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Vi prego... usiamo la nostra bellissima lingua


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avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:41

Salt, quello che è condivisibile nel discorso di Ilcentaurorosso è che le perdite linguistiche corrispondono sempre anche a perdite culturali più estese; c'è sempre stata, storicamente, una sorta di dicotomia tra la "deriva linguistica" (nel senso di sviluppo di nuove lingue e dialetti) e la necessità di trovare forme di "comunicazione allargata". Alla "deriva linguistica" ha sempre fatto riscontro un'equivalente differenziazione culturale, scientifica e filosofica che poi andava a costituire un arricchimento comune nel momento in cui, attraverso quelle forme di "comunicazione allargata", ne veniva condivisa la conoscenza; se l'indirizzo attuale è quello di mantenere vitali solo le forme di "comunicazione allargata" avremo (e lo stiamo già sperimentando) una drastica perdita di cultura in genere e un appiattimento di idee che non è mai un segnale positivo di sviluppo sociale

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:45

Autarchia, perche' la prima grande barriera culturale e commerciale e' proprio rappresentata dalla lingua.
Mi pare evidente.


Se i sensori li facessero in Italia probabilmente saresti scandalizzato dal disastro ambientale provocato dalla fabbrica.

Sono d'accordo sul fatto che e' necessario integrare mantenendo per quanto possibile le diversita' tipiche di ogni zona.
Ma una trama comune e' indispensabile.




avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:51

La lingua e' anche storia, dietro un termine dialettale c'è un mondo. La sfida non è uniformare semplificando il tutto ma riuscire ad integrare le diversità. Bisogna far parlare tra loro sistemi eterogenei non renderli omogenei. Quindi ben venga l'arido inglese, snello ed efficiente ma solo come collante.


certo, ma la lingua è soprattutto comunicazione, serve a quello e deve arrivare ad una platea il più ampia possibile.
Qualcuno oggi usa l'inglese come un tempo i "dotti" usavano il latinorum! Il problema è tutto lì.
Considera poi che i Paesi dominanti cercano sempre di imporre la loro...... tra 50 anni i nostri politici cominceranno ad esprimersi con termini cinesiMrGreen.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:53

Daniele.. comprendo benissimo il tuo punto di vista. E sono in gran parte d'accordo.

E' anche vero pero' che senza voler necessariamente aderire al modello americano (che con tutti i suoi limiti comunque ha dimostrato di funzionare meglio di quello Italiano) esistono altri modelli con altrettanta storia alle spalle.
penso al modello Cinese, Giapponese, Russo e anche (perche no) all'antico egitto.

Trovo per me molto limitante non poter accedere alla cultura Cinese.
Se potessimo accedere e comprendere le immense biblioteche cinesi e russe saremmo molto piu ricchi e colti di quel che siamo.

avatarjunior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:54

Salt
Ha dovuto imparare termini nuovi come
...

Stai tirando in ballo esempi che non c'entrano con il discorso, la questione verte sull'uso inutile e gratuito di parole straniere quando si sta parlando in italiano e di cui esiste un corrispettivo non arcaico nella nostra lingua, i neologismi sono tutta un'altra faccenda. Vorresti dirmi che usare i termini "spending review" è necessario e aggiunge qualcosa al discorso? Oppure il mio esempio sentito di "ti mando un'invitation" ? Non dico che nel gergo comune dobbiamo chiamare il monitor videoterminale (anche se il termine è usato) facendo come i francesi che lo chiamano écran , sarebbe altrettanto ridicolo quanto è ridicolo l'opposto di cui si sta discutendo. Si vuole dialogare con il mondo globalizzato? Perfetto, ma non è certo imparando (anzi, assorbendo) parole inglesi a caso che ci si riesce, occorre imparare l'inglese come seconda o terza lingua ed è ben diverso.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 10:58

Agganciandomi all'intervento di Giancarlo vorrei comunque aggiungere una piccola riflessione.
L'uso di un dialetto o "lingua riservata" serve per riunire in clan ed alzare barriere. Il che non va quasi mai a beneficio della comunita'.
Penso allo slang degli ingegneri, al dialetto dei medici o degli avvocati. Giu' fino alla lingua delle ferrovie Svizzere.
Dove si parla un dialetto particolare che si tramanda in modo da ostacolare l'assunzione di stranieri(per stranieri intendono anche gli Svizzeri stessi)

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 11:06

Nrk.
Sono Italiano, lavoro e vivo in un civilissimo paese in cui, se non conosci correntemente almeno quattro lingue sei un × incolto.

E' arcaico a mio avviso pretendere, in nome della diversita', di usare indifferentemente TRE LINGUE per ogni documento o servizio che devi acquistare.
E' folle che esistano citta' in cui metaì degli uffici comunicano in francese e l'altra meta in tedesco.
E' fuori da ogni logica dover stampare ogni modulo ufficiale in tre lingue.

Bisognera' alla fine fare una distinzione (come facciamo oggi in Italia per i dialetti): ESISTE UNA LINGUA UFFICIALE a cui ci si uniforma ed esistono i dialetti. Chi vuole puo' studiare e parlare tutti i dialetti che desidera. Ma i testi, la scuola e le comunicazioni si fanno in lingua ufficiale.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 11:27

Trovo per me molto limitante non poter accedere alla cultura Cinese.

