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Da negativo a digitale


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avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2017 ore 12:39

Sapevo del revival della Ferrania e della nuova produzione di pllicole in b/n. Questo fatto mi entusiasma perchè conferma la mia teoria (piace a pochi) che una stmpa in b/n ai sali d'argento non abbia uguali. Non mi pare difficile capire la differenza di qualità. Basta saper guardare bene una buona stampa senza pregiudizi tecnologici. Cosa piuttosto difficile per gli invasati del digitale ad ogni costo.

avatarsupporter
inviato il 16 Novembre 2017 ore 12:58

@Enzo .. la qualità di una stampa digitale è in assoluto molto superiore, anche in BW. ma dipende certo da chi te la fa quella stampa. il discorso è un'altro .. è il fascino che può avere una foto a pellicola, che con i suoi difetti, e la sua grana può rendere magica una scena, un soggetto.

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2017 ore 14:12

Prendo atto delle tue opinioni. Forse sarà una questione di gusti ma ho la sensazione che una stampa ben fatta ai sali d'argento sia, per i b/n , ancora migliore. Attenzione, parlo di una stampa ben fatta che è una cosa non facile da vedere. A primo acchito, una stampa digitale affascina per la prerogativa dei neri d'inchiostro. I neri chimici dell'argento sono una cosa diversa ed hanno una profondità che dona una sensazione di tridimensionalità. Da anni sono passato al nero digitale stampando a casa con una stampante di buonissima qualità. In occasione di una mostra, dovendo stampare nel formato 150 cm X 100 cm, mi sono rivolto ad un professionista che ha svolto molto bene il suo lavoro. Ma il vantaggio della stampa ai sali d'argento, resta per me ancora superiore. Prenda atto che la mia valutazione possaessere viziata dalla nostalgia per l'analogico che, da anni, non protico più. Grazie comunque per il motivato parere che hai espresso.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2017 ore 14:23

SPero di non alimentare la solita diatriba pellicola vs digitale ma anche a me la stampa a getto d'inchiostro (se ci stiamo riferendo a quella quando parliamo di stampa digitale) da file non piace proprio.
La sua iper-nitidezza per i miei gusti le fa perdere quella sensazione di tridimensionalità e di "realtà" che invece ritrovo nelle stampe ai sali d'argento. Magari anche nel mio questo caso sarà dovuto all'affezione ad un sistema piuttosto che a un altro, non lo so, ma solo che per me è così. Poi magari, come dite, la stampa digitale sarà pure "superiore" ma che cosa si intende per "superiore"? Più nitida? Con una migliore gamma tonale? Altro? Boh! se anche fosse così, la superiorità PER ME (ripeto: per me) è data dall'insieme e purtroppo l'insieme delle caratteristiche superiori di una stampa digitale ne determinano un senso di..... inferiorità. Proprio come una donna perfetta, con lineamenti perfetti, gambe perfette, misure perfette, capelli perfetti..... mi può piacere di meno di una con qualche imperfezione ma..... che mi "attizza" di più ;-) :-P

avatarsupporter
inviato il 16 Novembre 2017 ore 15:30

se ne parlava con F.Fontana, giusto per citare uno che non ci capisce nulla di fotografia, quando è venuto qui a torino a fare la serata sulle sue foto. la qualità della fotografia digitale anche in stampa, ed anche in bw è superiore da tutti i punti di vista. è un valore oggettivo: dipende da resa dei dettagli, estensione dei colori (o delle sfumature), durata nel tempo, assenza di micro difetti, riproducibilità e così via.

però il gusto è un'altra cosa. una qualcosa di perfetto può non apparire bello o appagante. la perfezione tecnica con l'arte e l'emozione non centra quasi nulla. e non c'è da scandalizzarsi o fare guerre. sono cose diverse, tutto qua.

io scatto molto sia in digitale che analogico, con vari formati. personalmente delle buone stampe digitali (fine art) sono preferibili anche partendo da negativo analogico. e posso decidere quanti difetti lasciare o se rimuoverli o aggiungerli (parlo di grana, vignettatura ed altro ad esempio), e soprattutto posso dare più o meno contrasti, croppare, raddrizzare e mille altre cose.

dall'altro lato sviluppare e stampare in casa.. con gli acidi e tutto il resto è una delle cose più divertenti che conosca. sempre grande soddisfazione. ma la soddisfazione non arriva da un risultato perfetto, ma dal fare le cose.. dal percoso.

il senso del viaggio, è viaggiare.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2017 ore 15:34

il senso del viaggio, è viaggiare.

