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avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2017 ore 18:32

quando è bello il bianconero?quando è bella a colori?

Per me una foto è bella a colori quando il colore aggiunge qualcosa al b/n, ed è bella in b/n quando l'astrazione che ne deriva aggiunge qualcosa al colore.

user28347
avatar
inviato il 31 Ottobre 2017 ore 18:34

;-)bella risposta

avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2017 ore 21:14

Purtroppo il rapporto di contrasto massimo che possiamo avere in stampa è sempre quello, indipendentemente dal nostro smanettare sulle curve di tono. Il comportamento dell'occhio è invece ben diverso: aprendo le ombre e recuperando le alteluci non fa che ampliare il rapporto di contrasto sommando le estensioni delle ombre e delle luci. Avendo quindi in fotografia a che fare con un contrasto limitato dobbiamo cercare di sfruttarlo al meglio, evitando di correre dietro al miraggio della visione dal vivo, irraggiungibile.
(segue)

avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2017 ore 21:28

-26

avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2017 ore 22:05

ma non sembra così freddo.

user28347
avatar
inviato il 31 Ottobre 2017 ore 22:11

dici?-26 mi sembra il cimitero di mergellina;-)

avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2017 ore 22:19

ora siamo già a -23 Sorriso

avatarjunior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 7:55

Signor Fotogion, la prego non corra vorrei farle un'altra domanda sulla bellezza.

avatarjunior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 7:55

Ancora lei?

avatarjunior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 7:57

Mi dica, la bellezza è soggettiva o oggettiva e poi, in che relazione è con l'estetica?

avatarjunior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 8:01

Allora, sa come diceva Platone? Diceva: AHAH! (rideva ;-)) e poi: la gente viene a teatro a vedere gli spettacoli e pretende di stabilire con il proprio gusto se è stato bello o meno... AHAH! (rideva di nuovo ;-))
Sa quanto è campato Platone? Ottanta anni. Lei ne vuol campare cento?

avatarjunior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 8:02

Non mi dispiacerebbe...

avatarjunior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 8:02

Allora si faccia i c.azzi suoi e si piaccia quello che vuole.

avatarjunior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 8:12

Fotogion, lei rivela costantemente la sua grettezza e, mi lasci dire, dimostra anche una semplicità intellettuale imbarazzante.

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2017 ore 9:01

....
Mattia vide scomparire davanti ai propri occhi i suoi compagni. Nessun effetto dissolvenza, nessun alone, nessuna scia; c'erano e immediatamente dopo non c'erano più.
Era rimasto con la bocca aperta, senza respirare, immobile come una statua di cera.
Risolto il primo stupore guardò “la cosa” per terra. Fece qualche passo all'indietro, lentamente, senza perderla di vista, poi con lo sguardo cercò Lolù. Non vedeva più neanche lei.
-vorrei sapere che cosa sta succedendo.
Gli parve di sentire il volo di un insetto.
La luce era leggermente diminuita d'intensità, guardò verso il cielo per scorgere qualche nuvola. C'era qualche strato verso est all'orizzonte. Con fare deciso si allontanò ancora, andando verso un grosso sasso. Si sedette per terra e ansiosamente consultò la sua strumentazione. Tutto sembrava normale ad eccezione del campo magnetico in movimento che aveva ripreso.
-dove sono i miei compagni?…
Sentì una musichetta in testa, come una specie di ninnananna.
-siamo stati imprudenti…
-come si poteva immaginare che…

