RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

iperfocale e non







avatarjunior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 12:54

La possibilità di avere una buona messa a fuoco in tutto quello che c'è dopo una certa distanza, è obiettivo dipendente?

Un iperfocale per quanto ne so io, permette secondo certe tabelle di mettere a fuoco da tot distanza all'infinito, ma io con il mio 16-50 in kit con la a6000 (che ho intenzione di sostituire presto) non riesco a mettere molto a fuoco, metto a fuoco magari un soggetto abbastanza vicino ma poi se controllo zoommando più in profondità il resto viene meno a fuoco-

In altri casi vedo delle foto che sono molto a fuoco su tutti i piani, cioè, un oggetto molto vicino esempio un sasso a pochi cm, e da lì a fuoco fino all'infinito.
In questo specifico caso è probabilmente uno stacking? se si come metodo di messa a fuoco per farlo nelle tre fasce, quale si usa?

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 13:20

Direi che prima di tutto occorre chiarire che in iperfocale non tutto è a fuoco né che ci sia un'ampia zona a fuoco, a fuoco è solo un piano il resto è sempre più sfuocato più si allontanano dal piano focale; la parte di sfuocato accettabile è quella compresa nella profondità di campo. L'ampiezza della profondità di campo dipende da distanza, focale e diaframma usato quindi anche l'iperfocale dipende da questi parametri Quindi il tuo 16-55 a 16 mm avrà una profondità di campo maggiore che a 55mm stesso dicasi con il variare del diaframma.

user46920
avatar
inviato il 19 Novembre 2017 ore 13:29

scusa la frachezza, eh

L'Iperfocale è la distanza alla quale regolare la ghiera di maf, per poter sfruttare la tecnica dell'iperfocalizzazione, che dipende appunto dalla focale e dal diaframma impostato, nonché dal formato del sensore e da tutti quei precetti che regolano la profondità di campo e che è assolutamente necessario conoscere prima.


Il focus stacking è un'altra tecnica e non c'entra una fava con l'Iperfocale.

Prima dovresti cercare di capire che cos'è la PdC e capire come scegliere il CdC adeguato alle tue esigenze, quindi riprovare nel modo corretto, per vedere che è sufficiente anche l'uso della sola tecnica dell'iperfocale ... senza tante alte menate.



ps: la profondità di campo è in pratica un effetto ottico basato essenzialmente sulla percezione dell'osservatore .

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 13:36

ciao, sperando di non creare confusione...
Provando a riassumere direi che il primo concetto da chiarire è che il piano di messa a fuoco resta un unico punto nella distanza. Quello che si può ottenere in iperfocale è una pdc molto estesa, quanto estesa è strettamente legato al concetto di circolo di confusione che a sua volta è influenzato da vari fattori, inclusi la dimensione di visualizzazione/stampa e la risoluzione del sensore.
Entrando nel concreto, il rapporto tra apertura del diaframma/angolo di campo/dimensione sensore e distanza di maf sono le misure che vanno ad influenzare la distanza di iperfocale(quindi l'area di pdc a fuoco o meglio, che risulta a fuoco in modo accettabile. Il punto di mef resta uno)
Ma tantopiù vado ad ingrandire lo scatto, tantopiù vado a ridurre la pdc da me ottenuta. Ingrandendo l'immagine quello che risulta essere a fuoco in modo accettabile varia e si riduce. Posso evidenziare delle perdite di nitidezza imputabili a fenomeni di diffrazione legati alla qualità dell'ottica utilizzata a diaframmi molto chiusi e non ultimo un calo di nitidezza legato alla distanza ed all'aria impura.
Diciamo che un grandangolo abbastanza spinto a diaframma chiuso va in iperfocale piuttosto vicino. Uno scatto in queste condizioni, in una giornata con aria limpida ed un adeguato ridimensionamento dell'immagine possono accentuare molto l'inganno del tutto a fuoco;-)

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 14:01

Per capire cos'è l'iperfocale, bisogna prima capire bene cos'è la profondità di campo e il concetto di circolo di confusione:

web.archive.org/web/20170708060415/http://toothwalker.org/optics/dof.h

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 19:37

Occhio che il CoC è un'attribuzione, una scelta del fotografo e dello stampatore, nulla più.