Questo andrebbe ripetuto sempre e comunque... quante volte lo si dimentica.

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2017 ore 16:22

Questa discussione è molto civile. Stranamente direi. Non so cosa dire del colore.Ho sempre fatto cose in b/n e concordo con quello che ha detto Diebu. Credo che ognuno resti della propria opinione. Ritorno però sul fatto che il paragone vada fatto con stampe ai sali d'argento fatte veramente bene. So che è una cosa rara. Però quando ne vedi una resti incantato. In alcune mostre a Parigi ho ammirato stampe fatte da Bill Brandt. Le eseguiva peronalmente e ci metteva mezza giornata per farne una buona. Altri autori si servivano del laboratorio di Pierre Gassman che stampava per Jeanloup Sieff ed anche per H.C.Bresson. Quando penso al buon b/n mi vengono in mente queste foto, anzi queste stampe insuperabili. Grazie a tutti per l'attenzione.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2017 ore 16:51

C'è da dire che hai citato stampatori con i contrococò, indipendentemente dalla tecnologia che utilizzavano; mi chiedo se oggi esistano ancora personaggi con quella cura quasi maniacale per ciò che l'immagine doveva raccontare o se, viceversa, anche quelli che avrebbero le stesse qualità non si lascino prendere dall'ossessione "moderna" per il perfezionismo tecnico.
Se si dimostrasse che le cose stanno così, la maggior parte dei giudizi sulle differenze pellicola/digitale andrebbe imputata al loro operato e non alle reali caratteristiche dei due sistemi

user90373
avatar
inviato il 16 Novembre 2017 ore 17:02

Attualmente stampo chimicamente solo fino al formato 40x30 ma, vista la tendenza delle esposizioni alle "stampe grandi", prima di attrezzarmi per formati maggiori tenterò la via "digitale" scansionando la stampa argentica nativa per poi cercare, assieme allo stampatore, di avvicinarsi alla resa "dell'originale" relegando l'altra a "copia". Se funziona, bene altrimenti serviranno soldini e olio di gomito per adeguare la camera oscura agli odierni orientamenti. ;-)

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2017 ore 17:50

Daniele dice cose molto giuste. I paragoni andrebbero fatti tra i migliori dei due sistemi. Il problema consiste nel fatto che oggi le stampe in b/n digitali superano di gran lunga quelle poche fatte ai sali d'argento. La superiorità in percentuale banalizza il paragone. La superiorità numerica purtroppo vince sempre o, per lo meno, ci fa credere che sia così. Alcune tecniche sono oggi di nicchia e fanno pensare erroneamente ad un atteggiamento da snob. Si crede erroneamente che un fotografo con Hasselblad a pellicole sia smanioso di far credere alla sua superiorità morale. In realtà è un vecchio gentiluomo che non vuole rinunciare al suo mondo passato di moda ma che avrebbe ancora molte cose da dire se qualcuno avesse la pazienza di guardare bene quello che fà. La tecnologia corrre a perdifiato. Non abbiamo il tempo di guardare indietro.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2017 ore 8:17

La tecnologia corrre a perdifiato. Non abbiamo il tempo di guardare indietro.