Doveva essere all'incirca mezzogiorno ma sembrava facesse sera. La sera con la luce più strana che avesse mai visto. Sentì un brivido lungo la schiena.
-è tutto completamente illogico, io sto impazzendo.
-non giudicarti così severamente, dopo quello che è appena accaduto.
Si accorse di pensare su due binari.
Inspiegabilmente stava venendo buio, anche se era mattina. Guardò l'orologio del bracciale. Il display era spento. Provò ad accendere sia l'orologio sia il computer che aveva consultato prima ma questi non ne volevano più sapere di funzionare. Tirò fuori dal bracciale l'alimentatore e poi lo rimise dentro, quindi riprovò ad accendere inutilmente, poi prese le torce. Non funzionavano anch'esse. Pensò alla tuta termica che usava tutte le notti per proteggersi dal freddo, era rimasta sulla groppa di Lolù.
-tra poco morirò congelato.
-ma non c'è freddo…
Ormai era buio, un buio pesto, diverso dal solito del pianeta, ma Mattia ancora non sentiva freddo. Sentì in testa una musichetta tranquilla, stupendosi del suo morale che ancora resisteva agli eventi. Cambiando di posizione nel buio assoluto gli parve di toccare il pavimento della sua stanza nell'astronave. Guardò verso l'alto, per cercare le stelle. Non c'erano.
-o sono già morto o sto morendo, ma non è poi così male, credevo fosse peggio.
-o la vita continua, mutevole e ciclica.
-in alcune forme di follia c'è una doppia personalità, io sono impazzito.
-morente? morto? impazzito?
-non vedo più nulla, fortunatamente non ho né caldo ne freddo.
-quasi si direbbe una situazione di benessere…
-beh… non proprio, potessi tornare indietro nel tempo lo farei.
-tornare indietro nel tempo?
-si, con i miei compagni.
-per la paura della solitudine?
-Nurdine, Paul… dove siete? Mi mancate. Sono nel buio! Se sto morendo voglio dirvi che siete stati buoni amici per me...
L'aria sembrava più densa, Mattia si sentiva più leggero, come se la forza di gravità fosse quasi sparita, aveva perso l'orientamento. Il buio era totale, ormai neanche un gatto avrebbe potuto vedere qualcosa.
-Non credevo fosse così, credevo che la morte portasse qualcosa di più del buio, qualcosa di più del nulla. Che senso ha tutto questo? Perché vivere e morire? Se questa è la morte allora si distingue dalla vita fondamentalmente per la solitudine, quella vera, totale.
-oppure non si distingue dalla vita per la solitudine. Oppure non si distingue dalla vita perché non è morte.
Si mise ad urlare.
-non è possibile che io pensi una cosa e contemporaneamente una sua alternativa! Non voglio darmi delle risposte di comodo da solo! Non voglio essere pazzo! Io sono un individuo, non due!
Stava sbracciando mentre urlava di rabbia e non si era accorto di non essere più a contatto con alcuna superficie. Galleggiava, nel buio, senza peso.

Le cose più comuni sono così ovvie che spariscono dalla consapevolezza del quotidiano. Il tempo, la forza di gravità, la luce, il senso della distanza sono elementi che scandiscono la nostra vita nei rapporti con gli altri individui; Mattia aveva perso questi elementi.
___________________________________

-forse la morte è un limbo, a me non piace. Mi sento ancora vivo ma forse e solo una questione d'abitudine. Con il tempo mi adatterò alla mia condizione di morto.
Che fregatura. Per tutta la vita ho avuto la curiosità di sapere cosa c'era al di là della vita e avevo dato per scontato che una volta morto avrei capito. Chissà perché, ma nei miei ragionamenti era ovvio che morendo avrei scoperto tutto quello che c'è da capire, tutto ciò che in vita risulta incomprensibile, invece…
Ma cos'era che non capivo? Non capivo la nascita e la morte, non capivo se questo avesse solo un significato chimico-biologico oppure se ne contenesse uno più profondo. Per meglio dire, io pensavo che ne contenesse uno più profondo ma non ero sicuro di questo significato, non l'ho mai capito fino in fondo e pensavo che la morte me lo avrebbe spiegato.
Ora la morte non mi sta dando nessuna risposta, così capisco meno di morte ora che sono morto che quando ero vivo. E' assurdo. La morte è assurda. Meglio la tristezza o la povertà, meglio la sofferenza fisica e l'umiliazione.
-anche adesso c'è la sofferenza.
–da dove arriva questo pensiero? Non è mio! Ah si, dimenticavo, morendo si diventa pazzi, si hanno pensieri che non ci appartengono. In fondo la doppia personalità è un modo come un altro per tenersi compagnia e direi che in questa desolazione di nulla ce n'è proprio bisogno.
Tacque, per ricevere una risposta che non arrivò. Provò disperazione e commiserazione per sé stesso. Si ricordò che in situazioni simili gli lacrimavano gli occhi e doveva soffiarsi il naso mentre adesso questo non succedeva. Fece per toccarsi gli occhi con una mano, per sentire se erano umidi. Non sentì né occhi né mano. L'intenzione adesso era quella di toccare tutto il suo corpo, di scuotersi, ma non poteva toccarsi ne scuotersi perché il suo corpo non c'era. Fece per urlare e si accorse che anche la sua voce era sparita.

