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e dopo la morte?


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user14286
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inviato il 16 Dicembre 2017 ore 14:43

Per la ciclicità della vita io non devo produrre alcuna prova, è sufficiente osservare come è fatta la vita. è un ciclo continuo, con nascite e morti. Il fatto che tu non colga una connessione tra una vita e l'altra, allo stesso modo in cui lo colgo io, non significa che tu abbia una visione più corretta della mia.

Qui non si tratta di stabilire quale visione sia corretta, ma di ridimensionare la convinzione in base alla quale si sostiene la ciclicità della vita come fosse un fatto assodato anzichè riconducibile solo e soltanto alla propria personale "esperienza" (ma sarebbe meglio definirla "percezione" o "osservazione").
La scienza non è "il nemico" che si contrappone al misticismo.
Non è necessariamente relegata alla "materia", ed è agnostica riguardo a ciò che ancora non conosce.
Tutto il resto sono limiti che le proiettiamo addosso noi attraverso la nostra pochezza.
Metodo scientifico significa semplicemente verificabilità, ripetibilità, riduzione di errori e interferenze al minimo.
Nulla di contrapposto o incompatibile col trascendente, se ci pensiamo...tant' è che lo stesso buddismo nel suo piccolo a suo modo lo adotta, invitando i praticanti a non accettare gli insegnamenti in maniera dogmatica ma facendone appunto esperienza diretta.
Solo che l' esperienza, a sua volta, può essere ambigua, ingannevole, interpretabile, e soprattutto, condizionata da svariati fattori: posso apprendere da un testo sacro scritto 3mila anni fa che la terra è piatta, posso farne "esperienza" diretta semplicemente osservando l'orizzonte, come suggerito nello stesso testo, ma questo non implica che la mia esperienza sia corretta e/o corrisponda al vero...al più lo sarebbe stata 3mila anni fa secondo le conoscenze, le sensibilità, il sapere, e i metodi di indagine del tempo...

avatarsenior
inviato il 16 Dicembre 2017 ore 16:18

da quanto hai scritto in questo intervento se ne deduce il monadismo.
Hai portato il tutto, il misticismo, piuttosto che la scienza, sull'esperienza personale.
Solo che l' esperienza, a sua volta, può essere ambigua, ingannevole, interpretabile, e soprattutto, condizionata da svariati fattori: posso apprendere da un testo sacro scritto 3mila anni fa che la terra è piatta, posso farne "esperienza" diretta semplicemente osservando l'orizzonte, come suggerito nello stesso testo, ma questo non implica che la mia esperienza sia corretta e/o corrisponda al vero...al più lo sarebbe stata 3mila anni fa secondo le conoscenze, le sensibilità, il sapere, e i metodi di indagine del tempo...

infatti qualsiasi evento, scientifico, non scientifico, in solitario, di gruppo, protratto nel tempo o istantaneo, può essere quantificabile come qualcosa di assolutamente non assoluto, ma esperienziale.
In tale modello non solo la scienza acquisisce lo stesso valore del misticismo, ma anche lo stesso della fiaba o della menzogna.
Qui non si tratta di stabilire quale visione sia corretta, ma di ridimensionare la convinzione in base alla quale si sostiene la ciclicità della vita come fosse un fatto assodato anzichè riconducibile solo e soltanto alla propria personale "esperienza"

proprio per quanto sopra non sussiste una reale differenza tra personale esperienza e una verità più tangibile, nel senso che non esiste una fonte più attendibile di un'altra.

si potrebbe sostenere che una mela cade per gravità, oppure che cade perchè è matura. Entrambe le cose probabilmente sono vere, e per giunta portano ad uno stesso risultato, ma le due asserzioni paiono essere fortemente chiuse all'interno della propria deduzione. Si tratta in tal caso solo di abbracciare quella che ci è più congeniale, a seconda del contesto o del ragionamento in cui vogliamo inserirla.

avatarsenior
inviato il 18 Dicembre 2017 ore 23:28

Volevo augurare un sereno Natale a tutti

La fede è faticosa, è una lotta dice San Paolo

user12181
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inviato il 19 Dicembre 2017 ore 0:05

da quanto hai scritto in questo intervento se ne deduce il monadismo.


Andrei molto cauto nell'usare senza qualificarlo il termine "Monadismo". La più celebre teoria "monadistica", quella leibniziana, non è affatto solipsistica, è affascinante proprio per la soluzione con cui evita il solipsismo, una specie di teoria informatica.

