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Chiacchierata intorno alle ottiche da diaproiezione


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avatarsenior
inviato il 31 Marzo 2020 ore 10:25

Ciao Mario, col canotto diametro 42,5 mm ci sono gli Elmarit P2 120/2,8 e 150/2,8 che però, pur godendo di buona fama, sono inferiori al Colorplan.
Se non ricordo male esistono anche con l'innesto P ma a lume di naso, in caso di uso su proiettori diversi dai Leica, credo non possano adattarsi per via del canotto piuttosto corto.
Più o meno allo stesso livello dovrebbero posizionarsi anche gli Zeiss di pari focale e luminosità ma sono ancora più difficili da trovare dei Leica e comunque nessun obiettivo da proiezione, neppure a quei tempi e a parte forse qualche 90 standard, godeva di grande letteratura... insomma le informazioni erano rare e scarne anche perché tutti, tutti quelli che potevano ovviamente... e io non ero fra loro, all'epoca curavano esasperatamente le ottiche da ripresa ma trascuravano sia quelle da proiezione, parlo dei diapositivisti chiaramente, che quelle da ingranditore... e qui ovviamente mi riferisco ai bianconeristi!

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2020 ore 22:59

Gsabbio:

anche se ci siamo capiti perfettamente, ho trovato un'immagine che rende ancora di più l'idea del concetto espresso:

www.photo-michel-deluen.fr/mobjectsAV/mobjects/V5-0/Outils/transition-

In quella sequenza l'ipotenusa crescente del triangolo giallo in alto rappresenta un segmento che esprime come varia l'intensità luminosa della lampada (asse ordinate) in funzione del tempo (asse ascisse). La sua pendenza indica invece come varia l'intensità al variare del tempo puntualmente: in questo caso essendo la pendenza costante la velocità di variazione è la stessa in tutto l'intervallo di dissolvenza. Ciò che invece noi cerchiamo è poter variare continuamente quel segmento facendolo diventare una curva con accelerazioni e decelerazioni (io ho ho descritto il caso di accensione ma è lo stesso concetto per lo spegnimento), cosa che col cursore manuale si fa al volo. Con quel programma questo non si può fare, chissà se con altri ...

Volendo registrare e quindi programmare una sequenza di cambi variando l'intensità della lampada continuamente e manualmente, come bisogna attrezzarsi? Una volta collegati i proiettori alla centralina e ad essa un registratore a nastro, occorre premere rec e avviare la proiezione? Ma una traccia sul nastro è sufficiente per memorizzare tutti i livelli dell'intensità della lampada istante per istante per poterli poi riprodurre col play in automatico?
Esistono dei programmatori che servono a registrare ciò tramite unità di composer/sequencer, ma questi consentono quello che vogliamo noi oppure hanno schemi fissi di variazione dell'intensità e occorre necessariamente ricorrere al cursore?

Le console DMX usate per tutte le luci di scena ciò lo fanno ... con le luci di scena, ma dato che una volta collegato il proiettore alla console, esso viene pilotato come se fosse una lampada con 3 comandi (intensità, n°dia,apertura/chiusura otturatore) quindi ... ma c'è qualcuno che ha provato?

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2020 ore 23:11

Leone Giuliano:

i fini delle proiezioni sono molteplici; c'è chi predilige la pura qualità delle immagini e usa la dissolvenza solo per non affaticare la visione, chi crea audiovisivi e usa le dissolvenze come parte integrante del linguaggio espressivo e chi punta sulla spettacolarità di un evento ricorrendo a batterie di unità con effetti speciali per colpire l'attenzione e sparare fumo negli occhi ...

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2020 ore 23:26

Paolo:

grazie per le delucidazioni.
Anche i Talon 150 f/3 MC e f/3,5 MC per quell'attacco sono allo stesso livello del Maginon?

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2020 ore 23:35

Ciò che invece noi cerchiamo è poter variare continuamente quel segmento facendolo diventare una curva con accelerazioni e decelerazioni


Esatto.

Diciamo che un tempo le centraline erano analogiche (come la mia che in pratica è una kodak)
Con una centralina analogica, mettendo la centralina su 'rec', la dissolvenza viene registrata sul nastro come una nota che cambia gradualmente di tono (un glissato con velocità costante: la rampa lineare)
Il nastro avrà 3 tracce: 2 per l'audio stereo ed una per la traccia di comando.
Ad ascoltare questa traccia si sentirà una sequenza 'musicale' di toni. Ogni variazione di tono/nota, corrisponde ad una risposta precisa della centralina.
Quando andremo in riproduzione avremo: due canali audio che dal registratore andranno all'amplificazione con la colonna sonora ed il canale della traccia entrerà nella centralina in posizione 'play', il tono musicale verrà preso in carico da un integrato che convertirà il segnale audio in una variazione di tensione che farà da comando per la dissolvenza delle lampadine o il cambio dia.

Per ottenere l'effetto di cui parliamo sopra, invece, viene registrata sul nastro una variazione di tono non più lineare (la rampa rettilinea dell'esempio) ma più veloce o più lenta al pari di un glissato che accelera o rallenta. Dal ché la rampa diventa una curva.

