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Chiacchierata intorno alle ottiche da diaproiezione


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avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2020 ore 21:29

Questa catena penso avesse un diverso sapore da quella adottata successivamente con l'IBM. Ti ricordi che differenze avvertivi nella resa del suono?


Sull'IBM (era un Aptiva, circa del 1995, un buon pc per impiego casalingo), lavoravo su file .wav (CD-ROM) -non c'erano mp3 ai tempi-, perciò il risultato finale era migliore (con un minore fruscio) rispetto a quello che si otteneva registrando un disco o un CD sul bobine (per poi fare il montaggio) e dopo riversarlo sul Tascam

Sfortuna vuole che ho rottamato quel pc un po' di anni fa perché era obsoleto, ma sarebbe valsa la pena di tenerlo solo per la versatilità del programma di montaggio audio (mai più trovato).


I proiettori:
Erano le lenti ad essere commercializzate da Prestinox, ma per le proiezioni impiegavo due Zeiss Ikon Perkeo da 250w modificati aggiungendo semplicemente un triac che, comandato dalla centralina, consentiva lo spegnimento graduale della lampadina.

Tutto fatto in casa ma molto efficiente ed affidabile.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2020 ore 22:29

Francamente non so che dirti caro Mario, se non che il mio primo proiettore era un Prestinox, una macchina estremamente spartana la cui unica qualità era proprio la disarmante semplicità, non disgiunta però, devo dire, da una buona meccanica.
Intendiamici: non stiamo parlando della meccanica sofistica di un Kodak, questo è ovvio, ma per esempio il cambio dia era rapido, veloce e preciso e non solo, era in grado di trascinare agevolmente anche un caricatore pieno di 50 diapositive montate sottovetro nei telaietti AN dello spessore di 3 mm... cosa non da poco visto che, per esempio, i Leica P 255/300, e più in generale tutti i Leica di diretta derivazione Zeiss, o Zett che dir si voglia, mostravano tutti non poche difficoltà nelle medesime condizioni di utilizzo.
Otticamente era alquanto scadente, e non mi risulta che disponesse di una chissà quanto vasta gamma di ottiche anche se, a onore del vero, penso non dovesse essere impossibile adattarci qualche ottica Leica, o Zeiss, o Rollei, o Braun dotata del canotto standard da 42,5 mm ;-)

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2020 ore 23:10

era in grado di trascinare agevolmente anche un caricatore pieno di 50 diapositive montate sottovetro nei telaietti AN dello spessore di 3 mm...


Per trascinarli... li trascinavano, ma i miei Ikon con i telaietti da 3mm si piantavano abbastanza facilmente. Quei telaietti andavano benissimo sui Kodak, dove lavoravano per caduta (ed il peso aiutava), ma sui caricatori lineari avevano uno spessore critico (sul Rollei andavano bene comunque). Fortuna che poi la Gepe si mise a produrre telaietti da 1,5mm con i vetrini e finestre metalliche. (va detto che non ho mai impiegato telaietti per mettere le dia a registro)

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 8:35

un mondo che, se una volta era estremamente limitato a pochi interessati, oggi è completamente scomparso. Ciò che si può fare oggi al volo con i mezzi disponibili (ma con diversi risultati), una volta richiedeva giorni di lavoro


Diciamo che, nella preparazione di un audiovisivo, il digitale offre indubbi vantaggi quasi su tutto, a parte la qualità dell'immagine proposta, dove quella su diapositiva ha una bellezza ed un colore INARRIVABILI.

Personalmente, ai programmi per il montaggio di immagini che ho conosciuto, ho trovato un grosso limite: l'impossibilità di variare la velocità di transizione durante la dissolvenza.

Spiego: premesso che NON ESISTONO gli effetti di cambio (scacchi... spirali e balle del genere sono gadgets per bimbi), una transizione elegante può essere solo la dissolvenza incrociata o il cut, chiaramente in perfetta sincronia con le battute musicali e lo spirito della colonna sonora...
quello che in digitale non si riesce a fare è variare la velocità durante la dissolvenza, e cioè: ipotizziamo di scegliere un tempo di dissolvenza molto lungo, facciamo... 5-8 secondi, che consenta la formazione di una terza immagine composta dalle due in dissolvenza, dove le aree scure della prima vengano illuminate da quelle chiare della seconda (questo porta alla creazione di una terza immagine ed a volte anche di una quarta). Quello che il digitale non fa (?) è variare la velocità della transizione nell'ambito dei 5-8 secondi fissati per la dissolvenza, cioè accelerando e poi rallentando e di nuovo accelerando la velocità di transizione -il tempo totale di dissolvenza rimane invariato-

Spero che sia chiaro... spero...

Ecco... con una centralina analogica questo è banale (meno banale concepire la proiezione), in digitale è impossibile (per quello che so)

Purtroppo, preparare delle proiezioni aveva dei costi materiali e soprattutto di tempo, enormi.