Sono perfettamente d'accordo, ma tieni presente che se la "globalizzazione" fosse stata realizzata 2500 anni fa, quella cultura non esisterebbe.
La differenza tra quello che accadeva nel passato e quello che accade oggi è proprio la globalizzazione che propone, e talora impone, un modello linguistico-culturale unico dove in passato si cercava semplicemente un equilibrio tra i due aspetti di quella dicotomia di cui scrivevo prima.
Avere culture diverse è l'equivalente di sperimentare più strade nella ricerca scientifica, cioè allarga il campo delle possibilità di progresso.
Oltre tutto, lingue e dialetti non sono esattamente la stessa cosa degli slang specifici di "categorie particolari" e la differenza è evidente nel momento in cui si può facilmnte constatare che un dialetto si sviluppa come linguaggio comune a tutti gli abitanti di un determinato territorio, mentre uno slang di categoria non ha alcun legame col territorio, ma con una ben determinata posizione economica e/o lavorativa; la globalizzazione eliminerà le differenze culturali territoriali, ma non quelle di "potere" che, anzi, rischieranno di assumere un peso ancora maggiore

avatarjunior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 11:44

Mi pare che stiamo uscendo dal seminato. Ricordo che il thread tratta (o dovrebbe trattare) la protezione e la correttezza della nostra lingua che a quanto mi risulta essere l'italiano.
Mi sembrano inutili riferimenti psicologici /filosofici /politici .

E poi cosa c'entra il linguaggio specifico alle professioni ? Ogni professione ha una parte della comunicazione fatta secondo termini specifici della professione stessa , vale per i medici , gli ingegneri e per molti altri e aggiungo anche per gli sportivi e non potrebbe essere altrimenti. Quindi non si tratta di barriere ma semplicemente di specifiche caratteristiche di ogni professione.

Nella mia professione ad esempio c'è il termine "pagine al vivo " oppure "bianca e volta" :e ora come la mettiamo ?

user28347
avatar
inviato il 08 Novembre 2017 ore 11:47

menomale che nel mio mestiere di musicista la lingua ufficiale è l'italiano in tutto il mondo,esempio-lento,maestoso,con brio,veloce,crescendo,diminuendo ,con passione,soave ecc ecc

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 11:52

Mah... Quella cultura non esisterebbe... e' vero.
Se fosse stata contaminata da altre culture avrebbe preso vie diverse e, forse, oggi sarebbe piu' estesa e completa.
Se ammettiamo vera l'affermazione "se ho visto piu' lontano e' perche' ero sulle spalle di giganti" ammettiamo anche che una certa contaminazione e la possibilita' di usufruire dei risultati prodotti da altri, sia in qualche modo benefica.

Viceversa... oggi disponiamo di medicine che sono lo stato dell'arte, ma sono solo UNA PARTE DELLE MEDICINE POSSIBILI.
E' stata eretta infatti una barriera commerciale,legale,linguistica tra noi e la Cina. Tra noi e l'Amazzonia, per cui interi cataloghi di articoli (che evidentemente nel luogo di origine funzionano benissimo) non sono disponibili.
E questo avviene a causa di barriere imposte grazie anche al fatto che la comunicazione con un cinese e' di fatto impossibile.

Il potere, solitamente,per meglio prosperare, cerca di dividere e separare.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 11:57

L'Italiano indubbiamente andrebbe protetto.

Scagliarsi contro i politici che usano l'inglese a sproposito, da un certo punto di vista ha un senso.

Detto questo, non vedo nulla di male nell'orientarsi verso una lingua comune che allarghi un poco gli orizzonti.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 12:33

Cesaregiancarlo, il problema è che la conservazione o meno, l'uso corretto e il senso stesso di una lingua non possono essere disgiunti dalle considerazioni psicologiche, filosofiche e sociali (poi, forse, anche politiche) che hanno fatto nascere e crescere quella lingua; basta osservare che la differenza fondamentale tra un dialetto e una lingua non consiste tanto nel numero dei parlanti, ma nel fatto che il dialetto non è altrettanto "maturo" in termini di costrutto filosofico, sociale, tecnico/tecnologico ecc.

avatarjunior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 12:47

Daniele Ferrari: il mio appunto si riferiva ad alcuni post non era quindi una valutazione generale .
Non nego certo che la nostra lingua si è evoluta anche grazie a implicazioni socio/cultural/filosofiche/politiche etc... Volevo solo richiamare l'attenzione sull'argomento con il quale è nato il thread "usiamo la nostra bellissima lingua".
Quindi usiamola correttamente .

Resta evidente che ogni lingua è "inquinata" da altre lingue e sarebbe sciocco negarci l'uso di termini che rendono più facile la comunicazione ma "est modus in rebus" !!

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 13:45

...Era medico, ed ha perso una moglie per un'otite che non e' stato in grado di curare. Poveretto..non conosceva la parola antibiotico. Perche' l'ANTIBIOTICO non era ancora stato scoperto.

Ha dovuto imparare termini nuovi come RADIO, TELEVISIONE,REGISTRATORE MAGNETICO,SULFAMIDICO, AUTOSTRADA, ASTRONAUTA, SATELLITE, RADAR, NUCLEARE, DDT, INSETTICIDA, AIDS,CEROTTO,INSULINA...e perfino REGGISENO (brevettato nel 1914).
INTERNET per fortuna sua non l'ha dovuto imparare perche e' mancato nell'83'

Insomma... mi pare che dire "tuteliamo la nostra lingua" oltre che inutile, lasci il tempo che trova.


Come ha detto anche NrK, che cosa c'entra la creazione di parole nuove IN ITALIANO? Qui si stava criticando l'utilizzo a sproposito di parole in inglese (o presunto tale).
Vi racconto anche io un'assurdità sentita di recente da un giovane dirigente: "ragazzi, venite nel mio ufficio così vi APDETO sull'argomento (da "up to date", cioè aggiornare)"Eeeek!!! Triste

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