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Da negativo a digitale


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avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 22:53

Andrea, se sviluppi bianco e nero non ti serve certo una camera oscura ormai.

Una negative bag, Paterson, agenti chimici (son bottiglie), termometro, cronometro (ci sono persino app specifiche sui cellulari per i tempi) e tanta acqua.

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 23:03

grazie Vafudhr, è un'esperienza che mi piacerebbe provare se tu mi dici che si può fare in casa.

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 23:06










avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 23:08

Io mi sto ancora organizzando, ma ho un amico che sviluppa in questo modo e non ha un locale dedicato. Il materiale lo tiene in un mobiletto e fa tutto in bagno. ;-)

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 23:14

Andrea, a Milano e dintorni ci sono ottimi laboratori che sviluppano il b&n come si deve (Io mi rivolgo ad uno in particolare, il proprietario fa tutto lui, è da solo, sviluppa e stampa ottimamente) e stampano con ingranditore. Se vuoi posso darti qualche nome. Lo sviluppo puoi farlo anche da solo, non serve avere una camera oscura, basta avere la "changing bag" per caricare il rullo nella tank, poi si fa tutto alla luce.
Il laboratorio da cui mi servo io fa ottime stampe con ingranditore, sia su carta politenata che baritata, e fa anche dei corsi di camera oscura (utile anche se non si ha la camera oscura). Fa solo b&n, non fa colore (né sviluppo né stampa), ti segue molto, ti da consigli, esamina i negativi insieme a te, ti da le dritte, io mi trovo benissimo. Per uno sviluppo di un rullo 120 chiede 6 euro.
Come giustamente hai riscontrato i laboratori commerciali di massa non lavorano bene, credo che questo valga sia per la pellicola che per il digitale e le scansioni che fanno in genere fanno pena, e sono pure care.
Non abbandonare la Rolleiflex, abbandona i laboratori sbagliati;-)
Se hai bisogno di scansioni o anche solo di informazioni o consigli sull'argomento chiedi pure.

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 23:21

Grazie Diebu. Mi riprometto di riprendere in mano La Rolleiflex. é un gioiellino, l'esposimetro sembra funzionare ancora bene. Ha riposato in un armadio dal 1962 al 2012, il cinturino in cuoio nemmeno aveva il segno della fibbia. Ed inquadrare sul vetro smerigliato tenendola alla cintura è bellissimo sia per chi fotografa sia per chi viene fotografato. Sorriso

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 8:20

Secondo me, anche in digitale, per un fotoamatore, la maniera vera di conservare le immagini importanti è una copia stampata seriamente ed ovviamente una copia, meglio due, elettroniche.

Una copia stampata con inchiostri Epson Ultrachrome e carta seria è garantita per 60 - 80 anni se conservata al buio o sotto vetro con pochi UV, al chiuso e non con esposizione diretta al sole.

Poi ho due HD rotativi gemelli con le copie sia dei RAW che dei file immagine, già pieni e vecchi di 6 - 7 anni, che controllo ogni tanto ed ho altri due HD in parallelo che sto riempendo, collegati al PC con un programma di sincronismo.

La grana è dover rinnovare gli HD ogni pochi anni, quelli pieni li sostituirò tra 3 anni, mi sono messo l'appunto.

Ma sono sicurissimo che quando sarò rincoglionito io con l'età, tutto andrà perduto nella nebbia dell'oblio, salvo le stampe.

La via percorsa da Dominc Granier è l'unica per avere durata nel tempo per il B&N: scatto digitale e stampa in chimico, ma......chi te al fa qui? Farla in casa, per me, è improponibile, per problemi si spazio e di gestione della cosa, duplice tecnologia di stampa in casa è roba da professionisti, e di quelli coi controrazzi, e non da amatori.

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 8:27

Purtroppo concordo in pieno con Alessandro Pollastrini, soprattutto per quanto concerne l'odierna impossibilità di realizzare e gestire una camera oscura casalinga, e la cosa mi dispiace a maggior ragione perché per me la fotografia è veramente conclusa solo se stampata