Scusa Paolo per l'off topic.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 12:14

Non preoccuparti Gsabbio non solo non sei fuori tema ma anzi, inserendo lo spunto della dissolvenza incrociata che per ovvi motivi non solo non può essere fuori argomento ma anzi, al contrario, serve ad allargare gli orizzonti interpretativi, stai portando una testimonianza che definire solo utile è molto riduttivo dal momento che questa variazione sul tema è estremamente utile sia come spunto di riflessione in sé che come possibile pietra di paragone fra diaproiezione e proiezione digitale.
All'uopo anzi appena torno a casa (in questo momento non so come fare visto che sono al cellulare) avrò cura di inviarti il link di un thread che tempo addietro proprio Mario ebbe modo di iniziare, e che a questo punto credo possa risultarti gradito ;-)

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 15:01

Per trascinarli... li trascinavano, ma i miei Ikon con i telaietti da 3mm si piantavano abbastanza facilmente . Quei telaietti andavano benissimo sui Kodak, dove lavoravano per caduta (ed il peso aiutava), ma sui caricatori lineari avevano uno spessore critico (sul Rollei andavano bene comunque). Fortuna che poi la Gepe si mise a produrre telaietti da 1,5mm con i vetrini e finestre metalliche. (va detto che non ho mai impiegato telaietti per mettere le dia a registro)



Infatti è proprio questo il problema.
In verità quando, dopo quattro o cinque anni di uso del Prestinox, acquistai il Leica Pradovit P 255 lo feci non tanto pensando a eventuali migliorie dal punto di vista meccanico (a quelle invero non pensavo perché che diamine... è buono il Prestinox figuriamoci il Leica!), quanto piuttosto perché, visto il nome e il relativo blasone, mi aspettavo delle nette migliorie a livello di prestazioni ottiche.
Quando invece il P 255 mi arrivò, lo dico francamente, rimasi profondamente deluso da quello che avevo acquistato, innanzitutto per i limiti di trascinamento cui ho già accennato, ma anche e soprattutto perché l'85/2,8 di serie, l'Hektor, a parte il nome tanto eufonico quanto musicale, e perché no anche vagamente esotico visto che era il nome del cane del progettista dell'ottica stessa, ebbene questo Hektor, come dicevo, otticamente parlando era... anzi è, un cesso epocale.
E se, di lì a un anno, il problema dell'ottica lo risolsi acquistando, per inciso sborsando qualcosa più del prezzo che mi era costato il proiettore, il Supercolorplan 90/2,5 P2, il problema del trascinamento rimase sempre tale e quale come era al punto da indurmi a rinunciare definitivamente all'adozione dei telaietti con vetro ;-)
In definitiva l'unico vero pregio del P 255 è la buona efficienza, almeno con la mezza potenza perché a potenza intera è da verificare, della ventola di raffreddamento e soprattutto la sua silenziosità ;-)

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 15:07

A proposito Gsabbio, la discussione cui mi riferivo stamane è questa:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2332958

se dovesse interessarti...

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 18:41

Ho un leitz pradovit con un super colorplan 90mm come nuovi negli imballaggi d'origine, ho cercato di venderli sul mercatino d'occasione in linea per 50€ l'insieme e sono rimasti 6 mesi in vendita e poi l'ho ritirato perche non ho avuto nessuna offerta d'acquistoSorriso

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 19:19


A proposito Gsabbio, la discussione cui mi riferivo stamane è questa:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2332958


grazie, mi sono iscritto.

Ce n'è un'altra in giro alla quale ho partecipato.

Poi la cerco

E' un argomento enorme, già raccogliere solo le informazioni di base è un grosso lavoro

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 22:50

Ho un leitz pradovit con un super colorplan 90mm come nuovi negli imballaggi d'origine, ho cercato di venderli sul mercatino d'occasione in linea per 50€ l'insieme e sono rimasti 6 mesi in vendita e poi l'ho ritirato perche non ho avuto nessuna offerta d'acquisto



Meglio così Leo!
Alla fine non credo (e mi auguro) che 50 auro ti cambino al vita... in compenso però una attrezzatura del genere in primis un domani puoi sempre aver voglia di adoperarla nuovamente ma, soprattutto, a quel livello di svendita, non corri il rischio di regalarla, letteralmente, a qualcunio che casomai neppure l'apprezza ;-)

avatarjunior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 23:36

Gsabbio:

se non ti dispiace vorrei tornare un attimo sulla variabilità della velocità durante la dissolvenza. Su questo argomento non si trova nulla da nessuna parte perciò, in questa sede, penso che sia un elemento da approfondire ulteriormente.

