatica... che può essere confrontata con quella di tutte le altre.
Ha un determinato Potere di Risoluzione, che può anch'esso essere confrontato con quello delle altre.
E infine ha un suo RMS, che però anch'esso può essere confrontato con quello di tutte le altre.

Ebbene in tutti questi parametri è inferiore alla Velvia... ma ciononostante può piacere comunque più della Velvia!

user198779
avatar
inviato il 19 Novembre 2022 ore 18:30

Le macro che ho fatto col Kodachrome 25 e il micro nikkor 55 mm f 3.5 .
Sono ancora ineguagliate dal digitale come tonalità e brillantezza.

user237955
avatar
inviato il 19 Novembre 2022 ore 21:09

Le macro che ho fatto col Kodachrome 25 e il micro nikkor 55 mm f 3.5 .
Sono ancora ineguagliate dal digitale come tonalità e brillantezza.


Ah ma io ti credo ciecamente...Sorriso




user237955
avatar
inviato il 19 Novembre 2022 ore 22:09

Paolo...tu scrivi di concezione: Vero, ma non è solo concezione; Kodachrome si differisce da tutte le altre diapos, principalmente, per la propria unica intrinseca eccezionale struttura.

Per comprendere al meglio la abissale differenza strutturale esistente tra K. e le altre, è necessario sottoporre i fotogrammi sotto un microscopio con luce laterale: il fotogramma di K. appare leggermente opaco e si presenta quasi come la superficie lunare, e cioè, con contorni dei soggetti molto ben definiti che rendono la superficie quasi rugosa, e se - per assurdo - si possedesse un rugosimetro, si potrebbero rilevare valori molto più elevati rispetto alla normalissima superficie di ogni altra diapos che appare lucida e priva di ogni "rilievo"...anonima.
Perciò, già da questa prova, K. appare totalmente differente rispetto a tutte le altre diapos.
Infine, così, tanto per gradire, K. è leggermente più spesso delle altre diapos...significa che è molto più resistente delle altre.


Sì, anche i bambini conoscono la tecnologia del metodo sottrattivo di Mannes e Godowsky che, peraltro, avevano aggiunto un ulteriore colore rispetto alla tecnica di Capstaff che prevedeva 2 soli colori.

Il K. PKM, introdotto nel 1974, aveva sensibilità di 25iso ed era l'unica diapo con tale sensibilità; le altre iniziavano da 50iso.
La resa cromatica di K. - leggermente sottoesposta di 1/3 - è unica nel proprio genere; se si sottoespone Velvia, si provocano danni.

Il potere di risoluzione di K. in virtù della superficie rugosa e del rilievo dei soggetti, è enormente più evidente che in Velvia, e ciò, nonostante le l/mm favorevoli a Velvia: 160 contro i "soli" 100 di K.
Immagina se K. disponesse di 160 l/mm. ma per la sua struttura erano inutili.

RMS di PKM è pari a 5 RMS di Velvia è pari 8.

I parametri di K. sono inferiori ai parametri di Velvia? MrGreenMrGreenMrGreen

Beh, alla luce delle tue convinzioni che non mi convincono, sono propenso a credere che tu avessi utilizzato Kodachrome 25 del 1961, oppure kodachrome KR/64 del 1974...nulla, ma proprio nulla a che vedere con il PKM/25iso del 1974.

E' stato un piacere...Sorriso


avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2022 ore 23:29

il fotogramma di K. appare leggermente opaco e si presenta quasi come la superficie lunare, e cioè, con contorni dei soggetti molto ben definiti che rendono la superficie quasi rugosa, e se - per assurdo - si possedesse un rugosimetro, si potrebbero rilevare valori molto più elevati rispetto alla normalissima superficie di ogni altra diapos che appare lucida e priva di ogni "rilievo"...anonima.

Questo accade perché, come ha detto Paolo, la Kodachrome è di base una pellicola in B&N (infatti chi ne avesse una la potrebbe usare e sviluppare come tale);infatti, proprio per la sua superficie "ruvida" con le Kodachrome, analogamente a quanto accade con i negativi B&N, non funzionano i sistemi di rimozione polvere e graffi in fase di scansione del tipo "Digital ICE" proppio perché tali sistemi, in mancanza di una superficie liscia, non riescono a distinguere la polvere e i graffi.

user237955
avatar
inviato il 20 Novembre 2022 ore 4:22

Tutto il mondo conosce dettagliatamente la struttura di Kodachrome:

Kodachrome was the first color film that used a subtractive color method to be successfully mass-marketed. Previous materials, such as Autochrome and Dufaycolor, had used the additive screenplate methods. Until its discontinuation, Kodachrome was the oldest surviving brand of color film. It was manufactured for 74 years in various formats to suit still and motion picture cameras, including 8 mm, Super 8, 16 mm for movies (exclusively through Eastman Kodak), and 35 mm for movies (exclusively through Technicolor Corp as "Technicolor Monopack") and 35 mm, 120, 110, 126, 828 and large format for still photography.


Pure i negativi BN presentano un lato opaco, ma senza i tipici rilievi che rappresentano la caratteristica esibita soltanto da Kodachrome che, per tale peculiarità, resta una diapo assolutamente unica.
I rilievi presenti sul lato di Kodachrome consentono di mostrare in stampa una nitidezza davvero straordinaria e, perciò, senza uguali.
Kodachrome: e sei protagonista!Sorriso

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2022 ore 6:43

K. PKM, introdotto nel 1974, aveva sensibilità di 25iso ed era l'unica diapo con tale sensibilità; le altre iniziavano da 50iso.
La resa cromatica di K. - leggermente sottoesposta di 1/3 - è unica nel proprio genere; se si sottoespone Velvia, si provocano danni.