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 9:29

Discussione molto interessante, ricca di spunti e civile. Oggi ho avuto tempo ed ho letto ogni intervento, in ognuno ho trovato osservazioni giuste e condivisibili ed informazioni preziose, nel rispetto dei diversi punti di vista di ciascuno.
@ Ettore Perazzetta: esistono buoni motivi anche per scattare in pellicola e stampare in digitale, alcuni sono già stati elencati in precedenza, possibilità di intervenire ad eliminare difetti o accentuare pregi (con la curva aumenti e/o diminuisci il contrasto nei toni che vuoi), ti crei anche un archivio digitale delle immagini analogiche e, se vuoi, puoi condividere anche esse. Inoltre hai ragione anche tu, è un modo ulteriore di giocare. Tieni presente che alcuni come me, se anche volessero, non avrebbero spazio per farsi in casa una camera oscura con ingranditore sviluppi e ammenicoli relativi per stampare chimico. Una stampante ink-jet di buona/ottima qualità invece sta su un tavolo, computer e resto già ci sono. E se hai la stampante ci puoi "giocare" per stamparti non solo gli eventuali negativi in pellicola scansionati ma anche tutti gli scatti digitali che ormai quasi tutti facciamo, ed anche a colori. Queste secondo me sono ragioni che possono orientare in quel senso.
@ Diebu: dunque il formato .fff è a tutti gli effetti un RAW, ti risulta che si possa anche aprire da Lightroom senza avere un ulteriore programma di conversione e sviluppo RAW? Lightroom già lo uso anche come catalogo. Edit: il file .fff proveniente da scanner non avrebbe bisogno demosaicizzazione e dunque non penso che si apra con Lightroom, o almeno, io non saprei come evitare che venga demosaicizzato, o sbaglio?

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 9:35

Secondo me, anche in digitale, per un fotoamatore, la maniera vera di conservare le immagini importanti è una copia stampata seriamente ed ovviamente una copia, meglio due, elettroniche.

In digitale non ci sono mai abbastanza ridondanze... archvio principale sul fisso, secondo disco interno con copia dell'archivio, NAS con doppio disco con backup giornaliero, servizio di hosting a pagamento (più affidabile) dove aggiorno una volta a settimana, Hard Disk esterno con i soli raw e catalogo Lightroom che aggiorno nel weekend e tengo in ufficio durante la settimana.

Poi, come fai giustamente notare, questo richiede parecchio lavoro da parte mia e prima o poi cederò al tempo... quindi sto lavorando alacremente per mettere in copia fisica qualunque cosa ritenga valga la pena conservare (al momento più che altro album con foto di mia figlia visto l'output scarso delle mie opere personali).

Vero è che alla fine il tempo vince sempre, la partita è truccata e il banco ci sta ridendo in faccia dal primo giorno... ma questo non significa che non ci si debba impegnare a giocare. ;-)

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 10:30

@ Diebu: dunque il formato .fff è a tutti gli effetti un RAW, ti risulta che si possa anche aprire da Lightroom senza avere un ulteriore programma di conversione e sviluppo RAW? Lightroom già lo uso anche come catalogo. Edit: il file .fff proveniente da scanner non avrebbe bisogno demosaicizzazione e dunque non penso che si apra con Lightroom, o almeno, io non saprei come evitare che venga demosaicizzato, o sbaglio?


Non so se è apribile con Lightroom, ne dubito, però mi sembra dia vere letto qualcosa in proposito (o forese era Camera Raw?). Di sicuro è apribile con Photoshop (quando installi il programma flexcolor lui installa automaticamente un plug-in di Photoshop per aprire tali file.

Il programma Flexcolor non è molto pesante, ed anche molto intuitivo e semplice da usare. Gli esperti consigliano di usare quello. Su Yahoo c'è un gruppo dedicato agli utilizzatori di tali scanner, si chiama "imaconusers" ed è amministrato da uno che lavorava in Imacon (incorporata in Hasselblad), l'azienda che ha inizialmente creato questi scanner e conosce molto bene sia gli scanner che il relativo software. Se ti iscrivi puoi avere molto supporto, risposte alle domande, ecc, direttamente da chi li ha creati.
Inoltre ha predisposto anche un sito con informazioni utili e vari tutorial:

www.thedigitalcoach.com

altri utili tutorial puoi trovarli qui:








Qui un esempio molto specifico e più elaborato, a cura del noto fotografo Ian Scovell:




avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 10:36

Avere una copia digitale delle proprie pellicole secondo me è molto utile, anche se uno nell'immediato non le utilizza per stampare. E' pur sempre una ulteriore forma di back-up. E' vero che probabilmente nel tempo resisterà di più la copia fisica di quella digitale, ma questo è vero se non succede niente di catastrofico. Ad esempio qualche mese fa nel mio palazzo c'è stato un incendio che per poco non ha interessato anche il mio appartamento. Nel fuggire ho messo in salvo quanto più potevo, compreso zaino con attrezzatura fotografica ma soprattutto scatole con stampe e pellicole. Mi è andata bene che sono riuscito a fare questo e poi per fortuna l'incendio è stato domato prima che raggiungesse il mio appartamento, ma se non fosse andata così? Avrei perso tutte le mie foto! Eeeek!!! Invece avendo anche più copie digitali (custodite in luoghi diversi) di alta qualità, qualora si fosse verificato il peggio avrei comunque avuto i file digitali, non avrei perso il lavoro di anni. Quindi SI ALLA COPIA FISICA ma SI ANCHE A UNA COPIA DIGITALE;-)