Per "variazione della velocità durante la dissolvenza" intendi riferirti alla rampa/curva di accensione/spegnimento delle lampade?
Se è così, visto che hai accennato a tale procedura, se vuoi potresti anche descrivere quali sono le varie modalità per far variare l'intensità luminosa di ogni lampada istante per istante tramite centraline (es. agendo sul cursore) e come è possibile registrare gli impulsi (es. tramite timecode o altro) per gestire successivamente l'audiovisivo.
Io ho le idee confuse, ma la costruzione di un audiovisivo mi ha sempre affascinato; di ciò che vedevo fare mi ricordo poco e soprattutto ciò che veniva svolto al mio circolo era di livello iperamatoriale. Da anni cerco di fare un qualcosa del genere, ma è rarissimo trovare canali di apprendimento.

Nei programmi di montaggio che ho esaminato io, se non erro, c'è solo l'opzione per variare il tempo di dissolvenza, quindi la velocità di accensione/spegnimento può essere variata solo in modo lineare tramite un segmento crescente o decrescente, ma non tramite una curva.
Esiste però la possibilità di collegare alcuni proiettori (es. Ektapro serie 7000/9000) ad un dispositivo di comando tramite l'interfaccia MIDI o DMX, in modo poi da poter gestire le rampe tramite un software di controllo luci. Conosci o hai mai provato questa via?

avatarjunior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 23:43

Paolo:

oltre a ringraziarti dei contributi che offri e delle tue dirette esperienze, a proposito del Maginon 150/3 nominato precedentemente mi stavo chiedendo se ci fossero alternative di qualità top per quella focale e con l'attacco a vite da 42,5mm ma con l'attacco piccolo non ricordo niente ... a te viene in mente nulla?

avatarjunior
inviato il 30 Marzo 2020 ore 23:44

Leo45:

per curiosità, ma di che Pradovit si trattava?

avatarsenior
inviato il 31 Marzo 2020 ore 9:39

Nei programmi di montaggio che ho esaminato io, se non erro, c'è solo l'opzione per variare il tempo di dissolvenza, quindi la velocità di accensione/spegnimento può essere variata solo in modo lineare tramite un segmento crescente o decrescente, ma non tramite una curva.


Hai detto giusto: in un sistema di dissolvenza digitale la velocità di variazione è sempre(?) costante, come conseguenza: il grafico tempo(X)/velocità(Y) sarà costituito da un segmento rettilineo parallelo all'asse 'x' del tempo

Nell'effetto che ho applicato io, invece di un segmento rettilineo troveremo una curva più o meno sinusoidale, perché la velocità cambia mentre il tempo di dissolvenza tra una dia e l'altra rimane più o meno invariato.

Con una centralina analogica, dove la dissolvenza viene comandata da un cursore manuale, proprio perché manuale, la velocità non è mai costante, ma è piuttosto una gaussiana. Estremizzando questo fenomeno puoi eseguire dissolvenze a velocità variabile, letteralmente dipingendo con la luce nuove immagini create dalla dissolvenza.

Uno dei fondamentali di una proiezione è l'eleganza del passaggio tra un'immagine e l'altra.
Uno dei 'crimini' è fare un 'incrocio' cioè passare da taglio orizzontale a verticale senza -almeno- interporre un'immagine quadrata (nel qual caso il reato -forse- non è passibile d'ergastolo).
Un altro dei desiderata da cercare è una dissolvenza che durante il passaggio tra le due immagini consenta la creazione di una terza immagine composta dalla sovrapposizione delle due.
Sfruttando questo effetto riuscii a preparare una proiezione di 30 dia totali che alla fine mostrava un totale di almeno 50 immagini proposte nei circa 4'05" della colonna sonora (fade to black dei Dire Straits, più un breve testo), composte dalla sovrapposizione delle due, dove oltretutto il tempo di permanenza della dia 'vera' si limitava a circa un secondo, giusto il tempo di cambio dia.

Riguardo ai dispositivi tramite interfaccia MIDI o DMX: non ne ho mai sentito parlare, posso pensare che eseguano questo effetto, che è fondamentale.

avatarsenior
inviato il 31 Marzo 2020 ore 9:58

Che complicato. Ho visto parecchie di queste meraviglie fino agli anni 90. Anche una allo stand Hasselblad con 24 PCP80 (24!). Voto mio: 4. Una marea di effetti e foto francobollo, orrende, che si accendevano e si spegnevano vorticosamente. Da mal di testa.
Chissà perchè sempre quando ho visto una proiezione di questo tipo, tutto l'accento era posto sulla tecnica della dissolvenza. La dissolvenza per la dissolvenza. Le immagini? Nessuna importanza, un semplice spunto.
A mio avviso bastano due proiettori e una dissolvenza semplice, utile a non far bruciare gli occhi nei cambi.
Poi tutto si deve giocare sulla bellezza e/o sul significato delle foto, rispettando le regole che dice Gsabbio.
Se ne organizzate una così a Milano o dintorni vengo a vederla di corsa

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