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Da negativo a digitale


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avatarsenior
inviato il 18 Novembre 2017 ore 17:56

Enzo, il problema delle stampe in digitale non sta nella nitidezza (se ne mette spesso fin troppa), ma nel fatto che servono conoscenze che si avvicinano a (o sconfinano in) quelle della tipografia e altre ancora, oltre alle classiche di fotografia. Certo, si tratta sempre di conoscenze tecniche che, vista la già citata tendenza attuale al tecnicismo "über alles", non aiuta certo a vedere tutto il resto, a meno che non si sia imparato a vederlo già da prima.

avatarsupporter
inviato il 18 Novembre 2017 ore 21:12

Alessandro Pollastrin

ottimo intervento. concordo pienamente

avatarsenior
inviato il 18 Novembre 2017 ore 23:21

Le stampe da digitale sono diverse da quelle chimiche: è così, sono tecnologie diverse e stop.

Se uno ama le stampe chimiche, che le faccia e non stia a perdere tempo con il digitale.

L'unica via di mezzo, oggi, E SOLO PER IL B&N, è la soluzione che Dominc Granier usa: proietta il digitale su negativo di grande formato, 10 x 12 Cm, e poi stampa quello in chimico, normalmente, ovviamente con tutta l'attrezzatura di stampa per un 10 x 12 cm, il che significa ingranditore su rotaia, ingranditore grosso come un maiale, etc, ti ci vuole un'officina a disposizione.

Un giudizio soggettivo non si discute mai, i gusti vanno rispettati, e se ad uno piacciono le stampe chimiche, cha faccia quelle e meglio per lui.

Ma un giudizio oggettivo è discutibile perché dalla discussione ci si impara sempre qualcosa.

dal punto di vista tecnico, oggettivo e non di gusti, le stampe da digitale sono migliori di quelle in chimico, sia in B&N, ma di più sul colore, perché:

- il gamut cromatico di stampa è più ampio nelle stampanti buone con le migliori carte che su stampa chimica a colori

- la gamma dinamica dei sensori è più ampia di quella delle pellicole, e di molto, il che permette recuperi, di ombre e di luci, semplicemente impossibili a pellicola, recuperi che poi te li ritrovi in stampa.

- la gamma tonale luminosa delle migliori stampanti con le migliori carte è più ampia di quelle chimiche.

Le stampe B&N fatte bene in digitale hanno una plasticità, un effetto 3D che a pellicola è impossibile ottenere, semplicemente perché a pellicola non hai mezzi di esaltazione dei toni intermedi, selezionabili, e dei toni delicati, selezionabili pure quelli, e sono quei toni lì, modulati opportunamente, che danno effetto 3D.

tanto per capirsi, questa è una foto/stampa con effetto 3D dato in fotoritocco





più grande qui:

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1808619

Questa a pellicola, con quell'effetto presenza lì, semplicemente, è impossibile farla, perché a pellicola non hai mezzi per intervenire bene sui toni di grigio giusti, non basta mascherare o bruciare.

Se le stampe digitali non piacciono, non piacciono, nulla da dire, ma tecnicamente le stampe in B&N digitale sono assai migliori.

Occhio che di stampe fatte VERAMENTE BENE, in digitale, se ne vedono pochissime, sono rare, e lo sono perché per farle ci vuole tutta la catena di attrezzatura buona, il che significa svariate ( tante) migliaia di euro, ed un sacco di tempo e di conoscenza.

Un tempo i fotoamatori bravi ce la facevano a stare alla pari dei migliori stampatori con attrezzatura casalinga, perché in pratica usavano la stessa roba, gli stessi ingranditori, le stesse ottiche di proiezione, le stesse carte e gli stessi sviluppi.
Senza spendere cifre enormi, in casa potevi fare quello che facevano i maghi della stampa e se non lo facevi era colpa tua, era ignoranza tua di stampa, e non c'erano tante cose da sapere per fare un'ottima stampa, era molta manualità e poca conoscenza .

In digitale questo NON è più vero, perché:

- per farsi in casa un'attrezzatura che sia uguale a quella di uno stampatore veramente bravo ci vogliono cifre imponenti

- farsi una conoscenza tecnica che permetta di fare stampe serie in digitale richiede molto tempo e molto impegno, le cose da saper sono tante e su tecnologie diverse.

Le stampe digitali dei laboratori normali sono, mediamente, molto mediocri.

Quelle dei laboratori seri, quelli nel quale ti siedi accanto al grafico che fa il fotoritocco alla tua immagine e gli spieghi che cosa vuoi dire con quella tua immagine, ossia gli dai le linnee guida del fotoritocco che lui fa, sono molto buone come qualità, ma te le fanno pagare un occhio della testa.

Questo ha rarefatto le stampe serie in digitale, se ne vedono pochissime.

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 11:13

Quindi la stampa ottica da pellicola è più "democratica"MrGreen
Mi dispiacerebbe perdere tale "democrazia" a favore di una tecnicamente superiore "oligarchia" che come al solito, come è stato negli ultimi decenni, non porta tali migliorie nella disponibilità di tutti ma le concentra nelle mani di pochi e quindi le rende disponibili solo a chi può permettersele, sia come diretto utilizzatore, sia come cliente che paga per farle realizzare.