Farlo con uno strumento analogico è banale, perché col cursore della dissolvenza è possibile eseguire esattamente l'equivalente di un glissato che abbia velocità costante o variabile, farlo in digitale è molto difficile (io non so come fare)

La centralina digitale, invece, registra un segnale digitale composto da 0 e 1, ogni segnale corrisponde ad un preciso comando; esemplifico: se devo dire alla centralina "fai una dissolvenza di 6 secondi' è sufficiente che invii alla centralina o registri nella centralina stessa il comando '6'
Io non ho mai usato centraline digitali perciò non ti posso dare dettagli più precisi

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 8:30

i fini delle proiezioni sono molteplici; c'è chi predilige la pura qualità delle immagini e usa la dissolvenza solo per non affaticare la visione, chi crea audiovisivi e usa le dissolvenze come parte integrante del linguaggio espressivo e chi punta sulla spettacolarità di un evento ricorrendo a batterie di unità con effetti speciali per colpire l'attenzione e sparare fumo negli occhi ...



Fermo restando, caro Mario, che nella stra- stra - stra grande maggioranza dei casi è la terza tipologia di utenza quella imperante, imperante ovviamente all'epoca perché ora come ora saremo rimasti in tre o quattro, in Italia, a praticare ancora la dissolvenza incrociata, esiste anche una quarta tipologia di utente/astante (eh si, perché nella maggior parte dei casi certe cose te le prepari e te le vedi da soloTriste): ossia colui il quale adopera la dissolvenza incrociata per riaverne la terza immagine ... quella cui anche Gsabbio ha accennato in un precedente intervento e di cui io, all'inizio del thread dedicato alla proiezione di diapositive, avevo già parlato illustrandone e ben specificandone, almeno spero, le peculiarità.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 8:48

Anche i Talon 150 f/3 MC e f/3,5 MC per quell'attacco sono allo stesso livello del Maginon?



Non lo so con certezza Mario, ma temo proprio di si.
Del resto la cosa è abbastanza chiara, nella sua linearità di base: all'epoca, ossia quando la proiezione di diapositive era un sistema di fruizione dell'immagine assai in voga, alcuni (pochi) produttori avevano a catalogo anche altre ottiche, oltre alle focali standard di uso più comune, e quindi esistevano ottiche grandangolari, generalmente usate per proiettare in spazi angusti o, mooolto raramente , per la retroproiezione, e ottiche tele adatte a proiettare in ambienti più ampi.
In linea di massima le focali grandangolari erano poche, in genere un 45/50 mm e un 35 mm, mentre le focali tele erano qualcuna in più: 100/105 mm, 120 mm, 150 mm, 180/200 mm, qualche volte anche 250 mm e con qualcuno che, addirittura, arrivava a 300 mm.
In genere le focali tele più richieste erano i 120 e i 150 mm e, solo in questo caso, qualche produttore, ne aveva a catalogo due modelli, in genere un f 3,5 e un f 2,8 e dove, come è facile intuire, il 3,5 aveva in pratica solo la focale mentre il 2,8 era un obiettivo migliore, anche molto migliore, perché dedicato a quei pochi che invece dello standard 85/2.8 aurea mediocritas adoperavano lo standard 90/2.5 excellent ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 8:59

Che complicato. Ho visto parecchie di queste meraviglie fino agli anni 90. Anche una allo stand Hasselblad con 24 PCP80 (24!). Voto mio: 4. Una marea di effetti e foto francobollo, orrende, che si accendevano e si spegnevano vorticosamente. Da mal di testa.
Chissà perchè sempre quando ho visto una proiezione di questo tipo, tutto l'accento era posto sulla tecnica della dissolvenza. La dissolvenza per la dissolvenza. Le immagini? Nessuna importanza, un semplice spunto.
A mio avviso bastano due proiettori e una dissolvenza semplice, utile a non far bruciare gli occhi nei cambi.
Poi tutto si deve giocare sulla bellezza e/o sul significato delle foto, rispettando le regole che dice Gsabbio.
Se ne organizzate una così a Milano o dintorni vengo a vederla di corsa





Eh si, purtroppo è proprio così.
A me è capitato una sola volta di vedere una cosa del genere seppure con solo 4 proiettori, anche se non ricordo se si trattava di Hasselblad o di Kodak Carousel, ma il risultato era quello: un mare di effetti speciali e nemmeno una fotografia... o almeno una fotografia che potesse chiamarsi tale!

Per le dissolvenze invece io ne ho venti sempre pronte, quindi puoi venire quando vuoi... ma purtroppo sto a 700 chilometri da Milano Triste

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 9:31

A me è capitato una sola volta di vedere una cosa del genere seppure con solo 4 proiettori, anche se non ricordo se si trattava di Hasselblad o di Kodak Carousel, ma il risultato era quello: un mare di effetti speciali e nemmeno una fotografia... o almeno una fotografia che potesse chiamarsi tale!


