| inviato il 27 Settembre 2017 ore 9:56
La luce viene raccolta per un certo angolo di incidenza e una precisa superficie.
Un 50mm f/1.8 raccoglie luce su un angolo maggiore ma una superficie minore
Un 200mm f/4 raccoglie su un angolo minore ma superficie maggiore
Non per niente il diaframma viene calcolato in base alla dimensione della pupilla d'entrata (quello che ho precedentemente definito superficie) e la focale (che insieme alla grandezza del sensore offre un preciso angolo di campo). Se si aggiunge le varianti del sistema ottico si ottiene il T-stop
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| inviato il 27 Settembre 2017 ore 10:12
“ La luce viene raccolta per un certo angolo di incidenza e una precisa superficie. „
pre tale motivo ho fatto l'esempio di riprendere una parete bianca perfettamente illuminata. |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 11:21
l'angolo di campo, il formato del sensore, la focale equivalente..non c'entrano nulla.
Un obiettivo fornisce sul piano focale sempre la solita illuminazione, che geometricamente dipende solo da 2 grandezze fisiche: superficie della pupilla di ingresso (ossia quanta luce raccoglie) e lunghezza focale (quindi quanto la concentra o sparpaglia).
A pag 7 in alto, forse rozzamente e troppo succintamente c'è la semplice matematica che spiega perchè un obiettivo può raccogliere più luce (P.E. più grande), ma l'illuminazione del piano focale è solo dipendente dal valore del diaframma. Basta provare a rifare quei quattro conti con qualunque obiettivo, il risultato è sempre quello |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 11:26
“ Un obiettivo fornisce sul piano focale sempre la solita illuminazione „
sarebbe interessante sapere cosa intendi con "la stessa illuminazione". 
1. fotoni per unità di superficie del sensore?
2. quantità totale di fotoni che fuoriescono dall'ultima lente dell'ottica? |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 12:27
ho scritto s ul piano focale , quindi flusso di fotoni per unità di superficie del sensore va bene, magari può aiutare ragionare per fotoni come fossero delle entità tangibili.
ai fini dell'esposizione importa solo la quantità di fotoni per unità di tempo (per questo ho detto flusso di fotoni) per unità di superficie, la quale potrebbe essere un granulo d'argento della pellicola o un fotodiodo, non cambia nulla nel ragionamento.
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| inviato il 27 Settembre 2017 ore 12:29
Il muro bianco di Ooo mi sembra una semplificazione intelligente, se davanti a questo muro metto due macchine identiche, una con un 50 e una con un 200, entrambe a f4, queste mi suggeriranno gli stessi iso/tempi si o no? |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 13:18
Quello che serve allora è un diametro della pupilla più grande possibile per fare passare più luce, rapporti focali corti per concentrare la luce il più possibile . Ho capito Bene?
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| inviato il 27 Settembre 2017 ore 13:18
Stessi tempi/ISO, trascurando naturalmente le perdite per riflessioni ecc. dell'ottica e le eventuali differenze di taratura. se il muro è perfettamente uniforme ad ogni fotodiodo del sensore di ogni macchina arriva lo stesso flusso di fotoni; lo stesso per i fotodiodi dell'esposimetro.
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| inviato il 27 Settembre 2017 ore 13:19
pamtom, hai fatto centro
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| inviato il 27 Settembre 2017 ore 14:04
“ una con un 50 e una con un 200, entrambe a f4, queste mi suggeriranno gli stessi iso/tempi si o no? „
usando lo stesso tipo di esposizione la risposta è si, a patto che entrambe le ottiche vignettino a f4 allo stesso modo, e abbiano uguale trasmittanza.
Quindi si. |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 14:41
“ Master4ever riguardo alla tua domanda „
Non era una domanda sola ma degli esempi che presentano risultati differenti. Ooo ha dato la risposta con la dimostrazione di cosa accade al teleobiettivo, ma col grandangolo va molto diversamente. |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 14:49
Leggo solo ora questa discussione surreale farcita di interventi pseudo-dotti da parte di utenti pseudo-ottici.
La verità, come spesse volte succede, è molto più banale di quel che vogliate pensare.
Ha ragione black e tutti coloro che hanno detto che la quantità di luce che arriva sul sensore dipende dolo ed esclusivamente dal foro di entrata (leggasi diaframma).
Il motivo per cui alcuni obiettivi hanno lenti frontali di dimensioni importanti è legato esclusivamente alla motorizzazione degli elementi ed all'elettronica presente sulla lente. Motori af, stabilizzatoti, sistemi di scorrimento lenti e cablaggi hanno un loro ingombro e, a meno di non voler fare obiettivi bitorzoluti, questi meccanismi portano ad aumentare le dimensioni dei barilotti e, di conseguenza, delle lenti frontali.
Questo spiega anche il motivo per cui gli obiettivi manual focus siano molto più compatti di quelli motorizzati.
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| inviato il 27 Settembre 2017 ore 15:56
agghiaggiande!!! |
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