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 12:12

"Quindi la stampa ottica da pellicola è più "democratica""

Sicuramente!

E....di gran lunga!

Se uno vuole stampare in chimico dal digitale, per fare un lavoro fatto bene, oggi deve seguire la strada di D. Granier: scattare in digitale, fare il fotoritocco allo scatto digitale, poi proiettare il digitale su di una pellicola, magari in 35 mm, che è molto più gestibile di un 10 x 12 cm, e poi stampare in chimico quel negativo 35 mm.

Salgado, che io considero forse il miglior fotografo vivente oggi, è brasiliano di nazionalità, ma fotograficamente, come cultura fotografica, si è formato in Francia, terra di grandissimi fotografi da sempre.

Salgado ancor oggi è "francese" come fotografo e Dominc Granier, parigino, è lo stampatore di Salgado per le sue mostre, gli ha stampato e gli stampa da sempre lui le sue foto.

Se uno ha visto le mostre in passato e l'ultima mostra di Salgado, "Genesi", si rende bene l'idea di che cosa sono qualitativamente quelle stampe lì, ossia ottime, non tutte, ma la media è molto alta; in "Genesi" c'è la foto dei pinguini alle pendici del vulcano, in formato di oltre 1 m, che è fenomenale, ma non è certo l'unica.

Comunque, oggi c'è la possibilità di fare tutto, la stampa con tecnologia mista ne è un esempio lampante, e sta solo al fotografo decidere che cosa.

Scattare invece a pellicole e poi stampare in digitale, scannerizzando anche in modo professionale i negativi, a parer mio porta a perdite qualitative che io giudico troppo elevate: avevo un grosso corredo analogico e prima di cambiare corredo e spendere quello che per me furono un sacco di soldi per passare al digitale, provai la strada di far scannerizzare da gente seria i negativi, per poi stamparli, ma i risultati non furono buoni e ci rinunciai.


avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2017 ore 12:48

Alessandro, purtroppo anche il mondo della scansione è complesso e complicato, anche io in passato, rivolgendomi a laboratori "professionali" mi sono trovato male, poi ho cominciato a documentarmi e a fare da me con uno scanner professionale (lo stesso in dotazione a questi laboratori) e vi garantisco che mi si è aperto un mondo, altro che perdite di qualità, tutt'altro! Il problema è trovare operatori competenti e laboratori onesti.
Poi che io per vari motivi (non legati alla qualità ma più che altro alla semplicità e al non dover essere soggetto a tutta quella complessa catena di calibrazione dei vari dispositivi: monitor, stampanti, ecc.), preferisca per il b&n la stampa ottica (e forse a breve anche da quei pochi negativi colore che faccio), è un altro discorso, ma ti garantisco che con una scansione ben fatta (e quì sta la difficoltà: trovare scanner e operatore o affrontare la spesa per fare da se) di qualità non ne perdi affatto, anzi tutt'altro.

user90373
avatar
inviato il 19 Novembre 2017 ore 17:48

Il presupposto:- "Con il digitale posso fare cose che con il chimico non posso". E allora perchè fotogrfare in digitale e stampare chimico, o peggio, fotografare chimico e stampare digitale? Nuovi giocattoli per non esser vecchi? Una sorta di cavallo a dondolo di plastica computerizzato. :-P

avatarsupporter
inviato il 23 Novembre 2017 ore 16:19

@Alessandro Pollastrini. grazie per i tuoi post. concordo con tutto quello che dici.

concordo sul fatto che l'analogico sia molto più democratico del digitale. la gente crede che il digitale sia gratis, ed invece è molto più oneroso di qualunque processo a pellicola, sia in termini economici, che di competenze, che di tempo. anche se forse questo dipende anche dal fatto che valutiamo l'analogico ad oggi, ed essendo tecnologia passata, ormai te la tirano dietro (a parte le pellicole ed i chimici)

concordo che Salgado sia il migliore fotografo che la nostra civiltà abbia sviluppato e conosco bene il suo processo di stampa, ed il suo passaggio da digitale a pellicola. a tal proposito rispondo a @Ettore Perazzetta dicendo che il riversamento del digitale su pellicola ha due grossi benefici : 1 conservazione dell'immagine per secoli (cosa che con il digitale non è affatto scontata), ma più importante 2 crei un master univoco, mentre col digitale ogni immagine è diversa su ogni device.

per ultimo ... se è vero che di stampe fatte bene in digitale, specie nel BW, ce ne sono poche in giro perchè pochi te le sanno fare, è anche vero che la stampa digitale è democratica, perchè chiunque con una connessione ad internet può farsi recapitare a casa delle immagini a prezzi veramente bassi ed in tempi brevissimi, ed con una qualità media che è molto superiore alla qualità media della stampa analogica (io mi ricordo che orrori uscivano dalle stampe da analogiche da banco). non che io voglia difendere le stampe on-line che mi inorridiscono .. ma sono sempre meglio di quelle dell'ottico sotto casa di una volta ...

e poi non è vero che il fin-art digitale deve essere sempre caro. io dopo anni di ricerca ho trovato uno stampatore di livello assoluto che costa davvero il giusto. e me lo tengo stretto e sono molto contento !

