| inviato il 15 Ottobre 2012 ore 17:06
Salve gente, avrei una domanda per i più smaliziati macrofotografi :) Dati: - un 200mm che ingrandisce 1:1 stando a 30mm dal soggetto - un 100mm che ingrandisce 1:1 stando a 30mm dal soggetto anch'esso e quindi avendo parità di rapporto di riproduzione alla stessa distanza di messa a fuoco, ma con focale differente... La profondità di campo sarà uguale nei due obiettivi? Oppure maggiore in uno dei due? E in quale? Perché? Ad occhio mi verrebbe da dire che quello con focale minore abbia più PDC... Attendo risposte! Grazie :D |
| inviato il 15 Ottobre 2012 ore 17:19
Scusa Valerio ma dove hai trovato questi dati ?  “ - un 200mm che ingrandisce 1:1 stando a 30mm dal soggetto - un 100mm che ingrandisce 1:1 stando a 30mm dal soggetto anch'esso „ non capisco che obiettivi possono avere queste caratteristiche... |
| inviato il 15 Ottobre 2012 ore 17:47
Ciao Ivan, dunque per quanto riguarda il 100 mm ho preso in esame il Canon 100mm f/2.8 che dovrebbe ingrandire 1x a 0,3 metri (distanza minima), sempre se ho capito i dati che ho letto. In merito al 200 si tratta di un vecchio tele fisso accoppiato a un doppietto acromatico, provato da un mio amico... Precisamente: Jupiter 21M 200mm f/4 + Marumi Achromat DHG Macro 200 Però la mia domanda se vogliamo prescinde dai dati reali, vorrei proprio avere un chiarimento tecnico teorico! |
| inviato il 15 Ottobre 2012 ore 18:16
A parità di distanza avrai maggiore PDC sul 100mm |
| inviato il 15 Ottobre 2012 ore 19:19
“ A parità di distanza avrai maggiore PDC sul 100mm „ |
| inviato il 16 Ottobre 2012 ore 9:52
da qualche parte ho letto che maggiore è la focale, maggiore è lo schiacciamento prospettico e quindi dovrebbe essere anche maggiore la pdc... Un altro dato che complica le cose |
| inviato il 16 Ottobre 2012 ore 10:30
Che io sappia a parità di dimensioni del soggetto nel fotogramma e di diaframma usato la pdc è la stessa, qualunque sia la lunghezza focale. |
user1856 | inviato il 16 Ottobre 2012 ore 11:27
no, la PDC reale dipende da obiettivo ed obiettivo e nella fattispecie dal rapporto pupillare che ogni obiettivo ha. potrebbe infatti essere che un tele abbia una PDC maggiore di un grandangolo a parità di RR e di apertura. riporto qui per l'ennesima volta un mio vecchissimo post: riporto qui un mio vecchio post: "Per il calcolo della PDC con buona approssimazione possiamo usare la seguente formula: PDC = [CdC * 2 * F * (1 + RR/P)] /sq(RR)" dove: CdC = Circolo di confusione; F = apertura meccanica; RR = Rapporto di riproduzione; P = fattore pupillare = (diametro in uscita)/(diametro in entrata). Ora se l'obiettivo è simmetrico (come molti "normali") si avrà P=1 e quindi la formula più normalmente nota (che fa si che si dica che a parità di RR, la pdc è la stessa qualsivoglia focale si usi...). ma nel mondo reale gli obiettivi non sono generalmente simmetrici e P non vale sempre 1, anzi. Prendo quindi un esempio numerico scritto da Riccardo Polini, autore di una bella guida macro con relative formule dove trovate anche questa sopra riportata (mi risparmio un po' di conti): "Consideriamo due obiettivi macro Zeiss: il 60/2,8 ed il 100/2,8. Il primo ha uno schema pressoché simmetrico (P = 1), l''altro - da buon teleobiettivo - ha un fattore pupillare minore di 1, e precisamente 0,7. Per R = 1:1 e con apertura f/8, la profondità di campo su formato 24x36 mm risulta pari a 1,1 e 1,3 mm per il 60/2,8 e il 100/2,8, rispettivamente. Dunque, il 100 macro offre, a parità di R, diaframma e dimensione del supporto sensibile (e quindi a parità di CdC = 1/30 mm), una maggiore PDC rispetto al 60 macro" Tornando a noi, quindi, la differenza è di 0,2mm su 1,1mm ovvero circa il 18,2%. il chè può sembrare poco ma potrebbe fare la differenza tra due scatti. inoltre in un ipotesi di focus stacking avremmo con il 100/2,8 decisamente meno scatti totali siccome la PDC è maggiore di appunto quasi il 20%. Prendiamo ora un altro obiettivo, ad esempio il nikkor 200/4 che ha un fattore pupillare di circa 0,6. al RR pari al lifesize si avrà una PDC ancor maggiore e pari a 1,42mm. Prendiamo ora invece per dire uno zeiss jena Flektogon 20/2.8 MC. non arriva al lifesize ma ammettiamo di arrivarci. allora, previa misura abbiamo P circa pari a 2 (azz, che difficile misurare P con i grandangoli...) in tal caso, dicevo, se arrivassimo a RR=1, avremmo una PDC di 0,8mm. quindi la differenza a parità di apertura e di RR con il 200/4 micro nikkor è di 0,62mm ovvero rispetto agli 0,8mm del flektogon si parla di una PDC del 77,5% maggiore. il chè è tanta roba.... (a cui si aggiunge però un diverso angolo dic ampo e quindi comunque uno sfondo meno omogeneo ma è un altro discorso.) il fattore pupillare inoltre è importante per la luminosità del mirino in ambito macro ma ne parliamo casomai un altra volta! " chiusa la citazione. Ecco quindi che sarebbe importante citare esattamente che modelli di obiettivi si usano e misurare (o ricavare da tabelle se disponibili) il valore delle pupille per ricavare le differenze di PDC tra le due ottiche. PS il dato della distanza che hai ipoteticamente inserito potrebbe aver senso solo se la focale reale del 200mm fosse pari a quella del 100mm. questo porta ad altre formule e porta di fatto ad avere obiettivi con focale reale medesima ad alti RR... |
| inviato il 16 Ottobre 2012 ore 20:32
Ho capito, non conoscevo il rapporto fra le pupille di entrata e uscita come fattore nell'espressione del calcolo della pdc. Quindi in buona sostanza la pdc dipende strettamente anche dallo schema ottico proprio di ogni obiettivo, oltre che dal rapporto di riproduzione e dalla distanza dal soggetto. Grazie, sei stato esauriente :D |
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