Dillo a me, che sono passato al digitale da nemmeno dieci anni e con la mia attuale attrezzatura sono già un fossile vivente peggio del Celacanto MrGreen

avatarjunior
inviato il 17 Novembre 2017 ore 11:19

Siamo due fossili nostalgici. Nessuno vuole neppure ascoltare quelle esperienze che potrebbero arricchire. Non ci possiamo fare niente. Il nostro buono è stato fatto. Guardiamo con curiosità le nuove esperienze. E qualche volta anche con lo scetticisme dei vecchi sapienti superati dal ciclone tecnologico. Mi tengo caro ll mio tempo che ha dato risultati meravigliosi, tanto belli che nessuno vuole guardarli perchè capisce solo il linguaggio che gli è più congeniale.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2017 ore 17:21

".....mi chiedo se oggi esistano ancora personaggi con quella cura quasi maniacale per ciò che l'immagine doveva raccontare .... "

Uno di sicuro c'è: Dominic Granier.

dominique-granier.book.fr/

Ho stampato per 38 anni in B&N, soprattutto da 35 mm, e sempre in formato minimo di 30 X 40 cm.

Ho sempre cercato la perfezione: una stampa fatta bene richiedeva anche 3 o 4 sere, 8 - 12 ore, stampavo dopo cena in casa, e per fare una stampa di alta qualità ci voleva molta manualità ed esperienza.

Stampavo con un IFF Auregon, con due ottiche, uno Schneider Componon 50 mm F 4 ed un Rodenstock 50 mm F 2,8, che usavo quando facevo i fotomontaggi.

Stampavo su Agfa Brovira, smaltata con la smaltatrice

Mettevo un piano rigido sull'ingranditore per avere un vetro a 12,5 cm dal piano carta, per metterci le maschere: il vetro era ad alta trasparenza ed uniforme, controllato, in spessore, e negli ultimi anni avevo anche il trattamento antiriflesso su quel vetro.


In digitale si stampa benissimo, anche il B&N, ed oggi uso una Epson 3880, molto raramente un Epson 7900, ed ho imparato a stampare all'estero, in Italia non avevo trovato nessuno che mi accontentasse.

Le stampe digitali fatte bene sono diverse dal chimico, e sono tecnicamente migliori: anche in digitale, per fare una stampa fatta bene, ci vogliono diverse ore e molta maestria, pari pari come in chimico.

Ho provato a fare scannerizzazioni serie di pellicole, presso uno studio grafico, a suo tempo, ma in tutti i casi ci sono perdite qualitative, non rilevanti ma ci sono ed alla fine, soprattutto per quel motivo, perdita di qualità, abbandonai tutto e passai al digitale.

Dal 2008 uso il digitale, e quello che si riesce a fare in digitale, a pellicola non lo puoi fare, è impossibile, il digitale è infinitamente migliore della pellicola.

E per uno che stampava bene a pellicola, passare al digitale è andare in discesa, ed a tutta birra, il digitale è molto più efficiente, è molto più flessibile, e poi (finalmente!) è ripetitivo, si lavora meglio e più efficacemente, anche se per fare il fotoritocco ad una immagine ci metti 3 - 4 ore.

Il lato negativo del digitale è che per fare stampe fatte bene ci vuole tutto un bagaglio di conoscenza molto più estesa che a pellicola, e come se non bastasse, questo bagaglio di conoscenza è poi molto differenziato, copre molti campi diversi, bagaglio di conoscenza esteso che a pellicola non è affatto richiesto, c'è molto meno da imparare con la pellicola, è più facile assai.


avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2017 ore 19:05

Il lato negativo del digitale è che per fare stampe fatte bene ci vuole tutto un bagaglio di conoscenza molto più estesa che a pellicola, e come se non bastasse, questo bagaglio di conoscenza è poi molto differenziato, copre molti campi diversi,

Vero, e non solo per stampe fatte bene; già per raggiungere risultati appena accettabili devi avere conoscenze più differenziate.

avatarjunior
inviato il 17 Novembre 2017 ore 22:01

Resto della mia opinione. Una stampa ai sai d'argento ben fatta è insuperabile. I parametri di giudizio non devono limitarsi alla sola nitidezza. Nel digitale è la cosa più facile del mondo. Altre cose sono importanti. Basta saperle vedere. Non tutti lo sanno.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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