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 19:44

La debolezza vera, reale, grave, del digitale, e che rispecchia un po' il cambio di attitudine della gente al mondo rispetto al passato, e che il digitale è effimero.

Ottiche digitali che valgono migliaia di euro, in pochi anni diventano inutili per problemi di obsolescenza elettronica, non te le ripara più nessuno, e dei miliardi di immagini scattate tutti i giorni in digitale sul pianeta, tra 100 anni non ci sarà più nulla, niente.

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 20:02

Per questo, Alessandro, aspetto l'avvento delle memorie di tipo olografico nelle quali è impossibile eseguire cancellazioni in sequenza cronologica. [cit.]

Scherzi a parte hai detto una cosa molto vera... Non a caso i vari progetti di conservazione delle varie culture prevedono copie di tipo fisico e su sistemi sempre più resistenti.

avatarsupporter
inviato il 23 Novembre 2017 ore 21:11

vero.. viviamo nell'epoca dell'immagine e siamo tra le generazioni più rappresentate della storia, eppure di tutto questo quasi non resterà nulla, perchè tutto il materiale digitale sarà tritato dallo sviluppo tecnologico e dall'incuria della gente.

per fortuna con un pò di attenzione e cura, si può conservare il materiale digitale. io scatto in digitale dal 1999 e non ho MAI perso un singolo scatto. spero di continuare così per molti anni Sorriso

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 21:52

Il problema non è il non perdere uno scatto per incuria... Il problema è che la registrazione digitale, anche per sua incredibile velocità evolutiva, è sempre a rischio di obsolescenza e di essere magari ancora registrato, ma non più leggibile o interpretabile perché non piu disponibile un mezzo di decodifica.

Oltre al fatto che i supporti sono per loro natura molto più fragili e dipendenti da alimentazione elettrica per la loro consultazione. Un limite enorme per la conservazione a lungo termine e in scenari disastrosi.

avatarsupporter
inviato il 23 Novembre 2017 ore 22:01

Vafudhr .. tutti problemi superabili con semplici conoscenze informatiche

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 22:30

Sul breve periodo sicuro, mq guarda il quadro generale su un arco di tempo lungo.

Io non parlo della conservazione dei singoli documenti personali, ma della preservazione del nostro patrimonio culturale nei secoli anche a fronte di gravi sconvolgimenti. ;-)

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2017 ore 22:45

Riporto succintamente la mia esperienza che conferma quanto scritto da molti di voi in questa discussione.
Sono entrato in possesso di una Rolleiflex del 1961 praticamente intonsa, aveva scattato 9 fotgrammi in tutta la sua vita ed era rimasta in un armadio (con ancora la sua pellicola e 3 scatti residui). Ho cominciato a scattare qualche rullino in B/N che poi portavo al laboratorio sotto casa. Penso li inviassero alla Photosì dove li sviluppavano e poi stampavano nell'ingrandimento da me prescelto. I risultati erano decenti, diciamo che, prescindendo dal fatto che spesso nell'ingrandimento la periferia del fotogramma era tagliata, la foto stampata era passabile. Fino ad un certo momento in cui sono cominciate le difficoltà (prima sviluppavo e facevo stampare a contatto per scegliere poi ciò che valeva la pena ingrandire). Insomma l'ultimo rullino scattato mi è stato stampato ingrandito 20x20 ma guardandolo non convinceva assolutamente, l'aspetto era diverso dalle precedenti stampe. Guardandolo al lentino mi sono accorto che la stampa era digitale. Il problema era che il chiaroscuro era penoso, con ombre completamente chiuse e luci bruciate. Mi son detto possibile che abbia cannato così l'esposizione? Per farla breve ho preso i negativi B/N e li ho scansionati con il mio penosissimo scanner Epson DX4000 da 70 Euro , per riflessione e, per non rovinarli, senza nemmeno toglierli dalla foderina di plastica trasparente in cui erano riposti. Fatto è che manipolando le scansioni in PS con curve e livelli riuscivo a schermo ad avere delle ombre più aperte e delle luci con dettagli non bruciati, rispetto alle stampe penose che avevo ricevuto.
MORALE: da allora non ho più usato la Rollei. Il laboratorio sotto casa con 5 Euro ti da un servizio da 5 Euro. Non ho spazio e capacità per crearmi in casa una Camera Oscura. Sarebbe sufficiente per me trovare un laboratorio in zona di Como/Milano che mi sviluppasse i negativi e poi eventualmente mi pare che Diebu sia disposto a effettuare scansioni ben eseguite ;-) (e remunerate come tali), mi piacerebbe in futuro prendere una buona stampante ink-jet e stamparmi da solo. Mah, conosco però i casini della stampa digitale, o stampi in continuazione o è più la spesa che l'impresa.
Consigli da voi esperti?

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