Ma infatti la Velvia non ha alcun bisogno di essere sottoesposta!
Vedi Andrea tu fai un errore di fondo, metti in rilievo i limiti oggettivi di una pellicola esaltandoli come fossero dei pregi.
La realtà è che se avessero potuto spremere sangue dalle rape (più di quanto facevano di solito) quelli di Kodak avrebbero prodotto la Kodachrome 25 con una sensibilità di 50 asa, uno STOP IN PIÙ FA SEMPRE COMODO, e la Kodachrone 64 con una sensibilità di 100 o 125 asa... sempre per il motivo di cui sopra.

La realtà è che una ottima tecnologia degli anni '30 negli anni '70 aveva quarant'anni, negli anni '80 aveva cinquant'anni e negli anni '90 di anni ne aveva sessanta e quindi i suoi limiti, oggettivi, divenivano sempre più evidenti tanto è vero che le pellicole BW 25 asa di quegli anni avevano RMS 5 e una risoluzione di almeno 250 lp/mm... erano insomma infinitamente avanti rispetto alla Kodachrome, e bada bene: parlo di pellicole BW a granuli tradizionali... quindi neppure a granuli piatti!
Perché le T-Grains, al confronto, DILAGANO!

Inoltre poi la pratica di sottoesporre la K 25 di almeno 1/3 di stop, meglio 1/2, e la K 64 di 1/2 stop, meglio 2/3, erano la logica e inevitabile conseguenza legata alla scarsa saturazione cromatica di queste pellicole che, se da un lato le rendeva eccellenti per le esigenze dell'editoria, per cui in effetti erano state pensate, dall'altro le rendeva inadatte, o ben poco adatte alla proiezione.

Al contrario la Velvia ha una elevata saturazione cromatica che la rende adattissima alla proiezione, ovviamente, ma di contro impone pure un controllo assoluto sull'esposizione perché una sottoesposizione, anche solo di 1/3 di stop, la rende troppo satura.
In questo pertanto la Velvia è l'opposto delle Kodachrome, queste infatti reggono bene la sottoesposizione, ma diventano inusabili anche con solo 1/3 di stop di sovraesposizione, laddove invece la Velvia concede ampi... Oddio... ampi sempre riferiti agli angusti limiti di una diapositiva chiaramente, margini di tolleranza.

Non per nulla Fuji, per le esigenze legate a editoria (soprattutto di moda), beauty e ritratto aveva la Astia 100F la quale, pur con una sensibilità quadrupla rispetto alla K 25, offriva un RMS 7 invece di 9 e 140 lp/mm contro 120 Eeeek!!!

Quel che voglio dire insomma è che gli anni PASSANO PER TUTTI Triste

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2022 ore 9:15

Non per nulla Fuji, per le esigenze legate a editoria (soprattutto di moda), beauty e ritratto aveva la Astia 100F ...


Non tutta l'editoria, a metà anni 90 collaboravo con Bell'Italia e volevano solo le Velvia 50 perchè avevano gli scanner tarati sulla Velvia ... per la moda non lo so, ma non tutta l'editoria voleva la Velvia

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2022 ore 10:19

Non tutta l'editoria, a metà anni 90 collaboravo con Bell'Italia e volevano solo le Velvia 50 perchè avevano gli scanner tarati sulla Velvia ... per la moda non lo so, ma non tutta l'editoria voleva la Velvia





Fino a tutti gli anni '80 l'editoria nei paesi anglosassoni usava solo Kodachrome, in Europa, e più in generale nel resto del mondo, per ovvi motivi legati esclusivamente ai numerosi brevetti che impedivano ai laboratori indipendenti di adoperare lo sviluppo K-14, al posto delle Kodachrome si adoperavano le Ektachrome 64 e forse solo in Germania, ma nemmeno ne sono sicuro, qualcuno si ostinava ad adoperare le Agfachrome.
Negli anni '90, soprattutto in Europa, qualcuno iniziò ad adoperare la Velvia, perché oltre a essere oggettivamente superiore alle Kodachrome, si sviluppava col comune trattamento E6, non tutti però fecero questa scelta perché la Velvia, oltre che oggettivamente più difficile fa adoperare che non le Kodachrome, ha delle specificità legate in modo particolare alla straordinaria resa del Nero, che mal si conciliano con esigenze diverse da quelle tipiche del paesaggio, ecco perché per moda e beauty si tendeva a preferire pellicole più delicate rispetto alla Velvia, tipicamente l'Astia 100 prima e la 100F dopo.

avatarsenior
inviato il 22 Novembre 2022 ore 6:33

In ogni caso, alla faccia della vulgata che vuole il ritorno in grande stile della pellicola, da ieri l'E6, quantomeno dal mio laboratorio di fiducia, è aumentato del 20%, e da 10 € è passato a 12 €.
Il servizio è sempre eccellente, almeno questo non è cambiato, ma se fosse vero che la pellicola impazza i costi dovrebbero scendere piuttosto che aumentare.
O quantomeno restare stabili, visto che gli aumenti generalizzati delle materie prime sarebbero compensati dalle maggiori entrate indotti dall'aumento della richiesta.
O no?

avatarsenior
inviato il 22 Novembre 2022 ore 7:49

Se ne approfittano, molto semplicemente. E di questo passo ammazzeranno sul (ri)nascere il mercato.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me