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2017 ore 13:08

mi riferivo proprio a Leibniz usando quel termine. Nulla di spregiativo, rispetto il filosofo, ma comunque drammatica l'impossibilità di comunicare realmente tra una cellula e l'altra. Ogni mondo a sè. e a questo punto anche ogni pensiero si muove dentro ogni singolo mondo e i livelli del reale assumono i confini di quel mondo.
Io vedo le cose in modo differente, e credo che la scienza possa occuparsi del dopomorte, ma con i suoi limiti per lo strumento che è. Quando si comincia a parlare di anima o di spirito, o di spiritualità cosa può dirci la scienza?
La constatazione di un decesso dal punto di vista della medicina è decisamente scientifico, si basa su dati strumentali. A seconda dei casi si parla di morte cerebrale, rilevabile con un elettroencefalogramma oppure di morte come cessazione delle funzioni vitali, rilevabile tramite strumenti con la non rilevabilità dei parametri vitali per un sufficiente periodo di tempo.
Oltre questo ci dice davvero poco sull'argomento. Questo non toglie che si possa parlare anche sul binario "scientifico", ma sarà come visitare un mondo a colori con una pellicola in b/n.

avatarjunior
inviato il 19 Dicembre 2017 ore 15:22

siamo arrivati alle 15 pagine che è limite per un thread quindi dato che l'ho iniziato io ne approfitto per ringraziare tutti coloro che sono intervenuti, ho avuto alcune difficoltà a comprendere ciò che ha scritto Ooo (e anche alcuni altri) ma ammetto la mia ignoranza . In ogni caso dato che ho inziato questo thread per puro egoismo (come ho già scritto) per trovare un filo (mi rendo conto ... sottilissimo) che mi desse forza di sopportare un grave lutto posso dire che questi scambi mi sono stati molto utili.
Grazie ancora tutti e vi auguro di cuore un felice nuovo anno.
C.

user12181
avatar
inviato il 19 Dicembre 2017 ore 17:53

Leibniz va affrontato e meditato con adeguato impegno, soprattutto le implicazioni della teoria della percezione, (che è uno stato di coordinazione di ogni monade con tutte le altre) e ovviamente quella di Dio e dell'armonia prestabilita, un incanto di immaginazione filosofica. E nota che il suo vuole essere un tentativo di fondazione metafisica e non di superamento della visione scientifica moderna (forse nessuno è stato più candidamente spericolato nel perseguire questo obiettivo, come nessun altro è stato così visionario nel perseguire sul piano culturale e politico--diplomatico il concerto armonico degli stati). In ogni caso non c'è nessun solipsismo, ciò che avviene in una monade perfettamente chiusa è costantemente, originariamente , coordinato con ciò che avviene in tutte le infinite altre, anch'esse perfettamente chiuse e senza finestre . Ogni monade è costituita da null'altro che dal succedersi di questi stati di coordinazione.

user14286
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inviato il 19 Dicembre 2017 ore 19:29

...non intendevo scomodare i grandi padreterni della filosofia.
in realtà volevo affermare circa il contrario: la realtà sarà composta di compartimenti stagni fino a quando ci affideremo soltanto alle "esperienze" (ciascuno avvalorerà la propria) mentre attraverso l' ausilio della scienza si potrebbero indagare le eventuali basi oggettive di certi fenomeni che oggi ci limitiamo a definire "trascendenti".

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2017 ore 20:00

Mamba, è un po' come se non avessi letto il mio intervento. L'oggettività del metodo scientifico finisce nel momento in cui l'osservatore (gli, ogni volta diversi, osservatori), si rendono conto d'essere parte dell'evento osservato.

Cesaregiancarlo, e a tutti gli altri, contraccambio gli auguri.

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2017 ore 22:20

Auguri anche da parte mia

avatarsenior
inviato il 19 Dicembre 2017 ore 23:37

Auguri a tutti, pace e lunga vita ! . . Sorriso

user14286
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inviato il 21 Dicembre 2017 ore 13:01

L'osservatore farà sempre comunque parte dell' osservazione. non è un motivo sufficiente per screditare il metodo scientifico.

avatarsupporter
inviato il 21 Dicembre 2017 ore 15:50

Quale morte?
;-)

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2017 ore 18:51

l'osservatore è parte dell'esperimento, è questo il concetto.

per screditarlo no, per considerarlo meno infallibile si.

top terminato.
massima serenità a tutti.

avatarjunior
inviato il 01 Dicembre 2019 ore 13:04

Nulla e sicuramente nessuno se ne è mai lamentato.

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