Da lì poi, a marcia indietro, uno si calcola quella del formato del sensore.

Il CoC lo sceglie chi fotografa, quando fa la scelta della dimensione del formato di stampa e della distanza di osservazione della stampa, considerando che l'occhio di chi osserva sia il solito occhio medio.

Per stampe Fine Art il CoC va scelto di 0,02 mm, che è quello umano (10 lpm) da 25 cm, ossia la stampa osservata da 25 cm, anche se la stampa è molto grande, dato che oggi la gente va a spulciare da vicino anche le stampe A2.

Scegliere il CoC di 0,02 mm significa dover preparare un file immagine con risoluzione NON minore di 300 PPI da mandare in stampa, perché con 300 PPI si soddisfa lo 0,02 mm, con meno PPI, no.

Otticamente parlando, semplicemente, il CoC non esiste.

E la risoluzione del sensore non ci azzecca proprio nulla.

Prima il CoC lo decidi tu, sei tu che decidi quanto grandi fare le stampe e come guardarle, e solo dopo vai a vedere se l'ottica la soddisfa, ma su valori normali di 0,02 - 0,03 mm questo è sempre vero per stampe fino all'A2, con ottiche non di m erda.

Se uno stampa assai più grosso e le stampe le vuole comunque spulciare da vicino, ossia sceglie sempre lo 0,02 mm, non è detto che, in 35 mm, l'ottica lo soddisfi: allora si cambia formato e con sensore più grosso lo soddisfi di sicuro perché ingrandisci meno e dunque l'ottica non è messa alle corde perché la fai lavorare a minor ingrandimento, ossia a CoC più grande.


L'iperfocale dipende dunque da:

- lunghezza focale dell'ottica

- chiusura del diaframma dell'ottica

- dimensione del formato di stampa

- distanza di osservazione della stampa

- acuità visiva dell'osservatore (a uno orbo gli va bene tutto)

Se uno guarda le foto a monitor, stando sempre alla stessa distanza dal monito, ingrandendo la foto cambia il CoC dell'immagine, lo riduce, e dunque cambia anche l'iperfocale, più ingrandisci, più l'iperfocale stretta è.

In uso pratico, uno deve scegliere PRIMA che m inchia ci fa con le proprie immagini, quanto grandi e come le guarda, e su quella dimensione e modalità di osservazione, scegliere il CoC e da lì si fa una tabellina di iperfocale, perché:

- le ottiche di oggi, mediamente, sono costruite peggio di un tempo e le tabelle di iperfocale non le riportano più

- se sull'ottica ci sono comunque incise le tabelle di iperfocale, VA TENUTO BEN PRESENTE che le tabelle di iperfocale valgono per formati di stampa piccoli, tipo il 13 x 18 cm (cartolina) o al massimo il 20 X 30 cm ( A4).

Questo significa che quelle tabelle incise sull'ottica sono FORTEMENTE sballate se uno guarda le foto a monitor normale da fotografie, sempre più grande di un A4, ed ancora di più sballate se uno ingrandisce l'immagine, o la stampa in formati grossini, tipo l'A3 (30 x 40 cm) o ancora più grandi.

Dopo un po' di tempo, uno si fa un po' di esperienza e non ha più bisogno delle tabelle, ma deve fare delle prove ed imparare.

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 21:01

Grazie Alessandro & Iron Luke del link;-)

user46920
avatar
inviato il 19 Novembre 2017 ore 22:27





... ora finalmente so come si fanno 300 uova alla CoC in 0,02 mesi (circa 15 ore?)


Dopo un po' di tempo, uno si fa un po' di esperienza e non ha più bisogno delle tabelle, ma deve fare delle prove ed imparare.

ma non sarebbe mica meglio se quell'uno si imparasse una buona volta come stanno le cose e poi provasse a scrivere due tabelle giusto per chiarirsi le idee, ed infine facesse anche un pò di esperienza, senza perdere altro tempo?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me