| inviato il 07 Marzo 2020 ore 9:34
Non è proprio così.
La A7R mk I° era un vero disastro con i grandangoli spinti non retrofocus.
Per tutti, come ho già scritto, il VGT 21/4 che creava color casting su due terzi del fotogramma ...
Con le A7R.2 e 3 la cosa cambia radicalmente ed i problemi scompaiono o quasi, grazie al sensore retroilluminato (praticamente rovesciato) che non ha le cellette che intercettano la luce.
Le A7 liscie (che non hanno il sensore retroilluminato, ma quello tradizionale) sono in una posizione intermedia tra A7R e A7R.2 e 3: hanno solo 24 MPX e quindi le cellette sono meno fitte.
Le A7S e S.2 invece sono esenti da problemi perchè con i loro 12MPX, anche con il sensore tradizionale hanno le cellette molto separate tra loro. |
| inviato il 07 Marzo 2020 ore 10:36
Dalla serie 2 |
| inviato il 07 Marzo 2020 ore 12:11
Non è un problema di raggi inclinati.
O meglio si tratta di due problemi distinti.
In particolare il problema di raggi inclinati affligge per lo più i sensori non BSI.
Poi, unitamente a questo problema, c'è quello della curvatura di campo.
Poiché è più probabile che un obiettivo con elementi molto vicini al sensore (e quindi raggi inclinati) abbia una elevata curvatura di campo si tende a confondere le due problematiche e ad accomunarle.
Tuttavia restano differenti.
Il primo crea una dominante di colore su parte del fotogramma il secondo rende poco nitido parte del fotogramma (invero sintomo del fatto che alcune aree sono a fuoco altre no).
Infatti se, ad esempio, su una a7r con un aggiuntivo ottico si spiana la curvatura di campo di un obiettivo affetto da entrambi i problemi, quello relativo alla nitidezza si attenua quello relativo al color cast no.
Leica sulla m9 ha risolto più o meno entrambi i problemi. Il primo (quello dei raggi inclinati) tramite microlenti inclinate e correzione software in base a profili predefiniti, il secondo tramite il contenimento dello spessore dei filtri.
In base alla mia esperienza (peraltro molto circoscritta) su Sony, dalla seconda serie in poi, rimane il secondo problema che, per esempio, su Nikon Z (che monta filtri di circa 1 mm a fronte dei 2 mm della sony e 0,2 della Leica) è meno visibile proprio per il minor spessore dei filtri.
Il problema della curvatura di campo, inoltre, poiché dipende da una serie di fattori (ivi inclusa la profondità di campo) - in base al progetto ottico - può presentarsi su tutti gli obiettivi ivi inclusi i medio tele.
Per esempio ultimamente ho visto una recensione del nuovo 75 VM (che vorrei prendere per sostituire il 90 che ho) e la differenza di resa tra Leica e Sony è notevole (su Sony per avere gli stessi risultati che si hanno su Leica a T.A. devi aumentare parecchio la profondità di campo).
Tony, la modifica consiste nella rimozione di tutti i filtri (ivi incluso quello AA se presente) e l'apposizione di un filtro da 0,2 mm (in pratica lo stesso spessore di quello Leica).
A me la modica la fece la Kolari Vision, però non so se ne fanno ancora (mi pare che adesso vendano solo la fotocamera già modificata).
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| inviato il 07 Marzo 2020 ore 13:59
A me risulta che anche la M10 abbia le micro lenti specifiche. Probabilmente ridurre lo spessore dei filtri davanti al sensore, risolve gran parte dei problemi, ma non tutti: ad esempio la Canon R, che ha filtri spessì 1.6mm si comporta meglio della A7 (nessuna delle due ha connessioni BSI).
Comunque, anche rimanendo in Leica, pare (nel senso che io non l'ho verificato di persona), che anche la SL abbia qualche problema con i grandangoli M, mentre la SL2 ne avrebbe meno.
O.T.: questo spiega probabilmente anche il maggior prezzo dei corpi Leica: sviluppare un sensore ad hoc, per un numero di corpi molto limitato, comporta costi maggiori di sviluppo e realizzazione, che non si possono ridurre grazie alla quantità di sensori “standard”, utilizzati sia su corpi Sony, che venduti ad altri brand (e.g. Nikon). In altre parole, la massima qualità costa e si paga.
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| inviato il 07 Marzo 2020 ore 15:42
Caro Giuseppe,
innanzi tutto un grande complimento per la Tua preparazione sul tema!
Finalmente uno che ne sa ...
Detto questo mi permetto di intervenire.
Il problema del color casting viene effettivamente risolto dai sensori rovesciati (BSI).
Per questo A7R.2 e 3 ne sono praticamente esenti.
Sulla curvatura di campo sono parzialmente d'accordo.
La curvatura di campo, se presente, è un problema che affligge in senso generale le ottiche.
Non c'entra il tipo di sensore e nemmeno lo spessore del filtro A, tanto che il problema si presenta anche con la pellicola.
LEICA, da quanto ho capito (ma non ho mai avuto LEICA digitali e quindi non dico altro perchè non parlo di ciò che non ho mai posseduto o provato a lungo) ha risolto il problema con un sensore che in alcuni modelli non è piano, ma concavo; rendendo quindi il problema della curvatura di campo automaticamente risolto.
Certo che le mie LEICA analogiche, nessuna esclusa, non soffrono di curvatura di campo con le lenti LEITZ e con le tante altre compatibili che possiedo.
La qual cosa mi lascia un pò perplesso ...
@Karl8
IMHO il prezzo (spropositato) delle LEICA è indotto solo da ragioni di mercato.
Bravi loro a cavalcare la tigre e vendere a quel prezzo.
Un pò come con FERRARI: prendi un NISSAN GTR, costa un terzo od anche meno, va uguale se non di più di molti loro modelli, la usi tutti i giorni e ci stai in 4.
Ma non è un FERRARI ed è pure brutta ...
Scusate OT.
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| inviato il 07 Marzo 2020 ore 16:19
Ti ringrazio per i complimenti, ma sono cose che per lo più ho trovato in rete e poi sperimentato.
Quanto alla differenza con l'analogico considera che tra l'elemento sensibile (la pellicola) e l'obiettivo non c'è niente mentre anche con le leica tra i fotorecettori e l'obiettivo oltre al filtro di 0,2 mm ci sono le microlenti ed altro fino ad arrivare quasi ad 1 mm di materiale.
Comunque, su questo sito phillipreeve.net/blog/rangefinder-wide-angle-lenses-on-a7-cameras-prob spiegano i concetti che ho riassunto in maniera molto più chiara di quanto abbia fatto io. |
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