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 10:37

Ettore ci sono anche altre ragioni per scattare con una Rollei, anziché in digitale, e poi scansionare. Le ragioni dello scansionare son state scritte sopra, mi soffermo sulle ragioni dello scattare con Rollei anziché con una digitale, anche se penso che già tu e gli altri qui le conosciate, è solo per farne un riassunto e magari anche voi ne aggiungete altre.
1- già solo andare per strada con la vecchia Rollei a scattare predispone le persone oggetto di foto ad una ben diversa attitudine verso il fotografo, provare per credere.
2- l'esperienza del vetro smerigliato, anche per chi come me ha qualche problema di vista, è un divertimento impagabile
3- il fatto di avere solo 12 colpi in canna ti porta/obbliga ad esercitare la massima attenzione anche al minimo dettaglio
4- la "spasmodica attesa" per vedere come è venuto quello che hai fotografato (non sfugga qui la volontaria citazione di Winogrand fra le righe)
5- la Rollei mi consente di frequentare due generi che con la digitale non faccio assolutamente (il B/N) o faccio molto meno e meno volentieri (ritratto e street), si avete letto bene, la street, non con una macchina il più possibile nascosta sì da passare inosservati, ma con una vecchietta volutamente ostentata
6- il formato quadrato, nella Rollei è ovviamente nativo. Se compri una digitale per farci il formato quadrato, nel caso delle reflex 35mm stai buttando via un terzo dei soldi ed un terzo dei pixel. Ho letto qui una discussione in cui qualcuno meditava di passare al medio formato Fuji o Pentax o Hsselblad con sensore Sony proprio perché ama il formato quadrato ... butta comunque via 1/4 dei pixel e dei soldi

user90373
avatar
inviato il 24 Novembre 2017 ore 11:47

@ Andrea.taiana

Non discuto sul fascino della Rollei, che ancora uso seppur di rado, e che potrebbe da solo motivare l'uso della pellicola, però leggendo il thread ancora non riesco a capire quale dei due sistemi (digitale o chimico) sia superiore e in che ambito (ripresa o stampa). Ammettendo una reale superiorità tuttocampo del digitale perchè scattare a pellicola? Se la superiorità fosse del chimico perchè convertirlo in digitale se non per motivi di archivio o, come faccio attualmente, per creare un indice degli album portanegativi e valutare approssimativamente a monitor la riuscita dei vari fotogrammi per poi stampare chimico? Poi comprendo benissimo che la camera oscura è impegnativa dal punto di vista del tempo e dello spazio, ma questo è un discorso che un pò esula dalla resa di un sistema rispetto all'altro. Sorriso

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2017 ore 12:42

Non discuto sul fascino della Rollei, che ancora uso seppur di rado, e che potrebbe da solo motivare l'uso della pellicola, però leggendo il thread ancora non riesco a capire quale dei due sistemi (digitale o chimico) sia superiore e in che ambito (ripresa o stampa). Ammettendo una reale superiorità tuttocampo del digitale perchè scattare a pellicola? Se la superiorità fosse del chimico perchè convertirlo in digitale se non per motivi di archivio o, come faccio attualmente, per creare un indice degli album portanegativi e valutare approssimativamente a monitor la riuscita dei vari fotogrammi per poi stampare chimico? Poi comprendo benissimo che la camera oscura è impegnativa dal punto di vista del tempo e dello spazio, ma questo è un discorso che un pò esula dalla resa di un sistema rispetto all'altro.

Ettore, provo a risponderti io, elencando però solo i motivi pincipali, poi ce ne sono altri, almeno per me, ma credo che ognuno abbia i suoi.

Ammettendo una reale superiorità tuttocampo del digitale perchè scattare a pellicola?

Perché mi piace la resa, indipendentemente da una soppsta superiorità; perché mi piace avere una copia fisica da maneggiare; perché mi piace scattare con quella specifica macchina a pellicola e non mi trovo bene con altre; perché mi piace proiettare le diapositive, mi piace realizzare delle stereofotografie con diapositive; ecc.

Se la superiorità fosse del chimico perché convertirlo in digitale se non per motivi di archivio o, come faccio attualmente, per creare un indice degli album portanegativi e valutare approssimativamente a monitor la riuscita dei vari fotogrammi per poi stampare chimico?

Oltre al citato "archivio e back-up" lo faccio perché: posso condividere le foto sul web o via email; posso creare dei fotolibri; è l'unico modo per stampare le diapositive.

Come detto questi sono I MIEI motivi PRINCIPALI, se ne sarebbero altri più "sottili" e sono sicuro che altre persone avranno i loro motivi.


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