| inviato il 23 Aprile 2023 ore 7:42
quando si mischiano i processi analogico + digitale a mio parere si sommano soprattutto le negatività di entrambi.
O si fa uno o l'altro |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 7:58
Sono anch'io convinto che ogni sistema debba essere usato per come è stato concepito, ed è proprio questo che mi frena, io faccio per lo più paesaggi urbani a colori e non poter stampare in proprio mi toglie completamente il controllo; col digitale abbiamo guadagnato da un lato (condivisione immediate delle foto, possibilità di controllo dello sviluppo) ma abbiamo perso in naturalezza e profondità colore. |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 8:21
Il tuo Sasal è un problema che si risolverebbe facilmente...se non dovessi stampare.
Per quello che è il tuo campo di ricerca la diapositiva sarebbe la soluzione ideale, anche se con l'attuale penuria di materiali positivi dovresti condurre una ricerca accurata per trovare l'emulsione all'uopo più adatta, in altre epoche non avresti neppure dovuto cercarla visto che avresti adoperato la Astia 100F, ma la necessità della successiva stampa ti obbligherebbe comunque alla scansione... per cui temo sia una strada niente affatto percorribile.  |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 8:25
@Paolo, ma esistono proiettori per formato 6x7? |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 8:27
Andare a scattare a pellicola sviluppando il negativo per poi scannerizzarlo, è decidere scientemente di fare delle brutte fotografie, è anacronistico, per me amante della perfezione è veramente incomprensibile.
Precisamente!
Oltretutto è una soluzione che mi pare fatta apposta per tenere uniti due estremi che poco hanno in comune... senza contare che ancor più mi pare un modo, maldestro, per cercare di tenere il piede in due staffe. |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 8:36
Non era questo il mio intento , mi chiedevo se oggi esistono ancora proiettori per formati 6x7, e comunque nel caso dovessi fare il passo lo scopo è quello di (far) stampare la pellicola a laboratori specializzati. |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 8:42
I proiettori 6x7 esistono ancora.
Nel mercato dell'usato non saprei o per meglio: i 6x6 si trovano... per i 6x7 è alquanto più difficile, nuovi invece credo si trovino ormai solo i Götschmann e gli Jensen, entrambi eccellenti, ma dal costo al limite del proibitivo. |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 10:02
[“ Andare a scattare a pellicola sviluppando il negativo per poi scannerizzarlo, è decidere scientemente di fare delle brutte fotografie, è anacronistico, per me amante della perfezione è veramente incomprensibile. „
Eh caro Paolo, quanti danni fa la ricerca della perfezione, ti fa spesso dimenticare quel che è davvero importante.
Ma per fortuna non siamo tutti come te e qualcuno usa felicemente tutti i sistemi misti. |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 10:38
Ma per fortuna non siamo tutti come te e qualcuno usa felicemente tutti i sistemi misti.
Ma guarda che la frase non è mia...
Quella che invece è mia, e la rivendico con forza, è l'avversione profonda nei confronti delle scorciatoie.  |
| inviato il 23 Aprile 2023 ore 11:44
Io non sono così intransigente: si può fare innanzitutto quel che si vuole e si possono utilizzare metodi misti, quando si ha un certo archivio o quando si introducono tecniche specifiche che accrescono caratteristiche proprie di un mezzo ( che so, l'aumento della grana etc). Non comprendo, e ovviamente ne vorrei sapere di più da chi segue questi percorsi ( che, come ho detto, ho utilizzato anche io e abbandonato) per capire cosa ci sia di bello se:
-non si sviluppa e stampa in proprio il BN. In questo caso non c'è la motivazione del piacere di incidere personalmente su negativo e positivo e il piacere dello stare in camera oscura, di fare un po' il "chimico"
-non si proiettano diapositive. E in questo caso non ci sarebbe il piacere di un procedimento diverso e unico di godere di una foto. Niente, al momento può essere paragonato ad una proiezione dia. Se poi fatto in dissolvenza come fa Paolo, non ci sarebbe nemmeno la motivazione di imparare nuove tecniche, di cimentarsi in nuove frontiere, in una terra straniera da conquistare.
- si delega tutto ad un laboratorio che specie per chi vive in provincia, raramente sarà realmente professionale e ti seguirà passo per passo (e poi a che costo?) come faresti tu.
Insomma, se ci si limita a pigiare un tasto, che differenza fa avere un sensore o un rullino dentro la reflex? Tutto il resto viene appiattito e non governato da noi. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |
Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |
JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.