-Si tratta di una cosa graduale, la morte non è un evento immediato per chi la vive. Ah, questa poi! Per chi la vive!
Si. Il passaggio nella morte è un processo lento. Chissà cosa sta succedendo in questo momento attorno alla mia salma. Forse per chi resta in vita la mia morte è stato un evento rapidissimo. Ci sarà Nurdine che spaventandosi avrà cominciato a parlare ininterrottamente. Forse Paul più razionalmente starà prendendo contatto con l'Astralife per il trasporto del corpo.
Ma da quel momento quanto tempo è trascorso? Mi è venuto buio tutto intorno mentre io credevo fosse ancora mattina. Forse morendo il tempo scorre più lentamente. Forse sono già passati mille anni. Ma no… quello era il buio della morte non della notte, infatti, non c'erano neanche le stelle. Ma che importanza ha? Qui nel buio non ho la minima cognizione del tempo. Fosse trascorsa tutta la vita dell'universo per me sarebbe la stessa cosa.
____________________________________

Esisto? Esisto ancora? Certo… Se non esistessi come potrei pensare? Ma cosa è rimasto di me? Solo il pensiero?
Morire è diventare pensiero puro, forse… Allora è vero che morendo non finisce tutto, ma cosa resta? Che valore ha ciò che resta? Che senso può avere essere qualsiasi cosa in completa solitudine?
-non è indispensabile la presenza di altri per mettere in discussione le proprie idee.
-oh!… Ha parlato il gran saggio! Quello che spunta fuori dai miei pensieri quando meno me lo aspetto! Ma certo, c'è sempre una risposta a tutto e c'è anche l'opposto della risposta appena data. Questo l'avevo notato già da vivo. Ci sono i derby che sono l'apoteosi del dualismo inutile, c'è il bianco ma c'è anche il nero, c'e il sopra e il sotto, la destra e la sinistra. L'universo è diviso in due. Ehi, ma…Non solo l'universo. Anch'io posso fare considerazioni opposte, anche senza l'aiuto della doppia personalità.
I pensieri gli si ingorgarono in un attimo.
-ecco, adesso per dimostrarmi che non c'è un'unica verità faccio delle considerazioni opposte al dualismo:
l'universo non è fatto solo di dualità e di contrasti ma è pieno di sfumature…allora…, ci sono le partite amichevoli, una serie interminabile di grigi… la scomparsa del sopra e del sotto in assenza di gravità… oltre la destra e la sinistra c'è anche il centro…
…mi sento un'idi-ota.
-forse perché questa è la parte superficiale di un pensiero più profondo.
-forse si.
Rispose, questa volta senza ribellarsi a quell'interferenza.
__________________________________


Forse si. Si sentiva rimbombare quest'ultima frase dentro. C'era solo quella frase in permanenza. FORSE SI. Come un incubo. Rimbombava in continuo e poi arrivava nuova per ribadire che non era cambiato nulla.
Era in un momento in cui tutto l'universo era –forse si-. Esisteva solo –forse si-. Poi pensò – la morte è un meccanismo che s'inceppa. E si sentì come risucchiare nel vuoto.

-La morte è forse come l'esistenza, sono due cose che sembrano così grandi da poter riempire tutto ciò che esiste e tutto ciò che non esiste. L'esistenza e la morte sono molto meno importanti se abbandoni il tuo egoismo, se abbandoni la tua brama d'essere Tu la cosa al centro di tutto. Tu sei più vero quando ti sposti dal centro del mondo e sei superficiale e un po' ridicolo quando ti poni su un piedistallo, da cui ignaro e avvolto nella nebbia del tuo io riesci a scorgere solo i tuoi piedi. Ma se ti metti al margine del mondo, vivi ancora un'illusione perché tutto ciò che fai ti torna indietro e se non ti senti parte del tutto non hai la giusta misura. Sei un essere umano e somigli a ciò che vedi e che senti. Somigli anche a tutto ciò che non vedi e a tutto ciò che non riesci a sentire. -

Si trovava sulla cima di un monte e la voce che lo aveva accompagnato nel delirio di credersi morto adesso aveva un corpo. A parlargli era una donna dallo sguardo dolce e severo. Mattia respirava come se fosse per la prima volta e l'aria gli faceva bruciare i bronchi. La donna gli accarezzò il volto e si allontanò a pochi metri di distanza senza togliergli lo sguardo da dosso. Mattia si sentiva ebbro per il risveglio dei sensi, sentiva battere forte il cuore e sul corpo gli accresceva la sensazione della gravità. Le orecchie cominciavano a portargli il sibilo del vento e dagli occhi tumidi, dapprima le luci confuse, poi via via le immagini sempre più nitide gli davano un'idea più precisa del posto in cui si trovava. -Allora non sono morto. Non sono nemmeno impazzito, quelle interferenze non provenivano da me stesso. - Cercò la donna che lo aveva appena accarezzato senza riuscire a vederla né a sentire la sua voce. Riecheggiava mentalmente l'ultima frase che quella donna aveva pronunciato.
“Somigli anche a tutto ciò che non vedi e a tutto ciò che non riesci a sentire”.
Cominciò a scendere.
...





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