La solita storia. Lo stesso allo stand Leica quando presentarono il loro videoproiettore molti anni fa. Foto ridicole

Per le dissolvenze invece io ne ho venti sempre pronte, quindi puoi venire quando vuoi... ma purtroppo sto a 700 chilometri da Milano


Eeeek!!! peccato

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 10:48

Triste

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 12:13

Nella discussione 'sorella' -Chiacchierata intorno alla proiezione di diapositive-

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=12&t=2332958#20028016

ho scritto che il mio Leitz HeKtor 85 f2.8 dà risultati migliori rispetto al Leitz Super Talon 90 f2.5

oggi ho eseguito delle prove più rigorose.

Stranamente, dai primi test, scattando con focheggiatura manuale, il Super Talon mostrava comunque una nitidezza inferiore in modo congruente con le mie prove precedenti.

Successivamente sono passato a focheggiare con il liveview ed è emersa in maniera evidente la migliore qualità del Super Talon

Non mi spiego la strana costanza dei risultati inversi focheggiando a mano, che vengono poi confutati usando il liveview, ma tant'è.

Alcuni dettagli interessanti: il Leitz Hektor è ragionevole al centro ma impasta in modo irreversibile i lati e gli angoli, con un effetto 'swirling' molto-molto marcato
Lo Zeiss Super Talon 90 f2.5 ha dettagli visibilmente migliori al centro ed una migliore costanza su tutto il fotogramma, sebbene i bordi risultino comunque impastati.

Dai test emerge 'con onore' il Will Wetzlar Maginon 150 f3 che mostra una qualità globale su tutto il fotogramma superiore agli altri due

Tutte le lenti provate si dimostrano comunque ampiamente inferiori a quelle che ho utilizzato come paragone: Nikkor 135 f2 DC, Nikkor 80-200 f4 AI usati a tutta apertura

Morale: per almeno 10 anni ho proiettato con la lente a corredo del mio Rollei 150(?): un 85 f2.8 vero fondo di bottiglia. Cambiai vita passando alla lente Rollei 90 f2.5 poi passai ai due Super Talon quando presi i due proiettori
per le dissolvenze (mi sembra di ricordare che il Rollei fosse comunque migliore).
Tuttavia, tirando le somme, ed indipendentemente dalla lente da proiezione, va detto che per decenni ho guardato le mia dia attraverso vetri ben scarsi (vien da ridere su tutte quelle seghe mentali...)

A mia discolpa: è poi vero che per verificare se effettivamente una dia era perfetta la guardavo sempre e solo sul piano luminoso con un lentino 8x KMZ Horizon che era veramente eccellente (nonché economico).

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 15:19

Successivamente sono passato a focheggiare con il liveview ed è emersa in maniera evidente la migliore qualità del Super Talon


Ah, ecco, adesso la cosa è plauisibile ;-)




Morale: per almeno 10 anni ho proiettato con la lente a corredo del mio Rollei 150(?): un 85 f2.8 vero fondo di bottiglia. Cambiai vita passando alla lente Rollei 90 f2.5 poi passai ai due Super Talon quando presi i due proiettori per le dissolvenze (mi sembra di ricordare che il Rollei fosse comunque migliore).
Tuttavia, tirando le somme, ed indipendentemente dalla lente da proiezione, va detto che per decenni ho guardato le mia dia attraverso vetri ben scarsi (vien da ridere su tutte quelle seghe mentali...)



Rollei in effetti produceva sia il 90/2,5 che il 90/2,4 Apogon, quest'ultimo era anche migliore.
Diciamo che il primo dovrebbe essere grosso modo all'altezza del Super Talon, linea più linea meno ovviamente, mentre l'Apogon dovrebbe essere all'altezza del Colorplan e dello Zeiss P-Sonnar T*.
Il Supercolorplan è ancora un poco superiore anche se la differenza, che ben difficilmente si noterà in asse, si evidenzia ai bordi.
Per quanto invece riguarda il Maginon 150/3 che dire: certamente non è il massimo... ma è comunque ben altra cosa rispetto a un qualsiasi 85fondodibottiglia !
Insomma è certamente più vicino al Super Talon che all'85 ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 15:21

Ah, dimenticavo: ottimo il loupe Horizon 8X ce l'ho anch'io.
Insieme all'Horizon 10X e al Canon 8X L.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 16:40

A proposito di loupe: ma le Schneider 12X che erano in commercio qualche anno fa non si trovano più?
Mi accontenterei anche di un 10X della Silvestri ma non sono mai riuscito a trovarla in commercio né a mettermi in contatto con il produttore (Silvestri, appunto) per sapere com e da chi ordinarla.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2020 ore 17:15

Le faceva la Hoya (erano identiche, anche la confezione, i disegni etc., cambiava solo il nome). Le aveva il mio negoziante, 400klire la Schneider, 100klire la Hoya. Dopo un po' le Schneider non si trovarono più. Presi la Hoya. E' talmente incisa che mi ha fatto scartare tantissime dia che, riviste in proiezione dopo tanto tempo, risultavano invece buone. Ora credo non si trovino più. Sul 6x6 utilizzo una Loupe Hasselblad

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